Preistoria mesolitico paleolitico

 


 

Preistoria mesolitico paleolitico

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

 

Le date della Preistoria
Definizione di preistoria 


Con il termine "preistoria" si indica generalmente tanto il periodo che va dalla comparsa dell'uomo sulla Terra sino all'invenzione della scrittura, quanto una vera e propria scienza. Questa, sulla base dello studio di reperti archeologici e di analisi chimiche, giunge a formulare delle ipotesi sulla nascita e sull'evoluzione delle culture umane più remote.
Questa definizione di preistoria presenta però dei problemi. È opportuno infatti chiedersi: quando è comparso per la prima volta l'uomo sulla Terra? La sua apparizione è avvenuta contemporaneamente in tutti i continenti o si deve pensare piuttosto che essa abbia avuto luogo in periodi differenti a seconda delle condizioni ambientali e climatiche delle varie regioni del mondo? E, infine, quali tappe evolutive si possono individuare nel corso del lungo periodo di tempo che ha portato alla formazione delle prime civiltà?


Preistoria o preistorie? 
Proprio ponendosi tali interrogativi, la storiografia più recente è giunta alla conclusione che sia più corretto parlare di preistorie, anziché di preistoria. Infatti non si può non tenere conto (a meno di non cadere in pesanti distorsioni cronologiche) del fatto che, per esempio, mentre in Africa le prime testimonianze umane risalgono a oltre 3 milioni di anni fa, in America la più antica presenza dell'uomo può essere collocata intorno a 30 000 anni fa. In Asia e in Europa l'uomo fece la sua comparsa 2 milioni e 700 000 anni fa. Questa datazione vale solo per la parte meridionale dei due continenti, mentre il settore a nord si popolò in epoche successive.
Analoghe considerazioni si possono formulare riguardo alla durata della preistoria nelle diverse aree geografiche della Terra: se in Africa, e in particolare in Egitto, il primo sistema di scrittura viene elaborato intorno al 3000 a.C., così come in Asia (Mesopotamia), nella valle dell'Indo e in Cina e  in altre zone quali le isole dell'Egeo, i primi testi scritti risalgono al 2000 a.C. In Italia, l'invenzione della scrittura avviene all'incirca nell'800 a.C. In America l'epoca preistorica si prolunga, salvo che in alcuni casi, fino alla conquista spagnola.
A partire dalla definizione di questi limiti, si può comunque tentare di tracciare un quadro cronologico complessivo che tenga conto delle dovute differenze esistenti tra un continente e l'altro.


La suddivisione di Thomsen 
A introdurre una prima suddivisione nell'epoca preistorica fu il norvegese Christian Jürgensen Thomsen (1788-1865), che nel 1812 ipotizzò la successione di tre periodi: l'età della pietra, l'età del bronzo e l'età del ferro.
Oggi questi nomi sono diventati tanto familiari da sembrarci banali, ma nel XIX secolo costituirono una specie di rivoluzione, dalla quale nacque il moderno concetto di preistoria: si cominciarono quindi a raggruppare i ritrovamenti a seconda dei materiali di cui erano fatti, e che erano in prevalenza, appunto, pietra, bronzo e ferro.
Gli archeologi hanno in seguito approfondito lo studio cronologico di Thomsen, e grazie allo studio dei reperti sono state formulate ulteriori suddivisioni. Alcune scoperte scientifiche, come quella della disgregazione del carbonio radioattivo o carbonio 14, hanno consentito di datare i ritrovamenti e di collocarli in grandi periodi che coprono ciascuno migliaia di anni. La preistoria si è rivelata così un arco di tempo estremamente vasto, un lungo e complesso percorso compiuto dall'uomo per giungere a quella che correntemente  viene chiamata, "civiltà".
Al paleolitico, o età della pietra antica, succede il mesolitico, l'età di mezzo, che va dal 10 000 al 6000 a.C., e quindi il neolitico, o epoca della pietra nuova, fra il 6000 e il 4000 a.C. A questo periodo succede l'eneolitico, o era della pietra e del bronzo, con cui si conclude convenzionalmente la preistoria.

 

Il Paleolitico

 

Il paleolitico inferiore 

Quando si parla di "comparsa dell'uomo sulla Terra" si intende fare riferimento alle prime testimonianze relative a un essere dotato di intelligenza e capace di creare manufatti in pietra.
I primi dati attestanti l'esistenza di un tale individuo risalgono a più di 3 milioni di anni fa e sono quindi collocabili al principio dell'era geologica neozoica, in una fase primordiale che si suole definire paleolitico inferiore.
La grande avventura umana ebbe inizio in Africa (Kenya, Etiopia), dove sono stati trovati i primi resti di Australopiteci, che possiamo considerare i diretti antenati dell'Homo habilis. A quest'ultimo si devono le più antiche forme di industrie su ciottolo, scoperte in Tanzania, nella gola di Olduvai (perciò identificate come cultura olduvana). Esse risalgono a circa 1 milione e 800 000 anni fa e consistono in choppers (ciottoli scheggiati su una sola faccia), che furono adottati anche dall'Homo erectus.

