Guerra fredda date e riassunto

 

 

 

Guerra fredda date e riassunto

 

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Guerra fredda date e riassunto

 

Il 1945 anno della fine della II guerra mondiale ha segnato l’inizio di un’epoca definita l’età delle super potenze , dominata dalla presenza e dalla concorrenza di due grandi blocchi politico-economico-militari entrambi in grado di distruggere l’avversario. Tuttavia questo scontro non portò le due potenze a fronteggiarsi in modo diretto, bensì si basò su azioni di spionaggio militare e di boicottaggio economico, unito a guerre non combattute direttamente dalle due potenze. Per questi motivi il periodo che va dalla fine della seconda guerra mondiale alla fine degli anni ’80 viene generalmente denominato come il periodo della guerra fredda.
Gli anni della Guerra Fredda sono stati segnati da una tensione continua e dalla corsa agli armamenti da parte di entrambe le potenze. Il suo inizio viene fatto risalire alla conferenza di Yalta , dove “ I tre grandi “ Churchill , Roosevelt  e Stalin , decisero le sorti del mondo che usciva dalla  seconda guerra mondiale.

 

I PROTAGONISTI DELLA GUERRA FREDDA

 

URSS: L’URSS uscì dalla II guerra mondiale notevolmente provata : 18 milioni di morti , molte città distrutte e tutte le sue regioni europee invase dalla Germania . Riuscì comunque ad affermarsi a livello mondiale grazie alla forza del suo grande esercito, grazie alla ferrea disciplina imposta da Stalin e grazie allo sfruttamento dei territori occupati.
Fin dal 1945 , infatti ,  l’URSS  avviò una politica di sfruttamento sistematico dei paesi occupati , volta a  ricostruire e accelerare lo sviluppo del sistema industriale sovietico. Vennero quindi imposte pesantissime riparazioni agli ex alleati della Germania ( Ungheria , Romania e Bulgaria ) costretti a cedere risorse finanziarie , derrate agricole , macchinari e mezzi di locomozione. Interi complessi industriali , un tempo controllati dai tedeschi , vennero inoltre smantellati e ricostruiti su territorio russo.
Il suo potere derivò inoltre dal grande appoggio di tutti i partiti comunisti del mondo e dalle speranze di indipendenza che essa alimentava in tutti i paesi ancora soggetti al regime coloniale.
In Europa orientale , la massiccia presenza dell’armata rossa anche dopo la fine del conflitto , determinò l’imposizione russa di governi comunisti filo-sovietici ( e di conseguenza l’allontanamento forzato dei dirigenti non comunisti ) e la conseguente collettivizzazione dell’economia.
Nel 1947 così si insediarono governi filo-sovietici in Polonia , Bulgaria , Ungheria e Romania , uniti tutti alla “ madre Russia “ mediante organizzazioni politiche , COMINFORM  , economiche , COMECON e militari , Patto di Varsavia.

Il Cominform era una sorta di riedizione della terza Internazionale ( che si era sciolta nel ’43   in omaggio all’alleanza antifascista ) , ed il suo scopo era quello di coordinare l’ azione di tutti i partiti comunisti europei . Fondato nel 1947 dai rappresentanti dei partiti comunisti dei paesi  dell’Europa orientale , di Francia ed Italia , Il Cominform divenne lo strumento tipico della contrapposizione tra blocco comunista e blocco occidentale .IL Cominform venne però sciolto nel 1956 con l’avvio della politica di coesistenza pacifica avviata dal leader sovietico Chruscev .

Grazie al COMECON invece, l’URSS si assicurò il controllo delle economie dei paesi da lei occupati. Attraverso il “ consiglio di mutua assistenza economica “ (COMECON) infatti, l‘URSS poté scegliere i processi di produzione dei paesi satelliti in modo tale che questi risultassero complementari a quelli russi. I tassi di scambio all’interno dell’area del rublo, nonché la quantità ed i prezzi dei beni scambiati furono quindi rigidamente controllati dal potere sovietico.
La Russia così conobbe ben presto un rapido sviluppo: nei primi anni del dopoguerra, la crescita produttiva sovietica fu notevole, con incrementi medi del 10 % annuo.   

Il Patto di Varsavia fu invece la risposta sovietica all’ingresso nella Nato della Germania Federale.
Esso si configurò come organizzazione militare dei paesi comunisti dell’Europa orientale e conferì alla Russia il comando di tutte le forze militari dei paesi contraenti il trattato.
Il patto di Varsavia si sciolse soltanto nel 1991 in seguito al crollo dei regimi comunisti nell’Europa orientale.

USA: Gli USA uscirono dalla II guerra mondiale addirittura rafforzati; essi non avevano, infatti, conosciuto né occupazione straniera né bombardamenti e la loro capacità produttiva era notevolmente aumentata dato lo sforzo fatto per rifornire di armi e di ogni altra merce i propri soldati in guerra.
Alla fine della guerra gli USA si ritrovarono con la più potente marina e aviazione militare del mondo e la sua supremazia militare era garantita dal possesso della bomba atomica.


Anche nel campo economico la supremazia degli USA era indiscutibile, con la conferenza di Breton Woods del 1944 infatti , poiché gli USA possedevano i due terzi delle riserve aurifere mondiali ed era necessaria la ricostruzione di un sistema monetario internazionale efficiente e stabile per la ripresa della crescita degli scambi internazionali , fu deciso che di tutte le monete internazionali , solo il dollaro avrebbe mantenuto la convertibilità in oro diventando così la moneta chiave del sistema. Gli scambi e i pagamenti internazionali sarebbero stati effettuati unicamente in dollari e la valuta americana sarebbe divenuta moneta di riserva in sostituzione dell’oro.
Vennero inoltre create due nuove istituzioni economiche internazionali : la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale con lo scopo di agevolare con prestiti lo sviluppo dei paesi più arretrati . Queste istituzioni , nate per essere “ super partes “ dipendono però principalmente dai finanziamenti USA e sono quindi largamente influenzati dalla politica di Washington .
Agli occhi degli americani il fallimento delle democrazie europee , la nascita dei regimi fascisti , dei vari nazionalismi e della stessa catastrofe bellica erano il frutto della mancata risoluzione dei problemi finanziari creati dalla I guerra mondiale . Solo l’ affermazione della libertà di commercio su scala mondiale e lo sviluppo della cooperazione internazionale avrebbero potuto assicurare la pace e la democrazia . Gli USA si proclamarono allora promotori di quest‘ideale e lo dimostrarono attuando il cosiddetto “ Piano Marshall “ .
Il Piano Marshall consisteva nella concessione agli stati europei di prestiti a basso interesse o a fondo perduto , nella fornitura di massicci aiuti in beni alimentari e materie prime e soprattutto nel rinnovamento tecnico delle imprese europee attraverso l’introduzione di macchinari , tecnologie e tecniche di produzione più moderne .
Il piano Marshall che all’inizio era piuttosto vago assunse ben presto dimensioni considerevoli : dal 1948 ( anno del suo inizio ) al 1957 ( anno della conclusione ) esso portò allo stanziamento di ben 13 miliardi di dollari . Esso d’altra parte permise agli USA di influenzare la condotta economico-finanziaria dei paesi assistiti e di favorire gli investimenti esteri americani .
IL piano Marshall inoltre , creando un forte legame tra USA e Europa occidentale , si poneva come forte baluardo contro le mire espansionistiche sovietiche in Europa . Fu per questo dunque che quando gli americani offrirono i loro aiuti anche a Cecoslovacchia e Polonia , fu lo stesso Stalin ad intervenire e ad imporre ai governi di Varsavia e di Praga di rifiutare l’offerta americana .
La solidarietà politica tra Usa ed Europa si riaffermò poi nel 1949 con l’alleanza politico-militare del Patto Atlantico che ebbe il suo strumento bellico nella NATO ( North Atlantic treaty Organization ) cui aderirono 12 paesi .
La Nato era una alleanza con dichiarato carattere difensivo , ma il suo sorgere confermò comunque una netta divisione dell’Europa occidentale da quella orientale. Questa divisione fu confermata nel 1955 quando i paesi del blocco comunista opposero alla NATO una loro alleanza militare , IL Patto di Varsavia , che istituiva a Mosca il comando supremo delle forze armate di tutti i paesi a lei alleati. Era dunque calata quella “ cortina di ferro “ di cui Churchill aveva parlato già nel 1946.

 

I “non allineati”.

 

Non tutte le nazioni però avevano accettato di allinearsi con uno dei due blocchi e avevano preferito restare neutrali e conservare i propri orientamenti tradizionali nella politica estera e le proprie strutture e istituzioni di governo.
Tra i non allineati europei il più importante fu la Yugoslavia di Tito che nel 1948 , vista la scarsa presenza  dell‘armata rossa sul suo territorio , arrivò ad una rottura definitiva con l’URSS per quanto riguardava le relazioni economiche e militari , aderendo invece al piano Marshall e intensificando gli scambi con l ‘ occidente . Si proclamò quindi repubblica federale e concesse ampie autonomie alle sue sei regioni . In questo modo dunque , La Yugoslavia si pose come cuscinetto neutrale tra Est ed Ovest .
Nel 1955 inoltre , a Bandung, ( India? ) ci fu una conferenza tra i vari paesi afro-asiatici non allineati , i quali proclamarono la volontà di essere ormai soggetti attivi e non più oggetti di azioni politiche e la possibilità di una pacifica convivenza tra sistemi politici e sociali diversi .

