Storia inizi del novecento riassunto

 

 

 

Storia inizi del novecento riassunto

 

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Storia inizi del novecento riassunto

 

Belle époque

Agli inizi del Novecento l’Europa iniziò a vivere la belle époque dove si ebbe un enorme progresso grazie all’industria e alla tecnologia. Cinema, automobili, energia elettrica portarono la serenità al popolo che vissero un’epoca di benessere. Ma non fu proprio così, in realtà questo periodo suscitò molte tensioni fra i vari stati a causa di molti problemi fra i quali le disuguaglianze economiche fra di loro; ci fu il diritto di voto maschile e il popolo iniziò a muoversi nel mondo politico.

 

Le Crisi

Molto più forti erano le tensioni internazionali; la Germania stava creando una grande forza militare e l’Inghilterra preoccupata decise di creare la Triplice Intesa (Francia, Inghilterra e Russia) opposta alla già esistente Triplice Alleanza (Germania, Austria e Italia).

 

La parte orientale dell’Europa vedeva tre grandi stati multinazionali: l’impero austro-ungarico, l’impero russo e l’impero ottomano.

 

L’Austria considerava suoi i Balcani appoggiata dalla Germania mentre la Russia la usava per espandersi nel Mediterraneo. L’Italia puntava sull’Impero Russo.

 

Le guerre Balcaniche

Le guerre balcaniche avvennero nel 1912 da Serbia, Montenegro, Bulgaria e Grecia contro l’impero Ottomano; la seconda guerra balcanica nel 1913.

 

La conquista della Libia

Tra il 1911 e il 1912 l’Italia attaccò le aree costiere della Libia senza trarne tanto beneficio; occupò la Tripolitania e la Cirenaica.

 

Prima guerra mondiale

Cause

Le cause della prima guerra mondiale furono molteplici: motivi economici, politici e culturali.

  1. Dal punto di vista economico lo spazio disponibile per l’espansione riduceva;
  2. Dal punto di vista politico la Germania era decisa a svolgere una politica di potenza; Francia e Inghilterra coltivavano una forte ostilità verso di essa.
  3. Instabilità regionali, dove Austria e Russia erano interessate entrambi ai balcani; l’Italia rivoleva Trento e Trieste.
  4. In Europa ci fu una corsa agli armamenti che scatenò un pericolo di conflitto. Le industrie normali si trasformarono in industrie militari ed ebbero un enorme guadagno dal punto di vista economico.
  5. Nazionalismo. Ci fu un movimento socialista che giudicò la guerra un “affare”.

 

Lo scoppio della guerra

La grande guerra iniziò nei Balcani, chiamati “polveriera d’Europa”.

Il 28 giugno 1914 uno studente bosniaco uccise l’arciduca Francesco Ferdinando; così il 28 luglio l’Austria dichiarò guerra alla Serbia.

Poi la Germania dichiarò guerra alla Russia; Berlino dichiarò guerra alla Francia; l’Inghilterra dichiarò guerra alla Germania seguita dal Giappone. L’Italia si mantenne neutrale.

 

Questa guerra si credeva fosse una guerra breve mentre non fu proprio così.

 

L’Italia era divisa in due schieramenti: uno interventista (irredentisti, socialisti rivoluzionari, nazionalisti) e uno neutralista (cattolici, socialisti).

 

Nel 1915 l’Italia firmò un patto segreto (Patto di Londra) che impegnava l’Italia ad entrare in guerra nel giro di un mese; l’Italia entrò in guerra contro l’Austria il 24 maggio.

 

L’Italia divisa

 

Gli interventisti comprendevano:

  • Gli irredentisti
  • Gli interventisti democratici
  • I sindacalisti rivoluzionari
  • I socialisti rivoluzionari
  • I nazionalisti

 

I neutrali comprendevano:

  • I liberali giolittiani
  • I socialisti
  • I cattolici

 

La guerra di trincea

Questa guerra si svolse nelle trincee, quindi fu essenzialmente difensiva, dominata dall’artiglieria. Ci furono parecchie vittime anche solo per conquistare pochi chilometri di terreno.

 

La guerra sul fronte italiano

Il fronte italiano era diviso in tre settori: il Trentino, il Cadore e la Carnia. Il Trentino era per lo più difensivo.