 

L'Homo erectus 

Questi, gradatamente, abbandonò i choppers per il bifacciale, uno strumento scheggiato su due facce, tipico di tre culture: abbevilliana, acheuleana e clactoniana. Il bifacciale veniva fabbricato percuotendo un nodulo di pietra (solitamente selce, pietra particolarmente dura e quindi più facile da sfaldare), che veniva scheggiato fino ad assumere la forma di una mandorla (amigdala). L'industria abbevilliana (da Abbeville, località francese in cui sono stati ritrovati i primi manufatti) utilizzava la pietra per percuotere il nodulo, mentre quella acheuleana (St. Acheul, in Francia) impiegava un rudimentale cesello di osso o di legno. Quella clactoniana (Clacton on Sea, in Inghilterra) percuoteva il nucleo litico su un'incudine.
L'Homo erectus imparò anche a produrre il fuoco (dopo essersi industriato per conservare quello che trovava in natura - prodotto per esempio da fulmini o per fenomeni di autocombustione - per molte migliaia di anni) un elemento che si rivelò essenziale per riscaldarsi, per cuocere la carne, per allontanare gli animali pericolosi dalle proprie dimore, per fare luce nel buio della notte e per lavorare le punte di legno. Dominando il fuoco, un fenomeno temuto dagli animali, l'uomo si pose al di sopra di tutti gli esseri viventi, manifestando una forma iniziale di autocoscienza. A questa significativa conquista si aggiunse l'altra, non meno importante, della elaborazione di un linguaggio per comunicare, con gesti e con voci, sensazioni e pensieri.

 

Il paleolitico medio 

 

Nel paleolitico medio la capacità linguistica si andò a mano a mano affinando fino a raggiungere forme più articolate e simboliche.
L'industria litica del paleolitico medio (200 000-35 000 anni fa) è quella mousteriana (Le Moustier, in Francia), attribuibile alla specie Homo sapiens neandertalensis. Nella cultura mousteriana si fusero le tecniche del precedente paleolitico, dando vita a manufatti più ritoccati: cuspidi, raschiatoi e punte. In questo periodo di fase interglaciale (tra le glaciazioni di Riss e di Würm), gli uomini sentirono la necessità di coprirsi con pelli più pesanti e inventarono degli strumenti di taglio più efficaci.
Durante il paleolitico inferiore, la dipendenza dell'uomo dall'ambiente era stata assoluta: egli raccoglieva i prodotti spontanei della terra (semi, radici, bacche) e andava a caccia di animali selvatici. Si era organizzato in gruppi familiari, continuamente in movimento alla ricerca di climi più temperati.
I suoi luoghi di abitazione erano state le caverne e le capanne rudimentali, generalmente situate vicino a un corso d'acqua. A un certo punto, nel paleolitico medio, la caccia, un'occupazione esclusivamente maschile (a differenza della raccolta, che coinvolgeva soprattutto donne e bambini), prese il sopravvento sulla raccolta, grazie all'uso di trappole e di armi più idonee alla cattura e all'uccisione di animali di grossa taglia (mammut e altri pachidermi).

 

La sepoltura 

Nell'evoluzione biologica e culturale dall'Homo habilis all'Homo sapiens, va evidenziata la nascita di un primordiale sentimento religioso, che si esprime attraverso la pratica della sepoltura.
I resti dei cadaveri di 100 000 anni fa (Homo neandertalensis), con il cranio protetto da lastre litiche, mostrano tracce di un culto dei morti. La testa di alcuni scheletri presenta il foro occipitale notevolmente ampliato, e si è pensato potesse essere segno di un rito cannibalico, frutto di una credenza animistica.
Infatti, come è stato dimostrato da studi effettuati su culture primitive attualmente esistenti, cibarsi del cervello e del midollo estratti dal corpo di un nemico o di una persona coraggiosa, significava acquistarne la forza.
La pratica di riti magici è attestata dal rinvenimento di ossa o di crani, che venivano diseppelliti dopo la decomposizione del cadavere e successivamente utilizzati come talismani.

 

Dai primi uomini all'uomo di oggi

 

I resti di ominidi più antichi, ritrovati in Africa orientale e nel sud-est asiatico, rappresentano esseri piccoli di statura e con un cervello assai poco sviluppato. Circa 2 milioni di anni fa comparve l'Homo habilis, più evoluto, capace di costruire rozzi utensili di pietra. Un milione di anni fa fece la sua comparsa l'Homo erectus, che dall'Africa e dall'Asia si diffuse dapprima in Europa, più tardi nel continente americano e infine in Australia. Questo tipo di uomo imparò a lavorare la pietra con maggior precisione, inoltre scoprì l'uso del fuoco e cominciò a cuocere il cibo. Dall'Homo erectus derivò 150 000 anni fa l'Homo di Neanderthal (dal nome della valle tedesca nella quale fu ritrovato).
Questo uomo sviluppò un tipo di vita superiore ai precedenti: cacciava i grandi animali, costruiva numerosi utensili, lavorava le pelli di animale, praticava la sepoltura.
Circa 40 000 anni fa l'Homo sapiens-sapiens, con capacità simili alle nostre, sostituì l'Homo di Neanderthal.