 

L’ONU.

 

Di matrice soprattutto americana, fu anche l’ispirazione di base dell’organizzazione delle nazioni unite –ONU-, creata nella conferenza di S.Francisco in sostituzione della screditata Società delle Nazioni, con l’obbiettivo di salvare le generazioni future dal “flagello della guerra” e di impiegare “strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli”.
La struttura organizzativa venne articolata attorno a tre organismi principali: il segretariato generale, con funzioni amministrative, l’assemblea generale, col potere di adottare a maggioranza semplice risoluzioni che però non sono vincolanti ma hanno solo valore di raccomandazione ed il consiglio di sicurezza. Quest’ultimo si compone di quindici membri ed ha il potere di produrre decisioni vincolanti per gli stati ed ha il potere di adottare misure che possono arrivare anche all’intervento armato.
Dei quindici membri del consiglio di sicurezza, le cinque massime potenze vincitrici della seconda guerra mondiale sono membri permanenti con diritto di veto, mentre gli altri dieci vengono eletti a turno tra gli altri stati.
Con l’evolversi del processo di contrapposizione dei due blocchi, l’ONU restò schiacciata dallo scontro tra USA e URSS ed il suo potere venne notevolmente ridimensionato. In molte delle più spinose questioni internazionali, l’ONU venne sistematicamente scavalcata dalle decisioni delle grandi potenze.

 

LA politica del terrore e la corsa agli armamenti.

 

Nel 1945 il primato atomico americano finì. Fu proprio questo infatti, l’anno in cui l’URSS  riuscì a costruire la sua prima bomba atomica.
LA fine del monopolio atomico americano colse di sorpresa i governi occidentali e mutò radicalmente le prospettive delle relazioni internazionali.
Improvvisamente lo scontro ideologico e politico sembrò potersi trasformare in un aperto conflitto nucleare.
Tutti gli uomini e le donne a Ovest come ad Est avevano la sensazione di una imminente catastrofe e ciò rendeva ancora più difficile i rapporti tra i due blocchi.
Le tecnologie cui si era arrivati da ambo le parti, infatti, erano tali da potersi annientare istantaneamente a vicenda.
Paradossalmente però, la consapevolezza dell’enormità del potenziale distruttivo delle armi accumulate da ambo le parti, impedì di fatto lo scoppio di un conflitto nucleare aperto. Tale fenomeno prese il nome di politica della “ deterrenza “.
Nel 1952 intanto, gli USA riconquistarono la supremazia nucleare con la costruzione della prima “ bomba H “, la bomba all’idrogeno, che aveva una potenza distruttiva mille volte superiore a quella della bomba di Hiroshima.
Pochi mesi dopo i sovietici ottennero gli stessi risultati.
Nessuno dei due paesi aveva però interesse a combattere una guerra nucleare sul proprio territorio e perciò un eventuale scontro diretto si sarebbe potuto svolgere soltanto in Europa, vista la sua posizione strategica e viste le ancora insufficienti tecnologie per il trasporto delle bombe di cui disponevano i due blocchi.
Conseguenza di questo fu il fatto che i paesi europei membri della NATO affidarono a Washington ogni decisione sulla loro difesa.
La corsa agli armamenti era ormai cominciata.
Sia USA che URSS cominciarono a investire gran parte dei loro capitali nella ricerca e nella costruzione di armi sempre più nuove e più potenti.
Gli USA ,comunque, mantennero sempre una certa superiorità tecnologica, superiorità che venne seriamente minacciata nel 1957 con la messa in orbita da parte dei sovietici dello “ Sputnik “ .
Lo Sputnik era il primo satellite artificiale in orbita attorno alla terra , ma la sua importanza, agli occhi degli occidentali, consisteva soprattutto nel fatto che ora i sovietici avrebbero potuto disporre  di propulsori in grado di lanciare missili dal suolo russo direttamente sul territorio americano.
In risposta allo Sputnik gli USA lanciarono nel 1958 il loro primo satellite orbitale : l’ Explorer.
Nel 1961 seguirono all’Explorer i primi missili intercontinentali americani : gli Atlas , cui si aggiunsero poi i primi sottomarini a propulsione nucleare, non intercettabili ed in grado di restare in immersione per parecchi mesi, percorrendo migliaia di chilometri.
Dal ’45 agli anni ’90, sono state costruite più di 130 mila testate nucleari , 75 mila dagli americani, 55 mila dai russi.
Secondo una stima pubblicata nel 1995 nel “ Bullettin of the atomic scientists’ “, gli USA da soli hanno speso dal 1940 ad oggi circa 3900 miliardi di dollari per i loro programmi nucleari. L’URSS probabilmente spese una cifra confrontabile il che, insieme con le spese delle potenze nucleari “minori” ( Francia, Gran Bretagna, Cina, Israele, India e Pakistan ), porta la spesa complessiva a qualcosa nell’ordine dei 9000 miliardi di dollari ( equivalente a nove volte il PIL annuo attuale italiano ).
Un esempio significativo della distorsione economica e sociale prodotta dalla corsa agli armamenti è stata la creazione in Russia di intere città chiuse al mondo esterno e dedicate alla produzione di materiale fissile e di altri prodotti per le armi nucleari. La popolazione totale di queste città chiuse ha superato le 700 mila unità.
“ Le armi nucleari costituiscono dunque un fenomeno unico nella storia dell’umanità : mai così tante energie sono state dedicate allo sviluppo, alla produzione e all’installazione di sistemi d’arma che, per circa 50 anni sono stati solo accumulati senza mai essere utilizzati.” ( Paolo Cotta ).

 

 

 

Il Mondo tra spie e “ caccia alle streghe “

 

A est come a ovest, la propaganda politica anticomunista da una parte, dall’altra la condanna del capitalismo di cui si prevedeva il prossimo declino, assunse una posizione di grande rilievo.
In entrambi i blocchi , paure irrazionali e cecità politica sfiorarono il fanatismo.

 

Problemi interni al blocco occidentale :

Ad Ovest, e soprattutto negli USA , potenti interessi industriali premevano affinché le spese militari fossero incrementate.
Al nome del senatore americano McCarthy, sono legate pesanti misure repressive che portarono all’estromissione dal pubblico impiego tutti i sospetti simpatizzanti comunisti ( una vera “ caccia alle streghe “)e alla repressione delle minoranze, a partire dai neri, potenzialmente sovversive. Per alcuni anni fu addirittura vietata la proiezione dei film di Chaplin rei di tendenze filo comuniste. Tale fenomeno prese appunto il nome di “ Maccartismo “. Quasi ad emblema di quegli anni, è rimasta la condanna a morte e l’esecuzione  di due innocenti, i coniugi Rosenberg, accusati di spionaggio a favore dei sovietici.
In Germania occidentale inoltre, gli alleati abbandonarono ben presto i loro programmi di denazificazione e adottarono una silenziosa politica di reintegrazione degli ex collaboratori del regime nazista in modo tale da poterne sfruttare le conoscenze contro il nuovo pericolo comunista.
Un caso eclatante fu l’accoglienza che gli americani riservarono all’ingegner Werner von Braun, l’inventore dei famigerati V2, i missili con i quali Hitler aveva bombardato Londra durante la II guerra mondiale.
Nel caso in cui inoltre, partiti comunisti o comunque filo sovietici fossero saliti al potere nei paesi del blocco occidentale, gli americani avrebbero provveduto al sabotaggio di tale governo ( mediante organizzazioni di spionaggio come la Cia) avvalendosi anche, se necessario, dell’uso delle armi ( come accadde ad esempio a Panama ). In Germania il partito comunista venne posto fuorilegge, mentre in Gran Bretagna, Francia e Italia i partiti comunisti presero il sopravvento.

 

Problemi interni al blocco comunista :

 

Nel blocco orientale, i partiti comunisti, persino laddove erano in maggioranza, mortificarono la loro egemonia imprigionandola in forme di governo autoritarie, povere di dialettica politica, criminalizzando le manifestazioni di dissenso, dietro le quali si sospettava l’esistenza di trame destabilizzatrici “capitaliste”.
Per quasi un decennio, si sgranò un’interminabile serie di processi contro oppositori interni veri o presunti tali, non di rado le confessioni estorte a vittime innocenti furono funzionali alla lotta politica interna agli apparati politi comunisti.
Ogni tentativo di riforma fu duramente represso .
Fulgido esempio ne furono gli scontri avvenuti a Budapest nel 1956.
Le frange comuniste più democratiche, attraverso l’insurrezione popolare, riuscirono ad imporre un nuovo governo guidato da Imra Nagiy, il quale si staccò dal patto di Varsavia proclamando la neutralità dell’Ungheria.
Le truppe sovietiche presenti sul territorio furono costrette ad uscire dai confini ungheresi.
Cogliendo il pretesto dell’incapacità del Governo Nagiy di far fronte ai tentativi di controrivoluzione in atto, Kadar, Segretario del Partito, egli pure antistalinista ed inizialmente favorevole a Nagiy, costituì un uovo governo; una delle prime misure fu la richiesta di intervento delle truppe del Patto di Varsavia che soffocarono nella violenza il tentativo di liberalizzazione del socialismo ungherese.
Nel 1968 inoltre ci fu la famosa “primavera di Praga”
Non erano la Cina di Mao né la Cuba di Castro, i modelli e i simboli che mobilitarono le masse cecoslovacche, ma il maturo convincimento che era necessario andare avanti nell’umanizzazione della società: questo era l’aneddoto bruscamente interrotto dopo il 1968; combattevano per mettere l’uomo al centro della Società e non certo interessi del capitale o del partito”.
Tutto cominciò nel gennaio del ’68 quando il nuovo segretario del Partito Comunista Dubcek cercò di rinnovare il sistema economico e politico del suo Paese. Egli si proponeva di affermare un socialismo più aperto rispetto agli altri socialismi dell’epoca. C’era voglia di giustizia, libertà e democrazia e per questo si accettò la presenza di nuovi partiti e si incentivò la libertà di stampa e di opinione.
Grazie a questo nuovo socialismo dal volto più umano la Cecoslovacchia conobbe un periodo di grande fermento intellettuale, anche se le proposte governative non vollero mari mettere in discussione la posizione del Paese all’interno del Sistema Sovietico.
L’URSS però preoccupata degli effetti contagiosi che questa nuova situazione avrebbe potuto portare negli altri Paesi del blocco, decise di inviare in Cecoslovacchia le proprie truppe.
Il 21 agosto del ’68 truppe sovietiche entrarono a Praga, arrestarono prima e isolarono politicamente poi  dirigenti del Governo e gran parte degli intellettuali che lo avevano appoggiato. Reinstallarono poi un Governo comunista di stampo tradizionale.
Questa azione contribuì ulteriormente all’appannamento dell’immagine dell’URSS. Essa infatti venne duramente contestata da gran parte dei partiti comunisti del mondo.