 

Il cruciale 1917

Nel 1917 i tedeschi spostarono la guerra sul mare. Ci fu così la battaglia dello Jutland.

 

L’economia negli anni venti e la crisi del 1929

 

 

Gli anni venti e la crisi del 29

 

Negli anni venti, dopo la guerra, ci furono grandi cambiamenti economici-sociali. Le condizioni che resero possibile tale sviluppo furono:

  • l’innovazione tecnologica
  • l’aumento della produttività, grazie alla organizzazione scientifica del lavoro(Taylorismo), che consiste nella catena di montaggio.
  • il consumo di massa

 

I prodotti che si svilupparono molto in questi anni furono l’automobile e la radio.

 

Nel 1929 ci fu un boom economico che comincio dal crollo di Wall Street.

Le cause della crisi furono:

  • La debolezza della domanda: una crisi di sovrapproduzione.
  • La crisi agricola: difficoltà nel settore agricolo, negli USA i coltivatori chiesero prestiti per meccanizzare la produzione agricola che poi però non rese molto provocando il fallimento di alcune banche a causa del mancato rientro dei loro capitali.
  • Speculazione finanziaria: Buona parte dei profitti industriali veniva dirottata in borsa.

 

Il Fascismo

 

La crisi del dopoguerra in Italia

L’Italia uscì dalla guerra vittoriosa ma sotto il profilo economico ci furono diversi problemi:

  • Il debito pubblico, accumulato per finanziare la guerra
  • l’inflazione, dovuta all’eccesso di moneta circolante che provocò una svalutazione
  • la disoccupazione, provocata dal ritorno degli uomini dal fronte e dalla riconversione delle imprese a produzioni di pace.

La guerra aveva stimolato uno sviluppo industriale nella meccanica e nella chimica. Questa ricchezza però non venne distribuita equamente e venne a vantaggio delle imprese.

 

Ci furono molte lotte contadine e operaie, che sciopereranno per il caro-vita riuscendo a far aumentare i salari e a lavorare non più di otto ore

Anche i ceti medi erano disagiati: infatti in loro non veniva riconosciuto nulla per aver partecipato alla guerra.

 

L’Italia ebbe una “vittoria mutilata” perché non ottenne la Dalmazia e Fiume, ma la questione fu risolta grazie al ritorno di Giolitti che firmò il trattato di Rapallo che diede la Dalmazia alla Jugoslavia e rese Fiume uno stato libero indipendente.

 

Nelle elezioni del 1919 ci fu un forte successo del Partito popolare che raggiunse il 20% dei voti creando un moderno partito di massa.

 

Il Fascismo al potere

Il movimento dei Fasci di combattimento fu fondato nel 1919 da Benito Mussolini.

Alle prime elezioni, i fascisti ebbero pochi voti. Ma ebbero successo negli anni successivi quando si usò la violenza come arma politica. Nelle campagne, squadre fasciste assaltarono e distrussero case, circoli, cooperative e bastonarono socialisti e cattolici. Le “camicie nere” erano finanziate dai proprietari terrieri per stroncare il movimento contadino. Questo squadrismo si espanse anche nelle città ottenendo l’appoggio di molti imprenditori. Mussolini usò questa tecnica della violenza per ottenere un grande potere politico.

Nel 1921 nasce così il partito fascista.

Nel congresso di Livorno un gruppo di dirigenti diedero vita al Partito comunista d’Italia.

Una seconda divisione creò il Partito socialista unitario, guidato da Matteotti.

Mussolini rafforzò riorganizzò le squadre in una “milizia fascista”. Così iniziò la famosa Marcia su Roma con l’occupazione di edifici pubblici in varie città d’Italia. Vittorio Emanuele III rifiutò lo stato d’assedio per difendere Roma e così nacque il primo governo Mussolini.

 

I principali fattori del successo fascista furono:

  • l’appoggio della borghesia
  • il successo ottenuto dai ceti medi
  • la crisi del sistema politico liberale
  • la debolezza del partito socialista

Alle elezioni del 1924, grazie alla legge elettorale maggioritaria, i fascisti presentarono il “listone” che ebbe un grande successo. Un altro passo verso la dittatura fu il delitto Matteotti, che nel 1925 Mussolini si assunse una responsabilità politica.

