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Teorie e Tecniche dei Test
STORIA DEI TEST

I test hanno origini antichissime e si sono sviluppati nel corso della storia x un bisogno principale: la necessità di classificare e distinguere; tra le tappe più significative ricordiamo:

  • Impero cinese (2200 a. C.): prime forme di “testing” che avevano lo scopo di selezionare persone adatte ad esercitare la funzione di “mandarino” nell’impero (= test impiegati x la selezione del personale, x vedere chi poteva svolgere o meno una certa funzione);
  • Ippocrate (460-470 a. C.): interesse per le differenze individuali e per la classificazione tipologica (quattro fluidi o umori);
  • Galton (1869 -1890): fu il primo a sistematizzare gli studi sulle differenze individuali analizzando sia gli aspetti fisici che quelli comportamentali (altezza, larghezza della testa, lunghezza del dito medio); allestì un laboratorio antropometrico per misurazioni psicofisiche.
  • Cattel (1890): tentativo di inferire abilità complesse a partire dalla misurazione di parametri semplici es. Tempi di reazione utilizzo per la prima volta dell’espressione “mental test”
  • Thurstone (1938): mise a punto un procedimento statistico, denominato analisi fattoriale: essa consiste in batterie multiple o multifattoriali che permettono di valutare la posizione di un soggetto in rapporto a diversi tratti specifici (come la comprensione verbale, l’abilità spaziale e la memoria associativa per rendere più complesso il costrutto teorico dell’intelligenza).
  • 20° Secolo: Si cercano di valutare in modo più specifico le abilità cognitive. Aumentando difatti le iscrizioni scolastiche, si hanno anche scolari provenienti da livelli socio-culturali bassi à si incrementano le cattive prestazioni scolastiche e si ricorre quindi ai test x capire l’intelligenza dei singoli individui e selezionare in tal modo le persone in base ai risultati ottenuti à va notato pertanto ke i test divengono impopolari xke il loro obiettivo di fondo è quello di discriminare le persone.
    Negli USA invece vennero utilizzati per gli immigrati e le reclute due tipi di test:
  • Army Alfa: test verbale destinato a selezionare reclute per compiti medi o difficili;
  • Army Beta: di tipo non verbale destinato agli illetterati o agli stranieri.

MISURA E COSTRUTTO

Come si è appena visto, in questo bisogno di classificare vengono ricercate (soprattutto a partire da Galton) anke le differenze individuali. A causa di qst vengono effettuate analisi antropometriche e/o psicofisiche x vedere certi aspetti (à si noti in particolare ke qst bisogno di misurare è connaturato all’esperienza umana in più discipline).
In particolare, con MISURARE si intende l’applicazione di una procedura per identificare elementi del mondo reale con elementi o costrutti di un sistema logico astratto (un modello), attraverso precise definizioni degli elementi basilari di esso (x es “sta piovigginando”, “sta piovendo”, “ è in corso un temporale” à sono tutte affermazioni con una dimensione
misurativa all’interno di un modello -meteorologia-).
X misura si intende il prodotto dell’applicazione di regole per classificare o assegnare dei numeri a degli oggetti, in modo tale che il numero rappresenti la quantità degli attributi o il grado in cui una qualità è presente. I tipi di misura ke vanno ricordati sono:

  • Misura oggettiva: una misura constatabile da tutti e, in sostanza, replicabile
  • Misura standardizzata: qnd è riferita a un sistema di misura


In particolare xo, è importante notare ke in psicologia, gli oggetti ke voglio misurare sono spesso dei costrutti à un costrutto psicologico è un’idea teoretica elaborata per
spiegare e organizzare alcuni aspetti delle conoscenze esistenti (definizione data dall’APA). Un es sono i tipi di ansia esistenti: l’ansia, in tal caso, rappresenta il costrutto generale, da cui si diramano poi costrutti più specifici (ansia di tratto, di stato..).
Quindi, x dirlo in altre parole, il costrutto è una “Categoria interpretativa della realtà, poiché rappresenta un tentativo di assegnare un significato a fenomeni di interesse teorico che assumiamo siano reali, in quanto esistenti al di là della nostra consapevolezza e interpretazione, e sottesi al comportamento osservabile” (= un costrutto è un’interpretazione della realtà, ke cerchiamo di misurare attraverso determinate caratteristiche e misure).
A causa di qst, va xo sottolineato ke realtà e costrutto devono essere tenuti su piani diversi: infatti, dal significato che attribuiamo alla proprietà psicologica di nostro interesse dipendono i nostri tentativi di misurare la proprietà stessa, perciò da un costrutto inadeguato derivano misure inadeguate à in sintesi, nessuna tecnica psicometrica può porre rimedio ai limiti della definizione astratta; a causa di qst, i test risultano a volte inadeguati: nn xke mal costruiti, ma xke i modelli o i costrutti risultano talvolta superati/nn attuali e da ciò, tutti i limiti ke ne conseguono. La psicologia risulta infatti una disciplina in continua evoluzione ed i test, quindi, si devono adeguare, in quanto strumenti atti a misurare determinati costrutti (ke sono per l'appunto in continuo cambiamento).

Le caratteristiche psicologiche non possono essere tutte osservate direttamente, per questo la misurazione si articola attraverso diverse fasi:

  • definizione teorica di un costrutto
  • scelta di indicatori comportamentali in grado di rilevare la presenza di una caratteristica o la classificazione psicologica
  • messa a punta di uno strumento che consenta di ottenere delle misure


Vediamo ora le relazioni esistenti tra costrutto e misura. Esse possono essere di 2 tipi:

  • Relazione Diretta: si definisce diretta la relazione tra costrutto e misura qnd nn ci sono costrutti mediatori tra il costrutto ed il relativo indicatore. X es:

AGGRESSIVITÀ (costrutto) à INDICATORI (calci, pugni, spingere..)

  • Relazione Indiretta: si definisce indiretta la relazione in cui tra costrutto e misura sono presenti uno o più costrutti mediatori. X es:

AGGRESSIVITÀ (costrutto) à EFFETTI EMOTIVI (costrutto mediatore) à INDICATORI (rabbia, tensione..).
Si noti ke tanto più gli indicatori sono lontani dal costrutto iniziale, tanto più potrebbe esser presente un possibile errore (= un costrutto mediatore ke nn funziona/nn è valido a causa di troppi passaggi intermedi).

La Misura in Psicologia

Storicamente, la misurazione in psicologia si è affermata attraverso i contributi provenienti dalla Psicologia Sperimentale, che ha favorito la costruzione e l’uso dei test come strumenti di misura delle differenze individuali (es. un dato empirico come il calore, viene trasformato nel costrutto “temperatura”, ovvero in una misura di calore -gradi-).
Attualmente, il modello di misura più frequentemente utilizzato è quello di una corrispondenza tra le risposte dei soggetti e la scala dei numeri naturali.
Si noti ke il TIPO e la SCALA di misura cambiano in funzione dell’area psicologica:

TIPO

  • Latenza: intervallo di tempo che intercorre fra lo stimolo ed il verificarsi di un evento
  • Frequenza: numero di volte ke si presenta un determinato evento
  • Durata: quantità di tempo in cui un certo comportamento/evento viene mantenuto
  • Intensità: in molti test psicologici la frequenza del comportamento viene assunta come indicatore di intensità. Es: test di intelligenza (chi risponde più correttamente alle domande, avrà un’intelligenza maggiore).

SCALA

  • Nominale: permette di classificare o categorizzare i soggetti in base a una o più caratteristiche comuni à le categorie sono quindi distinte ma nn ordinabili numericamente, xke nn hanno significato quantitativo (es. DSM IV)
  • Ordinale: consente di classificare e ordinare, sebbene le categorie nn abbiano valore numerico Es. campionato di calcio. (Stat. non param.)
  • Intervallare: prevedono una unità di misura e uno 0 relativo (= categorie distinte e ordinabili numericamente ma lo 0 è relativo xke nn indica l’assenza della caratteristica esaminata). Es. temperature, Q.I. (Stat. param.)
  • Rapporti (o Razionale): lo 0 non è arbitrario, ma indica una assenza reale delle proprietà. (Es. velocità, peso, TR) à si noti ke più ci si allontana dalla psicofisica e meno si ricorre a tale scala

 

Vediamo ora ke Scale Lickert. Sono delle scale utili per valutare il livello di presenza di una proprietà psicologica, e sono quindi scale di tipo ordinale. Il rispondente deve scegliere generalmente fra una serie di 5 o 7 opzioni di risposta (ad es. mai, raramente, alcune volte, abbastanza spesso, spesso /per nulla, poco, abbastanza, molto, moltissimo).

TEST DI PERSONALITÀ

 

Indicano tutti quegli strumenti che si propongono di misurare aspetti della personalità, distinti dalle abilità intellettive quali la motivazione, i sentimenti, i rapporti interpersonali etc. Si noti ke con questi test comincio a delinearsi una visione categoriale della realtà. Vediamone brevemente la storia:

  • Galton (1883) e Kraepelin (1895): misurarono la personalità attraverso il metodo delle libere associazioni: ai soggetti venivano presentate delle parole stimolo alle quali dovevano rispondere liberamente con la parola evocata dallo stimolo stesso; i tempi di risposta e di reazione servivano per tracciare un quadro di personalità dell’individuo (à si tentava quindi di inferire l’intangibile con misurazioni).
  • Woodworth (1919): mise a punto il primo vero test di personalità: il Personal Data Sheet per identificare i soggetti con disturbi nevrotici dell’esercito statunitense.
  • Rorschach (1921): fu il primo ad utilizzare uno stimolo neutro “le macchie di inchiostro”; attraverso l’interpretazione di tali macchie i pazienti rivelavano conflitti e problemi inconsci di tipo affettivo – emotivo (à si noti ke i test proiettivi come questo necessitano di una particolare teoria di  riferimento).
  • Hathaway e Mckinley (1940): istituirono il Minnesota Multiphasic Personality Inventory per rilevare la tendenza all’ipocondria, alla depressione, alla paranoia, alla schizofrenia, all’introversione etc.

Tuttavia, è importante sottolineare il fatto ke ogni test ha sempre insiti al suo interno degli errori. Si fa infatti presente ke il test è uno strumento di comunicazione (e x qst risulta necessaria l’alleanza terapeutica tra paziente e terapeuta), e dunque può risultare affetto da tutti gli errori di cui è affetta la comunicazione umana.
Tra le più rilevanti fonti di errore ke è possibile eliminare dai test (xke precedentemente studiate) si ricordano:

  • Effetto alone: valuta un tratto di un individuo generalizzando il carattere positivo o negativo di un altro tratto emergente (Thorndike, 1920);
  • Teorie implicite di personalità: a partire da alcune informazioni su tratti fisici o di personalità di un soggetto, se  ne riferiscono anche altri; x es se è sicuro e deciso nn sarà paranoico..
  • Caratteristiche del valutatore: favoriscono o meno l’organizzazione selettiva e l’interpretazione personale di ciò che viene rilevato;
  • Stereotipi culturali e sociali: opinioni precostituite su una classe di individui (giudizi condivisi da grandi masse di persone) Tajfel, 1981;
  • Equazione personale: errori di osservazione e valutazione dovuti ad una interazione significativa fra le caratteristiche personali dell’esaminatore e dell’esaminato;
  • Fenomeni proiettivi: tendenza più o meno consapevole ad attribuire ad un’altra persona disposizioni, sentimenti e pensieri propri.