 

La politica estera dei due blocchi.

 

Il fenomeno della “deterrenza” ebbe come conseguenza lo spostamento in zone periferiche della conflittualità che esisteva tra i due blocchi.
Iniziò così, alla fine degli anni ’40 una serie interminabile di conflitti locali dietro i quali si collocavano più o meno visibilmente le due superpotenze.

 

La guerra di Corea :

 

Uno dei conflitti che più fece restare il mondo col fiato sospeso fu la guerra in Corea.
La Corea era divisa, a livello del 38° parallelo, tra un nord legato geograficamente, economicamente e politicamente a URSS e Cina e un sud proiettato verso il non lontano Giappone e area fondamentale per la strategia militare americana.
Nel giugno del 1950, le forze nord coreane armate dai sovietici invasero il sud del paese.
Di fronte a quella che appariva una clamorosa conferma delle mire espansionistiche sovietiche, gli USA reagirono inviando in Corea un forte contingente militare mascherato sotto la bandiera dell’ONU.
Gli americani riuscirono a respingere i nord coreani e a oltrepassare addirittura il 38° parallelo.
A questo punto però, sentendosi minacciata, intervenne nel conflitto anche la Cina di Mao in difesa dei comunisti, inviando un massiccio corpo di “volontari”. Le forze comuniste riuscirono così a rientrare nuovamente nei territori del sud.
Le forze americane, sotto il comando del generale Mc Arthur, furono tentate di usare nuovamente la bomba atomica, ma per il timore di un conflitto mondiale nucleare non se ne fece nulla.
Nell’aprile del ’51 Truman accettò di aprire le trattative con la Corea del Nord. I negoziati si trascinarono a lungo concludendosi solo nel ’53 con il ritorno alla situazione precedente alla guerra ( confine lungo il 38° parallelo ).
Con la guerra di Corea, gli USA accrebbero la loro sensibilità verso le minacce espansionistiche sovietiche nel Pacifico e rafforzarono quindi i legami militari con i loro alleati asiatici ed europei.

 

La crisi di Cuba :

 

All’inizio del 1959, un movimento rivoluzionario guidato da Fidel Castro ed Ernesto “Che” Guevara, poneva fine alla dittatura di Fulgenico Batista, sostenuta dagli americani.
Il progetto di Castro si proponeva una politica di riforme di stampo popolare ma le ostilità dimostrate dagli USA nei confronti della rivoluzione, spinsero Cuba a stringere rapporti sempre più stretti con la lontana Russia.
Il I dicembre ’61 Cuba si dichiarò repubblica democratica socialista.
La Russia diventò il principale partner economico di Cuba e tutte le imprese dell’isola vennero nazionalizzate.
All’inizio del suo incarico, il presidente americano Kennedy tentò di soffocare il regime socialista cubano sia boicottandolo economicamente ( l’embargo contro Cuba è ancora in vigore )sia appoggiando i gruppi di esuli anti-castristi che tentarono nel 1961 di sbarcare nella “baia dei porci” per raggiungere l’Avana e rovesciare il regime castrista.
L’azione però fallì miseramente soprattutto grazie al mancato appoggio del popolo agli anti-rivoluzionari.
Nella tensione così creatasi, si inserì l’Urss che non solo offrì ai cubani assistenza economica e militare, ma iniziò l’installazione sull’isola di basi per il lancio di missili nucleari. Gli USA scoprirono ciò solo nel ’62 e Kennedy ordinò subito un blocco navale attorno a Cuba per impedire che navi russe raggiungessero l’isola.
Per sei terribili giorni ( 16-21 ottobre )il mondo fu nuovamente vicino ad un conflitto atomico ma alla fine il primo ministro russo Krusciov cedette e si accordò con Kennedy per il ritiro dei missili in cambio dell’impegno americano a non invadere l’isola.

 

Vietnam : “una sporca guerra”.

 

Una delle conseguenze della II guerra mondiale fu l’emancipazione dei popoli colonizzati. Gli anni fra il 1947 e il 1962, videro compiersi, spesso con violenti contrasti, la dissoluzione degli imperi coloniali di Gran Bretagna, Francia, Belgio e Olanda.
In particolare l’Indocina, dove movimento di liberazione guidato dal capo comunista Ho-Chi-Minh si oppose al ritorno della Francia dopo la fine della guerra, la lotta fu dura e sanguinosa.
Il conflitto che ne seguì si protrasse per otto anni ( ‘46-‘54 ) e alla fine la Francia dovette abbandonare le sue colonie in Asia.
L’Indocina venne smembrata tra gli stati di Laos, Cambogia e Vietnam.
Quest’ultimo venne ulteriormente diviso tra Vietnam del nord, retto da un regime comunista, e Vietnam del sud, governato da un regime dittatoriale sostenuto dagli USA.
Dopo il 1954 la situazione tra i due Vietnam si fece molto tesa.
Nel sud tra ’57 e ’59, si organizzò un movimento di guerriglia - i “Vietcong” - contro la dittatura, guerriglia che venne appoggiata dal governo comunista del nord ( e quindi anche da URSS e Cina ).
Ne nacque una sanguinosa guerra civile in breve tempo complicata dall’intervento militare degli USA nel sud del paese.
Nonostante l’impiego di ingenti forze terrestri e aeree ( specialmente durante la presidenza Jhonson ), gli americani non riuscirono a risolvere il conflitto con la forza e la lotta si trascinò per anni, fino al 1974 quando, in seguito ad una grande offensiva lanciata dai nord vietnamiti, l’intero paese cadde nelle mani dei comunisti.
Il conflitto, che alla fine si risolse dunque con la sconfitta degli americani, aveva conosciuto, durante tutto il periodo del suo svolgimento, una fortissima opposizione da parte dell’opinione pubblica sia di sinistra che di destra.
I motivi della guerra, infatti, secondo l’opinione pubblica non erano sufficienti a spiegare gli altissimi costi economici ma soprattutto umani del conflitto. Senza contare poi che essa apparve a molti come una guerra ingiusta (“una sporca guerra”) perché contraria al diritto di auto determinazione dei popoli.

Gli uomini della coesistenza pacifica

 

Tre uomini, soprattutto, diedero consistenza alle prospettive di coesistenza pacifica tra i regimi di tipo borghese e di tipo comunista: il sovietico Kruscev, il neo presidente americano Kennedy e Giovanni XXIII papa dal 1958.
Nel 1953 Stalin era morto e con la sua morte iniziarono a dissolversi, pur tra numerose contraddizioni, quel clima cupo, quella rigidità burocratica, quella pesantezza ideologica che avevano connotato la politica del segretario generale del PCUS ( partito comunista russo ).
Nikita Kruscev impresse una vigorosa spinta alla politica di riapertura e delle riforme.
In quegli anni il Cremlino avviò una certa decentralizzazione delle decisioni economiche, privilegiò lo sviluppo dell’industria produttrice di beni di consumo rispetto a quella pesante.
In sostanza, Kruscev  volle interpretare il confronto tra i due blocchi soprattutto in chiave di competizione economica fra i due sistemi: la vittoria sarebbe andata a quella capace di assicurare al popolo il più alto grado di benessere e di giustizia sociale.
Kruscev ebbe anche il coraggio di denunciare al mondo intero, durante il XX congresso del PCUS del ’56 gli errori e i crimini commessi dal suo predecessore Stalin:” Compagni! Il culto della personalità ha causato la diffusione di principi errati nel lavoro del partito e nell’attività economica, ha portato alla violazione delle regole della democrazia interna al partito e dei soviet …,a deviazioni di ogni sorta che dissimulavano le lacune e coprivano la verità”.
Grazie a Kruscev il clima culturale in URSS si fece più vivace.

