Storia Inghilterra

 

 

 

Storia Inghilterra

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

 

Storia Inghilterra

 

STORIA Dell’Inghilterra
Sebbene ci siano poche notizie sui primi abitanti dell'isola, è risaputo che prima del calciolitico c'erano culture progredite nel Wiltshire, alle quali è dovuta la costruzione di bellissimi monumenti megalitici quali lo Stonehenge, corrispondente al periodo di transizione, quando l'invasione proveniente dall'Europa continentale introduceva l'uso di strumenti di ottone e di bronzo.
Quando Cesare intraprese la conquista della Gran Bretagna l'isola era occupata dai Celti e diverse tribù aborigene semiselvagge e bellicose che hanno fatto resistenza alle legioni Romane. Nel quinto secolo i Romano lasciarono la Gran Bretagna, che era stata invasa dagli Anglo Sassoni. Durante il Regno di Egbert il Grande è stata invasa dai danesi che hanno sottomesso il paese e hanno imposto il  loro re dal 1017 fino al 1042.
E'in quella data che Edoardo il Confessore ripristinò la monarchia Anglo Sassone ma quando morì nel 1066 ci fu una disputa per la corona tra suo fratello, suo successore, Harold II Duce di Normandia e Guglielmo il Conquistatore, che passò in Inghilterra, sconfisse il suo rivale ad Hastings e si proclamò re. fondando la dinastia Normanna. Nel 1154 iniziò il Regno della dinastia inglese con Enrico II  Plantageneta (1154-1189).
Seguì Riccardo Cuor di Leone (1189-1199) uno dei capi della terza Crociata che morì durante la guerra che contro Filippo di Francia. John Lackland (1199-1216), fratello e successore di Riccardo, causò la ribellione del clero e dei baroni e ha firmato la Magna Carta. Edoardo III iniziò la guerra dei Two Roses, che durò fino ai regni di Edoardo IV (1422-1461) e Riccardo III (1483-1485) che morì nella battaglia di Bosworth. Dopo di lui, Enrico VII è stato proclamato re (1485-1509), e ha iniziato il regno della dinastia dei Tudor.
Questi hanno favorito la Riformazione e fondato il potere marittimo dell'Inghilterra. Enrico VIII (1509-1547) costituì la Chiesa Anglicana. Durante il regno del giovane Enrico VI (1547-1553), Somerset stabilì il Protestantesimo e, sebbene Lady Jane Grey (1553), rifiutatata dai cattolici, regnò solo per giorni e Mary I (1553-1558), perseguita i protestanti, la religione riformata prevalse ancora con Elisabetta (1558-1603) che stabili definitivamente l’Anglicanesimo. E' nel suo regno che il potere marittimo e coloniale dell'Inghilterra iniziò così come l' industria e il commercio; la letteratura raggiunse il suo apice, ma prevalse soprattutto l'assoluto potere. Gli Stuart  seguirono i Tudor. Jacob I (VI di Scozia), figlio di Mary Stuart, regno dal 1603 al 1625 e unì definitivamente sotto un solo scettro le corone della Scozia e dell'Inghilterra ma, con il suo assolutismo e resistenza a riconoscere i diritti del Parlamento, preparò la guerra civile che scoppiò durante il regno di suo figlio Charles I ( 1625 - 1649) e costò a quest'ultimo la corona e la vita.
Il potere della Repubblica Parlamentare che è stata stabilita (1649-1653), è stato affidato ad Oliver Cronwell con il titolo di Lord Protector (1659-1660). Gli Stuart recuperò il trono. Lo sfortunato governo di Charles II (1660-1685) e Jacob II (1685-1689) li ha resi impopolari e ha portato alla Rivoluzione che in Europa ha inaugurato la giusta politica moderna che si è riflessa, un secolo dopo, durante la Rivoluzione Francese.
Il parlamento offrì la corona a William III of Orange (1689-1702) che regnò con sua moglie Mary I, figlia di Jacob II, retrocesse e fuggì in Francia. A William successe Anna (1703-1714), un'altra figlia di Jacob. Durante il suo regno, l'unione tra l'Inghilterra e la Scozia si rafforzò. Ana morì senza successori perchè i suoi figli morirono prima di lei, così la corona passò alla casa di Hannover, quella che al momento è regnante , i cui re sono stati i seguenti:George I (1714-1727); George II (1727-1760); George III (1760-1820), i cui regni corrispondono all'indipendenza delle colonie del Nord America ( Gli Stati Uniti), la creazione del vasto impero delle Indie, la Rivoluzione Francese e l'alleanza contro la Repubblica e l'Impero, l'insurrezione dell'Irlanda e la sua fusione politica con la Gran Bretagna sotto il nome di Regno Unito della Gran Bretagna e dell'Irlanda; George IV (1820-1830); William IV (1830-1837), durante i cui regni ci fù un'importante riforma parlamentare che abolì la schiavitù della gente nera e riformò le leggi del pauperismo; Victoria (1837-1901), durante il quale il regno dell'Impero Britannico si estese è fiorirono le scienze, le arti, l'industria e il commercio; Edward VII (1901-1910) che al fine di mantenere l'imperialismo britannico, la supremazia politica, commerciale della Gran Bretagna in tutti i paesi del mondo, geloso della minacciosa superiorità della Germania, ha ottenuto con successo potenti alleanze da poter affrontare la Triplice Alleanza il giorno del grande shock che si avvicinava e che aveva sagaciamente previsto; George V regnò dal 1920 al 1936.