 

Infine, è possibile classificare gli strumenti di misura in base al fatto ke, nell’utilizzo di essi, la situazione risulti controllata o meno.

  • Situazione controllata: test cognitivi, test di personalità, scale di atteggiamento, scale di qualità di vita
  • Situazione nn controllata: Osservazione libera, osservazione sistematica, intervista, intervista semistrutturata

 

IL TEST PSICOLOGICO

 

“Un test è una situazione standardizzata in cui il comportamento di una persona viene campionato, osservato e descritto, producendo una misura oggettiva e standardizzata” à i test vanno dunque pensati in base alle caratteristiche della popolazione ke voglio esaminare.
Il test è costituito da 3 variabili:

  • Stimolo (ossia la domanda, oppure la richiesta di svolgere un compito) à Risulta Costante tra i vari soggetti xke uguale x tutti
  • REAZIONE O RISPOSTA à essa è la variabile e dunque è diversa a seconda del soggetto
  • VALUTAZIONE à essa è Costante, xke effettuata in base agli stessi metodi

 

Si noti ke x qnt concerne stimolo e valutazione, è importante avere parametri diversi, ke si riferiscano cioè ad un campione omogeneo e coerente, xke con caratteristiche individuali specifiche si possono avere grossi cambiamenti (es test x alcolisti: dipende molto dall’età, dal sesso, il livello socio-culturale ecc).
Nell’ambito delle numerose “tecniche d’indagine” per la conoscenza interpersonale, i test si caratterizzano come vero e proprio strumento di misura.
Questo comporta:

  • l’individuazione del tipo di variabile oggetto della misura
  • la variabile psicologica oggetto della misurazione (costrutto) va chiarita prima (teoria) e dopo la misurazione (test)
  • l’elaborazione di regole per la quantificazione dei risultati
  • standardizzazione delle misure

I test producono quindi misure, e queste misure sono espresse in numeri à la statistica, risulta in tal caso fondamentale, dal momento ke è fondamentale x dare un senso ai numeri, interpretandoli.
La psicometria, in particolare, è la disciplina che si occupa sistematicamente dei requisiti
di scientificità degli strumenti di misurazione riguardanti aspetti soggettivi. Essa attribuisce correttamente i numeri alle categorie qualitative della psicologia e produce quantificazioni corrette delle stesse (x es, da un test ottengo un punteggio pari a 50 x l’ansia: x sapere se risulto nella norma o meno, ricorro alla psicometria, la quale fa un confronto con un campione medio di riferimento e permette infine un’interpretazione corretta del punteggio).
Le dimensioni stimolo e risposta vengono privilegiate facendo riferimento a un
“individuo medio” che a certi stimoli dà le risposte corrispondenti a quelle più frequentemente prodotte da un gruppo (es ansiosi rispondono in un modo, depressi in un altro..).

Si noti cmq, anke in tal caso, l’inevitabile presenza di errori. A tal fine è fondamentale riportare la teoria casuale dell’errore. Infatti, l’operazione di misurazione implica necessariamente un errore; da qui, la formula:

X = V + E

  • X à è la misurazione effettuata
  • V à è la componente vera (ossia la quantità effettivamente posseduto dall’oggetto)
  • E à componente d’errore (ossia una quantità nn posseduta dall’oggetto, riconducibile a un’imprecisione di un certo tipo all’interno del procedimento à ciò implica un grado di modifica dalla realtà). Si noti ke qst è l’errore casuale, ed è quello ke va assolutamente limitato il più possibile; esso è riconducibile a diverse variabili quali le condizioni dei soggetti sottoposti al test, i tentativi di indovinare, scarse istruzioni al test, forma nn chiara ecc.

Pertanto, la misurazione osservata (X) è una variabile che assume valori secondo una distribuzione di probabilità che contiene il punteggio vero. Data una serie infinita di misurazioni, l’errore scompare ed il punteggio derivante dalla media di tutti i punteggi osservati, è il punteggio vero (à quindi più misurazioni si fanno, e più l’errore casuale tende a scomparire).

È dunque utile distinguere tra:

ERRORE SISTEMATICO: l’errore è sistematico quando influenza nella stessa direzione e con la stessa intensità tutti i punteggi raccolti ad un test; è come aggiungere una costante ad una variabile (es test x IpoVedenti à errore sistematico se do il test scritto con carattere 12)

ERRORE CASUALE: l’errore casuale agisce in modo diverso per soggetti diversi, anche se sottoposti ad uno stesso test (es test x IpoVedenti à errore casuale se un soggetto porta lenti particolari ke gli consentono una migliore visione e nn ce ne accorgiamo).

Infine, vediamo le caratteristiche ke un buon test deve avere:

  1. Validità: Bisogna che misuri ciò ke si desidera rilevare (x es una variabile psicologica nota)
  2. Attendibilità: Bisogna che dia sempre gli stessi risultati quando viene applicato ad una stessa realtà psichica (= precisione nella misurazione à nota ke qst è constatabile soprattutto qnd il valore numerico si mantiene stabile nel tempo, a seguito di varie misurazioni)
  3. Scopo Diagnostico: In generale, un test dovrebbe risultare utile per formulare una diagnosi e quindi saper cogliere diversi aspetti di un individuo x avere così un quadro esaustivo e attendibile
  4. Quantificazione: un test dovrebbe permetter di quantificare i risultati in modo corretto



ANALISI DEGLI ITEM

Per item si intende ciascuna voce, domanda o prova che costituisce un test, utile allo scopo di questo (es test x alcolisti à domande sulla frequenza del bere, cosa si beve ecc).
Gli item devono avere certe caratteristiche fondamentali:

  • Possedere il requisito dell’adeguatezza (= devono essere coerenti con gli scopi del test di cui fanno parte).
  • Non devono essere né troppo facili ,né troppo difficili à a qst scopo, viene adottato un  Indice di difficoltà (P): esso si ottiene dividendo il numero dei soggetti che hanno risposto correttamente all’item, per il numero dei soggetti al quale è stato applicato.

ATTENDIBILITÀ E VALIDITÀ

Torniamo ora su attendibilità e validità x vederle nello specifico.

ATTENDIBILITÀ: ossia la precisione nella misurazione, ke dovrebbe essere costante nel tempo. Le caratteristiche ke dovrebbe avere sono:

  • Stabilità nel tempo (test-retest): ossia nella fase test e in quella retest le misure dovrebbero risultare uguali o simili
  • X forme parallele: ossia strumenti diversi ma paralleli x il tratto studiato (es diversi strumenti x quantificare l’ansia), dovrebbero avere risultati correlati tra loro
  • Coerenza Interna con α di Cronbach: siccome un test misura -generalmente- un certo fenomeno, gli item del test devono essere correlati tra loro poiché dovrebbero misurare la stessa cosa. X convenzione, si considera l’ α di Cronbach:
    • Maggiore di .90: ottima
    • Compresa tra .90 e .60: accettabile
    • Inferiore a .60: non accettabile

 

VALIDITÀ: ossia la capacità di misurare effettivamente l’attributo ke si vuole misurare.
I tipi di validità esistente sono:

  • Validità di facciata (o di immagine): grado in cui gli item sembrano rappresentare ragionevolmente il costrutto à ossia l’apparenza del test, e cioè qnt convincenti risultano le prove ke ogni soggetto deve affrontare
  • Validità concorrente: qnd il criterio è concomitante col costrutto (es se faccio un test d’iperattività dei bimbi esso discrimina con voti alti/bassi?). X stabilire tale tipo di validità si usa spesso la correlazione
  • Validità predittiva: qnd è differito nel tempo rispetto al costrutto (es il successo universitario nella facoltà di medicina è predittivo della capacità di diventare poi un buon medico?)
  • Validità di contenuto: quanto adeguatamente un test costituisce un campione rappresentativo all’interno di un’area comportamentale, che il test è destinato a misurare (à il grado di accuratezza con cui gli items misurano il fenomeno in esame e se risultano quindi rappresentativi di qst -nota ke se potessi inserire infiniti items sul costrutto, es items x misurare ansia, la validità di contenuto sarebbe perfetta-).
    Si noti ke la validità di contenuto è quantificabile mediante un grado di consenso, esprimibile dall’accordo proveniente da più giudici (si noti ke più giudici ho e più tale indice sarà accurato) à i giudici devono infatti valutare se l’item è:
    • Essenziale
    • Utile ma nn essenziale
    • Nn necessario

La formula x calcolare poi il grado di consenso su un item sarà

VC = (NE - N/2) / (N/2)

In cui VC è la validità di contenuto, N il numero di giudici ed NE il numero di giudici ke hanno votato Essenziale

  • Validità di costrutto: il grado in cui lo strumento misura ciò ke intende misurare (ossia se il test è strettamente connesso con la struttura teorica e concettuali delle funzioni da esso effettuate) à x capire qst si può ricorrere o a metodi correlazionali o all’analisi fattoriale. Tra i metodi correlazionali si ricorda:

    • Validità convergente: qnd 2 strumenti diversi ke misurano lo stesso costrutto raggiungono un grado di accordo (à si effettua infatti una correlazione con altri strumenti o misure già validate x misurare lo stesso costrutto o un costrutto simile; nota ke l’indice di correlazione ke ci si aspetta di trovare è pari a .80)
    • Validità discriminante: Si verifica la correlazione del test con altri strumenti già validati per misurare costrutti opposti o per i quali teoricamente ci si aspetta che il nuovo test non correli

ANALISI FATTORIALE

L’Analisi fattoriale è un procedimento matematico-statistico che, partendo dalle risposte date da un gruppo di soggetti ad una serie di item, permette di identificare alcune caratteristiche
psicologiche (FATTORI) che non emergono a prima vista e che, presumibilmente, sono in grado di spiegare le risposte a tale test.
È un metodo di sintesi dei dati, per mezzo del quale vengono analizzate matematicamente le correlazioni all’interno di un ampio insieme di punteggi, e ke permette di vedere quali item si formano insieme e quali invece ne formano altri (valuta quindi l’appartenenza delle diverse caratteristiche di uno stesso costrutto; x es delle mele esamina il colore, la forma, il sapore..).

Scopo dell’analisi fattoriale è individuare il fattore o i fattori (cioè i costrutti ipotetici sottostanti) ke si presume siano la causa delle correlazioni osservate nei punteggi.
Dunque, è possibile semplificare la descrizione di un comportamento - ke viene rilevato dagli item- ricorrendo ad un numero ridotto di categorie.

