Crisi 1300

 

 

 

Crisi 1300

 

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LA CRISI ECONOMICA E DEMOGRAFICA

1.L’arresto dello sviluppo
Dopo che nel 1300 la crescita demografica europea toccò il massimo, nei seguenti 40 anni, essa si bloccò completamente. Per esempio si fermò la nascita di nuovi villaggi. Ciò accadde a causa del raggiungimento della massima tecnologia agricola per il numero elevato di popolazione, infatti, sarebbe bastato un cattivo raccolto per mandare l’Europa in crisi, e fu ciò che successe. Il rapporto tra uomo e ambiente era affidato ad un delicato equilibrio fra terreni coltivati, boschi e pascoli. Per aumentare il raccolto si poteva quindi aumentare l’area coltivata ma in questo modo bisognava sfruttare il terreno utilizzato per le altre due attività, il disboscamento non poteva attuarsi poiché la civiltà del tempo era molto legata al legno, ma non si poteva togliere spazi al pascolo in quanto l’agricoltura aveva bisogno di fertilizzanti animali, per questi motivi la coltivazione si spostò in zone meno fertili. Questo momento di difficoltà dell’agricoltura coincise con un peggioramento climatico, clima che divenne freddo e umido. Tra il 1314 e 1318 una serie di carestie colpì l’Europa nord-occidentale, il successivo periodo di carestie si aprì nel 1339 fino al 1346 e toccò tutta l’Europa, alle carestie seguirono anche una serie di epidemie. Questa crisi non colpì solo i redditi dei contadini ma anche quelli dei ceti proprietari, in quanto non erano in grado di farsi pagare i loro affitti e le loro rendite. I proprietari continuarono a fare pressione sui contadini per ottenere i canoni in natura, ciò divenne insostenibile per i contadini i quali diminuirono la domanda di beni manifatturieri e mandarono i mercanti in crisi. Questa crisi colpi chiunque, perfino i grandi banchieri di Firenze in seguito a dei grandissimi prestiti chiesti dal re d’Inghilterra e di Sicilia a i Bardi e ai Peruzzi, soldi che appartenevano ai clienti. Il re d’Inghilterra utilizzò questi soldi per le spese della guerra dei cento anni, soldi che non poteva più rendere, la voce si sparse e tutti i clienti richiesero indietro i loro soldi dalla banca, soldi che i banchieri non possedevano più, e ciò mandò in fallimento le due compagnie.

 

2.La peste colpisce l’Europa (pag 98-101)
La peste che si divide in due tipi : bubbonica e polmonare. Il primo tipo di peste compare nei mesi caldi e colpisce alcuni roditori, agente del contagio è la pulce, provoca i caratteristici bubboni ascellari e inguinali, uccidendo il 60% degli individui colpiti, in Europa il roditore che diffuse la peste bubbonica è il piccolo topo nero presente ovunque. Il secondo invece si espande nel periodo invernale e si contagia via aeree, colpisce i polmoni, ed è mortale per la totalità degli individui colpiti .La peste Comparse in Asia centrale nel 1338, presso il lago Balhash, e si diffuse in occidente seguendo la via della seta. Nel 1341 raggiunse Samarcanda, in seguito Astrakan, sul mar Caspio, e nel 1347, durante un assedio penetro nella colonia genovese di Caffa. Da qui una nave partita nell’anno seguente seminò l’epidemia a Costantinopoli e Messina per raggiungere l’intera Europa. Le zone più colpite erano quelle con un’alta densità demografica a causa delle scarse condizioni igieniche. Per tutto il XV sec. La peste chiamata anche “peste nera o “morte nera” si diffuse per la prima volta tra il 1347 e il 1350, ma in seguito ce ne furono altre cinque. Il popolo era terrorizzato da questa epidemia in quanto, essendo immune alle medicine, la credeva una punizione divina, quindi chiedeva la misericordia di Dio dando prova della fede e cercando un capro espiatorio, gli Ebrei. Tra le manifestazioni di fanatismo più impressionanti c’è quella dei flagellanti, che girarono la Germania frustandosi con arnesi dotati di punte metalliche ogni qual volta arrivassero in nuove città. La peste provocò ulteriori carestie, e indusse i contadini a migrare verso le città attratti dai loro magazzini, affollando ulteriormente i centri urbani e esponendosi ancora alle epidemie. I prezzi dei beni durante le epidemie si moltiplicavano, per diminuire quando esse si placavano. Diversamente il prezzo dei cereali diminuì. La diminuzione della popolazione abbassò anche la quantità di forza lavoro,  quindi i pochi contadini superstiti aumentarono la loro domanda di salario verso i proprietari terrieri, che entrarono in conflitto con i contadini, si poserò cosi le basi per i successivi conflitti sociali.


