Russia Sovietica

 

 

 

Russia Sovietica

 

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Russia Sovietica

 

La Nep e la nascita dell'Urss

Il gravissimo dissesto economico portò con sé nuove tensioni sociali che sfociarono in aperte sommosse contro le privazioni poste dal governo. La più grave ebbe luogo nel 1921 e fu la ribellione dei marinai di Kronstadt, una base navale sul Mar Baltico che l'Armata rossa represse nel sangue.
Nel 1921 tuttavia Lenin stava già abbandonando il «comunismo di guerra» per varare una Nuova politica economica (Nep) il cui obiettivo immediato era il risanamento dell'agricoltura. abbandonato il sistema delle requisizioni di grano e verdura e fu restituito ai contadini il diritto di vendere liberamente i loro prodotti dopo averne consegnato una parte allo Stato. La stessa libertà fu riconosciuta a tutti i settori del commercio terno e della piccola industria. Viceversa la grande industria, i trasporti, le banche e il commercio estero restarono nazionalizzati e quindi sotto il rigido controllo dello Stato.
In sostanza, si cercò di trovare un punto di equilibrio tra:

A questa parziale liberalizzazione dell' economia - che permise una positiva ripresa sia della produzione agricola, sia di quella industriale - seguì una serie di riforme politiche e sociali:

  • furono abbattuti i privilegi di origine feudale;

• fu proclamata la parità di diritti fra tutte le nazioni e le lingue che facevano parte dello Stato sovietico;

  • fu riaffermata l'uguaglianza di tutti i cittadini;
  •    dietro pressione del Congresso femminista di tutte le Russie guidato da Aleksandra Kollontaji, fu riconosciuta l'uguaglianza tra i sessi (le donne del Congresso avevano formato battaglioni femminili durante la Guerra civile), istituiti il matrimonio civile e il divorzio, stabilita l'uguaglianza tra i coniugi, l'equiparazione dei figli illegittimi, l'assistenza statale a maternità e infanzia;
  • tra i diritti costituzionali furono inseriti il diritto all'istruzione, al lavoro, all'assistenza sociale.

Contemporaneamente fu intrapresa una lotta contro la Chiesa ortodossa che portò alla confisca di tutti i suoi beni e alla totale «scristianizzazione» dello Stato.
Infine, la Nep spinse il governo sovietico ad abbandonare il progetto della «rivoluzione mondiale» e a rientrare nella vita politica ed economica internazionale.
Il riconoscimento del principio di autodeterminazione dei popoli fruttò alla Russia il riavvicinamento dell'Ucraina, della Bielorussia e della Russia asiatica che, durante la Rivoluzione, se ne erano separate. Si giunse così, nel 1922, alla fondazione dell'Urss, cioè dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, una federazione di 26 repubbliche con capitale Mosca.
Lenin non poté seguire gli sviluppi della Nep. Ammalatosi gravemente, morì agli inizi del 1924.

 


 

 

Nei villaggi zaristi l'assemblea di villaggio, chiamata «mir», era abituata a organizzarsi e a prendere in piena autonomia le decisioni che la riguardavano. Subito dopo la rivoluzione fu difficile capire che tutte le decisioni venivano prese invece dal governo centrale.

 

La comunità di villaggio

A Sotino, la mir, non avendo avuto alcuna notizia di una nuova amministrazione «straniera», cioè di Mosca, decise di tagliare due ettari di bosco per coltivarli. Il giorno fissato, gli abitanti si radunarono, armati di asce e di seghe, e in una mattinata abbatterono più di cento pini.
Ma ben presto appresero che l’amministrazione e la polizia si apprestavano a trascinare l’intera comunità davanti al tribunale con l’accusa di taglio illegale di un bosco. L’assemblea fu di nuovo convocata e decise di simulare un incendio.
Sfortunatamente per gli abitanti di Sotino, il trucco fu scoperto ed essi furono condannati a pagare collettivamente un’ammenda equivalente al raccolto di un anno.

N.Werth,   La vita quotidiana dei contadini russi dalla Rivoluzione alla collettivizzazione

 

 

Quando varò la Nep Lenin dovette superare numerosi contrasti provenienti dai bolscevichi «puri», che volevano la realizzazione del comunismo subito. In questo discorso egli spiega come la Nep sia necessaria per andare incontro alla gravissima situazione dei contadini.
Perché la Nep

Il nostro scopo è di provare ai contadini che noi siamo in grado di aiutarli, che i comunisti, in quest'ora critica per i contadini rovinati dalla Guerra civile, impoveriti, affamati, sanno essere al loro fianco in modo concreto. O riusciamo a dargliene la prova o ci manderanno al diavolo.
I capitalisti sapevano come approvvigionarci. Lo facevano male: ci taglieggiavano, ci ingiuriavano, ci derubavano, ma nonostante ciò sapevano come far arrivare i viveri nelle città.
E voi? Voi volete fare qualcosa di diverso, di nuovo. I guadagni non vi tentano perché i vostri princìpi comunisti sono ben radicati nel vostro animo. Ma sapreste condurre gli affari?
Certo i contadini sanno che i comunisti li hanno aiutati a liberarsi dai capitalisti e dai latifondisti, e ne tengono conto. Ci hanno fatto credito e hanno aspettato, ma oggi ci pongono di fronte ba questa domanda: «Sapete gestire gli affari meglio degli altri o li gestite ancora peggio?».