L’analisi fattoriale può essere utilizzata nell’ambito di disegni di ricerca orientati a:

  • ANALISI FATTORIALE CONFERMATIVA: Conferma empiricamente la struttura teorica di un test, ossia il modello teorico sul quale il test si è basato x la sua stessa costruzione
  • ANALISI FATTORIALE ESPLORATIVA: a scopo esplorativo per formulare ipotesi

Vediamo ora qualche definizione utile a comprendere l’analisi fattoriale.

  • MATRICE DEI DATI: insieme dei punteggi che un campione di soggetti ottiene su un insieme di variabili (= i punti ottenuti dai soggetti su determinati items).
  • MATRICE DI CORRELAZIONE: matrice composta dalle correlazioni di ciascuna variabile con tutte le altre.
  • COMPONENTI E FATTORI: chiamiamo componenti gli elementi che sono reali perché si possono derivare direttamente dai dati di uno studio;
    i fattori sono invece elementi ipotetici perché sono il frutto di una stima fatta a dei dati.
  • SATURAZIONE FATTORIALE: correlazioni delle variabili con i fattori (es: ho il fattore “mele rosse” à la saturazione fattoriale può essere qnt una mela è rossa: se è rossa almeno il 60% posso dire ke è collocabile nella cassetta delle mele rosse, ma se lo è al 50% o meno nn so in ke cassetta metterla). Un es è un test creato x cogliere la sindrome ansiosa depressiva: ci saranno items centrali e altri “accessori” à il test avrà una saturazione ottimale se riuscirà a cogliere in modo ottimale sia i tratti di ansia, sia quelli di depressione.

Si noti ke dal momento ke i calcoli sono spesso complessi, il computer serve a fornire degli auto valori à gli auto valori sono indici statistici in grado di esprimere l’importanza di un fattore: pertanto vengono impiegati x decidere il numero di fattori costituenti di un test.

I fattori ottenuti dall’analisi fattoriale sono indipendenti fra di loro e riproducono la
maggior parte della varianza dei dati.
L’autovalore relativo al primo fattore rappresenta la quota maggiore di varianza, l’autovalore relativo al secondo fattore spiega la seconda quota di varianza e così via.
Generalmente vengono considerati i fattori con autovalore maggiore di 1.

Quindi, riassumendo con una sintesi le fasi dell’analisi fattoriale si ha:

  1. Dati del test
  2. Numero di Fattori
  3. Numero di item appartenente ad ogni fattore (saturazione)
  4. Procedura di rotazione (= sono strategie usate x far si ke gli item ke già saturano col fattore, saturino molto di più x un fattore e molto meno x gli altri: l’angolo di rotazione rende infatti gli item il più possibile correlati ad un fattore ed il meno possibile agli altri).

 

STANDARDIZZAZIONE DI UN TEST

Una buona standardizzazione di un test deve comprendere le seguenti tappe:

  1. identificazione della popolazione
  2. campionamento
  3. calcolo degli indicatori statistici e delle caratteristiche psicometriche
  4. preparazione di tabelle di conversione dei punteggi grezzi in punteggi ponderati
  5. documentazione sulla procedura di applicazione e di scoring da inserire nel manuale

X quanto concerne invece i metodi di standardizzazione dei punteggi grezzi si ricordano:

  • Ranghi Percentili: Si definisce rango percentile di un punteggio, la percentuale dei punteggi il cui valore è uguale o inferiore al punteggio dato (= ovvero la percentuale di soggetti del gruppo di riferimento normativo, che hanno ottenuto un risultato uguale o inferiore al punteggio dato).
    Si noti ke i ranghi percentili formano una scala ordinale, e non consentono valutazioni sulla distanza che intercorre fra i punteggi corrispondenti.
  • Punti standard: I punti standard sono denominati anke punti z. Essi hanno media 0 e deviazione standard 1 ed esprimono la distanza di un punteggio grezzo dalla propria media in termini di unità di deviazione standard. I punti z si distribuiscono su una scala ad intervalli. Possono assumere valori positivi e negativi a secondo che si situino sopra o sotto la media della distribuzione da cui sono derivati.
    I punti z permettono di operare su una scala ad intervalli uguali. Il punteggio grezzo viene messo in rapporto con la distribuzione dei punteggi ottenuta dal campione al quale appartiene. Il punto z indica di quante deviazioni standard il punteggio grezzo si scosta dalla media del gruppo (al di sopra o al di sotto della stessa).

Z = X - M/DS
X = punteggio grezzo
M = media della distribuzione

Poiché i punti z possono assumere valori negativi ed essere decimali, molti costruttori di test li hanno sottoposti ad ulteriori trasformazioni lineari che facilitano le operazioni di calcolo.
Si possono scegliere scale con medie e DS arbitrarie
Z = (a + b) *z

  • Punti T, Q.I., ecc:  

Vediamo infine le Caratteristiche della curva normale:

  • La distribuzione normale è simmetrica
  • Presenta un accumulo di valori al centro
  • La media, la moda e la mediana si sovrappongono e coincidono con il punto in cui la campana è più alta
  • L’area sottostante la curva è uguale a 1

PROCESSO DIAGNOSTICO

La legge dice ke soltanto coloro che sono iscritti all’Albo possono esercitare la professione di
psicologo che comprende l’uso di strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi ecc.
Esistono poi diversi codici (APA, OPI, Leggi..) ke regolano l’etica negli utilizzi dei test; in particolare, il codice deontologico prevede ke:

  • Art. 5 (Preparazione) à Lo psicologo è tenuto a mantenere un livello adeguato di preparazione professionale e ad aggiornarsi nella propria disciplina specificatamente nel settore in cui opera. Riconosce i limiti della propria competenza e usa solo strumenti teorico pratici per i quali ha acquisito adeguata competenza e, ove necessario, formale autorizzazione.
  • Art. 21 (Segretezza degli strumenti) à Lo psicologo si deve preoccupare di non insegnare l’uso di strumenti conoscitivi e di intervento riservati alla professione di psicologo, a soggetti estranei alla professione  stessa, anche qualora insegni a tali soggetti discipline psicologiche. E’ fatto salvo l’insegnamento agli studenti del Corso di laurea in psicologia, ai tirocinanti, e agli specializzandi in materie psicologiche
  • Art.28 (No interventi a conoscenti) à “ costituisce grave deviazione deontologica effettuare interventi diagnostici, di sostegno psicologico o di psicoterapia rivolti a persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene relazioni significative di natura personale, in particolare di natura affettivo sentimentale e/o sessuale.”

“Si definisce processo diagnostico l’iter che il paziente percorre, insieme al clinico, allo scopo di rilevare e circoscrivere l’ampiezza e l’entità del/dei disturbi lamentati, di attribuire loro un significato (diagnosi) e di individuare le possibili strategie cui avvalersi per ridurre, modificare o eliminare, laddove possibile, la causa che provoca la sofferenza che il paziente stesso e i suoi familiari lamentano.

La diagnosi è quindi un’azione che si propone di raccogliere informazioni miranti a descrivere una condizione patologica, in funzione dell’instaurazione di un eventualmente trattamento: il cambiamento migliorativo che la diagnosi si propone di determinare è quindi CONOSCITIVO e OPERATIVO.

Nel processo diagnostico è poi possibile osservare organizzatori concettuali: CATEGORIALITA’: la concezione categoriale si basa sulla discontinuità tra normalità e patologia, sottolineando le differenze qualitative (o hai un disturbo oppure no)
DIMENSIONALITA’: la concezione dimensionale si basa sulla continuità tra normalità e patologia, sottolineando le differenze quantitative (le propensioni e le tendenze a certe cose).

Si definisce inoltre sistema significativo il sistema di relazioni tra le persone coinvolte nel problema presentato. Include naturalmente anche il terapeuta con la sua storia, le sue teorie, pregiudizi ed emozioni.

Vediamo infine le fasi del processo diagnosticO:

1. raccolta di informazioni cliniche
2. formulazione di ipotesi
3. differenziazione di ipotesi alternative
4. scelta di test diagnostici
5. interpretazione dei test diagnostici
6. formulazione della diagnosi
7. restituzione

Infine, dopo tutto qst, si possono dare indicazioni terapeutiche se necessario.
Si noti ke in tale processo è anke utile porsi domande inerenti l’adeguatezza degli strumenti, ponendosi alcune domande (x es Il contenuto dei quesiti è appropriato alle caratteristiche dei soggetti? Le istruzioni sono chiaramente comprensibili? Come si presenta il test per quanto riguarda l’impostazione grafica? Si tratta di un test troppo lungo e affaticante?).

Infine, devono essere tenuti in debita considerazione anke gli aspetti etici ke possono conseguire ai test come procedimenti di somministrazione discutibili (= comportano un grave disagio per i soggetti), contenuti discutibili (= sono lesivi della dignità del soggetto), prospettive di intervento discutibili (= sono potenzialmente fonte di disagio, offesa o danno ai soggetti esaminati).

ALCOOL

L’alcol è una molecola costituita da 2 atomi di carbonio solubili nell’acqua e nei lipidi à tale molecola interferisce con la comunicazione tra neuroni, muta la permeabilità di alcuni canali ionici e cambia la normale funzionalità di alcuni recettori.
Una caratteristica dell’alcol è ke esso produce calorie vuote, quindi nn nutre come un alimento e -anzi- è reputata come una sostanza tossica.
A tal fine, è stato creato il concetto di alcolemia, ossia la concentrazione ematica dell’alcol nel sangue; il tasso alcolemico è influenzato da molti fattori: quantità di alcool assunto,modalità di ingestione (= stomaco pieno/vuoto), età, sesso, peso..
Inoltre, a causa degli effetti ke ha sull’organismo (ansiolitici/sedativi) e x via della sua influenza negativa sul recupero delle informazioni, si può affermare ke l’alcol risulta essere una sostanza neurotossica.
Si noti ke gli studi hanno poi ricercato l’eventuale influenza degli effetti genetici: si è visto ke i ratti senza vitamina B sviluppano una particolare appetenza x l’alcol (così come la sua progenie, fino a 7 generazioni dopo), anke a causa dei sistemi dopaminergici ridotti à nei maschi l’influenza genetica risulta pari al 60%, nelle femmine è pari al 42%.
X quanto concerne invece il passaggio da dipendenza alcolica a bevitore sociale, è piuttosto difficile, xke genetica e ambiente hanno reso i soggetti più fragili e a rischio nei confronti della sostanza: solo qnd questi ammettono la superiorità della sostanza e la loro impotenza nei confronti di questa, prendono seriamente in considerazione un cambiamento radicale nello stile di vita (xke sennò si ha l’impressione di poter smettere qnd si vuole).
Infine, riportiamo alcune forme di patologie alcolemiche: impotenza, sterilità, effetti sul feto, stati infiammatori (stomaco), aritmie, cardiopatie, deficit mnemonici (Korsakoff) ecc.
Si noti poi ke il DSM 4 riporta anke voci inerenti la dipendenza da sostanze; tra queste ricordiamo:

  • Intossicazione da sostanze: si ottiene a causa dell’ingestione di una sostanza, ke causa modificazioni psicologiche durante/poco dopo l’ingestione. Tra i sintomi ci sono (1 di 5): 1) pronuncia indistinta; 2) incoordinazione/marcia instabile; 3) ristagno; 4) stupor;
    5) coma.
  • Astinenza alcolemica: sviluppo di una sindrome sostanza-specifica conseguente alla cessazione/riduzione drastica dell’assunzione di una sostanza di cui si è abusato
  • Dipendenza da sostanza: se nell’arco di un anno si hanno (3 o più):
    1) tolleranza; 2) astinenza; 3) assunzione sempre maggiore nella quantità; 4) desiderio di interruzione; 5) considerevole quantità di tempo speso x la sostanza; 6) riduzione/ interruzione dell’attività x l’uso della sostanza; 7) uso nonostante consapevolezza di un problema
  • Abuso di sostanza: 1 o più:
    1) uso ricorrente ke causa incapacità nei compiti principali; 2) uso in situazioni rischiose



MALESSERE LAVORATIVO
Stress, Mobbing, Stalking

 

Prima di poter comprendere cosa sia il malessere, bisogna capire cos’è il benessere. Esso è generalmente rappresentato da:

  • Operare in un ambiente intellegibile (ossia di cui si conoscono limiti e confini, regole ecc nei quali si comprende il senso)
  • Operare in un contesto in gran parte prevedibile (ossia con regole implicite/esplicite à se ho un determinato comportamento, potrò intuire quali saranno le conseguenze)
  • Confidare nel saper rispondere in maniera adeguata e costruttiva alle richieste (ossia se mi sento professionalmente adeguato, godrò di un maggior benessere; se invece mi sento sempre inadeguato ecc ciò contribuirà all’insorgere di uno stato di malessere).

