Storia dall'Unità d'Italia

 

 

 

Storia dall'Unità d'Italia

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Storia dall'Unità d'Italia

STORIA CONTEMPORANEA

LA REALIZZAZIONE DELL’UNITA’ ITALIANA E LA VITTORIA POLITICA DI CAVOUR

 

  • Dopo le repressioni del 1849 fino al 1857 (anno in cui si cerca di inaugurare un nuovo corso politico), l’Italia ritorna sotto regimi autoritari.
  • Nel lombardo-veneto l’Austria si attiene a una linea di chiuso conservatorismo e di controllo militare poliziesco. Il divorzio fra le classi sociali e il governo è più che mai profondo.
  • Nello stato pontificio la reazione ha via libera. Papa Pio IX rinnega le “debolezze” del 1848 e diventa l’erede dello spirito reazionario di Gregorio XVI e non tiene in nessun conto i consigli di chi lo invitava a mantenere una parvenza di governo civile.
  • Nel 1850 nasce la Civiltà Cattolica, rivista dai gesuiti, con il compito di difendere il tradizionalismo cattolico.
  • Nel Regno delle Due Sicilie, Ferdinando II, liquidato il parlamentarismo, procede a una reazione durissima isolando la monarchia dalla pubblica opinione intellettuale.
  • Il Piemonte sabaudo diventa sempre più il punto di raccolta e di riferimento della parte più viva del movimento liberale nazionale.
  • PACE DI MILANO firmata con l’Austria 6 agosto 1849.
  • Il governo piemontese, presieduto da Massimo D’Azeglio, si trova a dover affrontare ben presto un momento molto delicato sul piano dei rapporti fra stato e Chiesa. La Chiesa, nel regno sabaudo, ha conservato privilegi ampissimi, per questo, ora, il governo tenta di modificare una legislazione troppo favorevole al Clero, troppo limitante, invece, per la corona e per la società civile laica.
  • Nel 1850 il ministro della giustizia è Giuseppe Siccardi. Il suo progetto di legge (più restrittivo per la Chiesa) viene approvato dal Parlamento suscitando una forte reazione negli ambienti clericali e alta tensione nei rapporti fra Piemonte e Santa Sede.
  • Nell’ottobre del 1850 D’Azeglio chiama al ministero dell’agricoltura, commercio e marina Camillo Benso detto Conte di Cavour.(1810-61).
  • Nasce a Torino da famiglia di antica nobiltà. Avviato alla carriera delle armi, nel 1831 si dimette dopo essere stato punito per i suoi entusiasmi verso l’insurrezione del luglio 1830 in Francia. Da qui inizia a compiere numerosi viaggi in Europa con acuto interesse per lo sviluppo capitalistico moderno.
  • Nel 1848 inizia la sua vera attività politica: è eletto deputato e dirige un giornale di orientamento liberale “il Risorgimento”.
  • Cavour viene notevolmente influenzato dal liberismo e liberalismo inglese e crede in un inscindibile legame tra libertà politica e economia.
  • L’Italia ha bisogno di un mercato nazionale e il sistema migliore per raggiungere questo obiettivo saranno le ferrovie. L’indipendenza nazionale, secondo Cavour, non verrà da sogni astratti ma dal comune sviluppo economico.
  • Contrario alla democrazia e al suffragio universale, Cavour, si forma in un orizzonte europeo: per la parte economico-sociale prende spunto dall’Inghilterra, per la parte politica prende spunto dalla Francia. Il programma, dunque, con cui Cavour si presenta alla ribalta può essere così sintetizzato:
    • liberalismo moderato basato sullo sviluppo capitalistico
    • blocco tra aristocrazia e borghesia fondato sul liberalismo e parlamentarismo