John Fitzgerald Kennedy, successore di Eisenhower, fu il più giovane presidente degli USA e  fu anche il primo cattolico a entrare alla Casa Bianca.
In politica interna, Kennedy avviò un forte incremento della spesa pubblica destinata in parte a programmi sociali, in parte alle esplorazioni spaziali e in parte alla reintegrazione raziale di quegli stati del sud che ancora praticavano forme di discriminazione contro i neri.
La politica estera di Kennedy fu caratterizzata da una linea ambivalente, da una parte vi fu un atteggiamento di apertura e disponibilità al confronto dialettico con l’URSS, dall’altra però rimase una ferrea intransigenza per quanto riguardava gli interessi americani nel mondo.
La questione di Cuba fu un chiaro esempio di questo nuovo clima che seppur teso si risolse col ritorno al dialogo.
Giovanni XXIII, papa dal 1958, ebbe il merito rinnovare l’atteggiamento sociale e la politica intrenazionale della chiesa e favorì, col Concilio Vaticano II, il riavvicinamento delle varie religioni che si richiamavano alla predicazione cristiana. Con l’enciclica “Pacem in terris” egli sostenne nel 1963 “l’imprescindibile necessità della pace per il cammino illuminato e costruttivo della civiltà umana”.

 

Il problema della Germania.

Quando la II guerra mondiale finì, la Germania era ridotta da un enorme campo di macerie.
I tedeschi erano come paralizzati dall’incubo del passato e dalle insicurezze del futuro, sarebbero stati i vincitori della guerra a decidere il loro futuro.
La volontà delle potenze vincitrici era di impedire alla Germania, una volta per sempre, di diventare nuovamente una forza politica ed economica che potesse trascinare il mondo in un'altra guerra mondiale.
Il primo compromesso cui esse arrivarono perciò fu di dividere la Germania in quattro zone occupate ed amministrate da americani, russi, inglesi e francesi.
L’URSS cominciò immediatamente a ricostruire la Germania secondo i suoi piani di “riparazione”.
Gli americani invece, cominciarono ad organizzare aiuti per la Germania secondo il piano Marshall, affinché questa potesse diventare l’avamposto USA contro l’Unione Sovietica.
Anche la Germania diventò quindi oggetto della guerra fredda e non ebbe né la forza né la possibilità di sottrarsi alla dominazione e alla concorrenza delle due superpotenze.
La vita quotidiana dei tedeschi era dominata dalla fame e dalla miseria, i soldi avevano perso qualsiasi valore ed i prezzi non si calcolavano più in marchi ma in sigarette americane.
Per rafforzare economicamente i territori tedeschi da loro controllati, americani, inglesi e francesi decisero di sorpresa di introdurvi una nuova moneta: il nuovo Marco.
Le potenze occidentali però non si erano accordate con l’amministrazione russa riguardo alla nuova valuta tedesca.
In risposta a ciò, i russi, nel luglio del ‘48(?), bloccarono ogni accesso alla parte occidentale di Berlino controllata dagli ex alleati.
Per dieci mesi gli occidentali organizzarono allora un ponte aereo per rifornire Berlino ovest di viveri e beni di prima necessità.
Alla fine i sovietici si arresero, ma avevano perso più di una battaglia: gli USA ora erano diventati i garanti della sicurezza mondiale mentre i sovietici cominciarono a perdere le simpatie internazionali nei loro confronti.
Il blocco di Berlino fu il colpo di grazia per chi sperava ancora nell’unità della Germania. Pochi mesi dopo la fine del blocco, furono creati due stati tedeschi: la Repubblica Federale (RFT) ad ovest e la Repubblica Democratica (DDR) ad est. La divisione era il prezzo che la Germania doveva pagare per aver scatenato la più grande guerra che l’umanità avesse mai visto.
Nel corso degli anni ’50 la Germania Ovest conobbe un fortissimo boom economico, mentre la parte orientale faceva molta fatica a riprendersi.
Per tutti gli anni ’50 quindi centinaia di migliaia di persone, specialmente giovani tecnici e laureati fuggirono dall’Est all’Ovest aumentando così le difficoltà economiche della DDR.
Nelle prime ore del 13 agosto del ’61, le unità armate della DDR interruppero tutti i collegamenti tra le due Berlino e costruirono un muro insuperabile che attraversava tutta la città.
Non solo a Berlino, ma in tutta la Germania, il confine diventò una trappola mortale. I soldati ricevettero l’ordine di sparare su tutti quelli che cercavano di attraversare il confine. Negli anni a venire quest’ultimo venne attrezzato con macchinari sempre più terrificanti: mine antiuomo, filo spinato con corrente ad alta tensione ed addirittura impianti che sparavano automaticamente su tutto ciò che si muoveva attorno a loro.
La costruzione del muro, che diventò ben presto il simbolo della guerra fredda, destò grande scalpore ovunque ma le reazioni del mondo politico tedesco ed internazionale furono molto strane.
La costruzione del muro dopotutto era vista come una soluzione brutta ma tutto sommato accettabile, vista la situazione creatasi a Berlino, che negli anni precedenti era diventata sempre più instabile e pericolosa.

 

Quell’anno 1989 fu un anno drammatico.

I cambiamenti democratici, le piccole rivoluzioni nell’ economia e nella politica in Polonia, in Ungheria e nell’URSS riempivano ogni giorno i giornali di tutta Europa, una notizia sensazionale dall’Europa dell’ est seguiva l’ altra, solo nella DDR il tempo sembrava essersi fermato. Visto che il tentativo di lasciare la DDR in direzione ovest equivaleva ancora ad un suicidio, la gente si inventò un’altra strada.
All’improvviso Praga, Varsavia e Budapest diventarono le città più amate da molta gente della DDR, ma non per la bellezza dei loro monumenti ma perchè qualcuno aveva capito che le ambasciate della Germania Federale in queste città, erano il territorio occidentale più facilmente accessibile.
Ma il colpo decisivo all’esistenza della DDR avveniva anche questa volta in un modo del tutto insolito e inaspettato.
L’ Ungheria, che era forse il paese più avanzato per quanto riguarda le riforme democratiche fece un passo che doveva portare in soli due mesi alla caduta del muro di Berlino.
Il 10 settembre aprì i suio confini con l’Austria.
Decine di migliaia di tedeschi dell’est erano già affluiti in Ungheria nei giorni precedenti in attesa di questo evento, e le immagini della gente che, ancora incredula e piangente, assisteva alla rimozione del filo spinato tra Ungheria e Austria fecvero il giro del mondo.
Il governo della DDR aveva disperatamente cercato di impedire questa dcisione, ma la prospettiva di una migliore collaborazione con l’ovest, era per gli ungheresi era più importante dellla solidarietà ideologica con la DDR.
Nell’ottobre del 1989 gli eventi nella DDR precipitarono. Sotto la pressione delle manifestazioni di massa e del flusso sempre crescente di persone che lasciavano il paese, molte amministrazioni comunali si sciolsero e furono sostituite da organi ai quali partecipavano per la prima volta anche gruppi di opposizione.
Quando la sera del 9 novembre un portavoce del governo della DDR annunciò una riforma molto ampia della legge sui viaggi all’estero, la gente di Berlino est la interpretò a modo suo: il muro doveva sparire. Migliaia di persone stavano all’est davanti al muro, ancora sorvegliato dai soldati, ma migliaia di persone stavano aspettando anche dall’altra parte del muro, all’ovest, con ansia e preoccupazione. Nell’incredibile confusione di quella notte, qualcuno ,e ancora oggi non si sa esattamente chi sia stato, aveva dato l’ordine ai soldati di ritirarsi e, tra lacrime ed abbracci, migliaia di persone dall’est e dall’ovest, scavalcando il muro, si inconravano per la prima volta dopo quarant’anni. Il muro era caduto ma esistevano ancora due stati tedeschi, due stati con sistemi economici e politici completamente diversi. Tutta l’organizzazione della vita pubblica era diversa. Adesso la libertà tanto a lungo desiderata c’era, mancava però il benessere e la gente dell’est non voleva più aspettare: infatti, dopo la caduta del muro il flusso dall’est all’ovest non diminuì, ma anzi aumentò. Dopo le prime elezioni nel marzo 1990 la DDR aveva  finalmente un governo democraticamente legittimato, ma la fiducia nel proprio stato stava scendendo a zero. Si diffondeva uno stato di quasi anarchia e l’economia stava crollando verticalmente. Nella DDR cominciò a regnare il caos. Dopo pochi mesi  la riunificazione non era più una possibilità, ma una necessità, era diventata l’unico  modo per fermare il degrado dell’est. Ma riunire due stati non è così facile e nel caso della Germania si doveva considerare  anche il fatto che la DDR faceva ancora parte di un sistema di sicurezza militare e  di un’alleanza con l’Unione Sovietica e che anche la Germania Federale a questo riguardo non poteva agire senza il consenso degli ex-alleati della Seconda Guerra Mondiale. Questo rendeva la riunificazione un problema non solo nazionale  ma internazionale e solo dopo trattative non facili tra USA, URSS, Francia e Gran Bretagna e dopo il “sì” definitivo di Gorbaciov, la strada per la  riunificazione era libera. Il 3 ottobre del 1990, i due stati non furono riuniti, ma uno dei due stati, cioè la DDR, si auto scioglieva e le regioni della DDR furono annesse  in blocco alla Repubblica Federale.
Nessun politico dell’ovest può reclamare alcun merito concreto per quanto riguarda gli eventi che portarono alla riunificazione. Gli unici politici che in un certo modo hanno contribuito a iniziare o ad accelerare il processo della riunificazione della Germania erano Gorbaciov, che con la sua politica ha reso possibile tutto quello che successe, e il governo dell’Ungheria, che nell’agosto dell’89 prese la coraggiosa decisione di aprire i confini con l’Austria e con ciò diede inizio a una valanga inarrestabile che portò in pochissimo tempo alla caduta del muro di Berlino.
“Oggi, nel 1997, la Germania è ancora molto lontana dall’essere un paese veramente unito. Era divisa per 40 anni, e non è del tutto escluso che passeranno altri 40 anni prima che le ultime ferite del passato siano chiuse e dimenticate.”