 

Il paleolitico superiore 

 

Il paleolitico superiore è compreso tra i 35 000 e i 10 000 anni fa, e corrisponde alla fine dell'era glaciale Würm. Durante questo periodo si succedono diverse culture, la cui caratteristica comune è la fabbricazione di lame, ottenute dalle schegge di pietra. Le principali sono: il perigordiano inferiore, che prende il nome dalla regione francese del Périgord, e va dal 35 000-30 000 al 28 000 a.C. Viene poi l'aurignaciano, dal nome della grotta di Aurignac, nella regione francese dell'Haute Garonne, databile fra il 28000 e il 23 000 a.C. Seguono il perigordiano superiore, che va dal 23 000 al 18 000 a.C.; il solutreano, da Soluté, Saone-et-Loire, fra il 18000 e il 14000 a.C.; infine il magdaleniano, dallagrotta di La Madelaine, in Dordogna, 14000-10000 a.C.
La cultura perigordiana (Périgord, Francia) produceva punte a coltello, bulini, grattatoi, punteruoli di avorio. Singolare è l'uso di costruire le capanne circolari poggiando la loro base su un "pavimento" di zanne di mammut. Analoga alla perigordiana è la cultura gravettiana (La Gravette di Byac, Francia), che interessò paesi come il Belgio, la Francia, la Spagna, l'Italia e persino la Russia, nella forma chiamata pavloviana.
La cultura aurignaciana (Aurignac, Francia) si distingue per la sua produzione artistica di statuette femminili di significato religioso, utilizzate dai cacciatori a scopo propiziatorio. Inoltre a questa cultura appartengono anche graffiti e pitture rinvenute nella grotta Romanelli e nelle grotte di Levanzo e di Altamira. In Asia, a Kara Kamar (Afghanistan) è stato portato alla luce un giacimento di manufatti della cultura aurignaciana, mentre testimonianze di culture affini, l'anteliana, l'atlitiana e la kebriana, sono stati scoperte in Israele e in Siria.
La cultura solutreana (Solutré, Francia) lavorava la selce scaldandola al fuoco e percuotendola poi su ambedue i lati. In questo modo otteneva punte a forma di foglie di alloro ritoccate sulle due facce. Alla cultura solutreana appena citata si attribuiscono anche i bassorilievi trovati nella grotta di Roc-de-Sers e di Forneau-di-Diable, in Francia.
La cultura magdaleniana (La Madeleine, Francia) si diffuse in tutta l'Europa centrale. La sua caratteristica principale è la produzione di strumenti in osso, fionde, lame lunghe e arpioni.
Esempi magdaleniani sono anche le pitture della grotta di Lascaux e di Altamira. Sono state inoltre ritrovate piccole sculture in osso, corno, pietra e avorio.

 

Altre culture del paleolitico superiore 

In Africa sorsero diverse culture collocabili nel paleolitico superiore: a nord, la cultura ateriana, libero-maurisiana e capsiana; al centro la cultura stillabayana, magosiana, haghisiana, eibiana e lupenbiana. In Cina, la grotta di Chou-Kou-Tien contiene tracce di culture del paleolitico superiore, così come la Siberia, con il suo giacimento di Maltà (nei pressi del lago Baikal). Persino il Giappone conobbe la lavorazione paleolitica della lama (in ossidiana) come attesta il giacimento dell'isola di Hokkaido.
L'arrivo dell'Homo sapiens in Oceania si può datare intorno a 40 000 anni fa. Ma i primi giacimenti litici del paleolitico superiore risalgono a 18 000 anni fa. Dal punto di vista culturale, in alcune zone questo periodo dura ancora.
Tutte le testimonianze artistiche del paleolitico superiore dimostrano che l'uomo raggiunse in questa fase la piena consapevolezza di sé, quale si esprime nelle raffigurazioni umane sulle pareti delle grotte o nelle sculture.
La mutata tecnica di sepoltura, con il cadavere deposto in posizione rannicchiata, coperto di ocra e sepolto con tutti i suoi ornamenti, è un'ulteriore prova dell'avvenuta maturazione di coscienza, che riflette un'organizzazione mentale maggiormente articolata.

 

Il Mesolitico

 

Il mesolitico 

Dal 10.000 al 6000 a.C., esauritasi l'ultima glaciazione, si ebbe un'epoca di transizione determinata dal passaggio a un clima più temperato. In seguito a questo cambiamento climatico si verificò un consistente mutamento della fauna e della flora, con la scomparsa di animali e di piante dai territori centrali e meridionali dell'Europa. L'uomo si trovò così a poter cacciare solo mammiferi di piccole dimensioni che fornivano quantità inferiori di carne. Questa fase di crisi dal paleolitico al neolitico, viene definita mesolitico. Essendo diminuito il numero di animali da cacciare, l'uomo si rivolse ai mari e imparò a pescare. L'industria litica del periodo consiste nella produzione di scuri, cuspidi e lame. Si costruiscono le prime imbarcazioni e slitte. Si verifica un declino dell'ispirazione anaturalista in arte, che acquista caratteri astratti e geometrici.
Si cominciano ad addomesticare alcuni animali, come il cane; si coltivano alcune piante. Queste pratiche portano a trasformare le abitudini dei nuclei familiari, che da nomadi diventano sedentari.

 

Le culture mesolitiche 

Le culture mesolitiche interessano non solo l'Europa, ma anche l'Africa settentrionale e l'Asia Minore.
Nella zona centrale dell'Europa si afferma la cultura aziliana (grotta di Mas-d'Azil, Francia), che presenta grattatoi, arpioni piatti fabbricati con le corna di cervo e coltellini leggermente incurvati. Analoghi manufatti in selce si ritrovano nella cultura sauveterriana.
A nord dell'Europa si forma la cultura maglemosiana, il cui tratto tipico è la costruzione di strumenti per la pesca (amo arcuato e nassa) e di canoe e imbarcazioni a remi costruite con la pelle degli animali. Nella regione della Danimarca, inoltre, si sviluppa contemporaneamente la cultura ertebölliana, dedita esclusivamente alla raccolta di molluschi oltre che alla caccia del cinghiale.
Altre culture del mesolitico sono la tardenoisiana, dell'Egeo, e la natufiana, del Medio Oriente. A quest'ultima si devono alcuni microliti e falci, testimonianza di una primitiva attività agricola.
La cultura di Gerico, infine, mostra un'evoluzione nella concezione della casa, che diventa più solida perché costruita con blocchi di pietra.

