Storia Stati Uniti d’America

 

 

 

Storia Stati Uniti d’America

 

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Storia Stati Uniti d’America

 

Stati Uniti d’America

Economia

All’inizio le regioni costiere del Nord America rivestivano un ruolo piuttosto marginale per l’Olanda, l’Inghilterra e la Francia che vi si erano insediate nel XVI secolo. I territori colonizzati erano rimasti a lungo semplici avamposti commerciali e militari a disposizione della madrepatria: ancora non si conoscevano le ricchezze del sottosuolo,il clima infine non era dei migliori e i Nativi,che si dedicavano alla caccia e alla pesca, non erano disposti a farsi sottomettere dai bianchi.

 

Solo nella metà del Seicento le compagnie commerciali londinesi accrebbero il loro interesse per le piccole colonie atlantiche ricche di legname,di pellicce,di pesce e a sud di riso,di tabacco e di indaco ( un colorante prezioso per l’industria tessile).

Le compagnie inglesi, acquisiti in concessione alcuni territori dalla corona britannica,ricorsero ad ogni mezzo per valorizzarli e rivenderli.

Furono dei volontari in cerca di fortuna a costruire villaggi,porti e strade nel Nuovo Continente: questi partivano dall’Inghilterra attratti dalla prospettiva di migliorare la propria condizione,e  nel caso in cui non avessero potuto pagarsi il viaggio,venivano venduti nei porti di sbarco ai grandi proprietari terrieri e potevano recuperare la libertà solo dopo sette anni di duro lavoro.  Inoltre, vennero deportati oltre Atlantico gli “indesiderabili”,cioè i piccoli delinquenti,detenuti liberati dalle galere,mendicanti e prostitute.

 

Nell’America settentrionale i possedimenti coloniali inglesi si erano ampliati a partire dal 1660 con la formazione e il popolamento di sei colonie iniziali ( Virginia, Massachusetts, New Hampshire, Connecticut, Rhode Island e Maryland ) a cui si aggiunsero rapidamente la Carolina del Sud e del Nord (1663), New York (1664),il New Jersey (1664), il Delaware (1664), la Pennsylvania (1682) e solo nel 1732 lo schieramento delle prime 13 colonie fu completato con la conquista della Georgia.

Queste colonie costituivano l’unica grande area uscita da quella condizione di sottosviluppo che caratterizzava normalmente tutti i paesi sottoposti a dominio coloniale. In questi territori esistevano condizioni di crescita sociale ed economica che non si riscontravano in alcun paese europeo.

La disponibilità quasi illimitata di terre a basso prezzo,i bassi costi della manodopera,l’ampio mercato di contrabbando,i canali privilegiati di scambio con la madrepatria e una pur limitata libertà di autogoverno,avevano permesso anche a individui di modesta condizione di salire velocemente verso i vertici della scala sociale.

  • Le colonie meridionali ( Maryland, Virginia,Carolina del Nord e del Sud,Georgia) fondavano la loro economia su grandi piantagioni finalizzate all’esportazione di cotone,tabacco,riso e su una diffusa piccola proprietà che forniva i generi di sussistenza ai grandi proprietari.
  • Nelle colonie settentrionali della fascia atlantica (Massachusetts, New Hampshire, Rhode Island, Connecticut ) l’economia era molto differenziata: contrariamente alle immense piantagioni delle colonie del sud,nelle regioni settentrionali prevaleva la piccola proprietà. La grandissima disponibilità di legname aveva favorito la nascita di un’industria cantieristica che produceva molte navi per la flotta britannica; inoltre i porti erano centri di traffici legali ( pellicce,pesce,zucchero,prodotti agricoli) e illegali (contrabbando di rhum),questi ultimi finalizzati ad aggirare il divieto britannico di commerciare con altre colonie senza l’intermediazione di agenti inglesi.
  • Le colonie centrali (New York, New Jersey, Pennsylvania, Delaware ) abitate per la maggior parte da immigrati tedeschi e olandesi, avevano un’economia simile a quella delle colonie settentrionali,ovvero basata sull’esportazione di pellicce,pesce,cereali,legume e sulla piccolo proprietà.

 

Le colonie e la madrepatria

Tutte le colonie erano sottoposte ai rigidi vincoli mercantilistici imposti dalla madrepatria: esse non potevano vendere direttamente le loro merci ad altri paesi e dovevano,in particolare, intrattenere scambi commerciali esclusivamente con la Gran Bretagna. Quest’ultima inviava alle colonie prodotti industriali in cambio di materie prime e merci sempre più richieste in Europa come pesce,pellicce,legname,riso,zucchero e tabacco. 