3.L’Europa dei villaggi abbandonati (pag 103-106)


La riduzione della popolazione portò alla diminuzione delle terre coltivate che furono abbandonate e molti villaggi scomparvero. Alla crisi delle coltivazioni cerealicole i proprietari terrieri risposero convertendo l’uso del suolo ad attività meno colpite dalla contrazione demografica. Quindi, dato che il prezzo di carne e latte erano diminuiti meno degli altri, si aumentò l’allevamento di bovini. Si scelse anche di coltivare luppolo, fibre tessili e piante usate nella tintoria dei tessuti. Inoltre diminuì il rapporto servile tra signori e massa, con l’avanzamento del lavoro salariato, giustificato dall’aumento della redditività. I contadini quindi iniziarono ad avere più poteri in quanto aumentavano continuamente la richiesta di salario, ma spesso i signori rispondevano con la violenza ma per i contadini era semplice fuggire e trovare un nuovo signore, dato che la mano d’opera era molto poca. Allora i signori iniziarono a coalizzarsi tra loro per impedire le fughe, dando vita alle rivolte contadine, che fecero intravedere la fine della servitù, il processo inverso avvenne invece nei paesi dell’Europa orientale. Un’altra risposta alla crisi agricola fu la diffusione dell’allevamento brado, diverso dall’allevamento dei bovini che comportava il loro mantenimento con pascoli artificiali e la produzione di foraggio. I vantaggi dell’allevamento brado, soprattutto della pecora, era il bisogno di poca mano d’opera, e inoltre ciò era fattibile in ogni luogo, questo tipo di allevamento si diffuse in grandi quantità in Inghilterra e in Spagna.I pastori della zona mediterranea sono però chiamati alla transumanza, che consiste nel trasferimento delle greggi dovute al clima, che, in estate, si spostano dalla pianura (essendo secca) alla montagna e la pratica opposta si ha in inverno. Una delle regioni italiane che reagì meglio alla crisi, fu la Lombardia. In quanto riprese l’opera di bonifica e di canalizzazione, aumentando l’estensione dei campi e dei pascoli.
La crisi interessò anche il settore dei tessuti, in tutte le città laniere le esportazioni diminuirono drasticamente. Inoltre la produzione di panni di buona qualità si spostò dai grandi centri ai piccoli villaggi agricoli, allora i centri tessili tradizionali passarono dalla produzione su vasta scala alle lavorazioni di lusso. Nei centri rurali si praticava l’industria a domicilio, con il quale la materia prima, in questo caso la lana, veniva portata a domicilio dai lavoratori da dei mercanti-imprenditori che poi ricompravano il lavoro finito,in questo modo i lavoratori rurali potevano continuare a guadagnare qualcosa anche nei periodi morti dell’anno e i mercanti-imprenditori possono scegliere liberamente il salario.