Il regime fascista

Mussolini creò le “leggi fascistissime”:

  • il capo del governo fu reso responsabile solo di fronte al Re e non più al parlamento
  • il parlamento non poteva più discutere alcuna legge
  • furono chiusi i giornali antifascisti e sottoposto la stampa ad un severo controllo
  • fu istituito il Tribunale speciale per la difesa dello stato formato da militari fascisti

La nuova legge elettorale dettata da Mussolini prevedeva che l’elettore potesse dire solamente “si” o “no”.

 

Nel 1930 il fascismo assunse un regime totalitario, cioè avente il completo controllo di tutte le strutture sociali, economiche e politiche.

 

Visto il difficile rapporto fra stato e Chiesa dovuto alla marcia su Roma nel 1929 il governo e la Chiesa firmarono i Patti lateranensi con cui la Chiesa riconosceva la sovranità dello stato italiano.

 

Il Nazismo

 

Il dopoguerra nell’Europa centrale e la repubblica di Weimar

Il dopoguerra segnò una grande crisi economica e sociale nell’Europa centrale:

  • Il crollo dei due grandi imperi
  • La volontà delle classi dirigenti di riorganizzare i propri domini
  • Il risentimento dei ceti medi

In Austria un’assemblea costituente proclamò la repubblica. La principale forza nazionale fu il Partito socialdemocratico, mentre nelle campagne dominava il Partito cristiano sociale.

 

Anche in Ungheria ci fu un drammatico dopoguerra divenuta una repubblica parlamentare.

 

Ancora più drammatica fu la situazione in Germania dove in poche settimane si formarono migliaia di consigli di operai, soldati e marinai che controllavano i centri difficili del paese. Quando l’imperatore fuggì a Berlino venne proclamata la repubblica ed un governo provvisorio fu affidato a Ebert.

 

La sinistra tedesca era divisa in:

  • Partito socialdemocratico
  • Socialisti indipendenti

Vi erano poi gli spartachisti che volevano una rivoluzione socialista.

Oltre ai socialisti vi erano le alte gerarchie militari guidate da Hindenburg che volevano riportare ordine nel Paese;  per fare ciò, gruppi di volontari chiamati Corpi Franchi erano desiderosi di continuare la guerra.

 

Nel 1918 gli spartachisti fondarono il Partito comunista tedesco che nel Gennaio 1919 tentarono un’insurrezione, dove furono sconfitti in sei giorni di lotta che chiamarono “settimana di sangue”.

 

Alle elezioni del 1919 i socialdemocratici ebbero la maggioranza dei voti e fu costituito un governo di coalizione guidato da Scheidemann. Questo nuovo governo introdusse nuove riforme sociali (giornata lavorativa di 8 ore, migliori servizi (sanità, pensioni, disoccupazione, mutua)). Già dal trattato di Versailles ci furono molte tensioni fra la sinistra e la destra, arrivando alla pratica della violenza, bloccata dalle forze democratiche.

 

La nuova repubblica si diede una Costituzione, approvata a Weimar, che trasformava la Germania in uno stato parlamentare federale, ma assegnava molti poteri al presidente, direttamente eletto dal popolo.

 

In questi periodi ci furono molti assassini politici; nello stesso anno Hitler, capo di un piccolo partito di estrema destra (Nsdap), fallì un colpo di Stato a Monaco.

 

L’inflazione e la svalutazione della moneta raggiunsero livelli devastanti; mentre una parte di popolo diveniva sempre più povera, i proprietari di immobili, di terreni, ecc divenivano sempre più ricchi. Tutto ciò provocò un forte malcontento.

 

La situazione si stabilizzò grazie ad un aiuto economico da parte degli Stati Uniti, il piano Dawes, che diede alla Germania una possibilità di finanziare l’industria.

 

Morto Ebert, salì al potere Hindenburg. La Germania iniziò a stabilizzarsi grazie ad un “compromesso” fra:

  • La socialdemocrazia
  • L’esercito
  • I grandi gruppi capitalistici

 

L’ascesa di Hitler

Dopo vari fallimenti Adolf Hitler iniziò una stupefacente ascesa politica che lo portò poi alla carica di Cancelliere. Aderì ad un piccolo partito di estrema destra che prese il nome di Partito nazionalsocialista operaio tedesco, che disponeva di formazioni militari chiamate SA.