Queste 3 variabili sono principalmente legate al contesto.
Qnd il benessere è minacciato da variabili ambientali, soggettive ecc si va incontro a dello stress (chiamato straining o burnout qnd invece si ha a che fare con le dimensioni cliniche/ sanitarie) ke, in alcuni casi, può scaturire da cause quali il mobbing e lo stalking.

1.  STRESS: deriva dalla fisica ed è la conseguenza di una tensione; infatti, qnd un organismo è ostacolato nel raggiungimento di obiettivi, prova tensione emotiva, esaurimento fisico, stanchezza ed irritabilità; a tal punto, lo stress si può manifestare in più forme:

  • Stress Psicologico: la risposta di stress (mediata da un’attivazione emozionale) indotta da una valutazione cognitiva, riguardo al significato di uno stimolo.

Sullo stress è stata elaborata una teoria, chiamata teoria del flusso di coscienza à essa è in grado di valutare lo stress in base a risorse e richieste.
Infatti ogni persona è dotata di risorse (= dipendenti dalla famiglia, l’economia, lo status sociale ecc -e pertanto estremamente variabili da individuo a individuo-) ed è sottoposto a richieste (= quello ke viene domandato all’individuo nei vari ambiti della sua vita).
Tale teoria afferma ke qnd le richieste risultano maggiori delle risorse (o qnd le risorse sopperiscono ma le richieste sono cmq avvertite negativamente, in qnt fonte di disagio), si avrà un certo livello di stress come mancanza di tale equilibrio.

2.  BURNOUT: essa si manifesta con la perdita progressiva di motivazione, energia e scopo nelle persone impegnate nelle professioni di aiuto -“helping (mediche, psicologiche, sociali), e sorge dopo mesi di “serio” impegno. Il burnout è caratterizzato da 3 grandi sottocostrutti, ke nn sono propri di una persona ma lo diventano a causa del suo impegno professionale:

  • Spersonalizzazione (vs coinvolgimento)
  • Esaurimento emozionale (vs energia)
  • Mancanza di ogni senso di realizzazione (vs successo e soddisfazione)

Il burnout risulta frequente in chi investe troppo, ma risulta poi nn contraccambiato dalla realtà (à subentra così disinteresse, distacco, cinismo, noia).
Altra caratteristica, è ke il burnout si sviluppa in fasi:

  1. Presenza di squilibrio percepito fra risorse disponibili e richieste interne/esterne
  2. Risposta emozionale alla discrepanza (= ansietà, fatica, irritabilità)
  3. Distress (= stress ripetuto nel tempo)

3.  MOBBING: stress con caratteristiche specifiche: si manifesta infatti con forme di molestia o violenza psicologica, esercitata quasi sempre con intenzionalità lesiva, e ripetuta in modi diversi à qst xke le azioni di violenza psicologica hanno come fine/conseguenza un degrado della condizione di lavoro, capace di causare un danno ai diritti e alla dignità delle persone e ke ha come conseguenza il danneggiamento della salute fisica/mentale o la compromissione della professione.
Infatti, può venire considerato mobbing anke l’esternazione del gruppo con intenzionalità.
Dunque, i 3 aspetti fondamentali del mobbing risultano essere:

  • Comportamento Lesivo
  • Danno
  • Funzionalità ridotta o compromessa nel tempo à a qst spesso consegue l’esclusione dal mondo del lavoro (o x via della mancata produttività, o x la salute cagionevole)

Si noti ke una persona ke si sente condizionata dal mobbing, descrive come una frattura nel suo sé e nell’ambito lavorativo, ke spesso si manifesta con sintomi psicofisici.
Si noti inoltre ke la patologia, talvolta, può instaurarsi a causa di sentimenti soggettivi.
Le fasi delineate nel processo di mobbing risultano essere spesso:

  • Conflitto mirato
  • Inizio Mobbing
  • Primi Sintomi Psicosomatici
  • Errori ed Abusi dell’Amministrazione
  • Aggravamento della salute della vittima
  • Esclusione dal mondo del lavoro


I motivi ke possono spingere al Mobbing possono essere diversi: gelosia, invidia, antipatia, diversità, ambizione ecc., ma anke essere causato da motivazioni strategiche e poco trasparenti (es riduzione del personale).
Infine, va specificato cosa Non è il Mobbing:

  • Nn è una singola azione: infatti è necessario un comportamento vessatorio ripetuto, oppure un’azione estremamente grave
  • Nn è una conflittualità generalizzata: deve infatti essere mirata alla singola persona (se vengono lese più persone è invece l’ambiente ke risulta “difficile”)
  • Nn è una malattia: la malattia è infatti una conseguenza del mobbing
  • Nn è una molestia sessuale: infatti il mobbing predilige altri ambiti (ma talvolta può capitare ke derivi effettivamente da qst)
  • Nn è un problema famigliare: il mobbing infatti si presenta solo in ambito lavorativo

È utile sapere cosa il Mobbing Non è poiché con la diffusione di tale termine/concetto, c’è il rischio ke venga banalizzato e venga considerato come un fenomeno ke può capitare a chiunque (il lavoro infatti nn sempre è un luogo bello; è giusto ke si abbiano tutele oltre un certo limite - es l’art 2087 del codice civile a tutela dei lavoratori-, ma alcuni contrasti o disagi saranno sempre presenti e va quindi distinta vessazione da litigi di altra natura); tuttavia, è da sottolineare ke le persone veramente coinvolte, e ke si sentono minacciate da modalità vessatorie, possono trarre beneficio/sollievo sapendo ke la causa/colpa nn è loro.
Si noti ke recentemente, alcune leggi hanno inserito lo stress come una fonte di rischio psico-sociale, ke andrebbe pertanto prevenuto il più possibile.
Vediamo ora i PARAMETRI del mobbing:

  • Effettuato in ambito lavorativo
  • Frequenza minima di 2/3 volte a settimana
  • Durata nel tempo di almeno 6 mesi
  • Tipologia di azioni
  • Dislivello tra antagonisti
  • Andamento secondo fasi successive
  • Intento persecutorio

In particolare, x qnt concerne le forme di persecuzione, esse possono essere diverse (ma hanno sempre in comune la direzionalità, l’intenzionalità lesiva, la durata, la frequenza e l’intensità eccessiva):

  • Attacchi alla persona (= insulti, minacce, evitamento, esclusione dell’individuo..)
  • Attacco mediante la situazione (= nn forniti i mezzi necessari - pc, password..-, stanze “ostili” -troppo calde/fredde- ecc)
  • Azioni Punitive (= x es trasferimenti nn giustificati, spostamenti a lunghe distanze fatti apposta)

X quanto concerne invece la DIREZIONALITA’ del Mobbing essa può essere di 4 forme:

  • Verticale à il persecutore è un superiore della vittima
  • Orizzontale à il persecutore è un collega
  • Dall’alto verso il basso à superiore/i contro un impiegato
  • Dal Basso verso l’alto à impiegati contro un superiore (ma è poco frequente)

Passiamo infine agli EFFETTI del Mobbing: le ripercussioni psicologiche ke qst può avere sono diverse:

  • Crisi d’identità (= dipende da me?)
  • Aumento del Livello di Sospettosità (= stanno sparlando di me?)
  • Senso di Estraneità (= nn trovarsi bene al lavoro)
  • Vissuti di Rabbia/Aggressività (= desiderio di prendere a pugni i colleghi)
  • Mancanza di Capacità Progettuale (= incapacità di far progetti xke ancorato ad una situazione e lo porta ad esaurire le proprie energie)

Infine, è importante citare il DOPPIO MOBBING, un fenomeno tipicamente mediterraneo / Italiano vista l’accezione ke ha da noi la famiglia.
La famiglia risulta infatti essere -di norma- un ambiente in grado di rassicurare/proteggere; se tuttavia un componente della famiglia risulta mobbizzato, esso riverserà molto probabilmente i dialoghi e i pensieri con una frequenza elevata anke in tale ambito, x potersi sfogare. Tuttavia, potrebbe capitare ke ad un certo punto la famiglia, a causa delle continue lamentele, potrebbe scoppiare e il “muro di protezione” ke esercitava prima, ora crolla, attaccando a sua volta la vittima à così questa, oltre ke essere frustrata in ambito lavorativo, risulterà poco aiutata (se nn addirittura attaccata) anke dalla famiglia. Si noti ke spesso, a causa del doppio mobbing, si instaurano eventi depressivi.

Si conclude elencando alcune patologie conseguenti o implicanti il Mobbing persistente.

Disturbo PostTraumatico da Stress: qnd una persona risulta esposta ad un evento traumatico percepito come minaccioso x la propria integrità fisica/psicologica e ke si manifesta in vari modi: ricordi persistenti e intrusivi, sogni ricorrenti, agire/sentire come se si stesse ripresentando la situazione, reattività fisiologica a fattori simili/connessi con l’evento

Disturbo dell’Adattamento: sintomi emotivi/comportamentali in risposta ad uno o più fattori stressanti

Disturbo Paranoide di Personalità: diffidenza e sospettosità pervasive e ingiustificate nei confronti degli altri (pensa di essere sfruttato, danneggiato, ingannato, attaccato ecc senza alcun fondamento)

Disturbo narcisistico di personalità (sia x mobber ke mobbizzato): caratterizzato da senso di grandiosità, necessità di  ammirazione e mancanza di empatia.