Lenin, Discorso al IX Congresso del Partito comunista

 

La Russia sovietica

La Russia sovietica uscì semidistrutta dalla Guerra civile che aveva opposto i «rossi» ai «bianchi». Essa portò le devastazioni e l'odio spietato che accompagna sempre le lotte fratricide, ma a questo disastro si aggiunse la mancanza di ogni prodotto d'importazione, a causa delle sanzioni economiche con cui l'Europa tentò di indebolire il governo rivoluzionario e di bloccarne la resistenza.
Nel 1921 gli ultimi capisaldi della resistenza «bianca» erano stati espugnati, però la vittoria fu ottenuta imponendo ai Russi condizioni di vita durissime, non solo sul piano materiale ma anche su quello delle libertà politiche.
L'obiettivo originario di Lenin era stato quello di sostituire al potere borghese (instaurato da Kerenskij dopo la caduta dello zar) la dittatura del proletariato. Invece, al termine della Guerra civile, fu instaurata una dittatura ben diversa: non quella di una classe sociale, ma quella di un partito, la dittatura del Partito comunista. Le sue principali caratteristiche furono:
• Provvedimenti economici d'emergenza, applicati in maniera rigidissima, all'occorrenza violenta, noti come «comunismo di guerra». Essi si basavano: a) sulla requisizione dei raccolti; b) sul divieto del commercio privato; c) sulla nazionalizzazione, vale a dire sulla trasformazione in industrie di Stato delle poche industrie private sopravvissute alla guerra.
• Creazione di una polizia politica chiamata Ceka. Le quattro lettere di Ceka sono, in russo, le iniziali di parole che significano «Commissione straordinaria russa per la lotta alla controrivoluzione e al sabotaggio»; sciolta nel 1922, fu sostituita dalla Gpu che significa «Amministrazione politica governativa». Inizialmente la Ceka aveva il compito di reprimere gli oppositori del regime (cioè i «bianchi»), ma ben presto cominciò a perseguitare anche i membri del Partito che non condividevano la linea del gruppo dirigente. La Gpu divenne a sua volta potentissima e instaurò un «regime di polizia», cioè un sistema di controllo capillare della vita privata dei cittadini, in netta contraddizione con i princìpi di libertà proclamati dal socialismo e dal comunismo.
Con questi provvedimenti Lenin riuscì a fronteggiare i problemi più urgenti e a sfamare le città e l'esercito, ma non a evitare il disastro economico: rispetto al 1913, la produzione agricola risultò più che dimezzata e quella industriale sette volte più bassa.

 

La costruzione dello Stato sovietico

I primi provvedimenti del governo sovietico furono:
• la nazionalizzazione delle terre: esse furono confiscate ai proprietari e diventarono proprietà dello Stato;
• l'autogestione operaia delle fabbriche, dalle quali furono allontanati i dirigenti, che vennero sostituiti dai comitati dei lavoratori o «soviet operai». Nell'economia socialista, il termine autogestione designa il sistema in base al quale i lavoratori gestiscono autonomamente le singole imprese, decidendo sia il tipo di produzione, sia il modo di distribuire il prodotto;
il diritto di tutte le nazionalità dell' ex Impero russo all' eguaglianza e all'autodeterminazione, cioè all'autodecisione: si tratta di quel principio del Diritto internazionale in base al quale tutti i popoli hanno il diritto di decidere liberamente il loro sistema politico e il loro sviluppo economico, sociale e culturale senza l'intervento di altri Paesi o di forze politiche straniere. L'affermazione di questo diritto fu accolta con particolare entusiasmo dai 20 gruppi etnici diversi sui quali lo zar aveva dominato.
Infine, il 15 dicembre 1917, l'armistizio con gli Imperi centrali pose fine alla partecipazione russa alla Guerra mondiale.
L'opposizione al potere dei soviet, tuttavia, non cessò con la formazione del governo sovietico. Interi battaglioni di guerriglieri antirivoluzionari, i cosiddetti Russi bianchi, fedeli allo zar, che si contrapponevano all’Armata rossa comandata da Trockij, scatenarono una violenta Guerra civile che causò milioni di morti e insanguinò la Russia tra la fine del 1917 e il 1921. Messi in seria difficoltà dagli aiuti forniti ai «bianchi» dalle potenze europee, che erano preoccupate per le intenzioni dei sovietici di esportare ovunque la Rivoluzione socialista, i rivoluzionari compirono un gesto drammatico, che fu poi severamente condannato dalla storia, sterminando l'intera famiglia reale che per qualche mese era stata tenuta prigioniera in una località della Siberia.
La Guerra civile ridusse la Russia alla fame, ma, vincendo mille difficoltà, i bolscevichi riuscirono a prevalere e i controrivoluzionari, tra cui i leader dei menscevichi, furono costretti all'esilio.