 

Il Neolitico

 

Il neolitico o nuova età della pietra 

Nella "nuova età della pietra" o neolitico, si affermarono i tratti essenziali dell'umanità. In questa fase, compresa tra il 6000 e il 4000 a.C., l'uomo non solo riuscì a determinare le condizioni del suo habitat naturale, coltivando la terra e allevando gli animali, ma imparò anche a organizzare la sua vita sociale, creando villaggi che, con il passar del tempo, si sarebbero ampliati.
Le prime piante coltivate furono cereali come orzo, grano e farro; ortaggi, leguminose quali piselli e lenticchie; l'ulivo, la vite e il lino (dal quale si ricavò la fibra). La capra e la pecora furono i primi animali a essere allevati; più tardi lo furono anche il maiale, il bue (nel 5500 a.C.) e infine anche l'asino.
In campo industriale si impose la tecnica della pietra levigata, utilizzata per la fabbricazione di asce, di mazze, di arnesi per zappare la terra e per incidere il legno, di grosse pietre per la macina. Accanto a questi nuovi strumenti vennero mantenuti quelli su scheggia del paleolitico e del mesolitico.
Le innovazioni più importanti del Neolitico furono la ceramica e la tessitura. La ceramica servì a creare vasi, piatti, ciotole e recipienti vari, utili soprattutto per la conservazione e il trasporto delle derrate alimentari. La tessitura, che era stata anticipata dalla tecnica dell'intreccio di giunchi per produrre cesti di vimini, nacque dalla necessità di sfruttare il vello degli ovini e le fibre di lino.
I progressi compiuti nell'agricoltura e nell'allevamento, favorirono lo stanziamento dei gruppi sociali in comunità sempre più ricche e diversificate. I villaggi constarono di capanne circolari costruite con le canne e il fango. Più tardi l'abitazione cambiò aspetto: su fondamenta formate da blocchi di pietra, vennero fissati mattoni di argilla, mentre il tetto rimase di canne. Le grotte divennero luoghi di culto e di sepoltura.

 

Le culture neolitiche in Europa 

Le culture neolitiche europee più importanti furono quella di Sesklo (Balcani) e di Starcevo-Körös (Polonia).
In tutta l'Europa occidentale e meridionale si affermò la cultura della ceramica impressa (incisioni con unghiate sulla pasta a scopo decorativo), che si diffuse successivamente in Africa.
L'area del Mediterraneo fu interessata anche dalla cultura della ceramica dipinta che utilizzò l'ocra e gli stampi per la colorazione. Nella zona della Svizzera e della Francia si formò invece la cultura palafitticola, caratterizzata dalla costruzione di abitazioni collocate sopra impalcature di legno nelle zone lacustri.
Non si può dimenticare ancora la cultura megalitica europea, della quale sono una testimonianza interessante i dolmen, lastre di pietra appoggiate su blocchi verticali che fungevano da camere sepolcrali. Ai dolmen furono sostituiti in seguito camere sepolcrali alle quali si accedeva attraverso un corridoio e tombe sormontate da una "falsa volta".
In Bretagna, il centro della cultura megalitica, sono state rinvenute, nel corso di alcuni scavi archeologici, un certo numero di pietre conficcate nel terreno e allineate in file lunghissime. Incerto è il significato di questi monumenti megalitici, detti menhir, che raggiungono altezze di decine e decine di metri e un peso di centinaia di tonnellate. Si pensa che siano stati steli commemorative o oggetti di un culto religioso. Famosi sono quelli di Carnac, in Africa, e di Stonehenge, in Inghilterra.

 

Prime società di tipo urbano 

Le prime culture fondate su una società di tipo urbano si costituirono a Gerico e a Çatal Hüyük. Gerico, uno dei centri della Palestina, era abitato da un discreto numero di famiglie di agricoltori dediti alla lavorazione della fertile terra bagnata dal fiume Giordano.
La città era circondata da una muraglia di pietra intervallata da diverse torri.
Çatal Hüyük, in Anatolia, aveva circa 8000 abitanti e, benché non fosse protetta da mura, era stata costruita in modo tale da garantire la possibilità di difesa da un eventuale attacco nemico: le case, infatti, erano unite le une alle altre ed erano aperte solo sul soffitto.
Entrambi i centri presentavano un notevole grado di complessità culturale che si esprimeva nel culto dei morti e nella venerazione della dea della fecondità; godevano inoltre di una certa ricchezza economica, dovuta al fiorente commercio di sale e di ossidiana. La gestione delle risorse economiche determinò probabilmente l'affermazione di una parte della società sul resto degli abitanti, provocando, come conseguenza, l'ascesa di un forte potere centrale.

 

Fonte: http://files.achillefolgieri.webnode.com/200000286-3f56740506/Preistoria.doc

autore del testo non indicato nel documento di origine del testo

 

 

Homo

 

La storia dell’Uomo inizia circa 50 Milioni di anni fa quando, in conseguenza della ultima orogenesi (Alpino-Himalayana), il lento innalzamento delle catene montuose via via provocò una deviazione della direzione dei venti (e delle piogge) che determinò un diradamento delle grandi foreste che ricoprivano gran parte del continente africano, il più adatto per temperatura, piovosità ed estensione allo sviluppo della vita arborea.