Si noti ke x una diagnosi del mobbing intervengono di sovente 3 figure: il medico del lavoro, lo psicologo e lo psichiatra (il primo rimanda ad uno dei due x un consulto ke conferisca maggiore sicurezza). In alcuni casi, si giunge anke a colloqui psicologici -in cui talvolta psicologo e psichiatra collaborano insieme- ke porta ad approfondimenti psicodiagnostici e ad un’eventuale valutazione neuropsicologica (à tutto qst fatto mediante test), ke si conclude, infine, con un referto e le eventuali indicazioni terapeutiche.

4.  STALKING: definita anke sindrome del molestatore ossessivo, consiste in una persona ke instaura una profonda relazione ideo-affettiva nei confronti di qualcuno, e ke lo porta poi a comportamenti di sorveglianza e/o ricerca di contatto.
La vittima, a causa di ciò, percepisce come sgraditi/intrusivi i comportamenti dell’autore, fino a giungere ad avvertirli con timore, persecuzione o come una possibile minaccia.
Nota ke, a differenza del Mobbing, nn c’è un’intenzionalità lesiva di fondo, ma una semplice e continua ricerca dell’altro ke tuttavia conduce disagio nel perseguito.

5.  SIMULAZIONE: è un’esibizione enfatica/teatrale degli eventi vessatori, in cui si ha un’ostentazione dei sintomi riferiti “secondo manuale” al fine di ottenere vantaggi legati a questa condizione fittizia (stalking, mobbing ecc). Alla fine, gli esperti si accorgono xo dell’inganno.



Parte 2 - Strumenti


Cognitive Behavioural Assessment

CBA 2.0

La batteria CBA 2.0 è uno strumento flessibile, non fornisce diagnosi, ma una descrizione delle eventuali problematiche del soggetto ed il legame di queste ultime con la situazione ambientale, unita ad altri attributi che potrebbero caratterizzare la persona in modo più globale.
Essa è costituita da una cartella autobiografica e da diversi test (è costituita da 10 schede - chiamati anke scale primarie- e relative sottoscale): si comincerà dunque con un anamnesi standardizzata, seguita poi da dei test (à si noti ke i test consistono sia in domande a risposta aperta, sia a risposta chiusa).
La valutazione si baserà dunque su problem solving e decision making effettuati dal soggetto, ma va sottolineato lo psicologo ha cmq un ruolo attivo, poiché genera ipotesi ed elabora decisioni secondo una logica di falsificazione, piuttosto che di conferma (x es è importante valutare anke le risposte ke il paziente nn da: l’area potrebbe rivelarsi problematica, gli item eccessivamente riduttivi, oppure poco chiari..).
La batteria -anke se creata in ambito sanitario- serve a valutare la popolazione generale e consente di esaminare/affrontare cose ke magari nn emergerebbero nel corso di un colloquio.
Tra le altre caratteristiche, va notato ke essa NON fornisce gli elementi necessari x una diagnosi: gli scopi principali sono infatti

  • Ricerca e raccolta sistematica di info
  • Supporto nella fase iniziale di assesment (valutazione)
  • Verificare gli eventuali cambiamenti del soggetto nel tempo

Tra i VANTAGGI si ricorda l’ideazione e messa a punto in Italia; il riferimento ad un campione normativo ampio e aggiornato (suddiviso x età, sesso..); offre un gran numero di info; rileva le aree problematiche in modo sistematico; ha già la forma di una cartella clinica e risulta quindi pratica x la consulta/archiviazione; proprietà psicometriche eccellenti.

Tra gli SVANTAGGI invece si annovera: l’inadeguatezza x i pazienti psicotici; la necessità di una notevole esperienza; il fatto ke alcuni test risultano un po' datati; il software di riferimento è in dos.

Vediamo ora come è fatta la batteria. Va ricordato ke la CBA 2.0 è uno strumento self-report, ed è dunque il soggetto a segnare le risposte.

  • Scheda 1 (Dati generali): dati generali e anagrafici (nome, cognome, sesso, età, residenza..) con utilità pratica
  • STAI-X1 (Ansia di stato): tale scheda è dovuta ad una traduzione/adattamento del questionario di Spielberg x l’ansia di stato (= l’ansia nel momento in cui si compila il test). È costituita da 20 items.
  • STAI-X2 (Ansia di tratto): ank’essa è il frutto di una traduzione/adattamento di un questionario di Spielberg, ma x qnt concerne l’ansia di tratto (= l’ansia generale, esperita nella vita; è la disposizione latente ad una reazione ansiosa se sollecitata da stimoli sufficientemente stressanti). È costituita da 20 items.
  • Scheda 4 (Storia personale e clinica à scheda autobiografica): concerne l’info di carattere clinico e nn, ke consente di ottenere un quadro abbastanza completo (si noti ke può cmq essere complementare al colloquio); esso consente inoltre massima riservatezza e dispone il soggetto alla sincerità.
    Es ha trascorso tutta la sua infanzia coi genitori? Come ritiene la sua vita sessuale? Ke lavoro svolge? à sono 59 domande, multiple e aperte
  • EPQ-R: questionario composta da 48 items, fatto da 3 scale + 1 di controllo
    • Scala E (Introversione/estroversione): descrive un continuum bipolare che ha per estremi i poli dell’introversione e dell’estroversione
    • Scala N (Stabilità emozionale): descrive un continuo ke va dal versante dell’instabilità alla stabilità emotiva
    • Scala P (Disadattamento e antisocialità): descrive un continuum ke va da un buon adattamento sociale al disadattamento e dalle possibilità di caratteristiche di antisocialità
    • Scala L (Simulazione/ingenuità sociale): scala di controllo ke indica la tendenza di un soggetto a simulare e porsi in buona luce
  • QPF-R (disturbi psicofisiologici): Questionario composto da 30 item, ke indaga disturbi e reazioni psicofisiologiche di possibile rilievo clinico. Il punteggio totale riflette le valutazioni, le convinzioni, le apprensioni che il soggetto nutre circa lo stato di malessere che, eventualmente sta attraversando à è quindi una sorta di indice di “lamento somatico”.
  • IP (inventario paure): Questionario composto da 58 item, è la versione ridotta dell’adattamento italiano della Fear Survey Schedule di Wolpe e Lang. Permette di ricavare 2 indici complessivi e 5 subscale che indagano specifici raggruppamenti di paure:
  • Indici Complessivi:
    •   IP-F (paure totali): fornisce un’indicazione sintetica sull’ampiezza e prevalenza dei fenomeni di paura
    •   IP-H: descrive quante volte il soggetto ha risposto “moltissima paura” negli item
  • Subscale:
    • IP-1: Calamità: paure sulle calamità e sui gravi pericoli personali
    • IP-2: Rifiuto Sociale: paure delle critiche sociali e del rifiuto
    • IP-3: Animali Repellenti: paura di animali nn pericolosi ma ke x tradizione o cultura vengono considerati repellenti
    • IP-4: Allontanamento: indaga l’agorafobia
    • IP-5: Sangue: paure in ambito medico-sanitario
  • Scala QD (problemi depressivi/disforia): Questionario composto da 21 item, misura disforia e manifestazioni depressive di rilievo subclinico. È costituito ad una serie di descrizioni che fanno riferimento a diversi aspetti: cognitivi, motivazionali e fisiologici del soggetto, disposti in ordine crescente di gravità.
  • Scala MOCQ-R (ossessioni e compulsioni): Questionario composto da 21 item, fornisce un punteggio complessivo e 3 indici; indaga pensieri intrusivi e comportamenti compulsivi:
  • Punteggio Complessivo
    • MCOQ-R: fornisce il punteggio totale
  • Indici
    • Checking: comportamenti e preoccupazioni relativi a controlli ripetuti ma superflui
    • Cleaning: comportamenti e preoccupazioni connessi all’igiene e improbabili contagi/contaminazioni
    • Doubting-Ruminanting: dubbi ricorrenti e pensieri intrusivi sgradevoli e persistenti
  • Accuratezza e Validità: Versione ridotta dello STAI-X1 (10 item). Fornisce una  valutazione dell’ansia di stato del soggetto al termine della batteria e dà una possibilità di confronto con il livello si Ansia esperito all’inizio della compilazione. Si noti ke essa nn ha significato clinico, ma serve semplicemente a verificare la validità della batteria.

 

Infine, il CBA 2.0 ricorre a 6 indici di validità (più il numero di omissioni massimo) à se gli indici di validità sono nella norma, si ritiene valido il test.

  • STAI-X1 (scheda 2): livello di ansia all’inizio della prova
  • STAI-X1/R (scheda 10): livello di ansia alla fine della prova
  • EPQ/RL (scheda 5): livello di desiderabilità sociale
  • STAI-DIFF: fluttuazione del livello di ansia esperita nel corso della prova
  • STAI-ACC: coerenza delle risposte, basate sulla compilazione della scheda 2 e della scheda 10
  • IR (item ripetuti): coerenza delle risposte basate sul confronto delle risposte a 6 coppie di item uguali, collocate in punti diversi della batteria

Numero di omissioni: x ogni scheda nn dev’essere superiore al 10% (inoltre si ricordi ke le omissioni vanno sempre indagate e ad esse va sempre posta una particolare attenzione).

 

Minesotta Multiphasic Personality Inventory
MMPI - 2

L’ MMPI - 2 è uno strumento psicodiagnostico ad ampio spettro costruito per valutare le più importanti caratteristiche strutturali della personalità e i disturbi emozionali. Il questionario fu sviluppato da hathaway e mckinley presso l’ospedale dell’universita’ del Minnesota negli anni 30’, attraverso un metodo indicato come sviluppo di scala empirico, o strategia in base ad un criterio per mettere a punto le scale cliniche.
Tale strumento fornisce una valutazione oggettiva delle caratteristiche di personalita’ del soggetto, dei suoi sintomi e dei suoi atteggiamenti. Inoltre, al termine della compilazione, fornisce un grafico di facile lettura e dati normativi e clinici per l’interpretazione del profilo (si noti oltretutto ke lo scoring puo’ essere fatto per mezzo di programmi computerizzati di facile utilizzo).
È uno strumento cui è stata apportata una revisione, x 3 motivi principali:

  • Metodologia nn in linea con i cambiamenti dei criteri diagnostici del DSM 4
  • Item erano datati e pertanto contestabili
  • Campione normativo di riferimento nn risultava più appropriato

Dunque, gli OBIETTIVI della revisione erano diversi:

  • rivedere e rendere piu’ attuali gli item (esclusione item opinabili e datati, inserimento  di nuovi item su problemi clinici attuali).
  • mantenere gli item delle scale cliniche e di validita’ nella prima parte del fascicolo.
  • assicurare continuita’ con lo strumento originale.
  • sviluppare nuove scale che indaghino aree di problematicita’ non considerate nel MMPI originale (comportamento suicidario, tipo a, abuso di alcol e stupefacenti).
  • raccogliere nuovi campioni in maniera casuale, adulti e adolescenti,  rappresentativi della popolazione per sviluppare norme adeguate all’eta’.
  • sviluppare nuove distribuzioni normative di punteggio di scala per adulti e per adolescenti che permettano una individuazione migliore di problemi clinici

A causa di questi, sono state diverse le modifiche apportate:

  • Negli studi clinici con il MMPI 2 il punteggio T di 65 si e’ dimostrato essere il livello ottimale per dividere i gruppi clinici del campione normativo. Un punteggio T pari o > di 65 si configura quindi come cut-off (MMPI originale T = > 70).
  • Nuove norme che si fondano su di un campione normativo piu’ rappresentativo.
  • Aggiunta di scale per facilitare l’assessment psicologico.
  • Elaborazione di nuove scale di validita’ e di nuove misure che focalizzano problemi clinici (scala di tossicodipendenza, scala disagio coniugale).