 

“Vento di cambiamenti” in URRS.

 

Il ventennio che va dal 1965 al 1985, in Unione Sovietica, fu un periodo di conservatorismo politico di "stagnazione", come dirà poi Michail Gorbaciov, vi era una situazione di totale immobilità. A partire da Breznev si erano tenuti orientamenti rigidamente conservatori, perchè c'era la convinzione che il sistema sovietico non fosse riformabile. La crisi dell'URSS  ed il suo indebolimento sulla scena internazionale erano  così evidenti che, il 12 marzo 1985, M.Gorbaciov fu nominato Segretario Generale del PCUS con il compito preciso di portare una ventata di rinnovamento al sistema. Pertanto, una volta insediatosi, sulla base di una situazione che richiedeva soluzioni immediate e radicali, decise che era necessario uno sforzo a livello nazionale: bisognava cambiare il regime di accumulo ed il metodo di controllo economico, si doveva raccogliere la sfida estera, liberare l'economia e la società dagli strascichi dello stalinismo,e del peso del sistema amministrativo istituito negli anni '30. La riforma doveva arrivare dall'alto. Il gruppo dirigente lanciò quindi tre parole d'ordine: GLASNOST (trasparenza); USKORENIE (accelerazione), appello ad un'accelerazione dello sviluppo economico; infine PERESTROJKA (ristrutturazione), che avrebbe portato alla destrutturazione ed alla trasformazione del sistema sovietico. I concetti che si nascondevano dietro le tre parole non erano nuovi; "quello che appare nuovissimo e inedito è però il tentativo di coniugare simultaneamente, per la prima volta all'interno dell'universo comunista, la perestrojka con la glasnost: ovvero il riformismo economico, che il primo dei due termini auspica e promette, con la liberalizzazione politica e civile alla quale il secondo più ambiguamente allude"(Bettiza). La rivoluzione di Gorbaciov cominciò da quella che, ancora oggi, rappresenta la maggiore acquisizione dall'epoca di Stalin, ovvero la libertà di espressione. Diventava perciò possibile avere ragione sul Partito, la cui parola cessava di essere verità assoluta. La censura centralizzata iniziò ad indebolirsi nel 1986, per ridurre il suo ruolo al controllo delle informazioni sui segreti di stato. A partire dal 1989 venne permessa anche la critica su Lenin. Questa trasparenza non aveva però portato a miglioramenti concreti delle condizioni di vita. Dal punto di vista economico gli anni della gestione Gorbaciov sono stati disastrosi, infatti il livello di vita dei sovietici è andato sempre peggiorando, togliendo credibilità agli occhi della popolazione alle numerose riforme economiche ed al nuovo dispositivo giuridico. La perestrojka sconvolse un'economia basata su coercizione e corruzione, inoltre la mancata creazione di istituzioni giuridiche affidabili che fossero in grado di garantire il diritto di proprietà e la stipulazione di contratti regolari, che assicurassero la soluzione di contenziosi e l'esecuzione delle decisioni, impedivano l'instaurazione del libero mercato. Nonostante la rottura con i meccanismi dell'economia pianificata degli anni '30, la "ristrutturazione" non seppe fornire nuove regole del gioco, nè proporre ai lavoratori nuove motivazioni.
I cambiamenti in politica estera attuati da M.Gorbaciov sono particolarmente interessanti. Nel suo "Perestrojka, il nuovo pensiero per il nostro paese e per il mondo", il Segretario teorizzava un nuovo pensiero considerando i tre mondi (capitalista, socialista e terzomondista) integrati ed interdipendenti tra di loro, nessuno poteva prevalere sull'altro con mezzi militari: "Nel mondo contemporaneo, interdipendente e sempre più omogeneo, è impossibile il progresso di una società isolata dai processi mondiali per chiusura di frontiere e per barriere ideologiche. Ciò riguarda tutte le società, comprese quelle socialiste."(Gorbaciov). Lo scopo della nuova politica estera era di ridurre la corsa agli armamenti, i cui costi erano diventati insostenibili per l'URSS, oltre che ottenere crediti da parte dell'Occidente finalizzati alla modernizzazione del paese. Furono quindi definite tre linee d'azione fondamentali: l'attenuazione della tensione Est-Ovest attraverso un disarmo negoziato con gli Stati Uniti e la risoluzione dei conflitti regionali; l'intensificazione degli scambi commerciali con l'estero; il riconoscimento dello status quo nel mondo intero senza più privilegiare gli stati marxisti-leninisti. Gorbaciov riuscì ad imporre la propria personalità sulla scena internazionale. La rinnovata politica estera dell'Unione Sovietica, indirizzata verso la pacificazione, fu sottolineata dal consenso accordato alla riunificazione della Germania ed alla posizione assunta durante la Guerra del Golfo.

 

L’URSS dopo il crollo del muro di Berlino.

 

I cambiamenti apportati dalla glasnost e dalla perestojka di M.Gorbaciov ebbero una grande influenza suirapporti tra l'URSS ed i suoi paesi satelliti. La volontà di confinare la "ristrutturazione" del sistema socialista esclusivamente all’interno delle Repubbliche Sovietiche si scontrò con forti problemi economici e soprattutto politici, determinati dall'incerto consenso popolare che reggeva i paesi comunisti dell'Europa Orientale. L'URSS dovette rivedere in maniera radicale i propri rapporti con i paesi dell'Est, che, a causa della crisi economica degli ultimi anni, erano diventati un peso per la sua economia. Questi cambiamenti superavano di gran lunga i piani della perestrojka. I sei paesi che componevano il blocco socialista (Polonia,  RDT, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria) assunsero posizioni differenti nei confronti delle riforme di Gorbaciov. Da un lato Polonia ed Ungheria dove governo e società erano determinati ad appoggiare il leader del Cremlino, sapendo che le riforme sarebbero andate ben oltre quelle tentate in Unione Sovietica. Dal lato opposto vi erano i governi di Cecoslovacchia, Romania, bulgaria e RDT, che senza il consenso popolare, avevano deciso di contrastare la perestrojka e tutte le eventuali riforme che potevano mettere in pericolo la stabilità del loro sistema socialista. Conseguentemente alle elezioni sovietiche del 1989 esplosero rivolte in quasi tutti i paesi del blocco comunista, infatti ora che la patria del socialismo si avviava a diventare un paese democratico, i regimi dittatoriali non avevano più ragion d'essere all'interno del blocco. A partire dal "crollo del muro di Berlino" le azioni di protesta nei paesi dell'Europa Orientale si moltiplicarono, accelerando il moto riformatore. In Cecoslovacchia un forte movimento di protesta guidato da Vàclav Havel, in seguito alle numerose manifestazioni, presentò un piano riformatore che il Partito  fu costretto a prendere in considerazione per cercare di salvare la situazione. Alla fine del dicembre del 1989 V.Havel diventò il presidente della Repubblica Cecoslovacca. A Bucarest la rivolta invece fu molto violenta e portò
alla fucilazione del leader N.Ceausescu e di sua moglie, mentre a Sofia il Presidente bulgaro T.Zikov era costretto a dare le dimissioni. La velocità degli avvenimenti superò ogni previsione e M.Gorbaciov perse ogni controllo delle riforme nell'Europa Orientale e perfino all'interno del "suo" paese.

 

LE TENSIONI TRA LE DUE SUPER POTENZE, UNITE CON LA DERIVANTE “SFIDA” ALLO SVILUPPO TECNOLOGICO, PORTARONO A UN TENTAVIO DI CONQUISTA DELLO SPAZIO PER L’AFFERMAZIONE DELLA SUPREMAZIA NEL MEDESIMO CAMPO, CULMINATO IL 13 LUGLIO 1969 CON LO SBARCO SULLA LUNA DA PARTE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA

 

Fonte: http://www.iisalessandrini.it/progetti/studenti/ariva/file/testo/storia/LAVORO%20MIO.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Parola chiave google : Guerra fredda date e riassunto tipo file : doc

 

Riassunto libro LA GUERRA FREDDA di Mario Del Pero

 

 

PREMESSE:

  • Con questo termine si intende la situazione di antagonismo geopolitico e competizione ideologica tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti venutasi a creare dopo la Seconda guerra mondiale (1945) fino al dissolvimento dell’URSS (1991).
  • Tale competizione ideologica tra il modello democratico liberale statunitense, con sistema economico capitalistico, e quello comunista autarchico dittatoriale sovietico scaturisce da un assetto internazionale di natura bipolare, diverso da quello precedente alla guerra di natura eurocentrico e multipolare. Delle nazioni uscite vincitrici dal conflitto, solo USA e URSS assunsero un ruolo di grandi potenze, con netto predominio economico e superiorità militare (possesso dell’arma nucleare) statunitense: il bipolarismo è dunque asimmetrico.
  • Entrambe le superpotenze vogliono consolidare la propria sicurezza nazionale e nel farlo tendono a ingenerare insicurezza e paura nella controparte.
  • USA: vuole evitare che una singola potenza (come l’URSS che già alla fine del conflitto estende la sua influenza nell’Europa orientale) possa assumere il controllo dell’Eurasia per attingere alle risorse presenti; vuole estendere la rete delle democrazie di libero mercato per rafforzare la propria sfera economica.
  • URSS: voleva garantito il sostegno dell’Europa orientale, per estendere la propria fascia difensiva attraverso una zona cuscinetto; non era favorevole alla rinascita della potenza tedesca (in accordo con gli USA in quanto Germania nemica comune); il leader Iosif Stalin voleva rafforzare l’URSS con il potenziamento del partito comunista nazionale e inoltre necessitava della collaborazione USA per ricevere prestiti e finanziamenti utili alla ricostruzione del paese.