1.La guerra dei cento anni (pag 113-118)
Nel 1337 iniziò una guerra tra Inghilterra e Francia che tra varie interruzioni finì nel 1453, questa guerra venne chiamata, guerra dei cento anni. Al centro di questa guerra sta il conflitto tra i poteri feudali e il re di Francia, nato dal tentativo di quest’ultimo di cancellare ciò che rimaneva degli ordinamenti feudali. Gia in passato i re di Francia e europei avevano agito contro i loro vassalli. Il sovrano non concepiva più il regno come un mosaico di entità ( ducati, contee, feudi minori, signorie ecclesiastiche, città).Nel 1294 il monarca francese Filippo VI il Bello aveva tentato di far valere il suo potere su due degli ultimi grandi feudi francesi. Il primo era il ducato atlantico di Guienna, possesso feudale inglese dal 1152, il secondo era la contea di Fiandra, comandata da un conte legato al re di Francia, ma con città come Bruges, Gand e Ypres, che avevano rapporti fortissimi con l’Inghilterra. Un primo scontro tra le due monarchie si ebbe nel 1294 quando il re inglese si schierò, macchiandosi di fellonia, con la contea di Fiandra in quel momento in conflitto con il re di Francia, Filippo il Bello, che reagì sequestrando la Guienna, nacque allora una guerra che si concluse nel 1303, con un compromesso. Intanto nel 1302 le città fiamminghe si rivoltarono al conte cercando appoggio nel re inglese, mentre il conte chiese aiuto a Filippo il Bello, le tre città fiamminghe si scontrarono con i cavalieri francesi a Courtrai, in cui Filippo il Bello venne sconfitto e la fanteria delle tre città si impossessò dei loro speroni, da cui il nome della battaglia, “la battaglia degli speroni d’oro”. Ne i seguenti venti anni la ribellione delle tre città continuò, finchè nel 1328 venne bloccata dall’intervento francese. I successori di Filippo il bello furono i suoi tre figli, che morirono uno dopo l’altro lasciando solo figlio femmine e creando il primo vero problema dinastico in Francia, infatti qui la successione per vie femminili non era accettata, percui un congresso di giuristi si riunì per stabilire chi dovesse essere eletto, risulto Filippo VI di Valois (1328-50) figlio del fratello minore di Filippo il Bello, ma questa decisione escluse il re d’Inghilterra Edoardo III che poteva vantare una discendenza più diretta essendo il figlio nato da una delle figlie del vecchio re di Francia e dal precedente re inglese. Cosi quando nel 1337 Filippo VI dichiarò la requisizione del ducato di Guienna, Edoardo III rispose rivendicando i suoi diritti ereditari e si dichiarò re di Francia. La guerra effettiva iniziò nel 1339 ma la prima grande svolta si ebbe con lo sbarco in Normandia da parte di Edoardo III con 10000 arcieri gallesi e irlandesi al seguito, che si scontrò con i francesi, composti da cavalieri e balestrieri genovesi, a Crècy, infliggendoli una dura sconfitta. Questa sconfitta venne nonostante la superiorità numerica dei cavalieri francesi che però furono massacrati dagli arcieri inglesi in quanto si mossero allo sbaraglio. Con questa battaglia si constatò la superiorità dell’arco rispetto alla balestra. Edoardo continuò la sua campagna in Francia e nel 1347 conquisto Calais. Nel 1348 la peste colpì l’Europa e la guerra fu momentaneamente bloccata. La guerra iniziò con il figlio di Edoardo III alla guida dell’esercito inglese, Edoardo IV, chiamato il principe nero a causa delle sue insegne, che 1356 sbarco in Aquitania e si mosse verso la Loira dove il 19 Settembre si scontro con il nuovo re francese, Giovanni il Buono, questa battaglia sembrò l’esatta replica di quella di Crècy, e il principe Nero trionfò. Giovanni venne preso prigioniero e poi liberato in seguito ad un riscatto. In un successivo trattato di pace del 1360 Edoardo III rinunciava ad aspirare di diventare re di Francia in seguito a una serie di terre che gli vennero assegnate, quali Calais e la Guienna. La guerra riprese nel 1369col re francese Carlo V (1364-80) che rivendico la sua proprietà sull’Aquitania e in risposta Edoardo III riprese il titolo di re di Francia. I francesi avevano imparato dalle precedenti sconfitte militari e infatti con Carlo V riconquistarono tutte le terre perdute. Nel 1376 l’Inghilterra entro in una crisi dovuta i sollevamenti contadini e alcuni problemi dinastici, in quanto dopo la morte di Edoardo III e suo figlio, Riccardo II (1377-99) si ritrovò al trono all’età di 10 anni ma ebbe ancora più problemi quando divenne maggiorenne. La Francia sembrava apparentemente in vantaggio fino a che nel 1392 il re Carlo VI (1380-1422) incappò in una follia sempre più grave. Inoltre nacque una guerra civile nella nobilta francese e si crearono due fazioni, la prima comandata dal duca d’Orleans, fratello del re, e vennero chiamati “Armagnacchi” (dal nome di un alleato di Luigi d’Orleans), mentre a capo dei secondi c’era il duca di Borgogna, e vennero rinominati “borgognoni". Le radici di questa guerra arrivano al 1361 quando il ducato di Borgogna era stato affidato al re Giovanni il Buono che lo aveva reso ereditario, e passo prima a Filippo l’Ardito, e in seguito a Giovanni Senza Paura e a Filippo il buono che crearono uno stato composito, in seguito, nel 1407, Giovanni Senza Paura dopo aver fatto uccidere il duca d’Orleans venne ucciso a sua volta nel 1419. L’Inghilterra approfitto del caos in cui era caduta la monarchia francese e nel 1415, Enrico V invase la Normandia, ma questa parte della guerra si concluse nel 1420 col trattato do Troyes. Enrico V sposò una principessa francese e il duca di Borgogna spinse il re Folle a sottoscrivere un accordo per rendere il trono ereditario verso Enrico dopo la morte di Carlo VI , nel 1422 morirono sia Enrico V che Carlo il Folle, percui il figlio Enrico VI, che aveva swolo un anno venne nominato re di francia. L’Inghilterra ora puntava a creare una sola entità politica che comprendesse i due lati della manica, in quanto ancora non aveva conquistato i territori al disotto della Loira, dove risiedeva il figlio di Carlo il Folle, Carlo VII, che nel 1429 sconfessò la pace di Troyes spinto dai contadini e da una giovane donna Giovanna d’Arco, giovane ragazza che diceva essere stata spinta da voci celesti. Nel 1429 combatte personalmente e riconquistò Reims, dove Carlo VII potè organizzare il rito di consacrazione come re di Francia. In seguito Giovanna d’Arco venne catturata e messa al rogo dagli inglesi. Dopo che nel 1435 Carlo VII si riappacificò col duca di Borgogna Filippo il  Buono, iniziò l’opera di riconquista delle terre francesi, agli inglesi rimase solo Calais, cosi finì la guerra dei cento anni.