Vediamo ora il CAMPIONE NORMATIVO dell’MMPI 2: esso è costituito da 2600 soggetti (1462 f, 1138 m) dai 18 anni in su, equilibrato per caratteristiche demografiche. Sono stati realizzati molti studi per la validazione delle scale ciniche e delle nuove scale di contenuto: pazienti psichiatrici, alcolisti in trattamento, militari, studenti, coppie in trattamento.

X quanto riguarda invece la struttura, l’MMPI 2 è caratterizzato invece:

  • 567 item a risposta dicotomica “vero” o “falso”
  • 6 indicatori di validita’
  • 10 scale cliniche o di base
  • 15 scale di contenuto
  • 12 scale supplementari

Vediamo ora gli indici di validità (in tale sede ci occuperemo solo dei 3 più importanti indici, e nn di tutti e 6):

  • Scala L (Lie): è volta ad individuare la tendenza a dare una immagine di se’ migliorativa à Da ciò potrebbe derivare un abbassamento dei valori riscontrati alle scale cliniche. Alti punteggi in questa scala indicano nel soggetto una globale ingenuità e scarsa  flessibilità di pensiero.
    I punti presenti a tal fine sono diversi: il soggetto nn ammette i suoi difetti, elenca virtù poco realistiche, aderisce a standard morali troppo alti, presenta un’autopercezione ingenua, si sforza di ingannare gli altri sulle sue motivazioni/adattamento, mostra problemi di adattamento..
    Di questi item, x qnt concerne il punteggio, in generale si valuta:
    • T >= 65 à profilo nn valido xke la presentazione risulta troppo virtuosa
    • T = 60 - 64 à tentativo di dare una buona impressione di sé
    • T < 59 à profilo valido
  • Scala F: è stata creata come indice di debolezza e di incapacità a comprendere correttamente gli item del questionario. Alti punteggi nella scala F indicano la tendenza del soggetto ad amplificare i problemi e a mostrare un quadro altamente negativo di sé.
    Infatti in tale scala possono verificarsi esagerazione dei sintomi, falsificazione di problemi psicologici, simulazioni di malattie ecc.. In alternativa si è in presenza o di risposte date a caso o di grave psicopatologia.
    I punteggi vanno interpretati nel seguente modo:
    • T  >= 110 à profilo nn interpretabile
    • T 109 - 90 à protocollo nn valido
    • T 89 -80 à tentativo di segnalare un numero eccessivo di problemi
    • T 60 -79 à approccio agli item orientato ai problemi
  • Scala K: è stata creata per indagare stili più sofisticati di risposte difensive che sfuggono alla scala L. Essa permette di ottenere sia un indice di invalidità, sia la presenza di uno stile difensivo nei confronti del test.
    L’interpretazione dei punteggi, è fatta con T >= 65 à in tal caso è possibile ke sia stata adottata una modalità di risposta difensiva (anke xke se elevati i punteggi significa ke i soggetti hanno dato molto probabilmente un’immagine di sé falsata); elevazioni di qst tipo si hanno in setting in cui la persona tenta di dare un’immagine di sé favorevole (es selezione del personale).
    Si noti cmq ke i punteggi della scala K sono utilizzati x correggere l’atteggiamento difensivo di risposta di varie scale dell’MMPI 2 (Hs, Pd, Sc, Ma).

Vediamo ora le scale presenti nell’MMPI-2

SCALE CLINICHE:

  • hs (ipocondria): indaga eventuali tendenze ipocondriache e preoccupazioni eccessive x la salute à Patologia con T >= 65
    Elevazioni sulla scala hs sono date da punteggio uguale o maggiore di 65 punti t. La probabilità che i descrittori elencati qui di seguito siano applicabili a una data persona aumenta con l’aumentare dell’elevazione della scala (più alto il punteggio, più coincide). Descrittori per punteggi elevati: eccessive preoccupazioni riguardanti il corpo, sintomi somatici, tratti di egocentrismo, atteggiamento di sconfitta e visione cinica della vita, raramente presenta acting out, raramente intende impegnarsi con una psicoterapia, richiede costante attenzione, esprime ostilita’ in maniera indiretta.
  • d (depressione): definisce la presenza di forme di depressione sintomatica à T >= 65

Elevazioni notevoli nella scala d sono date da punteggi t uguali o superiori a 65. I descrittori per punteggi elevati: depresso, infelice e disforico, pessimista sul futuro, mancanza di fiducia in se’ stesso, ha molti disturbi somatici, agitato, teso, irritabile, incline alla preoccupazione, ritirato e distante, evita coinvolgimento interpersonale, prova sensazione di inutilita’ e voglia di agire, riferisce scarsa energia, generalmente motivato alla terapia.

  • hy (isteria): intende individuare la presenza di un disturbo da conversione.
    I descrittori x i punteggi elevati dovrebbero essere: reagisce allo stress evitando le responsabilita’ mediante lo sviluppo di sintomi fisici, lamenta cefalee, astenia, tachicardia, i sintomi spesso appaiono e scompaiono improvvisamente, mancanza di insight sulle cause dei sintomi, non esprime ostilita’ e risentimento in maniera aperta, mostra scarsa ansia, depressione e tensione, psicologicamente e’ immaturo, puerile e infantile, si aspetta attenzione e domanda affetto dagli altri, socialmente loquace, amichevole entusiasta, superficiale ed immaturo nelle relazioni interpersonali, puo’ essere inizialmente entusiasta per quanto riguarda il trattamento e potrebbe  rispondere a consigli diretti e suggerimenti.
  •  
  • pd (deviazione psicopatica): indaga l’instabilità delle risposte emotive ed eventuali disturbi antisociali o personalità psicopatica
    Notevoli elevazioni della scala pd corrispondono a un punteggio t uguale o superiore a 65. La  probabilita’ che i descrittori di seguito elencati si possano applicare a un dato individuo aumenta con l’aumentare delle elevazioni di scala: comportamento antisociale, ribellione verso figure che rappresentano l’autorita’, relazioni familiare disagiate, scarsa realizzazione  personale e problemi sul lavoro, problemi coniugali o altri tipi di relazioni interpersonale, comportamento impulsivo, scarsa capacita’ di giudizio, si assume molti rischi, mostra di avere molti sensi di colpa verso il comportamento negativo, ma puo’ fingere colpa e rimorso quando si trova in difficolta’, prognosi non favorevole per il cambiamento in terapia, assenza di risposta emotiva profonda, non presenta obbiettivi definiti da seguire, spesso vanitoso ed esibizionista, puo’ agire in modo aggressivo, tende ad usare le altre persone per ottenere un vantaggio, generalmente privo di ansia invalidante, depressione e sintomi psicotici, viene percepito come immaturo, infantile ed egocentrico.

Si noti ke le elvazioni della scala pd possono essere maggiormente comprese esaminando i contenuti degli item raggruppati nelle sottoscale harris e longoes.
Esse sono: contrasti familiari, problemi con l’autorita’, ritiro sociale

  • mf (mascolinita’/ femminilita’): insieme degli interessi mascolini/femminili.
    Si noti ke l’interpretazione delle scala mf differisce per sesso, livello culturale, status socioeconomico e livelli di elevazione. Dal momento ke Non e’ una scala di sintomi,le elevazioni riflettono interessi, valori e caratteristiche di personalita’.
    Si ricorda ke uomini con un livello culturale di scuola superiore, ottengono spesso punteggi nell’intervallo compreso fra 60-65 punti T, mentre uomini con un grado di istruzione minore delle scuole medie tipicamente raggiungono elevazioni piu’ basse (Sono considerati bassi punteggi, per gli uomini, quelli inferiori a 40 punti t).
    Alti punteggi per gli uomini nella scala mf sono interpretati come indici di interessi e comportamenti piu’ stereotipicamente femminili e negazione di interessi stereotipicamente mascolini. Con elevazioni piu’ estreme, gli uomini che ottengono un alto punteggio possono avere conflitti sulla loro identita’ sessuale, insicurezza dei ruoli maschili, possono essere effeminati nel comportamento. Coloro i quali ottengono alti punteggi probabilmente hanno una varieta’ di interessi artistici ed estetici; possono esser visti come persone intelligenti che tengono in grande considerazione le qualita’ di tipo cognitivo. Possono inoltre comparire atteggiamenti remissivi.
    Gli uomini con un basso punteggio rispondono ad interessi stereotipicamente mascolini, iperfocalizzano forza, abilita’ fisica e sono spesso percepiti come “maschi”: possono essere visti come inflessibili, rudi, grossolani, o volgari. I punteggi piu’ bassi suggeriscono possibili dubbi sulla mascolinita’, limitata abilita’ intellettuale, ristretto campo di interessi e capacita’ di problem solving limitate e non originali.
    Punteggi elevati nelle donne sono piuttosto insoliti e corrispondono a punteggi t uguali o superiori a 65 à le donne che hanno alti punteggi sulla scala mf descrivono interessi che sono tipicamente visti come stereotipicamente maschili. Bassi punteggi nelle donne sono definiti quelli che non raggiungono i 40 punti t. Donne con alto livello culturale spesso ottengono punteggi t di 40 – 50. Cmq, fino a che non ci sara’ una ricerca che supporti l’uso della scala mf con le donne, i punteggi dovrebbero essere interpretati con cautela.
  • pa (paranoia): permette di misurare sintomi paranoici e manie di grandezza
    Elevazioni notevoli nella scala pa corrispondono a punteggi uguali o superiori a 80 punti t.

Le elevazioni della scala pa possono essere maggiormente comprese esaminando come vi contribuiscono i contenuti degli item raggruppati nelle sottoscale di harris e lingoes. Esse sono: idee persecutorie; suscettibilita’; ingenuita’.
Invece, tra i descrittori per elevazioni notevoli (T >= 80) si ricordano: si possono manifestare comportamenti francamente psicotici e disturbi del pensiero; probabili idee persecutoriee/o di grandezza; mania di persecuzione; tende a sentirsi sospettoso e rimproverato; tende ad essere arrabbiato, risentito e nutre rancori; usa la proiezione come difesa.
Descrittori per elevazioni moderate (65-79 punti t): predisposizione paranoide, ipersensibilita’ e iper reattivita’ alle azioni degli altri, sente che la vita e’ stata ingiusta, tende a  razionalizzare e biasimare gli altri, mostra sospettosita’ e comportamento guardingo, tende ad essere moralista, rigido, ostile, risentito e polemico, generalmente la prognosi per la terapia e’ negativa, ha difficolta’ nello stabilire una relazione con il terapeuta.
Infine, punteggi t estremamente bassi(T <= 35): questi soggetti potrebbero essere cosi’ sospettosi e diffidenti che rispondono evasivamente agli item della scala pa. Nei setting clinici questi bassi punteggi associati a una configurazione difensiva delle scale di validita’ suggeriscono: disturbo psicotico, mania di persecuzione, ritiro sociale.