I coloni traevano anche importanti vantaggi dal legame con la madrepatria,infatti erano tutelati dalla poderosa flotta inglese che li proteggeva dagli attacchi di pirati e corsari; inoltre sul territorio,era presente anche l’esercito della corona britannica,indispensabile a difenderli dall’incalzante pressione francese che si accentuò verso la metà del Settecento.

I rapporti tra colonie e madrepatria cominciarono a cambiare dopo la conclusione della guerra dei Sette anni, quando la Gran Bretagna impose un aumento del prelievo tributario,una restrizione ai traffici illegali e  non si preoccupò di rispondere alla richiesta di molte colonie di permettere l’espansione territoriale verso Ovest,per acquisire altre terre da offrire in vendita ai nuovi immigrati.

Non furono questi i motivi che intaccarono le basi dei buoni rapporti fra colonie e madrepatria, fu piuttosto la progressiva erosione da parte del governo inglese del sistema di autogoverno locale.

 

Il commercio triangolare e la tratta degli schiavi

Il sistema commerciale triangolare si sviluppò fra Seicento e Settecento e coinvolgeva Europa,Africa e America; questo si divideva in tre tappe:

Prima tappa: le navi della tratta partivano dai porti spagnoli,portoghesi,olandesi,inglesi e francesi e arrivavano sulle coste africane del golfo di Guinea: qui scambiavano prodotti europei (armi,tessuti,utensili,liquori,vetri..) con schiavi e talvolta anche con legni preziosi,gomma e avorio.

Seconda tappa: le navi cariche di schiavi arrivavano in America dove questi venivano venduti come vera e propria merce.

Terza tappa: le navi tornavano in Europa cariche di prodotti agricoli come zucchero,cotone e tabacco.

 

 

Questo tipo di attività richiedeva forti investimenti e presentava alti rischi (naufragi, assalti corsari, rivolte a bordo) ma garantiva altissimi profitti.

I poveri immigrati inglesi costretti a lavorare per rimborsare le spese del viaggio,furono rapidamente sostituiti dagli africani a causa del loro bassissimo costo.

Sradicati dai luoghi d’origine,frustrarti nel fisico(molti non sopravvivevano al viaggio a causa delle condizioni igieniche disastrose e alla malnutrizione; i padroni li consideravano macchine da sfruttare fino all’esaurimento e inoltre li compravano e li rivendevano senza curarsi minimamente dei loro legami familiari) e nella loro cultura originaria( considerata “inferiore”; in ogni caso uno schiavo non poteva accedere alla religione e alla cultura del proprio padrone) gli schiavi neri fecero le fortune delle compagnie commerciali che li vendevano come merce umana ai piantatori,sempre più bisognosi di manodopera nella coltivazione di cotone,tabacco e canna da zucchero; solo nel Settecento furono importati circa 6 milioni di schiavi.

La competizione degli Stati europei per accaparrarsi il maggior numero di schiavi sottrasse all’Africa immense risorse produttive umane provocando un grave blocco del suo sviluppo. 

 

Chiusura dei rapporti con la madrepatria e sviluppo economico degli Stati Uniti d’America

I legami tra la Gran Bretagna e le colonie erano già in crisi da qualche tempo,ma la scintilla che ne determinò la rottura definitiva fu un episodio violento verificatosi dopo l’entrata in vigore della “Legge sul tè”,che concedeva il monopolio del commercio del tè alla Compagnia delle Indie Orientali: alcuni militanti indipendentisti salirono a bordo di una nave della Compagnia e gettarono in mare il suo intero carico di tè.

Gli inglesi risposero velocemente facendo chiudere il porto di Boston e facendo sciogliere tutte le assemblee locali.

A loro volta,i coloni americani,riuniti il 5 settembre 1774,nel primo Congresso continentale a Filadelfia,stabilirono di chiudere ogni relazione commerciale con la Gran Bretagna. Ancora non era emersa la vocazione indipendentista; le colonie chiedevano una maggiore rappresentanza nel parlamento inglese a tutela dei diritti coloniali. La madrepatria rispose negativamente alle richieste e la soluzione della completa indipendenza parve a quel punto l’unica percorribile.

 

Nel secondo Congresso (10 maggio 1775) la lotta armata costituì il primo punto dell’ordine,e si adottò la grave decisione di formare un esercito sotto il comando di George Washington.  Dopo i vari episodi di conflitti armati della Guerra di Indipendenza americana il 4 luglio 1776,il terzo congresso continentale a Filadelfia approvò una Dichiarazione di Indipendenza,stilata da una commissione guidata da Thomas Jefferson che di fatto provocò una spaccatura tra i coloni che sostenevano la lotta per l’indipendenza e i lealisti che rimasero fedeli alla corona inglese.