Guidava l'Inghilterra quando in Europa scoppiò la grande guerra del 1914 e difese l'imperialismo britannico contro la Germania. La Gran Bretagna gli alleati vinsero la guerra e poi, l'Irlanda, per il diritto concesso alle piccole nazionalità di governarsi, chiese l'indipendenza. Quando videro che la loro petizione fu trascurata, presero le armi fino al 1921 quando un accordo un accordo è stato raggiunto secondo cui l'Irlanda era considerata domino Inglese. Successivamente, i già deboli legami tra gli Stati Liberi dell'Irlanda con il Regno Unito, si sono persi fino alla definitiva separazione avvenuta nel 1949 con la costituzione della Repubblica Irlandese come Stato indipendente, essendo solo legato al Regno Unito l'Irlanda del Nord , costituita da sei contee della provincia di Ulster.
Morto Giorgio V dalla fine di Gennaio 1936, è stato proclamato re suo figlio Edoardo, principe di Galles, che salì al trono con il nome di Edoardo VIII ma che regnò per poco tempo, perchè a Dicembre di un anno dopo,  per ragioni di natura sentimentale ( sposò una donna americana divorziata), abdicò a favore di suo fratello Alberto, duca di York che salì al trono con il nome di Giorgio VI. . Il primo  settembre 1939 la Germania attaccò la Polonia e due giorni più tardi la Gran Bretagna e la Francia, in virtù degli accordi presi con questo paese, dichiarò guerra alla Germania, cominciando così la Seconda Guerra Mondiale che durò fino al 1945.
Dopo la vittoria, la Gran Bretagna, si alleò con le altre nazioni per raggiungere la pace nel mondo, spesso assecondando i punti di vista degli Stati Uniti. Nel 1951, il Partito Laburista, che era al potere dalla fine della grande guerra e sotto il quale il regime dell'Impero Britannico si era incrinato profondamente e subito una grande riduzione del prestigio dell'Inghilterra, ha dovuto rendere la posizione ai conservatori nel governo della Gran Bretagna. Giorgio VI morì nel 1952 e sua figlia Elisabetta lo successe al trono, e prese il nome di Elisabetta II. Durante il suo regno, la Gran Bretagna perse il controllo del Canale di Suez e vide smantellarsi il suo impero coloniale, sebbene buona parte delle sue vecchie colonie sono al momento nel British  Commonwealth. Elisabetta II regna ancora e non si sa se abdicherà a favore di suo figlio Carlo o del nipote William.