  • pt (psicoastenia): indaga le fobie ed i comportamenti ossessivo compulsivi.
    Le elevazioni sulla scala pt corrispondono a un punteggio t uguale o superiore a 65. Le probabilita’ che i descrittori elencati qui di seguito si applicano ad un dato soggetto aumentano con l’aumentare delle elevazioni della scala.
    I descrittori per punteggi elevati: ansioso, teso, agitato, a disagio, preoccupato e apprensivo, difficile da conoscere ma si preoccupa della propria popolarita’ e accettazione, riferisce disturbi fisici, e’ resistente alle terapie, rimane in terapia piu’ a lungo della maggior parte dei pazienti, fa lenti ma duraturi progressi in terapia, eccessivamente perfezionista e coscienzioso, manca di fiducia in se stesso, ha grossi dubbi su di se’, ha difficolta’ di concentrazione, timido, non interagisce bene socialmente, spesso limitato nell’azione, manca ingegnosita’ e problem solving.
  • sc (schizofrenia): mette in luce la presenza di esperienze insolite, tipiche degli schizofrenici. Le elevazioni sono:
    Elevazioni estremamente alte à punteggi t >= a 80
    Elevazioni notevoli à punteggi t 70 – 79
    Elevazioni ragguardevoli à punteggio t di 65 – 69
    Diversi descrittori sono associati con questi diversi livelli, cmq l’elevazione della scala sc puo’ essere piu’ chiaramente compresa esaminando gli item raggruppati nelle sottoscale di harris e lingoes che sono: perdita di controllo dell’io , mancanza di inibizione, esperienze sensoriali bizzarre.
    Inoltre, i descrittori per punteggi estremamente alti nella scala sc: comportamento psicotico manifesto, confusione, disorganizzazione e disorientamento, atteggiamenti e pensieri insoliti, idee fisse, allucinazione, scarsa capacita’ di giudizio,
    I descrittori per punteggi notevoli della scala sc (70-79): stile di vita schizoide, non si sente parte del contesto sociale, si sente isolato, estraniato ed incompreso, non accettato dalle altre persone, ritirato, appartato e poco comunicativo, emotivamente inaccessibile, evita di confrontarsi con le persone e con nuove situazioni, timido, non coinvolto, incapace di esprimere sentimenti, reagisce allo stress rifugiandosi nella fantasia e nel sogno ad occhi aperti, ha difficolta’ nel separare la fantasia dalla realta’, ha molti dubbi su se stesso si sente inferiore, incompetente, insoddisfatto, mostra una considerevole preoccupazione di tipo sessuale e confusione nel ruolo sessuale, puo’ presentare disturbi fisici cronici, spesso e’ percepito come ostinato, immaturo, testardo, malinconico, mostra una prognosi scadente per la terapia ma puo’ rimanere in terapia piu’ a lungo degli altri pazienti, vive uno stato di ansia generalizzata, manca di informazioni base per i problem solving.
  • ma (ipomania): evidenzia stati maniacali di moderata intensità
    Ci sono 4 livelli di elevazione nella scala ma (Si noti ke le interpretazioni variano per ciascuno di questi livelli):
    -  molto elevato à punteggio t >= 75
    -  elevato à punteggi t di 65 – 74  

-  moderato à punteggi t di 60 – 64
-  basso à punteggio t > 35

Si noti ke l’elevazione della scala ma puo’ essere maggiormente compresa esaminando il contenuto degli item cosi’ come sono stati raggruppati nelle sottoscale di harris e lingoes e vedere come questi contribuiscano alle elevazioni di scala. Le sottoscale di harris e lingoes sono: accellerazione psicomotoria, ipertrofia dell’io, agitazione psicomotoria.
I descrittori x un punteggio molto elevato nella scala Ma sono: iperattivo, puo’ presentare linguaggio accelerato, puo’ avere allucinazioni o manie di grandezza, puo’ avere disturbi dell’umore, non utilizza l’energia in maniera adeguata, non porta a compimento i progetti, spesso ha un ottimismo irrealistico e non motivato, ha aspirazioni di grandezza, esagera la propria importanza e il valore, incapace di vedere i propri limiti, resiste alle interpretazioni in terapia, e’ presente alle sessioni in terapia in modo irregolare, puo’ terminare la terapia prematuramente, puo’ avere epiosodi di agitazione ed episodi periodici di depressione, socievole estroverso e affabile, puo’ presentare esplosioni di aggressivita’, ha difficolta’ nell’inibire la manifestazione degli impulsi.
I descrittori x i PUNTEGGI ELEVATI sono: diventa facilmente annoiato e agitato, ha bassa tolleranza alla frustrazione, puo’ essere impulsivo, puo’ avere episodi di irritabilita’, ostilita’ o esplosioni di aggressivita’, a volte puo’ essere eccessivamente ottimista, puo’ manifestare idee di grandezza ad essere capace di vedere i propri limiti, risulta estroverso, socievole e affidabile, è socialmente manipolativo, generalmente considera la terapia non necessaria e oppone resistenza alle interpretazioni in terapia, va irregolarmente alle sessioni di terapia e puo’ terminare questa prematuramente.

  • si (introversione sociale): indaga le difficoltà legate al contatto con situazioni sociali.
    La scala valuta una dimensione di personalita’ bipolare che indica introversione al punteggio piu’ alto ed estroversione al piu’ basso.

Le sottoscale sono: timidezza, evitamento sociale, alienazione personale e sociale.
I descrittori per punteggi elevati: socialmente introverso, sensibile a cio’ che gli altri pensano di lui, ipercontrollato, serio,affidabile,cauto,conformista, non disposto a manifestare i propri sentimenti, tende a preoccuparsi e a sentirsi colpevole facilmente.

SCALE DI CONTENUTO:

  • scala anx (ansia)
  • scala frs (paure)
  • scala obs (ossessività)
  • scala dep (depressione)
  • scala hea (preoccupazioni per la salute)
  • scala biz (ideazione bizzarra)
  • scala ang (rabbia)
  • scala cyn (cinismo)
  • scala asp (comportamenti antisociali)
  • scala tpa (tipo a)
  • scala lse (bassa autostima)
  • scala sod (disagio sociale)
  • scala fam (problemi familiari)
  • scala wrk (difficoltà sul lavoro)
  • scala trt ( ndicatori di difficoltà)

 

SCALE SUPPLEMENTARI:

  • scala a (ansia)
  • scala r (depressione)
  • scala es (forza dell’ io)
  • scala mac-r (scala di MacAndrew sull’alcolismo corretta)
  • scala o-h (ostilità ipercontrollata)
  • scala do (leadership)
  • scala re (responsabilità sociale)
  • scale mt (disadattamento scolastico)
  • scala mds (disagio coniugale)
  • scala gm gf (scale di ruoli sessuali)
  • scala pt e pk (scale del disturbo post-traumatico da stress)
  • scala aps (scala di ammissione di tossicodipendenze)

 

Weschler Adult Intelligence Scale - Revised
WAIS -R

Tale strumento si basa sul concetto di intelligenza, ke xo è un costrutto multidimensionale e multi determinato; essa è infatti: una competenza generale, una capacita’ globale, nonché una  funzione dell’intera personalita’, ke risulta sensibile a diversi fattori.
I test d’intelligenza possono essere costituiti da domande o da compiti standardizzati à qst xke l’intelligenza può essere misurata in 2 modi:

  • Proponendo molteplici prove (weschler)
  • Proponendo prove uniformi, x valutare un fattore “g”  ke rappresenta le abilità generali del soggetto (il fattore g è il primo fattore ke satura la maggior parte della varianza di ciascun sub test

Vediamo ora una breve storia delle scale di intelligenza.

  • Binet-Simon (1905): nata in francia per rispondere ad un problema pedagogico: differenziare i bambini intellettualmente dotati da quelli che non lo erano. Alla base di tale scala c’è il principio di sviluppo e maturazione, ed il principio che sostiene che l’intelligenza non può essere ridotta ad una delle sue funzioni o facoltà
  • Revisione di terman-merril (1937)

Vediamo ora l’ETÀ MENTALE: L’eta’ mentale e’ un concetto fondamentale specialmente se si lavora nell’ambito dell’età evolutiva. È definita dal livello di riuscita del soggetto ai test; si noti ke per calcolare l’età mentale si deve presupporre che essa corrisponda all’età intellettuale.
Si noti ke l’età mentale è la chiave per la quantificazione dell’intelligenza; tale età si calcola sommando all’età base, i mesi guadagnati rispondendo alle prove dei livelli successivi della terman- merril.
Stern propose poi un metodo per calcolare il QUOZIENTE INTELLETTIVO (Q.I.), considerando età mentale ed età cronologica:

Q.I. = età mentale / età reale x 100

Il Q.I. nella norma dovrebbe essere pari a 100

Weschler propose poi un nuovo tipo di Q.I., basato su una concezione dell’intelligenza e su principi metodologici diversi dai precedenti:

  1. La scala è composta da prove che richiedono attitudini diverse che per varietà e complessità ci forniscono la stima dell’efficienza globale (Fattore “g”) del soggetto
  2. Diverse prove che si susseguono con complessità crescente
  3. Tiene in considerazione un criterio di dispersione che permette di situare un soggetto all’interno di un gruppo di soggetti della stessa età cronologica

Il concetto di Q.I è stato ripreso abbandonando il concetto di età mentale e riconcepito come scala standardizzata con MEDIA = 100 e DEVIAZIONE STANDARD = 15

Ma veniamo ora alla WAIS-R.
Qst strumento è composto da 11 subtest, 6 verbali e 5 di performance, ke possono venire somministrati singolarmente oppure in concomitanza (entrambi allo stesso momento) e ke danno come risultati:

  • Q.I. verbale à è maggiore del QI di performance nei pazienti con patologia organica cerebrale, negli psicotici e nei nevrotici
  • Q.I. di performance à i soggetti più giovani ottengono i risultati migliori
  • Q.I. totale à rendimento generale dell’andamento nel test; risulta pertanto un indicatore attendibile del rendimento del soggetto, ma ha scarso significato diagnostico


Si noti ke il QI nell’adulto definisce il livello d’intelligenza attraverso il confronto dell’esecuzione delle scale WAIS-R di un individuo di una certa età, con il punteggio medio ottenuto dai membri del suo gruppo di età.

