Storia 1300 - 1400

 

 

 

Storia 1300 - 1400

 

I riassunti, le citazioni e i testi contenuti in questa pagina sono utilizzati per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche e vengono forniti gratuitamente agli utenti.

 

La seconda metà del ‘300 e l’inizio del 400 : l’accentramento (6)

 

L’avvenimento che segna questo periodo è la lunga guerra dei 100 anni, una cesura nella storia europea.
Questa guerra combattuta a più riprese tra Francia e Inghilterra cominciò nel 1337 e terminò nel 1453.
Le cause (pag. 119) sono da individuare nel fatto che il re inglese è anche un vassallo del re francese, perché ha territori in Francia in possedimento feudale.

Entrata come leggenda è stata Giovanna d’Arco, giovane guerriera che convince il re francese a reagire. La sua grande forza era la fede, che rafforza anche la giustificazione divina. Però fu considerata strega proprio per questa sua convinzione e fu condannata al rogo.

 

Le svolte

 

  1. La definitiva insularità dell’Inghilterra si conferma e porta ad un grande interesse marittimo
  2. La tecnica della guerra cambia radicalmente. Lo sforzo economico investito si deve trasformare in efficienza, non caratteristico degli eserciti feudali, perchè adatti a guerre brevi.

I feudali capiscono che il combattimento non può durare a lungo con le tecniche antiche.

 

Le nuove tattiche

 

La fanteria

Gli inglesi sostituiscono una parte dell’esercito a cavallo con una fanteria di arcieri, che vengono mandati per primi sul campo di battaglia, scoccando frecce da grandi e piccole distanze tutti allo stesso momento, per abbattere le prime linnee della cavalleria avversaria, per poi aprirsi e lasciar passare la propria. Gli uomini a piedi sono molti di più rispetto a quelli a cavallo.
I francesi si adeguarono con ritardo.

 

Eserciti permanenti

 

La Francia adotta un sistema di eserciti permanenti, impiegando meglio la fanteria.

  • il servizio militare ha una durata minima
  • il re mantiene perennemente un esercito sempre armato che poi rafforza durante le guerre (pag. 126) che è disseminato in tutte le circoscrizioni. Questo però ha un costo molto elevato
  • fanno la loro prima comparsa i mercenari (svizzeri), che rimangono una figura costante fino alla rivoluzione francese
  • si sviluppa l’artiglieria (cannoni), però molto costosa

L’Inghilterra si chiude nella sua insularità.

 

La guerra delle rose

 

L’Inghilterra, dopo la sconfitta, va incontro ad una crisi dovuta alla perdita di prestigio. La famosa nobiltà che fino ad ora ha collaborato con la monarchia, comincia a combatterla, arrivando ad una guerra civile che durerà 30 anni chiamata la Guerra delle Rose, perché le due famiglie a capo delle due parti avevano come simbolo una rosa bianca (Lancaster) e una rossa (York). Queste due famiglie mirano al trono, e si combattono fino a che non ne esce vittoriosa la famiglia della rosa bianca, che incorona re Enrico VII nel 1485 fino al 1509. Avviene anche una pacificazione tramite matrimonio.
I Lancaster, per evitare eventuali riferimenti al periodo bellico, cambiano titolo, inaugurando la nuova dinastia dei Tudor. Questa monarchia, per rafforzarsi, riprende la via dell’accentramento. La burocrazia invece, estremamente limitata al tempo, cresce e si creano nuove istituzioni centralizzate.

 

La repressione dei nobili: il tribunale o camera stellata

 

Tribunale = camera stellata

Il tribunale è centralizzato e soprattutto rivolto alla repressione dei nobili, che non vogliono sottomettersi completamente alla monarchia. Questo porta a 30 anni di anarchia feudale. I nobili devono assolutamente essere ricondotti all’ubbidienza.

 

Il consiglio e i giudici di pace

 

Sul modello francese, il re inglese adotta il sistema basato sul consiglio.
Anche a livello locale (contee) si trova una nuova autorità: il giudice di pace, che ha funzioni giudiziarie. Amministra le piccole cause tra civili, come le liti tra i privati e importanti funzioni economiche, come la manutenzione delle strade, le corporazioni, i prezzi,… Questo perché ovviamente le guerre fanno anche danni economici.
Queste cariche solitamente vanno ai borghesi con conoscenze giuridiche, ovviamente dopo le guerre e sono stipendiati dallo stato. I giudici di pace invece sono funzionari volontari, non stipendiati dallo stato ed appartenevano alla piccola nobiltà, una categoria sociale propria che prende il nome di Gentry.