 

L’ideologia hitleriana riusciva a colpire i vari strati della società attraverso la demagogia. Voleva fare della Germania uno stato forte che avrebbe avuto giustizia a tutta la nazione.

 

Voleva uno “spazio vitale” cui l nazione tedesca avrebbe avuto diritto per sviluppare le proprie potenzialità.

 

Altre ideologie naziste fondamentali erano l’anticomunismo e l’antibolscevismo.

 

Hitler offriva ai tedeschi un sogno di risorgimento della Germania unito all’odio verso i nemici del suo progetto. La base di massa era costituita dai ceti medi: lavoratori autonomi, impiegati, commercianti.

 

Hitler riuscì presto ad ottenere una élite economica-finanziaria e militare, in cui videro in lui una risorsa utilizzabile per risolvere la crisi tedesca.

Grazie al suo carisma, Hitler riuscì ad intimidire il popolo avendo il “culto del capo”, attraverso la forte propaganda e le squadre militari come le SS, che sotto la guida di Himmler avrebbero portato il terrore nell’Europa.

 

Un ruolo fondamentale ebbero l’antisemitismo ed il razzismo, l’odio verso la razza ebrea che Hitler riuscì a trasmettere al popolo. Fece degli ebrei una “razza inferiore” contrapponendovi i tedeschi “ariani” come razza eletta.

 

La svolta decisiva si ebbe tra il 1930 ed il 1932, dove Hitler ebbe un grande appoggio da uomini di grandi affari che lo proposero come cancelliere. Nel 1932 Hitler pretese che gli venisse affidato il governo ma Hindenburg rifiutò. Nel 1933 Hitler prese la carica di cancelliere.

 

Hitler impiegò molto meno tempo di Mussolini per creare uno stato totalitario. Dopo vari episodi Hitler riuscì ad ottenere i pieni poteri, chiudendo i giornali di opposizione e ogni possibilità e libertà di dissenso.

Fu costruito successivamente il primo campo di concentramento per prigionieri politici, a Dachau.

Alla morte di Hindenburg, Hitler assunse la carica di capo dello stato.

 

Durante la notte dei lunghi coltelli Hitler ordinò l’eliminazione dei principali dirigenti delle SA, perché rischiavano, con la loro violenza, di danneggiare la sua immagine.


Il regime nazista

Per mantenere il potere, Hitler aveva alcune caratteristiche fondamentali: voleva che il potere fosse gestito da persone che gli erano fedeli:

  • Il partito
  • La Gestapo, polizia segreta
  • Le istituzioni speciali, come la Todt, il Piano quadriennale per lo sviluppo economico

 

Le SS e la Gestapo erano gli strumenti repressivi con i quali Hitler si difendeva da ogni oppositore possibile.

Il nazismo puntava molto sulla formazione dei giovani, della Gioventù hitleriana.

 

La violenza nel nazismo non era usato solo per il potere ma anche per “purificare” lo stato dalle “razze inferiori”. Fra questi vi sono gli omosessuali, gli alcolizzati, zingari, vagabondi e le prostitute.

Vi fu poi l’”operazione eutanasia”, che consisteva nella sterilizzazione di persone sofferenti di handicap fisici e mentali, ovvero l’eliminazione forzata di essi attraverso iniezioni letali.

 

La persecuzione nazista contro gli ebrei cresceva sempre più: le leggi di Norimberga privavano i non ariani di matrimoni, di insegnare e di amministrare. Seguì questi avvenimenti la cosiddetta “notte dei cristalli”, dove le squadre naziste distrussero tutte le vetrine dei negozi ebrei, requisirono i loro beni e li arrestarono deportandoli. Costrinsero poi loro a portare sugli abiti una stella gialla di riconoscimento.

 

Lo stalinismo

 

L’unione sovietica negli anni venti e l’ascesa di Stalin

L’unione sovietica uscì dalla guerra civile in gravi condizioni economiche e sociali. Le città si spopolavano e la gente cercava di sopravvivere nelle campagne. Si rafforzò così una dittatura sulla società sovietica.