2.I sollevamenti popolari (pag 119-123)
Tra il 1350 e il 1385 a causa delle varie crisi si scatenarono continui sollevamenti popolari. Il primo episodio avvenne quando Carlo V dovette trovare i soldi per la scarcerazione di Giovanni il Buono in seguito alla battaglia di Poitiers, e convocò gli stati generali formati da clero, nobiltà e la borghesia cittadina, durante il quale un componente della borghesia parigina, Etienne Marcel, mise sotto accusa la classe dirigente. Nel 1357 Carlo V, in seguito alla richiesta di Etienne Marcel, approvò la Grande Ordinanza che consegnava agli stati generali il controllo delle finanze pubbliche e dell’esercito, ma nei seguenti mesi l’azione di Ettiene Marcel assunse sempre più un carattere rivoluzionario, la pressione su Carlo aumentò tanto che fu spinto ad abbandonare Parigi e dichiarare illegale l’assemblea dominata dai borghesi. Nel 1358 si scatenò una rivolta contadina dovuta alla guerra e al giro di vite fiscale, che però non si unì ai moti parigini, la rivolta contadina venne rinominata Jacquerie, e fu bloccata dalle truppe della nobilta. In seguito venne ucciso Etienne Marcel, e Carlo tornò a Parigi. Nel 1378-82 scoppiarono varie rivolte in diverse parti dell’Europa , nel 1379 si rivoltarono i tessitori di Gand e furono fermati dall’intervento dell’esercito. Altre rivolte in città tedesche quali Danzica e Lubecca. Nel 1381 riapparve la rivolta dei contadini della Francia settentrionale, nello stesso anno i contadini inglesi assaltarono i castelli, anche le grandi città vennero colpite da questa fase di ribellioni certamente legate alla diffusione di idee religiose da parte di John Wycliffe (1320-84). Wycliffe infatti sosteneva la polemica contro la corruzione e la ricchezza del clero e portava avanti gli ideali di uguaglianza. La presa di Londra nel Giugno dello stesso anno fecce imporre al re l’abolizione della schiavitù, ordinanza che venne in seguito abolita. Fra le rivolte urbane, il caso più significativo è quello di Firenze nel 1378. Firenze era affidata a una signoria composta da otto priori e un gonfaloniere di giustizia e dominata dagli esponenti delle 7 arti maggiori (mercanti e finanzieri) mentre scarse era la rappresentanza per le altre 14 arti (artigiani e negozianti). Gli artigiani delle manifatturerie tessili erano esclusi in quanto non possedevano una propria organizzazione, stessa sorte toccava ai salariati impegnati nelle operazioni meno qualificate, erano chiamati “ciompi”. Intorno al 1375 Firenze viveva momenti difficili dato che era in guerra contro l’esercito papale, inoltre nel 1378 iniziò una guerra interna tra il vecchio ceto guelfo e le nuove famiglie (Medici, Alberti, Strozzi), che dopo aver ottenuto il favore dei ceti popolari fecero eleggere una nuova signoria. In seguito però le arti minori scontente del nuovo governo si allearono con i ciompi, e venne attuata una riforma istituzionale, le nove cariche furono divise tra arti maggiori, arti minori e le tre nuove arti (tintori , farsettai e ciompi).Ad agosto i ciompi si rivoltarono chiedendo un peso maggiore nella signoria, rimasero completamente isolati e furono sconfitti. Anche i ceti artigiani furono soppressi insieme alle due nuove arti e le altre arti minori, il potere torno ai mercanti e ai banchieri, la stessa situazione del 1378.

 

Autore : Federico Casula
Fonte: http://anki.altervista.org/appunti/federico_crisi_300.doc

 


 

 

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