 

Nascono i regni di Spagna e Portogallo (6.5)

 

Questi sono regni che si danno strutture centralizzate e ricevono l’appoggio dei vari ceti sociali (nobiltà, clero e borghesia) e hanno in comune che sono nati dalla guerra e dalla conquista contro gli arabi (dalla Reconquista        crociata).

Reconquista = crociata dei piccoli regni cristiani del nord della Spagna contro la presenza degli Emirati Arabi nella penisola iberica avvenuta nel XI secolo

Sono regni con problemi territoriali e il primo dei due ad avere una situazione stabile è il Portogallo.

Accentramento politico in Portogallo

Il Portogallo ha sempre i soliti tre ceti sociali. A capo del paese ci sono re che hanno raggiunto l’unità territoriale tramite la religione e quindi si sono consolidati tramite la religione, l’accordo con il clero e la giustificazione divina (dall’alto). Di certo però non possono trascurare la giustificazione feudale: man mano che vengono conquistate, le terre vengono donate a feudali, creando così un legame feudale piuttosto debole.

 

L’espansione marittima

 

Questo è un regno a chiara vocazione marittima che ha bisogno di risorse, perciò il sovrano appoggia la volontà di espansione marittima della borghesia commerciale. Questi mercanti guardano dunque all’Africa, un continente con interessantissime vie commerciali (spezie, oro, schiavi). L’Europa oramai per allargare i commerci deve guardare al di fuori dei suoi confini.
L’Asia è però sempre il continente più ricco e sviluppato fino al 1600 (XVII secolo).

 

L’accentramento politico in Spagna

 

La situazione della Spagna è molto più complessa. Infatti ci sono tre regni e quello musulmano. I tre regni si sono formati allo stesso modo: i re hanno compiuto la Reconquista grazie al clero, alla giustificazione dall’alto e hanno combattuto con l’appoggio della nobiltà feudale. Il problema era la solidità, davanti alla necessità di continuare la guerra contro l’ultimo regno musulmano.

 

Il rafforzamento

 

Nel 1469 vi è il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, che uniscono due regni, creando così un rafforzamento monarchico e territoriale. Però la nobiltà feudale castigliana propende per una certa autonomia e quindi è molto irrequieta.

La sconfitta del Regno di Granata (1492)

L’ultimo successo sarà nel 1512 con la conquista del Regno di Navarra.
Il contratto tra monarchia e borghesia consiste nel sostenimento e nel riconoscimento dell’autorità del sovrano in cambio dell’autonomia amministrativa e politica delle città (comuni).
La monarchia si preoccupa di trovare nuove vie di commercio e la prova è la scoperta dell’America nel 1492.
Il regno spagnolo ha da un lato l’apertura verso l’Atlantico e l’Africa, ma con il regno di Aragona ha un’apertura verso est nel cuore del Mediterraneo. La Spagna aveva a disposizione due grandi città molto importanti: Siviglia e Calice; la prima era la città in collegamento con le colonie americane, mentre la seconda era il porto di partenza delle navi dirette al nuovo mondo.
Anche la Spagna si gestisce con un’amministrazione centralizzata come in Francia.

 

Conclusione

 

Spagna e Portogallo, che hanno portato a termine tra la metà e la fine del XV secolo il loro processo d’accentramento, saranno le protagoniste nella grande espansione coloniale europea.

 

La guerra di Borgogna

 

Nel 1400, secolo di svolte e cambiamenti, dobbiamo inserire la storia svizzera, che assume un certo ruolo in Europa in questo periodo (1400-1500), comparendo sulla scena internazionale e formando l’Antica confederazione elvetica (6.2, 6.10).