Fonte: http://www.saturatore.it/Storia/Merla/STORIA%20Dell'Inghilterra.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Parola chiave google : Storia Inghilterra tipo file : doc

 


 

Storia Inghilterra

La battaglia d’Inghilterra
(Gran Bretagna, agosto – settembre 1940)

 

            Il 10 agosto 1940 l’aviazione militare tedesca (la Luftwaffe) iniziò l’operazione che avrebbe dovuto distruggere l’aviazione inglese (la Royal Air Force), in vista dello sbarco delle truppe tedesche nel territorio della Gran Bretagna, secondo il piano di Hitler. Secondo lo stato maggiore tedesco, quattro giorni sarebbero bastati per distruggere la difesa aerea inglese a sud della linea Londra-Gloucester, quattro settimane per eliminare la RAF al completo. Tenuto conto dei dieci giorni di preavviso richiesti dalla marina per la posa delle mine e gli altri apprestamenti finali prima del giorno dello sbarco, la data dell’invasione poteva essere fissata per la metà del mese di settembre.
L’11 agosto era una giornata molto nuvolosa e l’attività tedesca si ridusse al bombardamento di Portland e di alcune navi lungo la costa orientale. Il giorno dopo sembrò quello dell’inizio del grande attacco: sei incursioni massicce e numerose altre di minore entità condotte da parecchie centinaia di apparecchi, fra cui Stuka scortati, colpirono i campi d’aviazione, le navi all’estuario del Tamigi e le stazioni radar della costa meridionale danneggiandone cinque su sei attaccate, ma mettendone fuori uso solo una, quella sull’isola di Wight, che poté essere sostituita solo il 23 agosto. I tedeschi danneggiarono anche tre campi d’aviazione, che furono però presto ripristinati. Nei combattimenti i tedeschi persero 31 apparecchi, gli inglesi 22.
Secondo i documenti germanici, il 13 agosto fu quello vero e proprio di inizio dell’offensiva (operazione ‘Aquila’). L’azione principale si sviluppò lungo due direzioni: la 2^ Luftflotte attaccò sul Kent e sull’estuario del Tamigi, mentre la 3^ Luftflotte compiva pesanti incursioni sullo Hampshire, sul Doretshire e sul Wiltshire, provocando gravi danni a tre campi d’aviazione. In nessuno di essi, però, erano dislocate unità di caccia, mentre gli attacchi diretti contro le effettive basi, come Rochford, furono respinti. Alla fine della giornata i tedeschi, che nelle azioni avevano impiegato complessivamente 1485 aerei e le avevano concluse con un riuscito attacco notturno contro una fabbrica di Spitfire nei pressi di Birmingham, avevano perduto 45 aerei, contro 13 caccia perduti dagli inglesi.
Il 14 agosto si ebbe un’attività più ridotta, con circa 500 sortite tedesche soprattutto contro linee ferroviarie vicino alla costa e centri operativi della RAF. Il 15 la Luftwaffe tentò il colpo con il quale aveva sperato di iniziare la battaglia alcuni giorni prima. Approfittando della giornata serena i tedeschi compirono sette grandi incursioni diurne, impiegando tutte e tre le Luftflotten in una serie di attacchi coordinati e diretti contro zone situate a notevole distanza l’una dall’altra. Per completare le azioni della giornata, altri sessanta o settanta bombardieri tedeschi sferrarono sporadici attacchi durante le ore notturne. I combattimenti di questa giornata furono i più importanti della battaglia di’Inghilterra. I tedeschi compirono infatti il massimo sforzo, impiegando 520 bombardieri e 1270 caccia, attaccando una zona molto ampia, dal Northumberland al Dorsetshire. Le loro perdite furono assai forti (75 apparecchi contro 34 caccia inglesi) ma non bastarono ad impedire un’azione quasi altrettanto massiccia il giorno seguente, quando la Luftwaffe attaccò in varie riprese numerosi campi d’aviazione ed arrecò danni particolarmente gravi a quello di Tangmere, impiegando circa 1700 aerei e perdendone 45; la RAF, invece, perse 21 caccia.
Dopo questi primi giorni di incursioni, i tedeschi valutarono, sbagliando, che gli aerei da caccia inglesi rimasti ammontavano a 300 unità: in realtà, il numero di Spitfire e Hurricane era quasi doppio, oltre a circa 120 aerei da combattimento di altro tipo. La valutazione fatta, però, spinse il comando tedesco a pensare altri due giorno di pesanti bombardamenti avrebbero posto fine alla resistenza inglese. Il 18 agosto, così, la Luftwaffe lanciò altri pesantissimi attacchi contro i campi d’aviazione del Kent, del Surrey e del Sussex, perdendo 71 aerei contro i 27 caccia persi dalla RAF. Era chiaro che la caccia inglese non era stata sconfitta: per questo motivo, dopo alcuni giorni di attività ridotta a causa del maltempo, i tedeschi decisero di mutare i loro piani, prendendo di mira le basi operative dell’aviazione inglese dalle quali, in stretto contatto con le postazioni radar


 

Aerei Supermarine Spitfire della RAF in un campo di aviazione inglese
(immagine tratta dal sito: http://www.raf.mod.uk/history/gallery/).