Di conseguenza i nostri antenati arboricoli (simili alle odierne Tupaie) si sono trovati nella necessità di abbandonare il rifugio dei rami e scendere al suolo, dove una serie di predatori (leone, serpente, aquila..) e di competitori (antilope, ratto,..) erano da milioni di anni meglio adattati all’ambiente terricolo.

 

Tra gli adattamenti alla vita arboricola alcuni erano negativi, come la dimensione ridotta (per non rompere i rami) ma altri positivi, come gli occhi più frontali (per valutare meglio le distanze del salto ma anche per quelle di un predatore), i “cinti” (cioè le anche e le spalle) più articolati e le dita prensili, magari con pollice opponibile) per consentire di mangiare in posizione seduta o eretta prendendo meglio il cibo e con una presa più salda sui rami.


Questa ultima caratteristica permetteva di avere le “mani” libere per fare (es. tenere) mentre le zampe (le gambe) camminavano (e il capo più alto permetteva di controllare meglio il predatore.


Ma la carta vincente fu l’abitudine alla vita di un gruppo ristretto, che obbligava all’esistenza di una serie di rapporti sociali che favorivano lo scambio delle nuove informazioni, cioè quello che apprendeva uno poi facilmente lo apprendevano tutti per “emulazione”.

Ma i progressi erano lenti: dopo decine di Milioni di anni gli Australopiteci (circa 3 M di anni fa) usavano appena semplici strumenti come pietre e bastoni mentre altri ominidi (fino a 500/300 mila anni fa), organismi classificati come Homo Habilis per i più antichi e Homo Erectus e Homo Ergaster  per quelli un poco più recenti lentamente arrivavano all’uso del fuoco e alla realizzazione di semplici strumenti ricavati rompendo ciottoli e imparando in qualche modo a scheggiarli per ottenere lame più taglienti.
La collocazione di tutti questi ominidi nel genere Homo è ancora controversa mentre certa è la “umanità” dell’Uomo di Neanderthal.

 


Un indicatore importante di valutazione è dato dalla capacità cranica, cioè dal volume del cervello che è rimasto inferiore a 0,5 l per milioni di anni negli ominidi mentre nei Neanderthal e nel Sapiens è di circa 1,4 l. In particolare si sono sviluppate le aree cerebrali della mano e soprattutto (almeno il 50% di volume cerebrale) le aree relative alla mimica facciale e particolarmente del linguaggio.
È stata proprio la possibilità (scarsa nei Neanderthal) è completa nei Sapiens (di cui facciamo parte) di scambiarsi informazioni dettagliate a voce che ha permesso un rapido sviluppo delle popolazioni: l’apprendimento in fatti non avveniva più solo per emulazione, cioè per imitazione contestuale ma poteva dipendere da una informazione data a voce anche dopo molto tempo da fatto originario.

 

 

In particolare un fenomeno, quello delle glaciazioni, ha avuto importanza per la diffusione delle popolazioni europee: le ultime glaciazioni, Donau, Gunz, Mindel, Riss, Wurm, (dal Danubio e dai suoi affluenti) sono avvenute negli ultimi milioni di anni per cause fondamentalmente astronomiche che determinavano un Inverno particolarmente lungo e rigido ed una Estate corta e non in grado di sciogliere completamente la neve caduta.
La coltre di neve rende bianco il terreno, l’albedo (la riflessione dei raggi solari) diviene massimo (oltre il 90% rispetto a meno del  50% degli altri terreni più o meno forestali) e quindi l’aria diviene ancora più fredda, con molte ricadute ambientali.
A Nord i ghiacci “scendono” venendo ad occupare valli sempre a quote più basse, a Sud la piovosità rende ricche di boschi zone che oggi sono desertiche e in generale abbassa il livello dei mari di parecchie decine di metri, creando numerosi
Di conseguenza la vita nell’Europa e Asia del Centro Nord era impossibile per uomini incapaci di gestire il fuoco, abitazioni e vesti adatte, conservazione del cibo, organizzazione sociale evoluta, tutte cose che solo uomini come i Neanderthal e i Sapiens potevano aver sviluppato.
Per questo mentre il popolamento delle zone oggi aride (Penisola Araba, Sahara..) è stato effetuato anche da Ominidi, nel Centro-Nord i resti sono solo di Homo e, in particolare, nell’ultimo periodo e seguenti il termine dell’ultima glaciazione europea (Wurm: 110000-12000 anni fa)

I Neanderthal erano massicci e in generale più robusti mentre i Sapiens sono più slanciati e sicuramente più in grado di articolare discorsi (ribadisco: fatto fondamentale!): sicuramente la scomparsa dei Neand. circa 30000 a. fa è dovuta alla competizione passiva (per il cibo) e attiva (guerre) con il più intelligente Sapiens.

 

Gli Utensili


primi Ominidi iniziarono la “pebble culture”, ovvero l’uso di ciottoli semplicemente scheggiati da una e poi due parti per semplice percussione su altre rocce, continua con l’uso di ciottoli scheggiati usando altri come “martello” (choppers) su un lato e poi su entrambi (i bifacciali), magari allungati a forma di mandorla (amigdala) per arrivare (Homo) alle schegge ottenute per percussione di frammenti non più di “sassi” ma di rocce particolari (selce, ossidiana) per creare punte di frecce, lame, ecc.
Il Paleolitico termina con il Neolitico, fase di ulteriore perfezionamento delle tecniche di scheggiatura che poi viene resa inutile dalla invenzione delle tecniche di estrazione e forgiatura prima del Rame (più semplice) e poi del Bronzo e del Ferro che in circa 5000 anni (orientativamente da 7-6000 A.C. a 2000-1000 A.C. hanno portato l’uomo dalla Preistoria (orientativamente terminata 10000 anni fa con l’introduzione delle prime tecniche agricole) alla Storia.