Le vicende della confederazione si svolgono durante la guerra dei 100 anni. Il ducato di Borgogna, dominio indiretto del re di Francia, vede estinguersi la famiglia feudale al potere. Il feudo torna dunque al re, che ne designa il figlio come capo feudale, in modo da legare il terreno più saldamente alla famiglia reale.
Il ducato di Borgogna, per matrimonio, si unisce al regno delle fiandre. Il duca fa una propria politica espansionistica a scapito del Sacro Romano Impero.
Quando finisce la guerra dei 100 anni il ducato si è enormemente espanso, tanto che il successore Carlo il temerario vorrebbe unificare la parte centrale con la parte settentrionale, che ha grande peso politico. Il re francese è indebolito e quindi Carlo vuole approfittare della situazione contrapponendosi alla Francia, ma impauriti dalla formazione di un’altra enorme compagine statale non c’è solo la Francia, ma anche la Svizzera e l’Impero, cosa di cui Carlo il Temerario non ha tenuto conto.

L’impero coloniale territoriale spagnolo e
l’impero coloniale commerciale portoghese (9.4-9.12)

Colonia = territorio completamente dipendente da uno stato sovrano che si impone con il sistema politico e con quello economico. Solitamente presente in territori extraeuropei a partire dal 1400

Le scoperte geografiche hanno come conseguenza la nascita degli imperi coloniali. La causa principale delle nascite è la separazione dei territori scoperti tra Portogallo (a est del meridiano) e Spagna (a ovest del meridiano) secondo il Trattato di Tordesilias, il cui mediario è stato il papa.

 

La Spagna

 

I possedimenti oltreoceano spagnoli sono detti territoriali perché sono il frutto di una sistematica occupazione del territorio da parte dei conquistadores. La Spagna prende possesso dei territori e li sfrutta economicamente.

Madrepatria = stato dominante di una colonia che le impone una totale dipendenza

 

Lo sfruttamento economico

 

Lo sfruttamento economico avviene secondo il sistema feudale, cioè con la spartizione del territorio in vaste aree chiamate encomiende, gestite da encomiendero. La proprietà però rimane spagnola e quindi anche la sua amministrazione, già nata in Europa.
Agli enomiendero spetta solo lo sfruttamento economico delle risorse, perché politicamente il territorio è di proprietà regia.
Attraverso la spartizione delle terre avviene anche quella degli abitanti come manodopera da sfruttare. Inizialmente gli encomiendero non avevano limiti per lo sfruttamento degli indigeni (popolazione schiavile a tutti gli effetti); solo attorno al 1540 l’imperatore spagnolo interviene, impedendo la schiavitù, anche se oramai era troppo tardi. Infatti gli indigeni subiscono un drammatico calo demografico e quindi comincia la deportazione di schiavi dall’Africa.

 

Il ricavo

 

La conquista mise in evidenza che le terre del Messico e del Perù erano pieni di metalli preziosi. Gli oggetti degli indigeni vengono depredati e rifusi in lingotti e venduti. Comincia quindi l’uso di miniere, che porta ad alti profitti perché le vene sono molto superficiali, il lavoro è semplice perché non manca manodopera e lo sfruttamento della terra da parte dei conquistadores è molto poco, infatti serviva solo per sfamare gli indigeni, perché i conquistadores compravano il cibo in Europa. Il ciclo dell’oro e dell’argento dura quasi un secolo, estinguendosi attorno al 1620. La produzione diminuisce e quindi aumenta l’uso schiavile nei campi, rendendo fondamentale l’allevamento.
La stessa risorsa di guadagno del Portogallo è lo sfruttamento delle vene brasiliane. Per il Portogallo il Brasile non fu fondamentale e quindi occupò direttamente i territori con divisione in grandi appezzamenti di terre, chiamati capitanie.

 

Il Portogallo

 

Il vero impero coloniale portoghese è commerciale.

Commerciale = la madrepatria si limita a fondare basi commerciali nei territori con cui vuole scambiare. Non ha bisogno di una sistematica occupazione del territorio.

Basi commerciali = porti fortificati dove si trovano depositi di merci, approdi di navi, assistenza difesa e possibilità di commerciare per le navi. Sono comprate o affittate e quindi non c’è alcun bisogno di un intervento militare di conquista. Sono solitamente in Africa e in India.

Il controllo politico è gestito da un responsabile del re e c’è una guarnigione di soldati in ogni porto. L’occupazione è minima perché è nell’interesse dei portoghesi mantenere un buon rapporto con gli indigeni data l’inferiorità numerica e per avere merce di scambio.
Ci sono dei problemi però nelle acque indiane, perché c’è la concorrenza di navi musulmane militarmente ben attrezzate. (pagina 191)

 

Cosa accomuna i due sistemi

 

I due sistemi sono accomunati dal rapporto economico tra le colonie e la madrepatria. Sia che siano colonie piccole o grandi il rapporto monopolistico è identico.