 

e le altre postazioni di osservazione della difesa territoriale, erano coordinate le operazioni dei caccia. Tra il 18 agosto ed il 6 settembre 1940, quindi, i bombardamenti tedeschi si concentrarono su tali base operative, che costituivano il cuore del sistema difensivo aereo britannico, continuando a colpire anche i campi di aviazione e le fabbriche di aerei, per colpire le fonti produttive della caccia inglese, la cui capacità di ripresa sembrava inesauribile. In questo periodo, i tedeschi compirono ben 33 grandi incursioni ed oltre due terzi furono dirette contro le basi operative di settore e gli altri campi dei caccia. I piloti inglesi incontrarono maggiori difficoltà nei combattimenti, poiché la proporzione dei caccia tedeschi rispetto ai bombardieri era diventata altissima e parte della scorta era molto ravvicinata; in media, il numero degli apparecchi tedeschi che presero parte quotidianamente alle operazioni contro l’Inghilterra durante quelle due settimane si aggirò attorno ai 1000, dei quali da 250 a 400 erano bombardieri. Per due volte, il 30 ed il 31 agosto, gli incursori tedeschi furono circa 1500.
Nel corso dei combattimenti e delle susseguenti azioni notturne, la difesa inglese distrusse 380 apparecchi tedeschi, subendo la perdita di 286 caccia, ma molti altri furono seriamente danneggiati, 103 piloti della RAF furono uccisi ed altri 128 feriti, su un contingente che non superava il migliaio. Sei delle sette basi operative dell’11^ divisione subirono gravi danni; nessuna venne messa fuori uso, ma quella di Biggin Hill, per esempio, poteva controllare soltanto un gruppo di caccia anziché tre, come di regola.
La forza della caccia inglese, quindi, stava diminuendo ininterrottamente ed a ritmo più veloce che nella fase iniziale della battaglia. Le perdite dei piloti e quelle degli apparecchi superavano di gran lunga le sostituzioni. In un senso il comando della difesa aerea stava vincendo la battaglia, nell’altro (specie se i tedeschi avessero potuto mantenere sufficientemente a lungo la pressione) la stava perdendo.
Tuttavia i tedeschi, in realtà, non avevano intenzione di prolungare troppo la battaglia stessa. Neppure la loro aviazione, infatti, si poteva permettere di affrontare illimitatamente perdite così elevate. Questo venne dimostrato dalla decisione, successiva al 18 agosto, di ritirare la maggior parte dei vulnerabili Stuka per impiegarli al momento della invasione vera e propria; venne inoltre deciso di risparmiare il più possibile i Messerschmitt 110 e di far intervenire formazioni sempre più numerose e più serrate di aerei di scorta. La battaglia aerea, nei piani tedeschi, avrebbe dovuto essere breve, perché costitutiva solo un elemento del piano relativo all’invasione dell’Inghilterra. Ma a questo punto lo stesso Hitler si rese conto che era troppo tardi per lo sbarco vero e proprio: alla fine di agosto accettò che la data del 15 settembre, fissata in linea di massima come quella dell’inizio delle operazioni di sbarco, fosse spostata al 21. Per rispettare questo nuovo termine, era necessario che la marina ricevesse l’ordine esecutivo l’11 settembre, sicché l’aviazione tedesca aveva pochi giorni per raggiungere l’obiettivo della distruzione dei caccia inglesi. Poiché gli attacchi contro le basi aeree e contro altri obiettivi all’interno del paese non parevano determinanti, il 7 settembre il comando tedesco scelse un nuovo obiettivo, più interno della maggior parte delle basi aeree e considerato ancora più vitale: Londra.
Tale decisone era stata suggerita da tre ragioni che i tedeschi consideravano valide. Innanzitutto le operazioni avrebbero dato origine a battaglie aeree di entità ancora maggiore provocando, nelle loro previsioni, perdite ancora maggiori nella caccia inglese. In secondo luogo, un attacco contro la capitale, rafforzato da incursioni notturne contro altre grandi città, avrebbe potuto paralizzare l’apparato governativo britannico bel periodo precedente lo sbarco, o addirittura seminare un tale panico nel paese da indurlo alla resa. Infine, il bombardamento di Londra veniva visto come rappresaglia per il bombardamento inglese sui Berlino del 4 settembre.
Il 7 settembre, così, circa 300 bombardieri tedeschi, scortati da 600 caccia arrivarono su Londra dall’estuario del Tamigi in ondate successive. Alcuni bombardarono i deposti petroliferi a Thameshaven; gli altri, invece di bombardare le basi operative sorvegliate dai caccia in allarme, proseguirono uniti fino alla periferia della capitale. Benché quasi tutti i gruppi di caccia inglesi avessero preso contatto con gli aerei tedeschi, la maggior parte dei bombardieri riuscì a sganciare il proprio carico di bombe ad alto esplosivo ed incendiarie prima di essere disturbata. L’attacco colpì in pieno la zona portuale di Londra ad est della City (il quartiere sede delle imprese finanziarie e delle banche). Incendi divamparono nella zona dei magazzini, soprattutto a Silvertown, e servirono ai tedeschi da guida per le ondate che seguirono la stessa notte, durante la quale 250 bombardieri protrassero l’attacco contro la capitale fino all’alba.

