Idrocarburi

 

 

 

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GENESI DEGLI IDROCARBURI
In natura troviamo idrocarburi sia liquidi (petroli), sia gassosi che solidi.
Gli I. solidi derivano dall’ossidazione dei precedenti e prendono nome di bitumi.
Una roccia calcarea impregnata di bitume è detta asfalto.
Il processo che porta alla trasformazione della materia organica in idrocarburi è un processo analogo a quello della carbonificazione ed è detto naftogenesi.
Un ambiente favorevole alla naftogenesi è l’ambiente acque più o meno stagnante, con acque non ossigenate, le spoglie degli organismi animali e vegetali si depositano sul fondo mescolandosi a sedimenti argillosi e costituendo una melma putrida chiamata sapropele. Attraverso complesse reazioni connesse alla diagenesi del sapropele che così si trasforma in roccia compatta, detta sapropelite, si originano gli idrocarburi. La sapropelite si presenta in genere come argilla compatta scura, fetida e bituminosa.


MIGRAZIONE DEGLI IDROCARBURI
Gli I. non costituiscono accumuli nella rocce madri, ma da esse migrano verso serbatoi contenitori. Il fenomeno è detto migrazione primaria, successivamente ci sarà una migrazione secondaria che corrisponde alla sistemazione degli idrocarburi secondo la densità entro il serbatoio, per questo motivo, nei giacimenti di petrolio, esiste una distribuzione in senso verticale, che dal basso all’alto è data da acqua, petrolio e gas.
Le cause di migrazione sono varie, -innanzitutto è da considerare la compattazione dei sedimenti per effetto del carico di sedimenti sovrastanti, dalla roccia madre gli idrocarburi sono come spremuti e iniziano il loro cammino, altre cause sono -la temperatura, che diminuisce la viscosità del petrolio e ne aumenta la mobilità, così pure –l’azione delle acque per capillarità.
La migrazione cessa quando il petrolio viene sbarrato nel suo cammino, lo sbarramento avviene in genere ad opera di rocce impermeabili, questa particolare situazione nel sottosuolo che determina l’intrappolamento e quindi il giacimento degli I. prende il nome di trappola petrolifera.


LE TRAPPOLE PETROLIFERE
Una trappola petrolifera può essere definita come una situazione particolare nel sottosuolo che determina l’accumulo di idrocarburi. Se non esistono le trappole, gli idrocarburi continuerebbero la loro migrazione sino alla superficie, con la perdita del giacimento (degradazione).
Affinché si realizzi una trappola è necessario che nel sottosuolo si verifichino alcune situazioni favorevoli, sia di tipo litologico che geometrico (tettonica).
Innanzitutto dev’esserci un contenitore, questo può essere costituito solo da rocce permeabili, dette rocce magazzino o serbatoio, e, poi è necessario che il serbatoio sia a perfetta tenuta e questa può essere garantita da rocce impermeabili dette rocce di copertura.
Esistono vari tipi di trappole classificate in –t.strutturali o tettoniche che sono dovute a particolari forme strutturali come trappole per pieghe e per faglia, -t.stratigrafiche che sono legate a particolari situazioni stratigrafiche, -t.miste.

 

MANIFESTAZIONI PETROLIFERE
Se nel corso della loro migrazione gli idrocarburi non vengono intrappolati, essi fuoriescono in superficie determinando le cosiddette manifestazioni petrolifere superficiali. Esistono anche manifestazioni nel sottosuolo, questo si può vedere mediante scavi e sondaggi in quantità però non sfruttabile economicamente.
Il ritrovamento di manifestazioni è un dato incoraggiante per la ricerca in quanto dimostra i caratteri naftogenetici di una zona. Rientrano tra le manifestazioni superficiali i giacimenti di asfalto, le fuoriuscite di petrolio e di gas.
LA RICERCA DEGLI IDROCARBURI
La ricerca degli I. si realizza attraverso 3 fasi distinte: la fase di ubicazione dei sondaggi, la fase di perforazione e la fase di produzione.
-la fase di ubicazione… la ricerca di I. si tratta cioè di reperire nel sottosuolo situazioni favorevoli all’accumulo, per tale scopo non esistono metodi di sicuro successo infatti ubicare e rinvenire nel sottosuolo le trappola ma però prive di I., allo scopo di aumentare le possibilità si vanno a verificare le effettive possibilità naftogeniche dell’area, ossia se durante il suo trascorso geologico si sono verificate situazioni ambientali che hanno permesso la formazione di rocce madri. Ciò è possibile sia per via diretta tramite ricerche paleografiche o per via indiretta attraverso le manifestazioni.
-la fase di perforazione… le perforazioni per ricerche petrolifere comporta un’alta tecnologia, date le profondità che si devono raggiungere. Il sistema di perforazione è quello a rotazione. Supposta la trappola, la perforazione subisce un insieme di controlli con lo scopo di verificare sia la successione litologica perforata, sia l’eventuale presenza di giacimento, si realizzano così i cosiddetti carotaggi elettrici, che danno indicazioni sulla litologia e sul contenuto degli intervallipermeabili, e le prove di stato che rappresentano il momento culminante della ricerca, con esse si indaga direttamente sulla roccia serbatoio per verificarne il contenuto.
-fase di produzione… questa fase si ha quando il sondaggio risulta non sterile. Questo studio ha dei problemi relativi alla presenza d’acqua, la produzione deve evitare il mescolamento acqua-petrolio. In alcuni casi si necessita di un programma di miglioramento della coltivazione, aumentando o diminuendo la viscosità del petrolio, ciò si può avere o con l’acidificazione di rocce calcaree o con immissione a forte pressione di liquidi nella roccia serbatoio che viene così fratturata e resa più permeabile.
LA RICERCA PETROLIFERA IN ITALIA
Le ricerche di I. in Italia ebbero inizio già nel secolo scorso, nei primi degli anni 1900 le ricerche di petrolio furono affrontate mediante perforazioni solo nelle zone prossime alle manifestazioni, successivamente si ebbero le prime campagne di sondaggi ad opera della Direzione Generale dei Combustibili. Dopo un periodo di stasi, alla fine della guerra le ricerche ripresero con vigore, soprattutto dopo la scoperta di di importanti giacimenti gassiferi nella pianura padana.

 

Fonte: http://digilander.libero.it/soleoccidentale/idrocarburi.doc

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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