Vediamo ora le scale.
La scala verbale, è costituita dalle seguenti prove:

  1. Informazione: Il soggetto viene invitato a rispondere a 29 quesiti di culturale generale. Si deve iniziare dal 5 item. Se il soggetto risponde correttamente agli item 5 e 6 si deve assegnare il punteggio pieno anche agli item precedenti . Se in uno dei due item 5 e 6 viene data una risposta sbagliata si procede somministrando gli item 1,2,3 e 4.
    La prova deve essere interrotta se il soggetto compie 5 errori consecutivi. Viene assegnato x risposta corretta = 1 punto; punteggio max = 29 punti.
  2. Memoria di cifre: Il soggetto deve ripetere una serie di cifre elencate all’esaminatore in modo

diretto o inverso (Es: 5-8-2:  5,8,2 (ripetizione diretta); 2,8,5 (ripetizione inversa)).
Si procede iniziando dall’item 1 della ripetizione diretta.
E’ necessario somministrare entrambe le prove per ciascun item.
Se il soggetto compie errori in entrambe le prove di uno stesso item si deve sospendere la prova. Anche per la ripetizione inversa si deve seguire lo stesso criterio.
Risposta corretta = 1 - 2 punti; punteggio max = 14 punti alla ripetizione diretta e 14 punti alla ripetizione inversa

  1. Vocabolario: il soggetto viene invitato ad assegnare il significato a 35 vocaboli (Es: che cosa significa inverno?).

Si inizia con l’item 4. Se il soggetto risponde correttamente sino all’item 8 si assegna il punteggio pieno anche agli item precedenti (1-3). Se uno qualsiasi degli item da 4 a 8 ha ottenuto insuccesso, somministrare anche gli item da 1 a 3. La prova deve essere interrotta dopo 5 insuccessi consecutivi.
Risposta corretta = 1-2 punti; Punteggio max = 70 punti
Vediamo ora le prove utilizzabili nel test del vocabolario:

  • Sostituzione: Il vocabolo può essere sostituito da un termine simile. Es: letto à giaciglio
  • Definizione per sintesi: E’ concesso di fornire una spiegazione del vocabolo. Es: letto à mobile per stendersi e riposare
  • Descrizione: Il soggetto può fornire alcuni tratti essenziali che caratterizzano il vocabolo. Es: letto à ha un materasso, delle coperte..
  • Classificazione: Il vocabolo viene definito fornendo la categoria semantica a cui appartiene. Es: letto à elemento del mobilio
  • Esemplificazione: il soggetto può spiegare il significato, specialmente di verbi, con azioni e relazioni casuali. Es: riparare à far sì che torni come nuovo
  • Utilizzazione del vocabolo immodificato: Il vocabolo viene utilizzato senza modificarlo formando un esempio o evocandolo in un sintagma. Es: riparare à quando un oggetto è rotto lo si ripara ; Domestico à animale domestico
  • Trasformazione grammaticale del vocabolo. Es: tu puoi riparare la macchina così funziona ancora
  1. Ragionamento Aritmetico: Il soggetto viene invitato a risolvere 14 problemi presentati dall’esaminatore (N.B. PROVA A TEMPO!).

Si inizia con la somministrazione dell’item 3. Se il soggetto risponde correttamente all’item 3 e 4 si assegna il pieno punteggio anche a quelli precedenti, mentre se il soggetto fornisce risposte errate si dovrà somministrare l’item 1 ed il 2. Prevede punti supplementari per rapidità dall’item 10 al 14. La prova è sospesa se si osservano 4 insuccessi consecutivi. Risposta corretta = 1 punto; punteggio max = 19 punti

  1. Comprensione: Il soggetto è invitato a rispondere a 16 domande che richiedono un giudizio.

Es: perché si lavano i vestiti?
Si deve iniziare la prova con l’item 1. Se il soggetto non è in grado di fornire la risposta si deve fornire un’ aiuto. Si interrompe dopo 4 insuccessi consecutivi.
Risposta corretta = 1-2 punti; punteggio max = 32 punti

  1. Analogie: il soggetto deve mettere in relazione 14 copie di vocaboli.

Es: in che cosa sono simili arancia e banana?
Iniziare dall’item 1. Fornire aiuto se il tentativo fallisce. Interrompere la prova dopo 4 tentativi sbagliati.
Risposta corretta = 1, 2 punti; Punteggio max = 28 punti

La SCALA DI PERFORMANCE invece è costituito da:

  1. Completamento di figure: il soggetto viene invitato ad indicare una parte mancante dalla figura presentata dall’esaminatore. Le figure proposte sono 20.

Si inizia dall’item 1. Se il soggetto compie Errori negli item 1 e 2 l’esaminatore deve intervenire fornendo degli aiuti. Il soggetto ha 20 secondi di tempo per rispondere ad ogni item. Dopo 5 insuccessi è prevista la Sospensione della prova.
Risposta corretta = 1 punto; Punteggio max = 20 punti

  1. Riordinamento di storie figurate: il soggetto deve riordinare alcune vignette seguendo una sequenza logica per costruire una storia con senso compiuto (N.b. Prova a tempo!)

Iniziare con l’item 1. Presentare il 2° se il primo è sbagliato.
E’ importante prendere il tempo impiegato per l’esecuzione di ogni item.
La prova deve essere interrotta dopo 4 insuccessi consecutivi.
Risposta corretta = 1-2 punti; Punteggio max = 20 punti

  1. Disegno con cubi colorati: il soggetto deve costruire (con cubi colorati) 9 Modelli (N.b. Prova a tempo!).

Prevede punti supplementari per rapidità e precisione
Iniziare dall’item 1 (mostrando solo il modello costruito dall’esaminatore). Presentare il secondo tentativo se il primo viene fallito. Prendere il tempo di esecuzione di ogni
Item. Interrompere la prova dopo 3 tentativi sbagliati.
Risposta Corretta = 1-2, 3-4 punti; Punteggio max = 51 punti

  1. Ricostruzioni di oggetti o figure: il soggetto è invitato a ricostruire un Manichino, un profilo, una mano ed un elefante a partire da singoli pezzi (N.b. Prova a tempo!).

Prevede punti supplementari per la rapidità.
Risposta corretta = 5, 9,7,8 punti; Punteggio max = 41 punti
Si deve iniziare la prova con l’item 1 e somministrare tutti gli item

  1. Associazione di simboli a numeri o simboli numerici: si chiede al soggetto di associare ad una serie di numeri una serie di simboli, secondo uno schema riportato nell’apposita scheda.  Si deve avvertire il soggetto di Completare quanti più item possibile in 90 secondi (poiché è una prova a tempo)

Risposta corretta =1 punto; Punteggio max = 93 punti

Si noti ke vanno segnati Punti aggiuntivi per la Rapidita’ di esecuzione (1 o 2 punti al punteggio pieno per un’esecuzione esatta, se la soluzione è trovata velocemente) à N.b. Aggiungere questi punti serve ad accrescere la variabilità del punteggio del test e ad
assumere le sue affidabilità.

X quanto riguarda invece la Somministrazione, essa prevede soggetti dai 16 ai 74 anni; Luogo ben illuminato, adeguatamente ventilato e privo di rumori e distrazioni; Il tempo di esecuzione va dai 60 ai 90 minuti (E’ preferibile una sola seduta).
Rapporto tra esaminato ed esaminatore: dare chiarimenti generali, incoraggiare gli sforzi fatti, rassicurarli.

Gli item sono stati sistemati in un ordine approssimativo di difficoltà ricavato dai dati preliminari: da qui, le regole per iniziare ed interrompere il test.

Infine, si ricorda ke la somministrazione della wais e’ indicata: per valutare le capacità cognitive del paziente (Ad Esempio, nel caso di un paziente con disturbo delirante ad andamento cronico, al fine di impostare un trattamento di tipo riabilitativo o psicoterapeutico
“supportivo”, può essere di fondamentale importanza non solo quantificare le risorse cognitive a disposizione, ma anche evidenziarne i punti di forza e quelli di debolezza), per misurare la capacità di affrontare le situazioni ansiogene e la tolleranza della frustrazione, per inferire quanto un disturbo psichiatrico incida su alcune competenze di tipo cognitivo che il paziente
aveva precedentemente, per rilevare la comparsa di disturbi di pensiero, non tanto come disturbi formali, ma come fallimenti nell’elaborazione dell’informazione, per rilevare eventuali deficit cognitivi dopo lesione cerebrale, unitamente ad una batteria neuropsicologica specifica e ad una valutazione emotiva del paziente.

Al contrario, la Wais è controindicata qnd: Quando non si è strutturata una sufficiente alleanza diagnostica con il paziente, per cui si rischia di essere dei persecutori o essere estremamente intrusivi. Quando l’ansia da esame è talmente elevata da impedire un
corretto rilevamento del funzionamento del paziente. Quando il paziente sta assumendo farmaci e presenta un rallentamento psicomotorio, per cui tutte le prove a cronometro sono inattendibili. Quando il paziente è confuso o delirante o allucinato, a meno che questa non sia una situazione cronica e si vogliano valutare le potenzialità residue. Quando il paziente presenta un deficit fisico (visivo, uditivo, motorio). Quando si vogliono unicamente indagare le funzioni cognitive del paziente. Se manca una valutazione del funzionamento emotivo e affettivo dello stesso.

DIFFERENZE TRA I PUNTEGGI PONDERATI: Quando una scala offre punteggi relativi ad
undici subtest è ovvio che sorge il problema del significato delle differenze tra punteggi.
Il metodo per determinare se la differenza tra due punteggi ponderati è significativa ad un
certo livello di fiducia, richiede il calcolo dell’Esm della differenza tra i due punteggi.
Una differenza significativa al livello di fiducia del 15% indica che ci sono 85 probabilità su
100 che essa rappresenti una reale differenza di abilità nei due subtest.

ISTRUZIONI PER IL CALCOLO DEI PUNTI PONDERATI PER ETA’ E DEI QI: Dopo aver attribuito il punteggio a ciascun item dei subtest, l’esaminatore deve seguire certe procedure per determinare i punti grezzi, i punti ponderati,i punti ponderati per età (e relativi ranghi percentili) e i QI del soggetto.
Sebbene si tratti di passaggi semplici, gli errori in questa fase possono causare gravi conseguenze; per questa ragione le procedure devono essere eseguite con precisione e controllate con attenzione

CONVERSIONE DEI PUNTI GREZZI IN PUNTI PONDERATI e PUNTI PONDERATI PER ETA’: Dopo aver trascritto i punti grezzi sul frontespizio della scheda di notazione, questi devono essere trasformati in punti ponderati utilizzando la tavola di conversione punti grezzi/punti ponderati che si trova sulla sinistra della tabella riassuntiva e successivamente in punteggi ponderati per età (vedi contributo alla taratura italiana).
I punti ponderati si basano sul gruppo di riferimento (che è 20-34 anni per il campione U.S.A. e 19-34 per il campione italiano) e si devono usare per tutti i soggetti indipendentemente dall’età e servono per determinare il QI. I punti ponderati per età servono per calcolare il
Rango Percentile.


Fonte: http://appunti.buzzionline.eu/downloads/teotest0809.doc

Sito web da visitare: http://appunti.buzzionline.eu/

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