 


Un civile inglese controlla il cielo sopra Londra, nell’estate 1940 (dal sito: http://ddaymuseum.org/search/index.htm).

            Da quel giorno in poi, il Maresciallo Göering (comandante in capo dell’aviazione tedesca) assunse personalmente la direzione delle operazioni ed i bombardieri tedeschi delle basi in Norvegia ed in Danimarca furono impiegati per quello che, nelle intenzioni dei tedeschi, doveva essere il ‘colpo’ finale. Nel frattempo, però, i preparativi tedeschi per l’invasione non erano passati inosservati: sin dal 31 agosto gli aerei inglesi inviati in osservazione tornavano dalle loro missioni con un’abbondante documentazione fotografica, che rivelava un ammassamento sempre più massiccio di chiatte ed altri mezzi da sbarco nei porti e negli estuari lungo la costa europea. Le 18 chiatte che si trovavano ad Ostenda il 31 agosto, per esempio, il 6 settembre erano diventate 205.Di conseguenza, anche gli inglesi iniziarono operazioni di bombardamento su tali località.
Il 6 settembre i preparativi tedeschi erano così evidenti che le autorità inglesi ordinarono l’allarme di invasione di secondo grado, che prevedeva l’invasione entro tre giorni. Il giorno dopo, quando l’aviazione tedesca attaccò Londra, l’allarme passò al primo grado: l’invasione era considerata imminente, entro dodici ore.
Mentre l’Inghilterra era tutta in stato d’allarme, in attesa di quello che avrebbero portato le ore o al più tardi i giorni successivi, l’aviazione tedesca tentò di continuare il bombardamento del 7 settembre. Il giorno 8 il maltempo limitò l’attività diurna, ma durante la notte 200 bombardieri attaccarono Londra per nove ore. La zona dell’attacco si estese dai bacini del porto a tutta la capitale, prendendo particolarmente di mira le centrali elettriche e le linee ferroviarie. Il mattino dopo tutta le rete che correva a sud di Londra era stata messa fuori servizio, sia pure per breve tempo. Il 9 settembre il cielo nuvoloso limitò nuovamente l’attività durante la mattinata, ma l’attacco venne lanciato nel pomeriggio, quando più di 200 bombardieri tedeschi, abbondantemente scortati, puntarono sulla capitale inglese. Questa volta, però, la difesa intervenne con prontezza ed energia, tanto che solo la metà dei bombardieri riuscì a sganciare le bombe sulla città; gli inglesi abbatterono 28 apparecchi tedeschi, perdendone 19.
Il 10 settembre fu una giornata nuvolosa e piovosa, con scarsa attività da parte tedesca, limitata ad incursioni notturne su Londra, il Galles meridionale e la zona del Mersey. Nel pomeriggio successivo i tedeschi tentarono di mettere fuori uso alcune postazioni radar, bombardarono Londra per tre volte ed anche la città di Southampton. Molti dei bombardieri arrivati su Londra colpirono la City e gli impianti portuali; i tedeschi persero 25 aerei, gli inglesi 29. Era ormai l’11 settembre, e la caccia inglese esisteva ancora: di conseguenza, Hitler concesse alla Luftwaffe una proroga di altri tre giorni, fino al 14,  nella speranza di poter fissare le prime operazioni di sbarco per il 24. Il 12 ed il 13, però, la visibilità fu molto scarsa, tale da non consentire incursioni massicce, ed anche gli attacchi notturni su Londra vennero condotti sui scala ridotta. Il 14 settembre Hitler decise un altro rinvio di tre giorni, spostando