 

EVENTI:

  • 1945 Il successore di Roosevelt, Truman non concede prestiti a Mosca, alimentando risentimento e diffidenza.
  • Agosto 1945 Conferenza di Potsdam sulla ricostruzione della Germania denazificata e neutrale, divisa in 4 zone d’occupazione (amministrate da Francia, Gran Bretagna, USA e URSS) con progetti punitivi abbandonati da parte dell’USA per evitare pericolosi rigurgiti tedeschi nazionalisti e antioccidentali, per un essenziale apporto tedesco alla ricostruzione economica europea e per evitare un vuoto di potere al centro d’Europa di facile influenza sovietica.
  • 1946 Stalin promuove la validità leninista della causa socialista, attraverso canali unilaterali rigidi e di chiusura verso cooperazioni con le potenze occidentali; di risposta alle affermazioni aggressive e minacciose sovietiche, Truman, su analisi di Kennan, funzionario dell’ambasciata americana a Mosca, decide di contrastare con fermezza e decisione l’URSS, mentre Churchill propone un’alleanza tra USA e Gran Bretagna contro l’espansionismo del regime totalitario, che è costretto a ritirare dall’Iran le proprie truppe (presenti congiuntamente a quelle USA nel corso del conflitto) abbandonando l’obiettivo di concessioni petrolifere e a rinunciare a territori della Turchia per il controllo sugli stretti dei Dardanelli.
  • 1947 la politica estera USA è finalizzata a contenere l’URSS entro la sua sfera d’influenza (politica del contenimento - “dottrina Truman”) intervenendo economicamente e militarmente in Europa con costi assai elevati: è il caso della guerra civile in Grecia e in Turchia, per contrastare ed evitare la vittoria del partito comunista.
  • 1948-1951 La politica del contenimento prevedeva un consolidamento economico e politico dei paesi europeo-occidentali (per gli USA, infatti, il comunismo in Europa scaturiva sia dall’azione sovversiva autoritaria e repressiva di Mosca che dalle difficoltà economiche dei paesi assoggettati): per facilitare la crescita economica e consolidare i regimi democratici, gli USA promuovono un piano di assistenza per l’Europa (Piano Marshall) presentato già nel 1947 e accettato da 16 nazioni europee.
  • 1947 Proposto calcolatamente anche all’URSS e ovviamente da questo rifiutato, il piano, denunciato in parte da Italia (comunque l’opinione pubblica generale concordava con la prospettiva di benessere del piano – infatti nelle elezioni del 1948 le forze comuniste subiscono una sconfitta rilevante) e Francia come strumento imperialistico per nuovi mercati per i beni USA, ha avuto la risposta sovietica della “dottrina dei due campi” di Zdanov, che postulava l’esistenza di due fronti contrapposti: quello imperialista capitalista USA e quello socialista e democratico URSS, di facile scontro anche in un eventuale conflitto.
  • 1947 Si istituisce l’organizzazione internazionale Cominform (differente dal Comintern sciolto nel 1943) che riuniva i partiti comunisti dell’URSS, dell’Europa orientale, dell’Italia della Francia contro i progetti americani in Europa occidentale e che permetteva un controllo maggiore di Mosca verso i partiti fratelli, con un’integrazione sovietica delle loro economie.
  • Eliminare gli avversari politici o rimuovere leader comunisti eccessivamente popolari e indipendenti da Mosca sono le mosse del potere centrale per la sovietizzazione: esempio è il colpo di stato a Praga (1948).
  • La defezione all’interno del blocco comunista è rappresentata già dal 1948 dalla Jugoslavia di Tito, che mantenendo un’equidistanza dalle due superpotenze, ottenne aiuti economici e militari USA.
  • Maggio 1949: successivamente al blocco delle zone occidentali di Berlino operato dall’URSS (i rifornimenti vengono forniti attraverso un ponte aereo dall’ovest) e alla conseguente intransigenza negoziale promossa dagli USA per porvi fine, nasce la Repubblica Federale Tedesca – zona più ricca per infrastrutture e materie prime (dopo la precedente unificazione delle zone d’occupazione di Francia G. Bretagna e USA). Pochi mesi dopo è la volta della Repubblica. Democratica Tedesca.
  • Aprile 1949 Si ratifica il patto dell’Alleanza Atlantica, tra 12 paesi (tra cui Francia G. Bretagna Italia e USA) in cui gli USA si impegnano nella difesa dell’Europa Occidentale da un’eventuale aggressione sovietica.
  • 1949 Primo test dell’esplosione della bomba atomica da parte dell’URSS.
  • 1949 Vittoria del partito comunista in Cina con Mao Tse-tung contro i nazionalisti guidati da Chiang Kai-shek (rifugiato poi sull’isola di Taiwan). Solo per l’occasione Stalin appoggia apertamente Mao, perché 1)sostenendo Mao fuori dalla sfera d’influenza sovietica temeva un intervento USA; 2)temeva che Mao diventasse un Tito asiatico indipendente; 3)per il potenziale attrito geopolitico tra Cina e URSS. Nasce la Repubblica popolare Cinese.
  • 1950 Patto tra Cina e URSS, che si impegnava a difendere la prima da un’eventuale aggressione giapponese.
  • La guerra fredda stava diventando più globale, spostandosi verso il continente asiatico.
  • 1950 Piano NSC-68 degli USA per un massiccio incremento militare del paese, motivato anche dalla Guerra di Corea.

 

 

  • 1950 GUERRA DI COREA. L’URSS appoggia la Corea del nord del comunista filosovietico Kim Il Sung per la conquista dello stato del sud autocratico e filoccidentale con a capo Singman Rhee oltre il 38° parallelo, che già in tempo di guerra divideva il controllo del territorio rispettivamente delle truppe URSS e USA (queste ultime poi ritirate gradualmente). L’appoggio di Stalin è motivato 1)per evitare che la Corea del Nord chieda aiuto alla Cina; 2)pensando che gli USA non sarebbero intervenuti.
  • Dopo la “perdita della Cina” gli USA, per salvaguardare l’opinione pubblica contro il comunismo, intervengono con truppe dell’ONU, per evitare anche un’espansione del comunismo in Asia.
  • Anche la Cina interviene a favore della Corea del Nord, anzi stanzia più dell’URSS (l’antagonismo tra i due aumenta).
  • 1951 Un accordo tra le parti riporta i confini degli stati sempre al 38° parallelo!!
  • 1951 Gli USA e il Giappone (ex-nemico) si accordano per far stanziare truppe americane sul territorio giapponese per difendere Taiwan da eventuali minacce cinesi.

 

  • 1951 I paesi membri dell’Alleanza Atlantica danno vita alla NATO. La globalizzazione del contenimento corrisponde a una crescente militarizzazione: gli aiuti USA all’industria europea sono orientati verso la produzione di materiale militare, anche per tranquillizzare psicologicamente gli alleati.
  • 1951 La Francia partecipa con Germania occidentale, Italia; Olanda, Belgio e Lussemburgo alla formazione della Comunità europea per il carbone e l’acciaio (CECA), consapevole che una collaborazione con la Germania avrebbe potuto facilitarle l’accesso alle sue risorse.
  • 1951 L’intensificazione della guerra fredda richiede una collaborazione militare anche della RFT contro l’azione dell’URSS e del blocco comunista.

L’idea del riarmo tedesco, dopo la sconfitta del regime nazista, non è accolta però positivamente soprattutto dalla Francia, che propone una Comunità economica di difesa (CED) in cui le divisioni militari dei sei paesi sarebbero state subordinate a un’autorità sopranazionale (tenendo sottocontrollo il riarmo tedesco); inizialmente non vista di buon occhio dagli alleati perché non disposti a rinunciare alla propria sovranità in ambito delicato come quello militare

  • Il processo di integrazione della Germania e il generale consolidamento dell’Europa occidentale mirava alla crescita economica, per raggiungere prosperità e benessere, necessari per frenare la diffusione del comunismo. Inoltre la creazione di un’Europa autonoma e federata poteva, secondo gli USA, essere un efficace contrappeso all’URSS, permettendo agli USA stessi una graduale riduzione dell’impegno militare sul continente europeo (per la Francia però la presenza militare USA era necessaria sia per contrastare l’URSS che per tenere sotto controllo la Germania: progetto CED affossato proprio dalla stessa Francia).
  • 1955 Ingresso della Germania occidentale nella NATO; gli alleati terminano l’occupazione militare del paese.
  • Di risposta, Mosca crea l’alleanza difensiva con stati comunisti dell’Europa orientale (Patto di Varsavia)
  • 1957 Trattati di Roma: istituzione Comunità economica europea (CEE) e Comunità europea per energia atomica (EURATOM) dei sei paesi della CECA, promuovendo liberalizzazione degli scambi tra i paesi membri.