 

La presenza britannica sul continente rimase un ingombrante ostacolo per l’espansione commerciale degli Stati Uniti,che nella prima metà dell’Ottocento entrarono in una fase di rapido sviluppo economico: alla metà del XIX secolo si presentavano come una potenza in continua ascesa. La disponibilità di immensi territori da coltivare,la presenza di un settore industriale moderno e competitivo e l’abbondanza di manodopera a buon mercato imprimevano una forte spinta propulsiva allo sviluppo economico

 

 

 

Società

 

Tra il '600 e il '700,lo sviluppo economico dell'Europa e sopratutto dell'Inghilterra spinge agricoltori e artigiani,ridotti in miseria,nell'America settentrionale;ciò fece sorgere un ordinamento gerarchico con al vertice i più facoltosi,titolari del diritto di voto nelle Assemblee dei singoli stati;al di sotto si collocava la vasta aggregazione di medi e piccoli agricoltori,artigiani e commercianti (common people) privi di diritti elettorali;poi vi erano i numerosi bianchi poveri (“the poor”) e infine,il gradino più basso era costituito dagli schiavi neri,utilizzati nelle piantagioni di tabacco,di canna da zucchero e in seguito di cotone. La società americana era dunque edificata sulla assoluta egemonia dei bianchi e al suo interno vi erano in vigore i valori dei ceti borghesi medio - alti:in particolare l'aspirazione a una famiglia numerosa,simbolo di benessere e il rigore religioso.

 

La tradizione americana ha voluto esaltare il coraggio e lo spirito d'avventura dei pionieri,cancellando molti aspetti della colonizzazione bianca,ma in realtà gli inglesi ricorsero a ogni mezzo per valorizzarli e rivenderli;per questo,furono chiamati volontari in cerca di fortuna,per la costruzione di villaggi,strade e porti,ma a questi si aggiunsero gli "indesiderabili": delinquenti,detenuti liberati dalle galere,prostitute e mendicanti. Tuttavia,una componente decisiva del processo di colonizzazione nordamericana fu costituita da minoranze religiose(l'immigrazione religiosa incominciò coi padri pellegrini,per lo più puritani) e politiche,spesso costrette ad abbandonare i paesi europei a causa della radicalità delle loro posizioni. Dopo di ché,l'emigrazione europea e in particolare quella inglese, si intensificò verso il Nord America. In seguito,i territori delle colonie divennero un luogo di riferimento per intere famiglie in cerca di lavoro e da parte loro le colonie fornivano alla madrepatria materie prime e merci sempre più richieste in Europa,ma erano anche in grado di sviluppare una propria produzione manifatturiera.

 

Vita nell'America coloniale.

Quando i puritani colonizzarono il New England,crearono delle comunità autogovernate composte da congregazioni religiose di contadini(yeoman) e dalle loro famiglie. Per quanto riguarda gli appezzamenti di terreno, le porzioni più grandi venivano date agli uomini di più alto sociale,ma ogni uomo bianco aveva abbastanza terra per mantenere una famiglia. Era importante anche il fatto che ogni uomo bianco avesse diritto di parola nell'assemblea cittadina,la quale si riscuoteva le tasse,costruiva le strade ed eleggeva i funzionari per la gestione degli affari cittadini. Alla chiesa congregazionale fondata dai puritani,non si unirono tutti i residenti del New England,ma solo coloro che potevano convincentemente "provare",davanti ai membri della chiesa,che erano stati selezionati da Dio per far parte del gruppo specifico per la salvezza,quelli "salvati" venivano chiamati "gli Eletti" o "i Santi".

 

La maggior parte dei residenti del New England era composta da agricoltori e all'interno di queste famiglie,era l'uomo ad avere il potere completo sulla sua proprietà e sulla moglie,la quale,una volta sposata, perdeva il suo cognome da nubile e la sua identità personale,nel senso che non poteva avere identità. Il ruolo delle mogli era quello di crescere i figli e aiutare i mariti. Le donne delle fattorie fornivano gran parte dei prodotti di cui aveva bisogno il resto della famiglia,il che comprendeva la filatura della lana e la lavorazione di abiti,la produzione di candele e sapone e la lavorazione del latte in burro. Le famiglie del New England lavoravano e coltivavano le proprie fattorie,la cui maggior parte,veniva consumata dalla famiglia stessa e ciò che restava veniva venduto per ottenere i manufatti di cui c'era bisogno. I primi coloni coltivavano frumento e orzo,dopo il 1700,gran parte degli agricoltori coltivavano principalmente mais e allevavano bovini e suini.