Monopolio coloniale = le colonie devono fare capo ad un unico porto della madrepatria sia per le importazioni che per le esportazioni: quello spagnolo è Siviglia e quello portoghese è Lisbona. Questo porta le colonie ad avere una totale dipendenza economica verso la madrepatria.

 

I due sistemi

 

Spagna: la Casa della Contratacion

C’è un ufficio chiamato Casa della Contratacion, a cui il re assegna tutte le operazioni di controllo sulle merci. E’ fondata nel 1503 ed è gestita da privati per conto dello stato. La casa preleva tutti i diritti doganali, rilascia le licenze d’imbarco, funge da tribunale per le vertenze commerciali. Preleva anche per conto del re (a cui poi riversa) un quinto del valore di tutte le merci in entrata e in uscita a beneficio diretto della corona. Inoltre la Casa diventa famosa, perché diventa il centro di studi tecnici navali. Parte dei ricavati della corona quindi è spesa per la ricerca e la cultura.

 

Portogallo: Casa de India, Casa de Guinea e Casa da Mina

 

Il sistema portoghese è lo stesso di quello spagnolo, ma invece di un ufficio ve ne sono tre a seconda della provenienza delle merci (Brasile, Africa e Asia).
La differenza dei sistemi sta nel ruolo dei re. Infatti in Spagna il re ha un ruolo passivo, mentre in Portogallo partecipa attivamente con una quota alle imprese commerciali. Il re poteva infatti fare sconfinati finanziamenti. Gli investimenti sono pericolosi, ma le entrate sono alte, perché il re poteva avere molti finanziatori e quindi arrivare, a volte, addirittura a raddoppiare le entrate. Il re è il maggior capitalista del suo impero coloniale.

 

Fonte: http://www.myskarlet.altervista.org/Scuola/300%20e%20400.doc

 

Autore: non identificabile dal documento

 

Storia sintesi

 

La Controriforma e le guerre di religione

Il dialogo con la Chiesa riformata si mantenne aperto sino alla fine degli anni Trenta, mentre la prospettiva di un concilio ecumenico faceva spe­rare nella possibilità di una riconciliazione. Ma quando nel 1542 il concilio venne effettivamente convocato da Paolo III, l'atteggiamento intransi­gente aveva già cominciato a prendere il soprav­vento. Andando contro gli stessi desideri di Carlo V, il concilio di Trento (1545-63) si svolse soprattutto come una riaffermazione della dogmatica cattoli­ca. Con le nuove armi della Compagnia di Gesù (1540), dell'Inquisizione (1542) e dell'Indice dei li­bri proibiti (1559), lo spirito della Controriforma si affermava nell'Europa cattolica. Allo stesso tempo il concilio segnava una svolta nell'opera di mora­lizzazione della chiesa, proibendo il cumulo dei be­nefici, riaffermando l'obbligo della castità e del celibato per il clero e quello della cura delle anime per i vescovi.

Il rigido contrapporsi delle fedi cattolica e protestante ebbe allora il sopravvento sulla disponibi­lità alla discussione. L'intolleranza divenne la re­gola da una parte e dall'altra, anche se i cattolici ebbero più spesso l'occasione di usare l'arma del­la violenza contro i dissidenti. A Ginevra Calvino fece bruciare Michele Serveto, ma molto più nume­rosi furono i roghi nei processi di Valladolid degli stessi anni. Nel generale clima di intolleranza, il severo stile morale delle città calviniste si con­trappose sempre più al mondo cattolico della mol­tiplicazione dei santi e delle reliquie.