 

 

L’arte
Orientativamente meno 15000 anni fa qualcuno iniziò a creare forme di arte (arte rupestre) lasciando tracce delle proprie mani sulle pareti delle grotte  mentre circa 5000 anni più tardi le tracce divennero vere e proprie forme di pittura con carboncini e terre colorate che ritraevano gli animali della zona (Grotta di Lascaux  (F) o di Altamira (E). Altre tracce sono le incisioni su roccia  mentre tra le prime raffigurazioni “scultoree”, molto più antiche,  troviamo le “veneri paleolitiche”, ovvero raffigurazioni della femminilità e della maternità. (Venere di Villendorf, oltre 20000 a. fa).

 

 

Le sepolture
I primi rapporti documentati dell’Uomo con l’Aldilà… risalgono a oltre 30000 anni fa, (Uomo del Circeo, un cranio “Neanderthal” deposto in un cerchio di pietre..) mentre i Sapiens usavano già oltre 20000 a. fa sepolture più complicate, con corpi completi assieme a utensili o monili (vedi il “Giovane Principe ” di Finale Ligure).

 

 

L’uomo del Similaun

 

 

 

 

 

 

 

 


Il ritiro dei ghiacci circa 20 anni fa ha messo allo scoperto i reperto più interessante del Neolitico, l’Uomo del Similaun, un cacciatore che circa 5000 anni fa è morto su un passo alpino a quasi 3000 m di quota e che ha permesso di scoprire l’abbigliamento (mantello in stuoia, stivali in pelle imbottiti di paglia, gambali-pantaloni in cuoio, ascia
con punta in  rame, coltello con lama in selce, piccolo contenitore in betulla dove probabilmente conservava una brace per accendere il fuoco rapidamente, esca e acciarino, arco in legno di tasso (il migliore per l’uso) e, ahimè per lui, punta di freccia in selce conficcata sotto la spalla .

 

 

 

 

http://bellalavita.altervista.org/seconda/preistorico.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 


 

Preistoria mesolitico paleolitico

 

Sottotitolo
o DUBBI

IMMAGINE

Spiegazione del prof. scritta in nero,
suddivisa in paragrafi individuati dalle immagini trattate,
da integrarsi con le informazioni tratte dal libro scritte in blu.

L’ Arte Nella Preistoria

La preistoria è un periodo di oltre un milione di anni. Durante questo periodo l’ essere umano si è evoluto dal punto di vista biologico e ha fatto le prime scoperte e conquiste tecniche ( fuoco, lavorazione dei metalli, agricoltura, infine la scrittura 5000 anni fa). Da quando nasce la scrittura comincia la storia: un periodo più breve e successivo alla preistoria. Per convenzione gli studiosi hanno diviso la preistoria in vari periodi.

 

Paleolitico, età della pietra ( da Pàleos che significa antico e Litos che significa pietra). In questo periodo la vita degli uomini dipendeva dalla cattura degli animali che fornivano  loro cibo e “vestiti” per difendersi dal freddo. Si sfruttavano anche le ossa per le armi e il grasso. In questo periodo ci sono le prime raffigurazioni artistiche: piccole sculture,alcune pitture nelle grotte e sulle rocce.

 

Dopo il paleolitico c’è il Mesolitico periodo di transizione. Durante il mesolitico si verificò l’ ultima glaciazione in Mesopotamia e  nelle vallate del Nilo

 

Dopo il Mesolitico c’è il Neolitico età recente della pietra. In questo periodo l’ uomo impara a coltivare la terra . Con la nascita dell’ agricoltura tutte le forme di vita cambiano: gli uomini da nomadi si organizzano in villaggi stabili e nascono le prime religioni (Animismo) e si svolgono i primi riti rivolti a propiziare le forze della natura. Alcuni riti consistono nel sacrificare un animale e osservarne le viscere. In questo periodo, a causa della stabilità degli uomini, si sviluppa la prima forma di artigianato: vasi,tessuti,utensili.  Inizialmente questi artigiani erano principalmente donne. A quetso periodo risalgono le prime raffigurazioni geometriche il cui ripetersi da origine alle prime forme di decorazione. Molto spesso questi simboli geometrici hanno significati matematici, indicando il numero per esempio dei capi di bestiame.

 

Eneolitico o età del rame. Prima forma arcaica di metallurgia. Dall’ Egitto e dalla mesopotamia si estende poi anche all’ Europa.In questo periodo in  Egitto e in Mesopotamia termina la preistoria e in Europa si costruiscono i primi monumenti sacri (dolmen e menhir).

 

 

Età del bronzo. Anche questa inizia nella Mesopotamia e si espande poi in Europa. Si ottengo utensili più perfezionati ed efficaci.

 

 

Età del ferro. È la più raffinata fase di sviluppo della lavorazione dei metalli. Si possono realizzare aratri e asce e armi più resistenti.