  • lotta alla democrazia
  • indipendenza nazionale da raggiungere attraverso diverse fasi ( una prima doveva
  • portare all’unità dell’alta Italia, una seconda all’unità della penisola)
  • Nel 1850 riesce a concludere trattati commerciali tra Piemonte, Francia, Inghilterra; Belgio e Austria ispirati a criteri liberalistici ma la sua personalità politica va ancora più nettamente delineandosi nel corso di una battaglia parlamentare condotta in difesa delle libertà di stampa. E’ in occasione di questa battaglia che emerge l’avvicinamento politico tra le forze di centro destra (guidate da Cavour) e di centro sinistra (guidate da Rattizzi).
  • Si tratta di quello che è passato alla storia come il “connubio”: un’alleanza politica che isola la destra più conservatrice e l’estrema sinistra di orientamenti democratici.
  • Il Piemonte è pronto per una nuova direzione politica. Nel novembre del 1852, caduto il ministero D’Azeglio a causa di un progetto di legge relativo al matrimonio civile, Re Vittorio Emanuele II incarica Cavour di fondare un nuovo governo.
  • Mazzini riorganizza tra il 1850 e il 1852 una rete clandestina. Secondo il suo piano strategico è necessario organizzare una nuova ondata insurrezionale partendo dalla Lombardia per colpire l’Austria, riaccendere lo spirito nazionale italiano e quindi estendere la lotta all’Italia centrale e meridionale.
  • Questo piano, però, non riesce. Nel lombardo veneto la rete Mazziniana è via via decapitata dalla repressione austriaca.
  • Mazzini, però, ritiene di poter ritentare un’insurrezione a Milano il 06 febbraio 1853: è nuovamente un totale fallimento che porta a centinaia di arresti e 15 impiccagioni.
  • L’insuccesso determina una crisi profonda. Mazzini, accusato di avventurismo, reagisce intensificando l’attivismo politico (fonda il Partito d’Azione). Ma le sconfitte sono state troppe e troppo dure
  • Inizia cosi a delinearsi una scissione nel movimento democratico mazziniano: la democrazia non avrebbe avuto avvenire se fosse restata avvolta nel formalismo politico mazziniano senza dare al programma una base sociale la cui soluzione era legata sulla questione agraria.

Direttrici fondamentali della politica di Cavour:

    • Politica interna:
      • Contenimento influenza della destra più conservatrice
      • Limitazione dell’influenza del re nella vita politica
      • Laicizzazione dello stato
      • Sviluppo economico
      • Consolidamento del libero scambio
    • Politica estera:
      • Inserimento del Piemonte nella politica di Inghilterra e Francia
      • Alleanza militare con la Francia
      • Primato piemontese sabaudo in Italia
      • Opposizione all’Austria in vista della creazione di un Regno dell’alta Italia.
  • Elezioni del dicembre 1853 danno forte maggioranza al centro, il che significa il consolidamento di Cavour.
  • Cavour si trova a dover fronteggiare due problemi: 1) quale linea doveva tenere il Piemonte di fronte alla guerra di Crimea 2) i rapporti tra stato e chiesa.
  • Guerra di Crimea: Francia e Inghilterra cercano di attrarre l’Austria nella loro alleanza anti Russia. Dovevano anche rassicurare Vienna che il Piemonte non avrebbe approfittato dell’impegno delle truppe austriache sul fronte russo per

effettuare un’azione contro il Lombardo- Veneto. Per ciò fanno pressioni affinchè anche il Piemonte si allei nella guerra. (Piemonte partecipa alla guerra mentre l’Austria si rifiuta. Per Francia e Inghilterra il vero alleato è il Piemonte)