La pace di Cateau-Cambrésis dette alla Spagna il ruolo di potenza egemone in Europa. La stessa smi­surata grandezza dei dominî spagnoli poteva però costituire un elemento di debolezza, mentre il te­soro americano, che concedeva risorse finanziarie apparentemente infinite, la esponeva all'inflazione e agiva negativamente sulle sue strutture produtti­ve. Certo della propria forza, Filippo II fu spinto al­la soluzione militare dei problemi politici. Così la rivolta dei Paesi Bassi del 1566 fu trasformata dal­la violenta repressione spagnola in una guerra co­stosa e interminabile. La politica repressiva del duca d'Alba consolidò l'alleanza fra cattolici e col.

vinisti dei Paesi Bassi e solo la capacità politica del nuovo governatore Alessandro Farnese riuscì a giocare meglio sulle divergenze religiose tra i ri­belli, ristabilendo nelle province meridionali la so­vranità spagnola.

La minacciosa presenza turca nel Mediterraneo venne contrastata da Filippo II a partire dal 1559. II conflitto si concentrò nel 1570-71 nel grande as­salto turco all'isola di Cipro. Alla testa di una lega antiturca la Spagna riuscì a riportare una vittoria navale decisiva nelle acque di Lepanto, riequili­brando la perdita di Cipro. La successione di Filip­po II alla corona portoghese allargò la dimensione dell'imperialismo spagnolo, ma entrambe le guerre nelle quali il paese si trovò implicato dopo questa data si conclusero con un esito negativo. La prima fu la grande spedizione navale del 1588 contro l'In­ghilterra di Elisabetta, divenuta sempre più una pe­ricolosa rivale per la Spagna. La seconda vide l'im­pegno di Filippo II nel conflitto religioso fra catto­lici e calvinisti francesi, sfociato in una guerra ci­vile e conclusosi con l'avvento di Enrico IV di Bar­bone (1594). Nonostante l'appoggio portato da Fi­lippo II ai cattolici francesi la guerra di religione si concluse con l'editto di Nantes (1598), che garanti­va libertà di culto agli ugonotti (i calvinisti france­si).

La riconquista cattolica di gran parte della Germania di  parte   fu dovuta all'opera dei gesuiti dopo il 1555: nelle regioni meridionali e occidentali del paese il luteranesimo si avviò alla scomparsa e fu poi tenu­to sotto controllo dalle armi della Controriforma. Venne invece crescendo la penetrazione del calvi­nismo fra le fila della nobiltà polacca. Con l'estin­zione degli Jagelloni, questa ristabilì il carattere elettivo della corona, riducendone notevolmente i poteri. II predominio di una dieta nobiliare in gran parte calvinista fece della Polonia un'oasi di tolle­ranza negli anni più acuti delle lotte religiose eu­ropee. Cresceva invece in Russia il potere degli zar e Ivan IV il Terribile, dopo aver sottomesso con la violenza la nobiltà dei boiari, poté dare inizio a una grande offensiva contro i khanati tatari della re­gione del Volga.

 

Economia, Società Cultura nell'Europa del Seicento

Le epidemie di peste tornarono a colpire periodicamente  l’intera Europa nei cento anni successivi al 1570. Parallelo al peggioramento delle condizioni sanitarie fu il ritorno delle grandi carestie, che rivelarono una forte tensione fra la popolazione e l'insufficiente sviluppo agricolo, ma che dipesero anche da un lungo periodo di avversità climatiche. Le crisi agricole della fine del Cinquecento mostrarono che il «secolo d'oro — aveva raggiunto i limiti del suo sviluppo. Il secolo successivo non vide più fasi prolungate di crescita economica, ma fu, al contrario, caratterizzato da una stagnazione di fondo e da fasi di caduta nel volume della produzione manifatturiera e del commercio internazionale. Se non era possibile sviluppare la produzione, occorreva limitare a proprio vantaggio, con qualunque mezzo, la quota di mercato detenuta dagli altri paesi. Col mercantilismo si fece più acuta la concorrenza fra gli stati per l'accaparramento dei prodotti del grande commercio.

Alla crisi del 600 sfuggirono le Province Unite dei Paesi Bassi  che avevano saputo respingere il tentativo di riconquista della Spagna, ottenendo nel 1609 una tregua di dodici anni. In molti casi il successo economico delle Province unite dipese dalla loro capacità di coprire mercati occupati precedentemente da altre potenze. Gli olandesi seppero però anche produrre una reale innovazione economica, creando un più ampio mercato europeo dello zucchero e dandosi strutture quali la Compagnia delle Indie orientali. Fu l'azione militare e commerciale della Compagnia a consentire agli olandesi la creazione di un impero coloniale più vasto e solido di quella portoghese. Anche gli inglesi si mossero attivamente alla fine del Cinquecento per penetrare, con il loro commercio, nell'oceano Indiano portoghese o nel Mediterraneo; ma rispetto agli olandesi essi mantennero il secondo posto sia nel grande commercio sia nella produzione tessile. In prospettiva saranno comunque le strutture agricole e manifatturiere inglesi a conoscere le più profonde trasformazioni. La crisi del XVII secolo ci appare così in una luce nuova: essa fu come un crocevia della storia; rivelò la debolezza di certe strutture economiche e sociali e consentì ad altre di uscire rafforzate dopo la lunga epoca di malessere.