 

Le prime manifestazioni artistiche risalgono alla preistoria  in particolare al paleolitico. Prime forme di arte: pitture rupestri sono le testimonianze più affascinanti e significative dell’ arte preistorica le più importanti sono quelle che sono state trovate in Francia e Spagna. In generale nelle caverne sono conservati graffiti i pitture in vari colori raffiguranti bisonti, tori, cavalli, renne, mammut, ecc. e più raramente abbiamo la rappresentazione di figure umane. Gli animali sono molto realistici e raffigurati in movimento : ,mentre corrono, quando attaccano altri animali, quando attraversano un fiume ecc. gli uomini vengono rappresentati in modo più schematico. Qualche volta questi “artisti” hanno sfruttato le irregolarità delle pareti per dare rilievo alle parti anatomiche dei soggetti  dipinti. I colori  sono ottenuti dal carbone o dal succo di certe erbe. I colori più presenti sono il nero, ocre-rosse, giallo. Da questi soggetti si capisce che la caccia era  la principale attività degli uomini paleolitici. La funzione delle pitture è probabilmente magico-religiosa legata alle cerimonie sacre per propiziare il successo delle battute di caccia. Erano usati anche per entusiasmare  gli uomini che dovevano andare a caccia ( lanciavano le frecce sulle pareti verso gli animali). Questa interpretazione è confermata dal fatto che sull’ animale dipinto sono stati trovati dei segni probabilmente causati dal lancio delle frecce. Le tecniche sono varie: graffito ottenuto con l’ incisione della roccia; pittura vera e propria eseguita inizialmente con le dita e in seguito con rudimentali pennelli o di legno o di piume.

 

Oltre la pittura troviamo la micro plastica (sculture di piccole dimensioni). Statuette in argilla, in osso, oggetti di  uso comune. Sono molto particolari le veneri  preistoriche: sono le figure femminili con grandi seni e ventri prominenti. Queste statue hanno un valore simbolico: simboli di fecondità per la sopravvivenza del gruppo. Per gli uomini della preistoria l’ artista era un personaggio  sacro: stregone sacerdote colui che dava forma ad esseri soprannaturali. Veniva visto come un  essere superiore. Partecipava al potere degli spiriti e delle divinità. Nella foto vediamo una venere che è stata ritrovata vicino Modena. Sono  altre circa 15-20 cm. Rappresentano la fertilità ed anche in questo caso è chiaro il loro significato propiziatorio . Queste statuette venivano sotterrate nei campi favorendo sia la fertilità del terreno, sia la procreazione e la disponibilità di cibo ovvero i bisogni primari.

 

Nelle grotte di Lascaux (15 000 a.C.) vediamo degli animali dipinti che rappresentano bisonti, tori e cavalli ma non abbiamo la presenza di figure umane ( né uomini, né donne) un esempio di pittura nelle grotte di Lascaux è questa figura. In  questa grotta il soggetto principale  sono i tori che sono rappresentati in questa sala di circa 5 m.

 

Nel periodo neolitico abbiamo l’inizio della pratica agricola e dell’ allevamento, questi due elementi sostituiscono la caccia e la raccolta occasionale dei prodotti. Di conseguenza iniziano a crearsi i primi insediamenti stabili. Le prime opere architettoniche sono  l’ architettura  megalitica e la costruzione di santuari e tombe ( dolmen e menhir) .  Questa tomba è formata dalla camera sepolcrale, da un corridoio d’accesso fiancheggiato da numerose pietre ( questa tomba ospitava diverse sepolture ). Si seppellivano solo gli uomini  più importanti.  

 

A Carnac c’è un famoso sito che ospita circa 3000 menhir allineati in file parallele. Alcuni di essi sono alti fino a 7 metri ed ogni elemento pesa circa 400 tonnellate; da questo si può dedurre che gli uomini avevano affinato una tecnica per sollevare tanto peso. L’ insieme di questi elementi lo possiamo definire un  enorme santuario e i viali di pietre conducono a un centro. Esiste una leggenda celtica che narra di un esercito in ritirata giunto in prossimità del mare  che, non trovando navi si cui imbarcarsi, decise di resistere al nemico; così ogni guerriero si trasformò in pietra  mantenendo lo schieramento di battaglia. Ovviamente questi menhir rappresentano gli uomini pietrificati .

 

A Barumini  in Sardegna c’è un villaggio che si ricorda con il nome di Su Nuraxi che è stato costruito nel 9 secolo a.C. ; in Sardegna ne esistono più di 700. Era formato da circa 200 capanne circolari tutte addossate al torrione difensivo più alto (nuraghe). Le costruzioni  erano fatte di rami e frasche e solo la base era in pietra. Il nuraghe, solamente il torrione centrale, era l’abitazione fortificata di un capo realizzata con grandi massi in pietra e all’ interno un vano  circolare coperto da una pseudo cupola. L’ organizzazione di questo sito ci fa pensare che fosse abitato da una popolazione già molto organizzata, con villaggi fortificati, pratica stabile dell’ agricoltura e conoscenza del bronzo. Tale conoscenza è testimoniata dai ritrovamenti di oggetti come statuette, armi, monili.

 

In altre parti del mondo come la Svezia, la Danimarca, la Gran Bretagna e alcune regioni della Francia, sono stati ritrovati Cromlech, costruzioni megalitiche di significato ancora oscuro. Si tratta di monoliti conficcati nel terreno in modo da delimitare particolari aree. Forse avevano un significato magico oppure erano luoghi di culto. Il meglio conservato è quello di Stonehenge (quello nella foto).

 

Fonte: http://clp10.altervista.org/101002_ArenaPreistoria.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

LA PREISTORIA

1- Storia della preistoria?
Preistoria: epoca in sui l’uomo non conosceva ancora la scrittura
Homo Sapiens Sapiens: unico essere vivente che manifestò nella preistoria tutte le caratteristiche dell’intelligenza umana.