  • Cavour accetta (gennaio 1855): Il 4 marzo viene dichiarata guerra alla Russia
  • Superato questo scoglio, Cavour si trova a dover fronteggiare una crisi politica interna: Rattazzi vuole sopprimere gli ordini religiosi contemplativi e il passaggio dei loro beni all’amministrazione dello stato.
  • Pace della guerra di Crimea: il congresso di pace, apertosi a Parigi nel febbraio 1856, vede Cavour ammesso alle trattative in condizione di parità rispetto alle altre potenze.
  • Nascita della Società nazionale nel 1857: questo è un grande successo per Cavour. Si tratta di un organismo politico volto a conseguire un’unità italiana, accettazione della monarchia Sabauda come trait d’union tra i patrioti vicini a Mazzini e il Piemonte.
  • La Società nazionale accresce enormemente il proprio prestigio con l’adesione di Garibaldi.
  • Dopo l’attentato di Orsini a Napoleone III (gennaio 1858) quest’ultimo comincia a considerare in modo diverso l’instabilità politica dell’Italia. Solo nel Piemonte vede un forza responsabile non sovversiva.
  • Napoleone III: cacciare l’Austria dall’Italia, porre la Francia come protettrice della nuova unità italiana e divenirne il nuovo punto di riferimento
  • Cavour capisce tutto ciò e ne approfitta della situazione: i due stati avrebbero provocato una guerra contro l’Austria.
  • Un incontro segreto, a Plombières, ne definisce i punti comuni. (Si sarebbe fatto apparire come un’aggressione austriaca al Piemonte)
  • Iniziano continue provocazioni contro l’Austria per indurla a reagire.( Napoleone III fa sapere all’ambasciatore austriaco il suo disappunto per il deterioramento dei rapporti Francia Austria)

26 aprile 1859: inizia così la seconda guerra d’indipendenza.

  • 04 giugno 1859: battaglia di Magenta: i francesi vincono e gli austriaci sgombrano la Lombardia.
  • 08 giugno 1859: Napoleone III e Vitt. Emanuele II entrano a Milano
  • 24 giugno 1859: Battaglie decisive. Sia francesi che piemontesi sconfiggono gli austriaci sui rispettivi fronti.
  • Le ripercussioni della guerra e delle vittorie degli alleati determinano l’insurrezione delle regioni centrali (Toscana, Romagna, Marche e Umbria). Questa insurrezione, però, altera gli accordi di Plombières e irrita Napoleone III.

Napoleone III quindi decide per un armistizio con l’Austria 06 luglio 1859

  • Clausole di Villafranca (11 luglio): Lombardia ceduta alla Francia che la cede al Piemonte, Mantova e Peschiera restano all’Impero, in Italia centrale restaurate le autorità legittime, si sarebbe così favorita la creazione di una confederazione sotto la presidenza del Papa.
  • Vitt. Emanuele II accetta di buon grado clausole che avrebbero ingrandito il suo stato con l’acquisizione della Lombardia.
  • Cavour protesta energicamente in quanto teme che una mezza vittoria dia spazio nuovamente ai movimenti repubblicani di Mazzini e da le dimissioni il 13 luglio.

Si forma un nuovo ministero La Marmora-Rattazzi

  • I governi provvisori dell’Italia centrale chiedono l’annessione al Piemonte. L’Inghilterra è favorevole e quei governi, incoraggiati da Cavour, organizzano sotto la direzione di Garibaldi un esercito per la difesa comune.

Il 16 gennaio 1860 Cavour viene richiamato al potere

  • 11 e 12 marzo 1860 dei plebisciti espressero la volontà di annessione allo stato sabaudo di Toscana, Emilia e ducati
  • 15 aprile 1860 Nizza e la Savoia vengono cedute alla Francia sempre dopo plebisciti.
  • 3 e 4 aprile 1860: scoppia una rivolta a Palermo sanguinosamente repressa. (In Sicilia operava una rete clandestina che faceva capo ad elementi mazziniani come Crispi e Rosolino Pilo contrari alla dinastia borbonica.)

Crispi chiede a Garibaldi di organizzare una spedizione contro i borboni.

Garibaldi accetta e Vitt. Emanuele II si dimostra segretamente favorevole.

I preparativi per la Sicilia avvengono con netta opposizione di Cavour.