 

  • 1952 USA: presidente Dwight Eisenhower conservatore moderato del partito repubblicano: approccio idealmente più aggressivo rispetto la politica del contenimento del suo predecessore, volendo liberare i paesi dell’Europa dell’est dal giogo sovietico. In pratica sarà simile a Truman. Vuole inoltre ridurre i costi militari per alleviare il crescente deficit del bilancio. Strategia della “rappresaglia massiccia”: dichiarazione dell’uso dell’arma nucleare anche in risposta offensiva sovietica di tipo convenzionale.
  • 1953 Dopo la morte di Stalin, lotta per la sua successione: Malenkov, primo ministro, vuole orientare parte dei finanziamenti militari ad altri settori dell’economia e per questo l’appoggio militare favorisce al potere Krusciov (1955). La politica estera è più flessibile sia verso i propri alleati con i quali vuole migliorare i rapporti, riavvicinandosi con la Jugoslavia (paesi satelliti: policentrismo) sia verso l’occidente, prestando attenzione anche ai paesi del Terzo Mondo (appoggio cause rivoluzionarie per comunque estendere la sua influenza).
  • 1954 Incontri a Berlino tra USA, URSS G. Bretagna e Francia per discutere sulla Germania (se debole: di facile preda sovietica; se forte: minaccia per gli altri paesi europei); a Ginevra per Corea e Indovina.
  • 1955 altre conferenze che concretamente non portarono a nulla ma simboleggiavano un rilassamento dell’antagonismo bipolare con la coesistenza pacifica, motivata anche dalla consapevolezza che l’eventuale uso dell’arma nucleare da entrambe le parti avrebbe annientato l’intero pianeta.
  • 1956 XX congresso del partito comunista: “discorso segreto” di Krusciov, in cui denuncia i crimini di Stalin, scioglie il Cominform, appoggia la coesistenza sì pacifica ma competitiva: progressi tecnologici bellici sovietici. Il dinamismo di Mosca stimola la reazione statunitense. La distensione piano piano svanisce.
  • 1956 La destalinizzazione promossa da Krusciov facilita in Polonia e Ungheria riforme per quietare proteste operaie. In Ungheria però Mosca interviene militarmente, reprimendo ancora una volta la volontà dei paesi allineati con l’URSS.
  • La decolonizzazione dei paesi in Africa e Asia vede gli USA interessati, per evitare che possa essere l’URSS ad accedere alle risorse disponibili: tramite la CIA, in Iran e Guatemala ribaltano i governi antistatunitensi, operando una nazionalizzazione dell’industria petrolifera e una riforma agraria per loro vantaggiosa.
  • Il Medio Oriente diventa il nuovo teatro della guerra fredda.

Il sostegno USA verso il nuovo stato d’Israele (14 maggio 1948) è motivato da interessi elettorali (all’interno del partito democratico) oltre che da spinte umanitarie: inimicizia verso il mondo arabo.

  • 1956 Mentre con Turchia, Iran e Iraq ci furono accordi statunitensi, con l’Egitto di Nasser sorgono problemi.

Il paese mediorientale vuole trarre vantaggio dall’antagonismo delle superpotenze: riceve finanziamenti anglo-americani per la costruzione della diga di Assuan e armi dall’URSS (per il tramite della Cecoslovacchia).

Per l’accordo con Mosca, gli USA cancellano i finanziamenti e per rappresaglia Nasser nazionalizza il controllo del canale di Suez, ancora amministrato dai britannici.

G. Bretagna, Francia e Israele attaccano l’Egitto, creando perplessità sia agli USA che non si schierano per evitare inclinazioni ulteriori col mondo arabo, sia all’URSS che minaccia i paesi europei dell’uso nucleare, con conseguente ritiro delle truppe stesse.

  • Era chiaro che gli USA erano gli eredi dell’imperialismo europeo: in Libia e Giordania gli aiuti statunitensi avevano il doppio intento di allontanare il comunismo e il nazionalismo arabo.

 

  • 1960 Dopo la polemica del Missile gap usata contro Eisenhower dall’entrante presidente democratico John F. Kennedy e contro l’avversario Nixon, riguardante il possesso sovietico di missili intercontinentali e la conseguente sicurezza americana sacrificata in nome degli imperativi di bilancio, inizia la dottrina della “risposta flessibile”: il potenziamento delle capacità nucleari USA.

 

  • 1958 Dissidi tra Cina e URSS per avversione cinese della distensione URSS verso l’occidente e per perplessità russa a fornire alla Cina assistenza militare data la sua crescente influenza sui paesi del Terzo Mondo, presentandosi come potenza competitiva.
  • 1958 La Cina comunista attacca la Cina nazionalista di Taiwan, senza autorizzazioni da Mosca. Gli USA sono pronti ad intervenire, ma la crisi si attenua gradualmente.
  • 1961 URSS con l’India nella disputa territoriale con la Cina.
  • 1963 Primo test atomico cinese.
  • 1958-1966 Dissidi anche nell’alleanza occidentale, tra Francia (che nel ’66 esce dal Patto Atlantico) e USA soprattutto sulla eventuale dotazione atomica della RFT (più auspicabile per Eisenhower, sfavorevole Kennedy). De Grulle vuole sviluppare un proprio arsenale nucleare non coadiuvato dagli USA.
  • Agosto 1961 Si erge il muro di Berlino da parte del governo tedesco-orientale, per evitare esodi nella RFT e per evitare la prospettiva di una Germania unita e nucleare. E’ il simbolo della guerra fredda e della divisione del continente europeo.
  • Agosto 1963 Accordo USA e URSS per divieto esperimenti nucleari nell’atmosfera (di comune accordo impedivano dotazioni atomiche Cina e RFT; accettazione URSS della presenza USA in Europa – per contenere potere RFT – e accettazione USA della divisione Germania). L’equilibrio raggiunto in Europa si basa sulla duplice azione USA di contenimento: URSS e nazionalismo tedesco (globalizzazione del contenimento).

 

  • 1959-1963 CRISI di CUBA Nel ’59 La dittatura di Batista viene rovesciata da Fidel Castro, appoggiato dall’URSS. Nel ’61 la Cia addestra cubani anticastristi per assoggettare l’Isola: sconfitta americana nella Baia dei Porci. Sempre nel ’61 l’URSS dispiega missili nucleari a Cuba. L’America li scopre e opta per un blocco navale dell’isola (incomincia tra l’altro l’embargo). Krusciov, criticato poi da Cuba e Cina, ritira i missili in cambio di promessa USA a non intervenire militarmente a Cuba.

 

  • 1963 Inizia la GUERRA DEL VIETHNAM Gli USA subentrano al posto dei francesi nel controllo della parte sud (filoamericano) del paese, diviso nel ’54 con gli accordi di Ginevra che separavano il territorio all’altezza del 17° parallelo. Approfittando del disordine interno del sud avvenuto dopo il colpo di stato nel ‘63, il nord comunista, appoggiato da URSS e soprattutto da Cina, consolidava sempre più il regime di Ho Chi Minh.
  • Kennedy, per paura di accuse di debolezza nei confronti del comunismo (come nel ’49 per la Cina il suo predecessore) e il successore Johnson (dopo l’assassinio di K.) avanzano l’intervento militare. si temeva che la prossima costituzione di uno stato unitario (previsto dagli accordi di Ginevra) fosse comandato dal comunismo.
  • L’impegno militare (bombardamenti aerei e combattimenti via terra) diventerà sempre più massiccio: sarebbe stato comunque un dispendio inutile che durerà fino al 1973, quando con l’accordo di Parigi si pone fine all’intervento USA, ritiro truppe USA e nordvietnamite in Laos e Cambogia (che furono attraversate nel 1970), divisione entro il 17° parallelo. L’impegno militare americano è contro l’opinione pubblica che vede (nel ‘68) proteste per morti inutili, oltre a un processo inflazionistico nel sistema finanziario.
  • 1975 Il Viethnam del nord viola gli accordi di Parigi e riprende l’offensiva, riunificando, sotto la bandiera comunista l’intero Viethnam: Saigon sotto la città Hanoi.
  • Termina un conflitto costato 58.000 morti USA e 3.000.000 tra civili e combattenti vietnamiti.
  • 1978 Il Viethnam, appoggiato dall’URSS invade la Cambogia, sostenuta dalla Cina, contro il folle e sanguinario regime dei Khmer rossi di Pol Pot.

 

 

  • 1964 Cade Krusciov incolpato delle divisioni interne del partito, a causa della politica di destalinizzazione e di sostegno al policentrismo, nonché per il dissidio con la Cina. La guida URSS è di un triunvirato che vede la figura di spicco di Breznev: 1) politica interna repressiva: “Dottrina Breznev” che prevedeva l’intervento sovietico nei paesi del blocco comunista se minacciati da forze rivoluzionarie e filoccidentale; 2) politica internazionale ridimensionata nei paesi del Terzo Mondo; 3) vano tentativo di riavvicinamento con la Cina.
  • Crescita impressionante dell’arsenale nucleare sovietico.
  • 1968 Dopo il programma riformatore di Dubcek in Cecoslovacchia (primavera di Praga) vi è l’intervento repressivo militare sovietico.
  • Questo avvenimento recò antipatia verso il partito comunista da parte di Italia e Francia. Inoltre avvicinò la Romania all’occidente.