 

Lenin decise di rianimare la situazione attraverso una Nuova politica economica(Nep):

  • Nelle campagne venne cessata la requisizione
  • Continuarono gli ammassi, cioè il conferimento di grano allo stato, ma in modo non forzato
  • I contadini poterono vendere le eccedenze e assumere manodopera salariata
  • Si favorì lo sviluppo di piccole imprese

Lo stato però mantenne il controllo di industrie pesanti e banche.

 

La Nep diede risultati complessivamente positivi: nelle campagne, ad esempio, ci fu una forte crescita dei contadini agiati, i kulaki.

 

La Russia voleva crescere industrialmente e la Nep non bastò a risolvere questo problema; si crearono così due correnti:

  • I sostenitori della Nep, che volevano uno sviluppo lento, soprattutto nelle campagne
  • Gli oppositori della Nep, fra cui Trockij, che volevano un’industrializzazione accelerata

 

Dopo la morte di Lenin, Stalin ebbe la possibilità di organizzare la selezione, la carriera e la destinazione dei funzionari del partito.

 

Trockij sosteneva la teoria della rivoluzione permanente, nella quale l’unione sovietica doveva industrializzarsi a livello internazionale;

Stalin sosteneva la teoria del socialismo in un solo paese, secondo la quale non era necessaria una rivoluzione e bisognava far conto al proprio paese.

 

Stalin acquisì una posizione di “centro” ottenendo una visione più sicura.

 

Trockij, una volta sconfitto si lanciò in una battaglia contro Stalin dove non ottenne la vittoria, ma bensì l’espulsione dal partito. Stalin si installò saldamente alla testa del partito.

 

Il regime staliniano

 

Nel 1927 si verificò una grave crisi nella raccolta del grano. Stalin prese la drammatica decisione di modificare il rapporto tra il potere sovietico e le campagne. La cosiddetta collettivizzazione forzata si rivelò una vera e propria guerra mossa dallo stato ai contadini.

Stalin decise così di unificare le aziende contadine in cooperative con obbligo di consegna dei prodotti al prezzo fissato dallo stato.

Giustamente i contadini si opposero e Stalin decise di dare inizio allo sterminio dei kulaki, disseminando il terrore fra essi; secondo Stalin dovevano “sparire”.

 

Con questa collettivizzazione agricola, Stalin decise di creare un’industrializzazione accelerata.

Consisteva nel far crescere molto velocemente una potenza industriale che avrebbe richiesto più tempo.

 

Un’ organismo chiamato Gosplan poteva gestire tutto quanto: cosa produrre, in quanto tempo, a quale costo. Fu attuato così il primo piano quinquennale, dove la Russia riuscì a triplicare il P.I.L.

 

L’Unione sovietica riuscì finalmente a diventare una grande potenza industriale grazie:

  • Ai costi umani e sociali, sfruttando al massimo la forza-lavoro per innalzare la produttività
  • Alla militarizzazione del lavoro operaio, che puniva in maniera severissima qualsiasi infrazione sul lavoro sino ad arrivare al divieto degli operai di poter cambiare lavoro

 

In questo contesto, Stalin edificò un sistema totalitario dove ogni dissenso e dibattito non aveva più alcun valore. Questa epoca fu denominata “Grande terrore”, fatta da assassini e violenza nel mondo politico.

Dirigenti politici, funzionari, ufficiali dell’esercito, semplici cittadini venivano giustiziati, costretti alla detenzione nei cosiddetti gulag, posti decisamente disagiati.

 

A tutto questo, Stalin affiancò un’intensa propaganda mirata a ottenere il consenso delle masse alla sua dittatura. Voleva che in lui si vedesse un “padre” severo ma giusto, l’unico in grado di fare il bene del popolo.

 

Fonte:

http://angio.altervista.org/files/scuola/CAP_22_-_23.doc

http://angio.altervista.org/files/scuola/CAP_24.doc

http://angio.altervista.org/files/scuola/CAP_26.doc

http://angio.altervista.org/files/scuola/CAP_27.doc

http://angio.altervista.org/files/scuola/CAP_28.doc

http://angio.altervista.org/files/scuola/CAP_29.doc

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