  • Notte tra il 5 e il 6 maggio 1860, con armi e vecchie e poco equipaggiamento, circa un migliaio di garibaldini partirono da Quarto per la Sicilia.
  • Cavour, di fronte ai successi di Garibaldi, effettua una significativa svolta nella sua politica: favorisce l’invio di uomini e armi in Sicilia ( l’idea di Cavour è sostenere Garibaldi per poi annettere la Sicilia al Piemonte. Questo piano, ovviamente, urta con le intenzioni di Garibaldi)
  • Garibaldi sbarca in Calabria: 20 agosto 1860
  • Il 7 settembre entra a Napoli accolto come liberatore
  • 1 e 2 ottobre: Garibaldi ottiene la sua più grande vittoria militare nella battaglia del Volturno.
  • Il 3 ottobre le truppe piemontesi, guidate da Vitt. Emanuele II, si mettono in marcia verso il Mezzogiorno mentre Cavour fa approvare dalla Camera una legge sull’annessione incondizionata del sud. Cavour era sostenuto dalle classi alte del Mezzogiorno mentre fu una delusione per le masse. A seguito di ciò scoppiò un fenomeno detto brigantaggio.
  • Il 21 ottobre hanno luogo nell’ex regno di Napoli i plebisciti che sanzionano l’annessione il 26 ottobre Garibaldi si incontra con Vitt. Emanuele II a Teano per sciogliere l’esercito garibaldino. Finisce così l’impresa dei Mille.
  • 4 novembre si tengono nelle Marche e in Umbria i plebisciti per l’annessione delle due regioni al regno piemontese.
  • Il 17 marzo 1861 a Torino il primo parlamento nazionale proclama Vitt. Emanuele II re d’Italia
  • E’ il trionfo di Cavour e del liberalismo moderato. L’Italia non è, però, ancora completamente unita: mancano il Veneto, ancora sotto l’impero austriaco, e lo Stato della Chiesa.

Mazzini è il grande sconfitto

 

BISMARCK E L’UNIFICAZIONE DELLA GERMANIA

  • Re di Prussia nel 1849 è Federico IV, malato di mente nel 1858 cede il trono al fratello Guglielmo I che sarà re nel 1861.
  • In politica estera si accentuano i contrasti tra Prussia e Austria per il controllo del mondo tedesco.
  • Nel 1862 il re chiama al potere il barone Otto Von Bismarck, un tipico esponente della classe Junker (aristocrazia della Prussia), per guidare la lotta contro la Camera liberale

  • Dal confronto con Bismarck il liberalismo tedesco esce totalmente sconfitto e la borghesia deve definitivamente assoggettarsi alla guida politica della casta militare.
  • Il primo atto militare offensivo condotto dalla Prussia di Bismarck è contro tre ducati posseduti a titolo personale dalla corona di Danimarca. Uno dei tre è di popolazione mista, gli altri due sono di popolazione tedesca.
  • A causa di complessi problemi di successione dovuti alla morte del re di Danimarca, Prussia e Austria stringono una breve alleanza sotto lo scudo della confederazione germanica. Attaccano la Danimarca e la sconfiggono strappandole i ducati.(1864)
  • La breve alleanza, a questo punto, finisce. La Prussia vorrebbe annettere i ducati che, tra l’altro, hanno grande valore strategico, l’Austria, invece, dato che le sono così lontani come posizione geografica, vorrebbe la loro indipendenza.
  • Nel 1865 si raggiunge un compromesso senza avvenire (compromesso di Gastein). La guerra è inevitabile.
  • Bismarck contatta Napoleone III a Biarritz nell’ottobre 1865, il quale vede di buon occhio il conflitto tra Austria e Prussia per una maggiore espansione francese e si dimostra anche favorevole all’alleanza tra Prussia e Italia interessata, quest’ultima, a una guerra contro l’Austria per strappare i territori del Veneto.
  • Alleanza conclusa nell’aprile 1866 con lo scopo di dividere le forze austriache e di portare all’annessione dei territori tedeschi alla Prussia e il Veneto all’Italia
  • Nel maggio 1866 le truppe prussiane invadono l’Holstein. L’Austria chiede spiegazioni che non riceve e dichiara guerra alla Prussia

La guerra fulminea dura poco più di un mese.

  • Bismarck consegue tutti i suoi obiettivi. La confederazione germanica viene disciolta e tutti i ducati annessi alla Prussia. All’Austria non viene strappato alcun territorio eccetto il Veneto che sarà annesso dall’Italia.

