Elisabetta Tudor

 

 

 

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Elisabetta Tudor

 

Elisabetta Tudor è considerate da molti la più grande monarca che l’Inghilterra abbia mai avuto. Quando divenne regina, nel 1558, aveva 25 anni: ereditò un Paese in bancarotta, spaccato da furiose discordie religiose e minacciato da Francia e Spagna. Ma con lei, che regnò quarantacinque anni, il Paese divenne una grande potenza mondiale.

 
Elizabeth nacque il 7 Settembre 1533 presso il Greenwich Palace. Era figlia di Enrico VIII e della sua seconda moglie, Anna Bolena. Per sposare Anna, il re si era distaccato dalla Chiesa di Roma, che non voleva concedergli il divorzio dalla prima moglie, Caterina d’Aragona (con la quale aveva avuto una figlia, Mary, che alla nascita di Elisabetta aveva 17 anni). Con questo nuovo matrimonio, il re si aspettava la nascita di un erede maschio. Ed invece arrivò Elisabetta, che i sudditi considerarono una figlia illegittima del re, (fu dichiarata illegittima nel 1536, quando la madre fu decapitata sotto l'accusa di adulterio) in quanto la madre Anna era niente più che la sua concubina, (per sposare Anna il re aveva fatto imprigionare Caterina d’Aragona). Gli inglesi dunque non accettavano la nuova famiglia reale e, fra loro, ancor più scettici erano coloro che erano rimasti fedeli alla chiesa di Roma, fra i quali Sir Thomas More e l’Arcivescovo John Fisher, che pagarono con la vita il loro dissenso.

Il re non aveva smesso di desiderare un erede maschio, ma al secondo aborto di Anna Bolena, si rese conto che ormai le speranze di realizzare il suo sogno, con quella donna, erano quasi nulle. Il secondo aborto, peraltro, coincise con la morte della prima moglie, Caterina. Il re era ormai ufficialmente vedovo e dunque anche i critici cattolici non si opponevano alle sue nuove nozze. Anna Bolena a questo punto non serviva più allo scopo di mettere al mondo un figlio maschio: occorreva dunque sbarazzarsi di lei e sostituirla con un’altra donna. La prescelta fu una dama che si occupava già dell’educazione delle sue figlie, Mary e Elizabeth: Jane Seymour. La Seymour divenne regina dopo che la Bolena fu imprigionata e giustiziata. Esattamente dodici giorni dopo l'uccisione di Anna, il re si sposò con Jane… E con lei finalmente arrivò il tanto desiderato maschio: il principe Edward (1537).


Elisabetta intanto continuava ad essere considerata la figlia illegittima del re e qualcuno nutriva perfino dei dubbi sulla sua effettiva discendenza reale: crescendo però il dubbio svanì, dal momento che questa seconda figlia assomigliava al padre perfino molto più della prima figlia, Mary, che era l'erede legittima. Jane Seymour morì poco dopo aver dato alla luce suo figlio. Il re si sposò allora con Anna di Cleves , dalla quale velocemente divorziò, per sposare Catherine Howard, cugina di Anna Bolena, di trenta anni più giovane del re. Dopo pochi mesi la nuova regina tornò ad una sua vecchia fiamma e per questo fu uccisa e sepolta, vicino alla cugina, nella Torre di Londra. Ma fu l’ultima moglie di Enrico VIII, Caterina Parr, ad avere molta influenza sull’educazione di Elisabetta. La futura regina a dieci anni poté avere i migliori insegnanti umanisti di Cambridge, conoscere i classici latini e greci, la musica e sei lingue straniere. Alla morte di Enrico VIII, Elisabetta restò dunque con la matrigna Caterina Parr, la quale a sua volta si risposò con l’Ammiraglio Seymour, il quale accettò la piccola principessa come una figlia, riservandole però attenzioni fin troppo affettuose e chiacchierate (che Elisabetta sempre smentì).

 
Tra le due principesse reali non correva molto buon sangue: Mary era figlia di Caterina d'Aragona, una regina molto cattolica ed in questo ambiente aveva ricevuto la sua educazione, Elisabetta, figlia della donna per la quale il re aveva fondato una nuova religione, staccandosi da Roma, era ovviamente protestante.
Gli inglesi, qualora fosse morto Edward, senza lasciare eredi, non desideravano una regina cattolica, come sarebbe stata Mary, ma temevano lo stesso fatto che a sedere sul trono potesse essere una donna, dal momento che questa avrebbe potuto sposarsi con un principe straniero, portando in dote l’Inghilterra. Gli intrighi reali individuarono allora un’altra donna della famiglia reale, che poteva essere più adatta a succedere al trono, perché già sposata con un inglese: questa era Lady Jane Grey, cugina delle principesse reali.