La Spagna entrò in una profonda crisi economica in quanto era sempre meno in grado di disporre del tesoro delle miniere americane ed era perciò prigioniera dei debiti e dei banchieri italiani. Emblematica poi di un totale mutamento degli assetti economici mondiali fu la decadenza italiana, nel settore laniero e nel controllo del commercio mediterraneo. Lo sviluppo del latifondo agrario e i processi di rifeudalizzazione colpirono soprattutto la Spagna e l'Italia meridionale. Numerose famiglie di mercanti abbandonarono gli affari per ottenere proprietà terriere e titoli nobiliari. Nell'Italia settentrionale il ruolo internazionale delle manifatture di Venezia, Milano e Firenze fu limitato a un numero ridottissimo di prodotti di lusso. Il successo olandese estromise i veneziani dal commercio mediterraneo e annientò quello delle spezie.

 

Dopo la pubblicazione dell’opera di Copernico nel 1543, l'astronomia sviluppò rapidamente una visione eliocentrica dei sistema solare. L'eliocentrismo andava però contro le convinzioni scientifiche ufficiali dell'epoca e in più sembrava contraddire alcuni passi della Bibbia. Condannato sin dal suo apparire dai protestanti, Copernico fu messo all'Indice dalla Chiesa cattolica nel 1616. La successiva condanna di Gallico suonò infine come una esplicita opposizione al metodo scientifico. Alla lunga, però, esso sopravvisse all'ostilità degli ambienti tradizionalisti e poté produrre alla fine del secolo la grande sintesi newtoniana.

 

Guerre, rivolte e rivoluzioni

 

La guerra dei trent'anni sconvolse l'Europa nella prima metà del Seicento. Essa prese avvio dal tentativo compiuto dai boemi nel 1619 di affidare la corona del paese a una dinastia diversa da quella degli Asburgo. L'imperatore sconfisse la Boemia e tentò di imporre l'assolutismo e la Controriforma cattolica nei possessi asburgicl e negli stati tedeschi. Vi si opposero la protestante Danimarca e la Svezia di Gustavo Adolfo. II conflitto divenne quindi generale, sovrapponendosi al rinnovato attacco della Spagna al Paesi Bassi. L'intervento della Francia portò alla sconfitta degli Asburgo e lasciò la Germania distrutta e prostrata. La pace di Westfalia del 1646 assegnò consistenti guadagni territoriali agli avversari degli Asburgo e sancì la divisione della Germania in numerose entità politiche.

 

In Spagna nel 1621 giunse al potere l’energico ministro Olivares.  Le riforme economiche e amministrative da lui propugnate, vennero a cadere in un periodo di aggravate difficoltà, a causa della partecipazione della Spagna alla guerra dei trent'anni. La guerra ebbe perciò un esito catastrofico per la Spagna, che dovette anche fronteggiare le rivolte della Catalogna, del Portogallo e di Napoli. Nel 1648 Madrid dovette rinunciare anche a ogni pretesa sull'Olanda.

 

In Francia Enrico IV di Borbone nel 1610 fu pugnalato da un fanatico cattolico. Convertendosi all'ultimo momento al cattolicesimo, egli si era guadagnato il consenso della burocrazia statale; la sua opera di consolidamento dello stato assoluto fu ripresa dal cardinale Richelieu, che governò la Francia dal 1624 al 1642, e dal cardinale Mazarino, che fu primo ministro dal 1642 al 1661, durante la minore età di Luigi XIV. Alla metà del secolo, sl sollevarono le forze colpite dall'assolutismo, la nobiltà togata dei parlamenti e quella di spada. Entrambe le rivolte, che presero il nome di «fronda», ebbero l'appoggio del popolo di Parigi e si intrecciarono con sollevazioni contadine.

