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A.5.1 J.R.R. Tolkien, I “miraggi” del bosco atro

Es. 17. Tolkien è considerato dalla critica il maggior esponente della cosiddetta narrativa fantasy, un genere di grande successo presso un pubblico che va dai giovanissimi agli adulti. La fortuna della monumentale trilogia Il Signore degli anelli, ora confermata anche dagli incassi della spettacolare versione cinematografica, dimostra che in questi testi ci sono elementi di grande fascino, in grado di catturare l’attenzione e la curiosità di lettori anche molto diversi.
Cerca, navigando in Internet o ricorrendo ad altre fonti, informazioni sulla letteratura e il cinema fantasy: prova a individuare quali sono le caratteristiche specifiche di questo genere, qual è la sua storia e quali sono gli autori più importanti che l’hanno coltivato. Sintetizza poi i risultati della tua ricerca in un testo espositivo, cercando di mettere in luce soprattutto le differenze della letteratura fantasy rispetto ad altri generi letterari del filone fantastico.

Per agevolare il tuo lavoro, ti proponiamo di leggere i due testi che seguono: il primo è la voce di un’enciclopedia che definisce il significato del termine fantasy; il secondo è un articolo di opinione in cui si rivendica la “serietà” di questo genere narrativo.

Fantasy
Termine inglese (propr. fantasia) indicante un genere di narrativa (anche sword and sorcery, spada e magia, e heroic fantasy, fantasia eroica) che si distingue dalla fantascienza per il carattere esclusivamente fantastico e immaginario dei soggetti, ispirati a leggende mitiche e alla magia e quindi svincolati dalla realtà contingente e da implicazioni scientifico-tecnologiche. Nata negli anni Venti, la narrativa fantasy conosce due filoni principali: quello medievaleggiante e quello barbarico. Il primo viene fatto risalire agli inglesi William Morris (1834-1896), autore di romanzi che rivisitano in maniera fantastica il Medioevo, e J. R. R. Tolkien (1892-1973), con opere più sofisticate come la trilogia The Lord of the Rings (1954-55; Il signore degli anelli), una delle pietre miliari del genere. Il secondo filone fa capo allo statunitense Robert Howard (1906-1936), il creatore di Conan, che pubblicò soprattutto sulle riviste popolari americane (pulp magazines).
La rivalutazione di entrambi i filoni, un tempo considerati rispettivamente “alto” e “basso”, e il loro conseguente intreccio, ha creato una moda, divenuta una vera e propria tendenza culturale, diffusa in tutto il mondo e consolidata nel cinema, nei fumetti, nei giochi di ruolo, nei videogames.

Da www.sapere.it

Altro che letture per bambini!
Contro la “discriminazione” del genere fantastico.