 

L’ITALIA NELL’ETA’ DELLA DESTRA

 

  • Nel 1861 l’Italia, nonostante il Veneto sia ancora territorio austriaco e Roma territorio papale, ha raggiunto sostanzialmente la sua unità nazionale.
  • La legge elettorale concede il diritto soltanto ai cittadini che abbiano 25 anni, che sappiano leggere e scrivere (e il tasso di analfabetismo era tra l’80% e il 90%) e che paghino almeno 40 lire di imposte all’anno.

I problemi che si presentano sono di enorme portata:

  • creare un apparato burocratico e militare omogenei
  • elaborare una linea di sviluppo economico
  • dare una saldo direzione politica
  • soluzione dei rapporti con la Chiesa
  • strappare il Veneto all’Austria
  • Cavour, capo del partito liberale moderato, muore il 6 giugno del 1861
  • Gli eredi di Cavour sono coloro che formano la Destra, in seguito definita “storica”. Ne fanno parte persone più o meno omogenee: proprietari terrieri, aristocratici, conservatori che attraverso l’unità vogliono salvaguardare i propri interessi o comunque delle classi alte.
  • Alla Destra si contrappone la Sinistra. Erede della democrazia risorgimentale che però risentiva delle sconfitte del 59-60 era divisa tra repubblicani di fede mazziniana (Crispi), ex garibaldini, ex democratici.

La Sinistra vuole principalmente diffondere il diritto di voto, vuole il suffragio universale.

  • Anche socialmente le due correnti si differenziano: la Destra è legata all’aristocrazia e alla grande borghesia, la Sinistra alla base piccolo borghese.
  • Dopo la morte di Cavour il potere passa a Bettino Ricasoli ( giugno 1861- marzo 1862)

Ricasoli affronta il problema di Roma. Sa che lo Stato italiano deve conquistare Roma e mettere fine al potere temporale dei papi.

 

I suoi tentativi falliscono completamente e nel marzo 1862 si dimette.

  • Gli succede Urbano Rattazzi (candidato al potere da Vittorio Emanuele II)
  • Rattazzi riprende le linee di politica cavouriana ovvero sfruttare l’azione garibaldina contro Roma e sfruttarne i seguito i frutti. Egli, però, non considera l’appoggio che Napoleone III dava la Papa e Vittorio Emanuele II sconfessa l’opera di Garibaldi.
  • Garibaldi, intanto, si era già organizzato in Sicilia con dei volontari per liberare il Veneto e Roma e quando sbarca in Calabria si trova a dover fronteggiare l’esercito ufficiale italiano in Aspromonte.
  • I due eserciti si scontrano. Garibaldi fu ferito, viene arrestato, rinchiuso a Varignano (SP), amistiato e torna a Caprera.
  • La reazione dell’opinione pubblica è vivissima. Grande l’impressione nel vedere due eserciti italiani che si scontrano.
  • Rattazzi messo in crisi dal parlamento per l’accaduto si dimette.
  • La capitale Torino nel 1865 passa a Firenze. La decisione provoca rivolte e tumulti a Tortino ma la scelta ha una spiegazione profonda: Napoleone III teme che l’Italia voglia Roma per farne la capitale, Vittorio Emanuele II lo rassicura e Napoleone come prova chiede che si scelga una città prestigiosa da nominare capitale definitiva. Si scelse Firenze.
  • Dopo Rattazzi ci fu un breve ministero presieduto da Farini, dal marzo 1863 al settembre 1864 il presidente fu Minghetti e da quella data fino al giugno 1866 il potere fu di La Marmora.

GIUGNO- OTTOBRE 1866: TERZA GUERRA D’INDIPENDENZA.

  • La vicenda è strettamente legata alla guerra tra Prussia e Austria (come abbiamo già visto)
  • Ciò che non si è ancora detto è che per l’Italia, nonostante la superiorità numerica e di armi, la guerra fu disastrosa. Causa la cattiva direzione e la cattiva organizzazione di La Marmora che aveva assunto il comando lasciando il governo a Ricasoli

Sconfitta di Custoza 24 giugno e Lissa 20 luglio

  • Tra l’aprile e l’ottobre del 1866 torna al potere Rattazzi. Quest’ultimo era favorevole a un’insurrezione a Roma considerata come via per risolvere la questione romana. Il governo, però, non poteva appoggiare ufficialmente i tentativi di Garibaldi per la presa di Roma così Rattazzi lo fece arrestare e si comportò in modo permissivo con i volontari garibaldini.