 
Il 6 Luglio 1553 Edward, dopo una breve malattia, morì e l’intrigante Dudley, suocero di Jane Grey, riuscì a fare nominare sua nuora regina d'Inghilterra, contro la stessa volontà dell’interessata. Mary però, l'erede legittima, riuscì a far valere il suo diritto alla successione e Jane Grey fu uccisa. La vera erede dei Tudor si impossessò così della corona inglese, all’età di 37 anni. Per la sua incoronazione, Mary volle con sé la sorellastra Elisabetta, che sfilò accanto a lei per le vie di Londra, mano nella mano. In realtà le due sorelle non si vedevano da cinque anni e si odiavano: per i contrasti religiosi, ma ancor più perché Mary vedeva in Elizabeth la figlia della donna che aveva causato le sofferenze della madre Caterina.


Mary fisicamente somigliava alla madre, era esile e invecchiata prima del tempo, mentre Elisabetta aveva diciannove anni, era alta, rossa di capelli, molto somigliante a suo padre. Avevano anche due stili di abbigliamento diversi: Mary usava abiti sontuosi, belletti e gioielli, Elisabetta vestiva sempre con abiti molto sobri e non usava gioielli: Mary aveva però una ragione 'di stato' per cercare di avvicinare a sé sua sorella: infatti, dal momento che aveva già 37 anni, sarebbe stato improbabile per lei avere figli, e dunque Elizabeth poteva essere la sua possibile erede.


Mary decise di sposare Filippo II di Spagna, figlio ed erede di Carlo V, con il desiderio di riportare indietro l’orologio di venti anni, perseguitando i protestanti (per questo fu chiamata Mary the Bloody, Maria la sanguinaria), fino a cancellare la riforma fatta dal padre. Vi fu una ribellione, capeggiata da Wyatt, che voleva Elisabetta sul trono, a posto della sorella. La ribellione fallì, Wyatt fu giustiziato ed Elisabetta imprigionata nella Torre di Londra, sebbene lei non perdesse occasione di scrivere alla sorella e di rassicurarla sul fatto che non era a conoscenza di questa combutta, era fedele a sua altezza e le augurava lunga vita.


A salvare la vita di Elisabetta fu, ironia della sorte, il principe Filippo, promesso sposo della sua rivale. Non per sensibilità e senso di giustizia, ma semplicemente perché temeva per la sua vita: sapeva infatti che gli inglesi ormai avevano abbracciato la religione protestante, che molte fazioni vedevano in Elisabetta una possibile erede al trono, la cui morte avrebbe potuto provocare una ribellione e mettere in pericolo la sua vita. Nel suo piano dunque, era meglio liberare Elisabetta, farla sposare con qualcuno dei suoi parenti Asburgo e assicurare così l’Inghilterra al casato. Elisabetta per lungo tempo non fu sicura della sua sorte: non era prigioniera, ma non era neanche completamente libera e sapeva che molti desideravano la sua morte. Mary si sposò dunque con Filippo, di dieci anni più giovane, ma già con un erede maschio avuto dalla prima moglie, morta di parto. Mary restò incinta: c’era il pericolo che morisse di parto e dunque che Elisabetta fosse nuovamente considerata come l’erede naturale, al posto dell’eventuale figlio di Mary, cui Filippo avrebbe fatto da reggente. Elisabetta fu dunque finalmente invitata a Palazzo di Hampton Court. Lì le due sorelle si riconciliarono ancora una volta. In realtà Mary non era incinta. (Forse lo aveva creduto a seguito delle sue preghiere, della mancanza del ciclo mestruale, di un gonfiore alla pancia causato da un tumore o da una grossa cisti ovarica). A questo punto Filippo capì che non aveva alcun senso per lui rimanere in Inghilterra e lasciò la moglie, chiedendole di trattare bene sua sorella. Quando Mary morì, dopo tre anni, Elisabetta salì finalmente al trono (17 Novembre 1558).