così l’eventuale giorno dello sbarco al 27 settembre, ultimo giorno favorevole rispetto all’andamento delle maree (il periodo sfavorevole sarebbe durato, secondo le previsioni, fino all’8 ottobre). La marina tedesca, d’altro canto, faceva pressioni per un rinvio a tempo indeterminato, termine diplomatico che sottintendeva la rinuncia definitiva al progetto. Le preoccupazioni di questa forza armata erano state acutizzate dalla crescente intensità degli attacchi inglesi contro i mezzi da sbarco nei porti, che avevano portato alla distruzione di un notevole numero di tali mezzi la sera precedente.
L’aviazione tedesca fece il possibile per conseguire il risultato indicato nel breve tempo ancora a disposizione e, nonostante le avverse condizioni atmosferiche, il pomeriggio del 14 settembre effettuò diverse incursioni su Londra. Questa volte le perdite delle due parti si equivalsero. Durante la notte, cinquanta bombardieri attaccarono Londra.
Il 15 settembre fu una giornata di tempo variabile; verso le 11 i radar inglesi localizzarono le massicce formazioni di aerei tedeschi che si stavano concentrando nella zona del Passo di Calais. Lungo tutto il percorso fino alla capitale, gli aerei tedeschi furono attaccati dai caccia inglesi, il che costrinse gli attaccanti a sganciare le bombe senza mirare esattamente, colpendo così i quartieri meridionali della città. Analoga situazione si realizzò due ore dopo, quando una seconda ondata di bombardieri tedeschi si diresse verso Londra. Un altro attacco tedesco si concentrò su Portland, e più tardi una ventina di Messerchmitt 110, armati di bombe, tentarono di colpire gli stabilimenti aeronautici di Southampton, ma incontrarono una violenta ed efficace reazione della contraerea. Durante la notte, 180 bombardieri ripresero il martellamento della capitale, senza colpire obiettivi militari importanti, mentre altri attaccarono Bristol, Cardiff, Liverpool e Manchester. Durante quella giornata, i tedeschi impiegarono complessivamente, nelle operazioni diurne, circa 230 bombardieri e 700 caccia. I bombardamenti erano stati compiuti in una vasta zona e si erano rivelati inefficaci; l’aviazione tedesca, nello stesso giorno, perse non meno di 60 aerei, contro i 23 caccia inglesi (13 piloti dei quali erano riusciti a salvarsi).
Questa ulteriore sconfitta aerea tedesca e gli attacchi dei bombardieri inglesi contro i concentramenti di chiatte furono determinanti. Il 17 settembre Hitler rinviò a tempo indeterminato l’operazione “Leone Marino” (questo era il nome in codice dello sbarco in Inghilterra). Pochi giorni dopo si dichiarò d’accordo sul decentramento dei mezzi da sbarco, allo scopo di non esporli ad altri attacchi aerei. Per l’Inghilterra, il pericolo dell’invasione era definitivamente passato, anche se gli attacchi aerei tedeschi continuarono, in forme diverse, fin quasi alla fine della guerra.

 

Per approfondire:

Libri:

  1. AA.VV. (1967), Storia della Seconda Guerra Mondiale, Milano, Rizzoli, volume 1.

 

Film:

  1. ;

 

Siti Internet:

http://www.raf.mod.uk/history/gallery/: raccolta di immagini sulla storia dell’aviazione militare inglese (in inglese).
http://www.battleofbritain.net/contents.html: sito interamente dedicato alla battaglia d’Inghilterra, patrocinato dalla BBC (in inglese).