Perlopiù, l'opinione pubblica non comprende l'etichettatura fantasy: a quanto sembra, questa semplice e orecchiabile parola inglese non è molto conosciuta. Ed è una vera catastrofe cercare di spiegare in termini semplici cosa sia in realtà la letteratura fantasy, senza scadere in dettagli che comprendano elfi, troll, unicorni e roba simile. Per fortuna, il fantasy in questi tempi sta tornando sotto i riflettori come non succedeva dall'uscita, quasi mezzo secolo fa, del capolavoro di Tolkien Il Signore degli Anelli. Proprio a causa di questo romanzo è nata la “nuova era” del fantasy: la saga cinematografica di Peter Jackson ha entusiasmato milioni di spettatori e non pochi, sull’onda della passione, si sono dati alla lettura dell’omonimo romanzo di Tolkien. Da qui la rinascita del genere fantasy che, a quanto sembra, ha leggermente ottenuto più consensi dal pubblico in generale. Anche Harry Potter, pur non essendo tipico fantasy, possiede elementi tipici di questo genere ed ha avuto il merito di destare l’attenzione delle masse per questo filone narrativo. […]
Perché considerare il fantasy roba per bambini o per un pubblico esclusivamente femminile? Pare una sciocchezza ma è pura realtà, e se si pensa che un tale fenomeno era stato sottolineato dall'illustre Isaac Asimov già in un suo racconto, Roba per bambini, del 1954, si può vedere come la situazione non sia minimamente cambiata da allora. Sondaggi autorevoli, tra cui uno pubblicato su Delos Science Fiction, mostrano la gravità del fenomeno. Eppure la grande mole di romanzi scritti da J.R.R. Tolkien dovrebbero aver almeno attenuato l'ingenua definizione di letteratura infantile. […]
Ma se è con Tolkien che si raggiungono nel genere fantasy le più alte vette di serietà, ci sono anche molti altri autorevoli scrittori che hanno dato lustro a tale genere letterario, in primis la grande Marion Zimmer Bradley, scomparsa nel 2000, con la sua formidabile saga di Darkover e con molte altre opere. Certo non si può considerare priva di merito una saga come quella di Avalon, acclamata dalla critica di mezzo mondo. E' poi vero che altri autori che hanno scritto opere fantasy non hanno fatto altro che rendere piatto e monocorde questo genere tutt'altro che noioso, e non si può non dire che i bravi autori fantasy si contano sulle punta delle dita di una mano.
Terry Brooks merita un discorso a parte. È stato lui, assieme a Tolkien, a meritarsi un posto in questa ristretta cerchia di grandi autori di Fabbricanti di Universi. Originale, divertente, straordinario, Brooks meriterebbe un encomio specialissimo solo per la sua superba capacità narrativa. In effetti, è difficile in questi tempi trovare uno scrittore che sappia ancora scrivere così bene. Se quindi Tolkien può essere duro da leggere per la sua voluta complessità narrativa, Brooks risulta invece avere uno stile di una leggerezza straordinaria. Ad essere leggero però, chiariamoci, è solo il suo stile narrativo: infatti è proprio con Brooks che assistiamo a una fondamentale evoluzione della narrativa fantasy, e cioè da un genere narrativo avventuroso e senza troppe pretese a un filone narrativo in cui magie, elfi ed esseri fatati sono spesso pretesti per raccontare qualcosa di più complesso. La saga di Shannara è ricca di critiche verso la nostra razza e verso la violenza che condurrà all'apocalisse. La saga di Landover utilizza tipici cliché del fantasy per mettere in primo piano il grande personaggio di Ben Holiday, la sua evoluzione interiore, la sua trasformazione nel modo di pensare e di agire. La saga del Verbo e del Vuoto punta il dito contro il baratro di abbrutimento in cui è caduta la razza umana in questi tempi, mostrandoci con spaventosa nitidezza gli aspetti più infimi del nostro mondo. Come si può parlare di letture per bambini davanti a romanzi che trattano di temi sociali così scottanti? È la stessa cosa che spesso avviene con Star Trek, il quale, nonostante l'alto contenuto di “messaggi subliminali” rivolti verso il nostro modo di vivere e di pensare, viene bollato come telefilm semplice e ingenuo. Eppure, è stato Star Trek a inserire per la prima volta nella storia della televisione un bacio tra un bianco e un nero, e sempre Star Trek ha affrontato i più disparati temi sociali: dall’eutanasia alla pena di morte, dai problemi religiosi ai rischi della tecnologia. Si deve pensare forse che l’opinione pubblica è così ottusa da non cogliere gli ovvi significati insiti in questa serie?
Il Mago di Oz è uno dei più grandi classici per bambini da sempre. Ed è ovviamente fantasy. Si può forse pensare che da questo è nata l’idea di associare letteratura fantasy e letteratura per bambini? Eppure Il Mago di Oz è colmo di riferimenti, allusioni e allegorie che menti giovani spesso non colgono. La Storia Infinita di Micheal Ende è uno dei più grandi classici della letteratura fantasy, apprezzato dai critici di tutto il mondo: eppure la sua trasposizione cinematografica, pur piuttosto godibile, è stata fatta appositamente per un pubblico giovanile (per non parlare poi degli scadenti seguiti). Questo solo per citare gli esempi più autorevoli, intendiamoci. È vero che Il Mago di Oz, assieme al Signore degli Anelli, è tra i pochissimi romanzi fantastici entrati nell’elenco delle opere fondamentali del secolo XX. È pur vero, però, che l’opinione pubblica (e non solo) continua a considerare tali romanzi adatti ad un pubblico esclusivamente infantile, e non per niente Il Mago di Oz è diventato un film della Disney. La situazione continua a rimanere nera. Se la consacrazione di Tolkien è ormai quasi ufficiale, quella delle altre grandi opere fantasy è ancora lontana. Servirà forse un film tratto da un romanzo di Terry Brooks per accendere l'interesse del pubblico generale verso questo autore? In questi tempi, sull'onda breve del doppio successo Signore degli Anelli-Harry Potter, sono in fase di realizzazione alcuni film fantasy che probabilmente si tramuteranno in flop. Ma anche se la trasposizione di Dungeon and Dragons fosse un successo, una pellicola del tutto priva di contenuti come questa potrà realmente mostrare all'opinione pubblica la serietà del genere fantasy? Le speranze sono poche, ma vale la pena tentare di difendere il lato culturale della letteratura fantastica e cercare di valorizzarlo in tutte le sedi possibili.

da www.fabbricantidiuniversi.it

 

 

 

 

 

Esoterismo termini e definizioni:

 

 

 

 

 

 

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