Il tentativo di insurrezione a Roma il 22 ottobre fallisce.

  • La presa di Roma avviene il 20 settembre 1870 e l’evento è strettamente collegato alla guerra tra Francia e Prussia. Le truppe francesi che da anni, per volere di Napoleone III, presiedono Roma e difendono il Papa, vengono richiamate per accorrere a combattere contro la Prussia. A questo punto lo Stato Italiano non ha più ostacoli e decide di prendere Roma.

  • Il 20 settembre 1870 le truppe italiane guidate da Cadorna, dopo alcune cannonate a Porta Pia entrano in città tra i festeggiamenti della folla. Pio IX si ritira in Vaticano gridando allo Stato “usurpatore”

Nel luglio 1871 corte e governo si trasferiscono a Roma che diventa capitale.

  • Lo Stato aveva posto fine al potere temporale dei papi contro, ovviamente, la volontà del Pontefice che non riconosceva la legittimità dello Stato.
  • Si apre una fase delicatissima: come si devono comportare i cittadini cattolici?
  • Nel 1874 Pio IX vieta (no expedit) di partecipare alle elezioni del parlamento di uno Stato “usurpatore” e il governo italiano si trova così nella condizione di dover risolvere unilateralmente i rapporti con la Chiesa
  • E lo fa con la LEGGE DELLE GUARENTIGE che non fu accettata dal suo destinatario, la Chiesa. La legge si ispirava al principio cavouriano di separazione tra Stato e Chiesa e fu un esempio di prudenza e di sapienza giuridica.
  • Viene riconosciuta l’extraterritorialità dei palazzi Vaticano e Laterano e della villa di Castelgandolfo, viene garantita l’inviolabilità della persona del Pontefice, il libero esercizio del potere spirituale, la possibilità di comunicazione del Pontefice in Italia e all’estero e la piena indipendenza dell’azione del clero da ogni controllo dello stato italiano.

La Chiesa mantiene dunque viva la sua protesta ma non può più atteggiarsi a perseguitata.

  • L’UNITA’ NAZIONALE E’ COSI’ RAGGIUNTA

 

L’ITALIA DALL’AVVENTO DELLA SINISTRA ALLA CRISI DI FINE SECOLO

 

  • Nel 1876, in Italia, la classe politica è ancora quella che ha conquistato l’unita: la destra storica. In questo anno il Regno ha raggiunto la parità di bilancio.
  • Il pareggio di bilancio, però, è stato ottenuto con un sistema fiscale rapace che colpisce con ferocia i consumi delle masse e della gente più povera.
  • Sul piano politico vanno così formandosi le condizioni per un mutamento.
  • La Destra è sempre più contestata dalla cosiddetta “Sinistra Giovane”, una forza eterogenea che unisce gruppi di sinistra storica con a capo Depretis, della sinistra repubblicana di Mazzini e della sinistra meridionale guidata dal barone Nicotera.
  • La Sinistra Giovane va precisando la propria strategia tra il 1874 e il 1876 e Depretis è l’esponente più autorevole dello schieramento.
  • Il ministero Minghetti, l’ultimo della Destra, cade nel 1876 e il re incarica Depretis

di formare un nuovo governo. L’era della Destra è finita.

  • Depretis governò quasi ininterrottamente dal 1876 al 1887 e sale al potere con un programma riformatore che prevede:
  • Difesa stato laico e lotta la clericalismo
  • Istruzione elementare obbligatoria
  • Decentramento amministrativo
  • Diminuzione e redistribuzione del carico fiscale favorendo il Mezzogiorno
  • Fedeltà alla monarchia
  • Una volta al potere, però, Depretis ridimensiona questo programma. Iniziano gli anni del “trasformismo”.
  • Politica del trasformismo: nella sostanza si abbandona il modello inglese basato sul bipolarismo e si va verso una sorta di “grande centro” che tende a conglobare le

opposizioni moderate e a emarginare le ali estreme. La maggioranza, quindi, non si basa più su un programma preciso ma si basa su patteggiamenti e compromessi.