 

Fonte: http://www.atuttascuola.it/allegati/storia/seconda_guerra_mondiale/Battaglia_Inghilterra.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Parola chiave google : Storia Inghilterra tipo file : doc

 

La costituzione inglese : cenni storici
Il sistema inglese : modernità e tradizione

Premessa

Paradosso GB > non ha costituzione scritta ma è considerata la patria del costituzionalismo moderno, ossia delle dottrine sulla limitazione e divisione dei poteri
Storia istituzioni inglesi = è stata interpretata all’insegna della continuità, anche quando intervengono crisi e fratture (es. la prima dittatura militare moderna)
Nel caso inglese si ha la “precoce comparsa di canali istituzionali in grado di concludere il conflitto tra i ceti in norme condivise e nella costruzione di poteri nuovi” (Prospero 2002, 207)   > uno di questi canali è appunto il parlamento, che diventa una sorta di contenitore delle spinte  e dei contrasti, arginandone per così dire la forza rivoluzionaria. 

 

Oggi I principali documenti del diritto costituzionale inglese sono:

1215- Magna Charta libertatum: Giovanni Senza Terra si impegna anche per i successori a riconoscere ai baroni alcuni diritti e libertà

1689- Bill of Rights: con esso si affermano i poteri del parlamento

1701- Act of Settlement: si dichiara la comunione anglicana come necessaria per diventare sovrano

1911- primo Parliament Act : stabilisce un “bicameralismo ineguale” a favore della camera escludendo i lords dalle leggi finanziarie e limitando il loro potere di veto sulle altre leggi

1937- Ministers of the Crown Act: si riconoscono formalmente sia il primo ministro sia il leader del governo-ombra costituito dalla minoranza più consistente, garantendo ad entrambi una retribuzione a carico dello Stato

1949- secondo Parliament Act: è ulteriormente compresso il potere di rinvio sospensivo delle leggi da parte della camera dei lords 

1972- European Communities Act: stabilisce l’appartenenza alla Comunità europea e stabilisce le modalità per l’applicazione del diritto comunitario

 

Uno sguardo alle origini …

Fino al X secolo l’Inghilterra era popolata da angli e sassoni, popolazioni di origine germanica che vivevano in struttura tribali sotto la guida di sovrani elettivi.
Ma la storia inglese ha una svolta nel 1066 quando Guglielmo il Conquistatore conquista l’isola, unendola alla Normandia, e spogliando la nobiltà fondiaria preesistente in favore dei suoi vassalli, che lo avevano aiutato nell’impresa.
Il nuovo sovrano attua subito un rigido controllo sui feudatari affiancandoli con suoi funzionari, spediti in ogni contea (shire), e obbligandoli a prestazioni militari continue. Accanto ai feudatari si organizzano delle corti di giustizia locali, in cui operano giudici preparati che hanno anche funzioni amministrative e che sono sottoposti al controllo regio (giudici e tribunali regi). Anche nel governo centrale il re è affiancato da consiglieri competenti, specie nel settore finanziario (Scacchiere): la creazione già nel 1086 del Domesday Book (catasto) consente l’impianto di un sistema di tassazione efficiente.  Per alcuni secoli l’isolamento dell’Inghilterra in virtù della sua insularità consente ai re di privilegiare l’attività giudiziaria e amministrativa su quella militare.
Un momento fondamentale della storia inglese è la sconfitta del re Giovanni Senzaterra  da parte di Filippo Augusto di Francia(Bouviers, 1214). E’ in questo frangente che i baroni impongono al sovrano l’accettazione della celebre Magna Charta.