 

In Inghilterra nei primi decenni del Seicento la dinastia degli scozzesi Stuart tentò di imporre l'assolutismo, attraverso II rafforzamento della chiesa di stato e l'imposizione di una più vasta sovranità fiscale. Lo scontro con il parlamento divenne molto acuto con Carlo I. Ciò condusse nel 1642 a una lunga guerra civile conclusa nel 1649 con la condanna a morte del re e con l'abolizione della monarchia. Sotto Cromwell, capo dello schieramento parlamentare vincitore, l'Inghilterra stentò però a trovare un nuovo assetto istituzionale stabile. Nel 1660 vi fu quindi la restaurazione della monarchia Stuart.

 

A oriente  la Polonia si trovò a fronteggiare fra il 1646 e il 1660 l'attacco dell'aggressiva monarchia svedese e la rivolta dei contadini e dei cosacchi ucraini. Un conflitto generalizzato oppose allora tutti gli stati baltici e si concluse con l'affermazione della potenza svedese e un forte ridimensiona. mento di quella polacca. Anche la Russia - governata dal 1613 dalla dinastia Romanov - conobbe in quegli anni grandi rivolte contadine, che però non arrestarono il processo di asservimento delle masse rurali.

 

L’Europa di  Luigi XIV

 

Negli ultimi anni del Seicento le difficoltà della Spagna furono aggravate dalla prospettiva di un'estinzione della dinastia asburgica. Gli imperatori del ramo austriaco degli Asburgo si trovavano a capo di una confederazione tedesca economicamente debole e frammentata in una miriade di unità politiche autonome. Una eccezione nella vita politica tedesca fu costituita dal ducato di Brandeburgo-Prussia, dove l'assolutismo del duca si affermò contro le autonomie delle città e della nobiltà, ed egli riuscì a costituire una grande forza militare.

In Italia, solo Venezia riuscì a condurre una politica autonoma; il resto del paese passò gradualmente sotto l'egemonia della Francia. In Inghilterra una seconda rivoluzione, nel 1688, cacciò gli Stuart e pose le basi di una monarchia costituzionale.

 

Con la presa del potere da parte di Luigi XIV, nel 1661 la Francia si avviò verso le forme più avanzate dell'assolutismo, più tardi imitate da tutte le principali monarchie europee. Servendosi di una burocrazia e di una classe politica dirigente che dipendeva completamente dalle sue scelte, Luigi XIV tentò di imporre alla Francia l'uniformità legislativa, amministrativa e religiosa, il controllo dell'economia e della cultura. Nel 1685, il re abolì l'editto di Nantes e allo stesso tempo accrebbe il suo potere sulla chiesa francese, favorendone l'autonomia nei confronti di Roma. La nuova reggia di Versailles, in cui corte e governo vennero trasferiti definitivamente nel 1682, divenne simbolo della sottomissione della nobiltà alla monarchia.

 

Luigi XIV cercò a più riprese di imporre l'egemonia francese sul continente. Le armate della Francia avanzarono nel 1667 sia in direzione del Reno sia in quella dei Paesi Bassi spagnoli, arrivando a minacciare direttamente l'Olanda.

Ciò provocò la formazione di alleanze antifrancesi e la riduzione delle ambizioni territoriali di Luigi XIV. Ma fu soprattutto il tentativo di espansione francese lungo il Reno a provocare una generale guerra europea contro la Francia di Luigi XIV. La

guerra si concluse con un congresso di pace tenuto in Olanda nel 1697.

 

Dal 1656 l'impero Ottomano riprese la sua spinta espansionistica in direzione della Transilvania e dell'Ungheria e poi della Polonia orientale e dell'Ucraina; si scontrò in tal modo con le rinnovate mire espansionistiche degli Asburgo nella regione danubiana. Il più grande sforzo ottomano fu l'assedio di Vienna nel 1683, risoltosi però in una totale catastrofe. La guerra si concluse nel 1699 con un grande allargamento territoriale degli Asburgo in Transilvania e in Ungheria, che portò l'Austria a essere la potenza dominante di tutta l'Europa centro-orientale.

 

Fonte: http://materialefossati.altervista.org/download/sintesiStoria300-600.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

 


 

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