Prima di lui: OMINIDI  = parenti più o meno stretti dell’uomo
> Australopitechi
> Homo
Scienze per lo studio della P.

  • Archeologia
  • Antropologia
  • Paleoantropologia
  • Paleontologia

(che si avvalgono di chimica, biologia, genetica, geologia) per interpretare i segni lasciati dagli ominidi e dall’uomo preistorico.
Le FONTI non sono testi scritti ma: pietre, metalli lavorati, tombe, ossa, forme di abitazione, resti di cibo, ceneri…

Periodi della P:
3 milioni di anni fa______________________________________________________________3000 anni fa
Evoluzione industria litica (lavorazione della pietra):

  • Paleolitico (dal 400 000 anni fa)
  • Mesolitico (dal 10 000 al 8000)
  • Neolitico    (dal 8000 al 3000)

Nel Paleolitico comparve Homo Sapiens Sapiens (100 000 anni fa)

 

2- I primi ominidi: gli Australopitechi


Primati = mammiferi che camminano su 2 piedi, vivono sulla terra o sugli alberi
I primati più antichi (ALTIATLASIUS) risalgono a circa 60 milioni di anni fa (estinti i dinosauri)
Poi OURANOPITECUS 10 milioni di anni fa. Non sono ominidi ma SCIMMIE.
Non sappiamo cosa accadde tra i 10 milioni e i 4 milioni di anni fa (non abbiamo fossili significativi), quando comparvero i primi ominidi.

Ominidi = primati che hanno presentato alcune caratteristiche umane
Di essi abbiamo documentazione fossile da 4,2 milioni di anni fa
Australopiteco vuol dire “scimmia del sud”, comparve in Africa.
Periodo dal 4,2 a 1,2 milioni di anni fa  Afarensis
Boisei
Africanus
-      assai piccoli

  • si cibavano di vegetali
  • stazione quasi eretta
  • vivevano in branco
  • impugnavano armi ma non le lavoravano
  • capacità cranica esigua (500 cc)
  • non attestano attività che dimostrino intelligenza consapevole (sono animali)

3- Gli ominidi “Homo”
Periodo da 2,5 milioni di anni fa.
Discendono da Australopitecus??? DUBBIO

  • Habilis (da 2,5 milioni, modificava rozzamente la pietra, creando i choppers)
  • Ergaster (da 1,7 milioni)
  • Erectus  (da 1,8 milioni, levigava la pietra, creando le amigdale)
  • Sapiens Neandertalensis (da 130 000 anni fa, convisse a lungo con Homo Sapiens Sapiens)

Non è possibile che derivino linearmente l’uno dall’altro.
Caratteristiche fisiche diversificate: volume del cranio e altezza.
Importantissima la lavorazione della pietra, che offriva numerosi vantaggi.

Homo Sapiens: uso del fuoco, caccia di piccoli animali, sepoltura dei morti, trasporto di pietre
La sua parentela con Homo S.S. è molto discussa (affinità fisiche)

 

4- La vita dell’Homo Sapiens Sapiens


Compare circa 100 000 anni fa, ma indizi copiosi da 40 000 anni fa.
- ricchissima varietà di industrie litiche
- vita comunitaria con cura dei componenti
- caccia con tecniche complesse
- pesca con armi
- capanne ben costruite
- riscaldavano l’acqua
- alimentazione carnivora ma raccolta dei frutti (donne)
Primi documenti dell’attività umana:

  • Produzione artistica: statuette (veneri) e pittura rupestre
  • Culti sacri
  • Culto della morte

Tutto ciò documenta in questi primi uomini l’esistenza del senso religioso.

 

5- Il passaggio dal Paleolitico al Neolitico


Intorno al 10 000: nuovo modo di lavorare la pietra levigandola per fabbricare strumenti
Mesolitico (10 000 – 8 000)

  • radicale mutamento di clima
  • aumento della temperatura terrestre e scioglimento dei ghiacci
  • innalzamento livello dei mari, sommersione distese di terre
  • formazione di isole
  • agibilità delle vaste pianure continentali

 

6- La svolta del Neolitico (8 000 - 3 000)


Si trasforma lo stile di vita:

 

  • domesticazione degli animali: allevamento di ovini, bovini, suini
  • domesticazione delle piante: agricoltura. Pare una intuizione delle donne!!
  • passaggio dalla vita nomade alla vita sedentaria
  • creazione di insediamenti stabili: villaggi, spesso in prossimità di corsi d’acqua
  • nasce una vera vita sociale
  • si trasformano gli edifici che assumono diverse funzioni
  • cambiano le tecniche edilizie
  • sviluppo della metallurgia: prima rame, poi bronzo (rame più stagno)
  • si creano arnesi più raffinati
  • il centro del villaggio è il luogo sacro destinato al culto della divinità e sede del sacerdote
  • le funzioni e le attività lavorative si differenziano
  • rivoluzione urbana: nasce la città, vicino ai corsi d’acqua. Nasce la città-stato
  • agricoltura idraulica

8- La scrittura e lo scriba
Intorno al 3000 in Mesopotamia sono attestati sistemi di scrittura.
La scrittura consentì di preservare e trasmettere le conoscenze tra generazioni. Agevolò le comunicazioni.

  • pittografica
  • ideografica
  • fonografica

Avvento della figura dello scriba, che divenne personaggio centrale nell’ambito delle prime città.

 

Fonte: http://www.visitandine.it/documenti/scalini/preistoria.doc

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

Preistoria mesolitico paleolitico

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Preistoria mesolitico paleolitico

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

 

Preistoria mesolitico paleolitico