 

La Rivoluzione sovietica

Il clima di accesa lotta sociale che caratterizzò in quell'anno l'intero continente culminò con la Rivoluzione sovietica scoppiata in Russia il 24 e il 25 ottobre 1917 (secondo il calendario russo, il 6-7 novembre secondo il nostro) e divenuta quindi celebre come «Rivoluzione d'ottobre».
I suoi precedenti risalgono al marzo di quell'anno (febbraio nel calendario russo), quando uno sciopero per il pane degli operai di Pietrogrado (oggi San Pietroburgo) si trasformò in un'imponente manifestazione popolare contro la guerra e lo zar. I soldati inviati a reprimere i disordini si rifiutarono di sparare contro la folla e si unirono ai dimostranti. Lo zar Nicola II fu costretto ad abdicare e pochi giorni dopo fu arrestato insieme alla sua famiglia, mentre la Russia diventava una repubblica borghese.
Questa forma di governo, tuttavia, resistette solo pochi mesi. Il vero potere era ormai nelle mani dei soviet, cioè dei consigli o comitati degli operai e dei soldati, nati durante la Rivoluzione del 1905, che al fronte, a mano a mano che l'esercito russo cedeva, si erano sostituiti all'autorità degli ufficiali.
I soviet erano dominati dai bolscevichi, che rappresentavano l'ala rivoluzionaria del partito socialdemocratico russo. Il loro capo era Lenin che era rientrato in patria dalla Svizzera con l'aiuto dello Stato Maggiore tedesco, fiducioso che il suo arrivo avrebbe accelerato l'uscita della Russia dalla guerra.
Il programma di Lenin fu diffuso attraverso la Pravda («Verità»), il quotidiano diretto da un giovane rivoluzionario appena tornato dall'esilio in Siberia che aveva come nome di battaglia Stalin, «Acciaio».
I punti cardine del programma posero le basi della Rivoluzione socialista:

  • Insurrezione armata e pieni poteri ai soviet.
  • Pace immediata con l'Austria e la Germania.
  • Confisca delle terre e loro distribuzione ai contadini.

• Creazione di una nuova «Internazionale» per promuovere la rivoluzione mondiale e la dittatura del proletariato.
La minoranza dei soviet era invece rappresentata dai menscevichi, cioè l'ala moderata del partito socialdemocratico russo, e dai socialisti rivoluzionari. Un esponente moderato di questi ultimi, Alessandro Kerenskij, si era alleato ai partiti borghesi e aveva formato un governo provvisorio, favorevole alla continuazione della guerra.
Nell'estate del 1917 Lenin convinse gli altri capi bolscevichi che il momento era maturo per passare all'azione. Nella notte fra il 24 e il 25 ottobre 1917 a Pietrogrado scoppiò l'insurrezione armata. Le «guardie rosse», comandate da un altro collaboratore di Lenin, Leone Trockij, nonostante la violenta opposizione di Kerenskij, si impadronirono del Palazzo d'Inverno, sede del governo; l'indomani, il Congresso generale dei soviet elesse un nuovo governo, presieduto da Lenin.

 

Fonti:

http://ip155.ittmazzotti.it/sites/spazio/nicolettis/Documenti%20condivisi/la%20rivoluzione%20russa-%205%20G-Es%20-dicembre%202010/4%20La%20Nep%20e%20la%20nascita%20dell%27URSS.doc

http://ip155.ittmazzotti.it/sites/spazio/nicolettis/Documenti%20condivisi/la%20rivoluzione%20russa-%205%20G-Es%20-dicembre%202010/3%20La%20Russia%20sovietica.doc

http://ip155.ittmazzotti.it/sites/spazio/nicolettis/Documenti%20condivisi/la%20rivoluzione%20russa-%205%20G-Es%20-dicembre%202010/2%20La%20costruzione%20dello%20stato%20sovietico.doc

http://ip155.ittmazzotti.it/sites/spazio/nicolettis/Documenti%20condivisi/la%20rivoluzione%20russa-%205%20G-Es%20-dicembre%202010/1%20La%20rivoluzione%20sovietica.doc

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