Iniziò così il suo regno che durerà quarantacinque anni, inaugurando una politica prudente ed equilibrata, esente da colpi di scena e da imposizioni violente, ma non per questo meno oculata ed efficace. In campo religioso Elisabetta promulgò, nel 1559, l'Atto di uniformità con cui rimetteva in vigore il Book of common prayer, il libro di preghiere ufficiale della Chiesa anglicana, e, quattro anni dopo, l'Atto di supremazia, con cui ristabiliva l'autorità della corona sulla chiesa. Rifuggì tutta la vita il matrimonio, evitando alleanze che potessero rivelarsi sbagliate . Elisabetta (che si faceva chiamare anche Gloriana) fu una regina dura e spregiudicata. Poiché interveniva a favore dei protestanti ed aveva firmato l'Atto di Supremazia per restaurare l'indipendenza della chiesa anglicana da Roma, il 25 febbraio 1570, fu scomunicata e deposta da papa Pio V. Questo atto rinverdì le speranze dei cattolici inglesi e scozzesi, che pensavano a Mary Stuart, regina di Scozia, come erede al trono. Dopo una rivolta protestante quest'ultima era stata costretta a rifugiarsi in Inghilterra (1568) dove diventò il principale punto di riferimento delle trame ordite ai danni di Elisabetta. La scoperta del complotto di Throckmorton (1584) e di quello di Babington (1586) fece ricadere su Maria Stuart l'accusa di alto tradimento ed Elisabetta colse l'occasione per condannarla a morte e decapitata (1587).

 
Nel periodo ‘elisabettiano’ l’Inghilterra assurse a livello di grande potenza. Nel 1584 gli inglesi si insediarono sulle coste della Virginia, così chiamata in onore di Elisabetta, regina Vergine. Sul piano internazionale Elisabetta assunse posizioni via via più nettamente anticattoliche e antispagnole. La lotta contro la Spagna prese dapprima soprattutto la forma degli attacchi corsari e del contrabbando ai danni di navi e colonie spagnole, ma l'esplosione del conflitto divenne inevitabile nel 1588 quando la flotta spagnola (Invencible armada) salpò alla volta di Calais, dove avrebbe dovuto congiungersi con le truppe di Alessandro Farnese: nelle acque della Manica venne attaccata e vinta dalla più piccola ma più efficiente e meglio organizzata flotta inglese. Iniziava così il definitivo declino della potenza spagnola e l'ascesa dell'Inghilterra come potenza militare, mercantile e marinara.  Questo è anche il periodo della pirateria inglese, di Sir Francis Drake: non importava da dove e come gli inglesi conquistassero ricchezze, tutto era consentito. Quanto alla religione invece, Elisabetta si mostrò molto tollerante e ambigua: la Chiesa ufficiale era quella di Inghilterra, di cui lei era capo supremo, ma ognuno in realtà poteva credere quello che voleva, non vi erano persecuzioni.


Elisabetta era sempre in accordo con il Parlamento e partecipava attivamente alla vita politica, sociale e culturale della sua epoca. Era molto amata dai suoi sudditi, sebbene temuta. Aveva un carattere difficile: le piaceva il potere ed essere sempre al di sopra di tutto e di tutti. Questo non le impedì di ammalarsi talvolta di depressione. Diceva “To be a King and wear a crown, is a thing more glorious to them that see it, than it is pleasant to them that bear it” (essere un re e portare una corona è una cosa più gloriosa per coloro che guardano che per coloro che la indossano).


Morto Filippo di Spagna, la pace fu siglata con il suo successore Giacomo I (Trattato di Londra.). Elisabetta cadde malata nel febbraio 1603, sofferente di debolezza ed insonnia. Dopo circa un mese di malattia sempre più grave, morì nel Palazzo di Richmond, all’età di sessantanove anni, il 24 marzo del 1603. Fu sepolta nella Abbazia di Westminster. Le successe al trono Giacomo di Scozia, figlio della ex rivale Mary Stuart, a cui era stata però impartita un'educazione protestante.    

Elisabetta non volle mai sposarsi e per questo fu chiamata ‘la regina vergine’. In realtà amava segretamente Sir Dudley, suo favorito, il quale era anche sposato e, poco dopo l’inizio della loro relazione, si macchiò probabilmente di uxoricidio. Sposarlo dunque avrebbe rappresentato uno scandalo, o forse vi furono anche ragioni politiche per questa scelta… Elizabeth, ufficialmente, era una regina ‘single’, ma non si fece mancare altre storie. Ad esempio con Robert Devereux, suo amico d’infanzia, che lei stessa fece uccidere e della qual cosa forse si pentì.

 

Fonte: http://urbanicorsob.files.wordpress.com/2008/10/elisabetta-tudor.doc

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