 

 

  • 1972 Le tensioni con la Cina e l’economia sovietica in rilento porta alla seconda distensione nei rapporti con l’Occidente.
  • Emergere nell’assetto mondiale nuove potenze: Cina, Giappone e CEE.
  • 1972 Nixon, nuovo presidente USA, è in Cina: l’avvicinamento delle due potenze avrebbe ridimensionato l’URSS e dato speranze di compromessi nella guerra del Viethnam.
  • Maggio 1972 Trattato SALT 1: accordo sulla diminuzione agli armamenti, disciplinando la competizione nucleare delle superpotenze (nel ’69 l’ABM – sistema difensivo contro missili nucleari sovietici – rendeva sempre più costosa la corsa agli armamenti) che aveva raggiunto costi spropositati. Inoltre sul tavolo delle trattative la faccenda Viethnam.
  • 1972 Accordo commerciale, che permette a Mosca di comprare grano dagli USA.
  • Giugno 1973 Breznev si reca a Washington.
  • 1974 Nixon si reca a Mosca; poi il nuovo presidente Ford incontra Breznev.
  • Agosto 1975 Accordi di Helsinki: accettazione formale da parte di 35 stati degli assetti territoriali della Seconda Guerra Mondiale, ossia inviolabilità dei confini tra gli stati.

 

 

  • Prima metà anni ’70 crisi economica americana, accompagnata dalle proteste contro la guerra del Viethnam e per ottenere diritti sociali e civili.
  • La distensione è in crisi, per nuove influenze in Medio Oriente e in Africa.
  • 1973 Gli USA sostengono il golpe in Cile di Pinochet che rovesciò il governo socialista di Allende.
  • Fine ’71 Tensioni tra India (appoggiata dall’URSS) e Pakistan (appoggiato da USA e Cina) per il controllo della regione orientale del Pakistan (futuro Bangladesh)
  • 1973 Offensiva militare di Siria ed Egitto contro Israele che nel ’67 aveva allargato i confini contro Egitto, Giordania e Siria.
  • 1974 Mozambico e Angola indipendenti dal Portogallo. In Angola guerra civile fino al ’76, che vede l’accordo URSS e le forze comuniste angolane vincitrici (appoggiate anche da Cuba) su quelle ostili appoggiate USA e Sud Africa.
  • 1977 Cuba e Angola entrano nello Zaire, con ricche risorse.
  • 1977 URSS sostiene l’Etiopia (inviando sempre truppe cubane) contro la Somalia.
  • 1978 Mosca si irrita vedendo l’alleato Egitto (al quale promuove un traffico d’armi per ottenere profitti e per consolidare l’influenza sovietica nel Medio Oriente) di Sadat, successore di Nasser, avvicinarsi agli USA, che promosse un accordo tra arabi e Israele a Camp David.
  • Il congresso americano limita il potere del presidente di entrare i guerra (come per il Viethnam) senza il suo consenso. L’intervento del congresso anche in altre questioni commerciali inclinano i rapporti USA e URSS.
  • 1976 Jimmy Carter alla presidenza: importanza dei diritti umani e accelerazione controllo degli armamenti, con ammodernamenti di arsenali nucleari.
  • 1979 Trattato SALT 2: accordo limitazioni armamenti vantaggioso per Washington, ma bloccato su spinte della destra conservatrice repubblicana.
  • 1979 Intervento militare sovietico in Afghanistan per rimuovere l’insurrezione islamica (che poteva mettere in repentaglio altri paesi della sfera comunista, perdendo però la possibilità di sfruttare l’antiamericanismo) e i componenti meno controllabili del movimento comunista afgano. Careter risponde sostenendo gruppi anticomunisti afgani, con l’embargo sulla vendita di grano all’URSS e interrompendo trasferimenti tecnologici.
  • 1979 In Iran vi è l’avvento di un regime islamico: perdita di un alleato statunitense in Medio Oriente
  • La destra repubblicana osteggia la scelta di Carter di voler aiutare il governo marxista (regime sandinista)in Nicaragua, per evitare un avvicinamento a Cuba e all’URSS del paese. Regan sosterrà infatti militarmente finanziariamente il movimento somoziosta dei contras.
  • 1980 vince il repubblicano Regan: ritorno a un antagonismo conflittuale. ”Dottrina Regan”: 1) sostegno alle forze anticomuniste nel Terzo Mondo (Angola, Afghanistan e Cambogia) attraverso canali clandestini, con missione di difesa del mondo libero! 2) Investimenti nel riarmo, con conseguente crisi nell’80-81 per deficit federale.
  • USA schierati con il governo autoritario del Salvador (preferibile comunque al totalitarismo sovietico).
  • 1983 Stanziamento su territorio europeo di missili USA nucleari (come già deciso in NATO nel 1979) con proteste della sinistra europea e comunque in risposta di un dispiegamento di missili URSS in Europa negli anni ’70.
  • 1983 Intenzione USA di dotarsi di un sistema di difesa strategica, violando l’accordo Salt sui sistemi difensivi ABM e creando dubbi agli alleati europei sulla credibilità dell’impegno di difesa verso l’Europa, una volta avuto un’impugnabile sistema di sicurezza.

 

  • 1980 In Polonia nasce in sindacato indipendente, appoggiato dalla Chiesa. Nonostante l’URSS fosse minacciata dalla perdita del regime rosso polacco o addirittura dall’uscita della Polonia dal blocco sovietico, non interviene con le armi, ma con la forza di un colpo di stato.
  • 1982 Regan propone il trattato START, ripartendo da zero il processo negoziale.
  • 1983 URSS abbatte per errore un aereo civile sud coreano, che aveva violato lo spazio aereo URSS. Reazioni indignate occidentali.

 

  • Gorbaciov entra sulla scena sovietica, volendo rafforzare la posizione internazionale URSS. Per far ciò capisce che è necessario fare concessioni senza precedenti: sospensione dispiegamenti nuovi missili in Europa, moratoria unilaterale di esperimenti nucleari. Inizialmente viste da Regan con diffidenza, l’opinione pubblica le considerò di buon occhio.
  • Dicembre 1987 Trattato INF, con rimozione di missili a media gettata presenti in Europa (“opzione zero”). Tale decisione fu criticata per l’impegno finanziario di alcuni paesi interessati allo stanziamento missilistico.
  • 1988 riduzione sovietica di armi nell’Europa orientale; ritiro truppe dall’Afghanistan.
  • 1989 dopo i primi due vani incontri (85 e ’86) tra Regan e Gorbaciov, Regan si recò a Mosca: da una logica competitiva si passò a una strategia di sicurezza collettiva, attraverso la collaborazione.
  • La politica repressiva finora usata dal controllo centrale di Mosca verso i paesi satelliti, portò un malcontento popolare di indubbie simpatie occidentali. Gorbaciov si impegnò in un programma di riforme interne, lasciando maggior autonomia agli stati stessi.
  • 1989 Polonia e Ungheria sono le prime a creare una spaccatura all’interno del blocco comunista. Dall’apertura delle frontiere ungheresi con l’Austria, si verificò il passaggio di migliaia di persone dalla RDC alla RFT col conseguente abbattimento del muro (9novembre). Le settimane successive è la volta di Bulgaria, Cecoslovacchia (multipartitismo e democrazia) e Romania (rovesciamento dittatura con colpo di stato).
  • 1990 Germania unificata: soluzione accettata da Mosca perché beneficiaria di aiuti economici tedeschi.
  • 1990 Iraqdi Saddam Husseininvade il Kuwait
  • 1991 liberazione del Kuwait per intervento nel Golfo Persico dell’Onu. URSS e USA schierati dalla stessa parte per la prima volta.
  • Gorbaciov, criticato per riforme interne (riduzione apparato militare, liberalizzazione politica ed economica che conseguirono all’indipendenza di Lituania, Etnia e Lettonia) e per il crollo del prestigio internazionale dello stato sovietico subì un colpo di stato, la cui azione si spense grazie al nuovo presidente.
  • 1991L’URSS si scioglie al posto della comunità di Stati indipendenti (CSI)

 

CONCLUSIONI: 

  • La caduta di Gorbaciov fece mancare un interlocutore cruciale, portando l’ex Unione Sovietica in una fase transitoria e a volte deteriorata con l’Occidente.
  • Il modello democratico liberale, sconfitto il suo rivale, è destinato a universalizzarsi, con potenza incontrastata degli USA, paragonati alle subordinazioni militari ed economiche di Giappone, Cina, Europa e Russia.
  • La sfiducia nell’Onu negli interventi poco fermi in Somalia e ex-Jugoslavia, ha riportato la Nato al centro della scena internazionale (contro i massacri in Bosnia accordo di Dayton nel 1995 e intervento militare contro i Serbi di Milosevic e a protezione del gli albanesi in Kosovo nel 1999).
  • La debolezza dell’Onu è stata sopraffatta dall’egemonia statunitense, il cui modello finanziario rischia di creare nuove forme di esclusioni e di marginalizzazione, alimentando ostilità e risentimenti (vedi attentato torri gemelle nel 2001).

 

 

 

 

Fonte:http://www.scicom.altervista.org/storia%20contemporanea/Ginsborg.doc

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