 

La Magna Charta

Come abbiamo detto, il sistema giuridico medievale prevede esplicitamente il diritto alla resistenza al sovrano che viola i patti sottoscritti, o al magistrato che agisce contro la giustizia.  In certi casi la resistenza è semplice difesa dello status quo, in altri diviene un momento di elaborazione di nuove regole e nuove istituzioni, come accade appunto nel caso inglese.
E’ in virtù di questo importante testo che la storia politica inglese assume caratteri particolari rispetto all’evoluzione istituzionale dell’Europa continentale.
Il documento ottiene alcune importanti garanzie per i baroni e per il regno ci sui essi sono rappresentanti: il re non può imporre sussidi o imposte senza il consenso dei baroni; sono vietati arresti e detenzioni arbitrarie; il diritto di resistenza dei baroni in caso di violazione dei suoi impegni da parte del re. La Carta regola anche materie come il demanio forestale, il diritto dei mercanti di andare e venire liberamente nel regno, misure uniche in tutto il paese per alcuni beni di prima necessità.  

 

Il Parlamento

Il termine ‘parlamento’ in senso moderno mal si adatta a descrivere le assemblee e organi istituzionali rappresentativi d’antico regime… Ma quello inglese è stato considerato dagli storici il primo parlamento in senso proprio, e un modello per le altre istituzioni rappresentative moderne.
Dalla Magna Charta in poi l’assemblea dei signori feudale diventa una presenza abbastanza regolare, anche se si usa parlare di ‘parlamenti’, dato che passavano molti anni tra una convocazione e l’altra.
Come accade anche in altre parti dell’Europa (es. la Francia), all’inizio il parlamento è allo stesso tempo un’assemblea deliberante, una consiglio che affianca il re nel governo e un alto tribunale. Come abbiamo detto al lezione, l’unica divisione dei poteri che l’Europa moderna conosce è quella fra diversi soggetti, ordinamenti, tutti facenti capo ad un re. Ma gli organi al vertice non sono ancora divisi per poteri distinti (legislativo, esecutivo, giudiziario) e si occupano di tutte le sfere di governo.
Importante il parlamento del 1265, il primo cui prendono parte rappresentanti delle contee, delle città e dei villaggi, che 4 anni dopo sarà resa permanente. Per alcuni storici proprio la presenza dei ceti cittadini accanto alla nobiltà feudale differenzia le assemblee medievali e i parlamenti moderni.  Mentre l’alto clero, cioè l’insieme dei signori spirituali, prendeva posto accanto ai signori temporali, i cavalieri delle contee si associavano ai rappresentanti delle città e dei villaggi. In questo modo, il Parlamento inglese si divise in due organismi che conserva ancor oggi: Camera dei Lord e Camera dei Comuni.
Da questo momento in poi lo sviluppo delle istituzioni parlamentari avviene nel segno della ‘continuità: il parlamento istituisce dei funzionari per la sua attività e si impone la regola che nessuna spedizione militare possa essere decisa senza l’assenso dei Lords : in questo modo, il parlamento comincia a controllare anche le spese per la guerra, che dovevano avere la sua approvazione. Si afferma lentamente anche l’idea che la vera rappresentanza del regno è la Camera dei comuni, dato che i Lords agiscono sovente in difesa di privilegi personali o territoriali.
Anche nel caso inglese, il rafforzamento del Parlamento è possibile attraverso una dinamica di “scambio” tra questo e la Corona: l’esame delle richieste di sussidi del re avviene infatti dopo che il Re ha dato riposta alle “umili petizioni” e richieste dei parlamentari. Perciò il consenso all’imposizione fiscale consente al parlamento di negoziare con il sovrano prerogative e ulteriori privilegi. Ciò avviene anche nel 1534 quando Enrico VIII si appoggia sul Parlamento per legittimare il suo strappo dalla Chiesa di Roma.
Ricordiamo che il parlamento inglese ha tre componenti: accanto ai Lord e ai Comuni anche il Re è partecipe del Parlamento con cui condivide la potestà legislativa secondo la nota formula “King-in-Parliament”.

 

Fonte: citazione - estratto da http://www.sp.units.it/Docenti%20Materiali/FRIGO/Storia%20delle%20Istituzioni%20politiche%202011-12/9.%20Parlamento%20e%20costituzione%20in%20Inghilterra.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Parola chiave google : Storia Inghilterra tipo file : doc

 

Storia Inghilterra

 

 

Storia alcuni argomenti in ordine alfabetico

 

Nel nostro sito puoi trovare appunti di storia, riassunti , ricerche scolastiche, tesine, testi utili per studenti delle scuole medie , scuole superiori e università.

 

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Storia Inghilterra

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

Storia Inghilterra