Leggi importanti sono:

  • Legge Coppino 1877: scuola elementare obbligatoria per due anni per fronteggiare l’analfabetismo (70%).

Abolita la tassa sul macinato 1879

  • 1882 varata la riforma elettorale : potevano votare tutti coloro che avevano compiuto 21 anni, erano alfabeti oppure pagavano una certa quota di imposta.
  • Nello stesso anno della riforma elettorale, 1882, si apre anche un nuovo capitolo per l’Italia in politica estera: con Prussia e Austria si conclude il 20 maggio 1882 il trattato di TRIPLICE ALLANZA (patto essenzialmente anti francese)
  • E’ una vera svolta in quanto si lascia la tradizionale linea di amicizia verso la Francia per avvicinarsi a quello che per decenni è statoli nemico storico, l’Austria.
  • A corte re Umberto I succede al padre Vitt. Emanuele II e tutti sono molto fieri di essersi alleati con imperi centrali così forti.
  • L’Alleanza, però, tornava molto più utile alla Germania (che aveva un alleato in più contro la Francia) e all’Austria (che aveva le spalle coperte contro la Russia) che non all’Italia.
  • Depretis, viste le politiche espansionistiche degli altri grandi stati, inizia nel 1882 una politica coloniale. Le imprese africane cominciano proprio nel 1882 ma nel 1885 il primo tentativo coloniale italiano si conclude con una totale disfatta.
  • L’ultima iniziativa politica di Depretis è nel 1887 il tentativo di una conciliazione fra Stato e Chiesa ma le trattative si arenano ben presto sul punto cruciale del potere temporale del Papa: il Pontefice rivuole Roma e il Lazio mentre lo stato italiano non concedere nulla.
  • Il 29 luglio 1887 Depretis muore. Gli succede Crispi che per quasi un decennio dominerà la scena politica italiana.
  • Crispi, sostenuto nel suo nazionalismo da industriali e armatori, intende, appena giunto al potere, dare al trattato della Triplice Alleanza un tono di ostilità attiva verso la Francia e in campo coloniale mira subito a risollevare il prestigio italiano (maggior successo trattato di Uccialli in cui l’Etiopia riconosce le conquiste italiane in Eritrea). In politica interna accentra su di sè le cariche di Pres. del Consiglio, ministro degli esteri e ministro degli interni.
  • Nel 1889 viene emanato un nuovo codice penale (detto Codice Zanardelli), abolisce la pena di morte e rende libero lo sciopero.
  • Nasce, però, da parte Radicale e Repubblicana, un programma decisamente anticrispino. E’ il PATTO DI ROMA (maggio 1890).
  • Patto di Roma: chiede sostanzialmente la riduzione dei poteri dell’esecutivo, il decentramento, l’uscita dell’Italia dalla Triplice Alleanza, una energica riforma fiscale e la riduzione dell’orario di lavoro a 8 ore.
  • Crispi cade nel gennaio del 1891 perché la Camera si rifiuta di approvare proposte di inasprimento fiscale.
  • Febbraio 1891 entra in carica al governo Antonio di Rudinì e nel maggio 1892 gli successe GIOLITTI, il più abile statista dopo Cavour.
  • Giolitti, divenuto Ministro del Tesoro di Crispi (e anche delle Finanze 1890), si dimette nel dicembre 1890 in quanto non condivide gli eccessi militaristici e coloniali (e relative spese) del governo.
  • Il primo ministero Giolitti (1892) è molto breve. Dichiara di voler rivedere il sistema fiscale diminuendo il carico dei non abbienti e fa sentire alle opposizioni un

clima più liberale ma la sua opera è interrotta da due fatti: lo scandalo della Banca romana (il cui direttore era stato fatto nominare senatore da Giolitti) e la crisi legata alle agitazioni in Sicilia dirette dai Fasci siciliani (organizzazioni di contadini, braccianti, piccoli possidenti) per crisi agraria. La rivolta era incentrata soprattutto contro un eccessivo fiscalismo.

 

  • A fine novembre 1893, per questi motivi, Giolitti diede le dimissioni. Il 15 dicembre dello stesso anno Crispi torna al potere: viene proclamato lo stato d’assedio in Sicilia e ci sono circa 100 morti. Crispi arriva a far credere che i fasci volessero staccare la Sicilia dall’Italia per poi consegnarla a potenze straniere e ciò porta alla repressione di movimenti oprai e socialisti in tutto lo stato italiano.
  • Crispi è salutato con soddisfazione dalla maggior parte della borghesia che vede in lui l’uomo forte della repressione. Riprende anche le mire espansionistiche verso l’estero anche se l’unico possedimento italiano d’oltre mare era lEritrea. Il controllo sulla colonia, però, è precario dato che i rapporti tra Italia ed Etiopia sono andat sempre più deteriorandosi.
  • Il 7 dicembre 1895 un contingente italiano subisce una sanguinosa sconfitta all’Amba Alagi. Crispi cerca ad ogni costo una rivincita ma nel marzo 1896 gli italiani vengono nuovamente sconfitti (7.000 morti)
  • In Italia aumentano ogni giorno le manifestazioni contro la guerra e Crispi rassegna le dimissioni.
  • A Crispi succede Rudinì (marzo 1896-giugno 1898) che si trova a fronteggiare un’eredità quanto mai pesante. Cerca di attenuare la tensione politica interna concedendo un’amnistia che libera i condannati dei fasci e in politica estera avvia un processo di distensione con la Francia.
  • La situazione, però, precipita nel corso del 1898. La tensione esplode a Milano: il prezzo del pane è notevolmente rincarato a causa di un cattivo raccolto e dalla diminuzione delle importazioni di grano dagli USA che sono in guerra con la Spagna per il possesso di Cuba e delle Filippine.
  • Il 6-9 maggio 1898 il Gen Bava Beccaris affronta la folla con artiglieria e causa molti morti ricevendo, per questa azione, da Umberto I la Gran Croce dell’ordine militare dei Savoia. Indignazione generale tra socialisti e borghesi.
  • Rudinì chiede al re di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni. Il re rifiuta e Rudinì si dimette. Viene nominato (dal re) il generale Pelloux che rimane in carica per circa 2 anni (giugno 1898-giugno 1900). Gli succederà Saracco (giugno 1900- febbraio 1901).
  • Il 29 luglio 1900, un anarchico venuto dagli USA, uccide Umberto I per vendicare i morti di Milano del 98 e l’offesa della decorazione di Bava Beccaris. Gli succede il figlio Vitt. Emanuele III
  • Il nuovo re tira le somme della situazione politica creatasi nel paese e nomina presidente del Consiglio Zanardelli (opposizione liberale a Pelloux) e il ministro degli Interni è Giovanni Giolitti.

 

Fonte: https://c1e0f1e1-a-62cb3a1a-s-sites.googlegroups.com/site/gionni555/download/STORIACONTEMPORANEA.pdf?attachauth=ANoY7cqN5HpRqQ7Ej99o-obWpyfztQ7wlCF-m5RkPh3zeigGGtOzydsL6VSx_r5CIcYyfo_xKeI_5olBjdtFmacVHxktdfGaxLJ4WL7Qx-wCTbQPXD9P3y9Rd6HF0jvQQbRaIrAIFMRWNx6alsTxAGuBJEzBCI4_S-EAW4Xrc3ZzYuvEqbdKt4PwLFuvd480g32gf7U6wetsS0VrtXPqaiY2hWP5e3s32nBoBBqVeSya5_lbWAMcErs%3D&attredirects=0&d=1

Sito web da visitare: http://gionni-aula2.blogspot.it/p/downloads_06.html

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Nota : se siete l'autore del testo sopra indicato inviateci un e-mail con i vostri dati , dopo le opportune verifiche inseriremo i vostri dati o in base alla vostra eventuale richiesta rimuoveremo il testo.

Parola chiave google : Storia dall'Unità d'Italia tipo file : doc

 

Storia dall'Unità d'Italia

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Storia dall'Unità d'Italia

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

Storia dall'Unità d'Italia