Nella metà del 18°sec,questo stile di vita affrontò una crisi,dato che la popolazione si era quasi raddoppiata ad ogni generazione,ma le famiglie contadine seppero rispondere creativamente a questa crisi,ottenendo concessioni terriere per creare fattorie in territori non sviluppati del Massachusetts e del Connecticut o comprarono appezzamenti da speculatori nel New Hampshire. Altri agricoltori,invece,divennero innovatori agricoli: piantarono nutrienti erbe inglesi e patate. Infine,molte famiglie aumentarono la loro produttività,scambiandosi tra loro beni e manodopera.

 

Nel 1750,una varietà di artigiani,negozianti e mercanti forniva servizi alla crescente popolazione agricola,in seguito i numerosi mercanti divennero molto ricchi grazie alla fornitura dei loro beni alla popolazione agricola e finirono per dominare la società delle città portuali.

 

Nel New England l'educazione di base era diffusa: i primi coloni puritani credevano fosse necessario studiare la Bibbia,quindi ai bambini veniva insegnato a leggere già in giovane età;era anche richiesto che ogni città pagasse per una scuola elementare,in effetti grazie a questa legge molti ragazzi ebbero una qualche istruzione formale. Molti ragazzi imparavano un mestiere dai padri in fattoria o come apprendisti presso artigiani,per quanto riguarda le ragazze,invece,solo una piccola parte frequentava la scuola,la maggior parte era in grado di ottenere un'educazione a casa o nelle "dame schools" dove le donne insegnavano rudimenti di lettura e scrittura nelle proprie case. Molte chiese del New England fondarono dei collegi per la formazione dei propri ministri ,mentre i puritani fondarono molti luoghi di educazione superiore,ma poche persone frequentavano i college,rendendo l'istruzione superiore disponibile solo per le famiglie dei ricchi mercanti.

 

Contrariamente al New England,la regione del Medio - Atlantico ottenne gran parte della sua popolazione da nuovi immigrati: il primo importante flusso di immigrati arrivò principalmente dall'Irlanda e consisteva di presbiteriani scozzesi-irlandesi e di un piccolo numero di cattolici irlandesi,la seconda importante immigrazione era composta da tedeschi che cercavano di sfuggire ai conflitti religiosi e alle opportunità economiche in declino in Germania e Svizzera. Gran parte dell'architettura di queste colonie riflette la diversità delle loro genti e le varie culture influenzarono anche lo stile dell'arredamento;esistevano differenze etniche anche nel trattamento delle donne:gli immigrati tedeschi e olandesi garantivano alle donne un maggiore controllo sulla proprietà. Infine,l'etnia faceva la differenza anche nelle pratiche agricole.

Alcuni immigrati,appena arrivati,acquistarono delle fattorie e presero parte a questa ricchezza,ma molti poveri immigrati tedeschi e scozzesi-irlandesi furono costretti a lavorare come braccianti salariati;anche mercanti e artigiani assunsero questi lavoratori senza dimora per il sistema interno di produzione di tessuti e altri beni.

Le città portuali avevano più classi sociali che nel resto delle colonie centrali e le società erano dominate dai mercanti,e non solo,vi erano anche i negozianti,artigiani,armatori e altre professioni specializzate che costituivano la classe media.

Infine,i lavoratori facevano parte del gradino più basso della società:lavoravano al porto scaricando i vascelli in arrivo e caricano quelli in partenza con frumento,mais e semi di lino. Molti di essi erano afro-americani,alcuni erano liberi,mentre altri erano in schiavitù. In ogni modo la regione del Medio - Atlantico,già nel 1750,era divisa per provenienza etnica e per ricchezza.

 

Le colonie del sud erano dominate principalmente dai ricchi proprietari di enormi piantagioni lavorate da schiavi africani. I possidenti usavano la loro ricchezza per dominare i mezzadri e i contadini locali,le loro donne benestanti partecipavano alla cultura britannica:leggevano riviste britanniche,indossavano vestiti alla moda di taglio britannico e servivano un elaborato te pomeridiano. Inoltre,le donne,una volta sposatesi,supervisionavano gli schiavi della casa e organizzavano cene elaborate e feste danzanti.

 

Gli schiavi.

La tratta degli schiavi si sviluppò tra il 15° e il 18°sec a opera dei paesi occidentali,e provocò un esteso e violento rimescolamento etnico e culturale che trasformò radicalmente la realtà sociale di molti paesi e diede inizio a uno dei capitoli più ricchi di contrasti della storia moderna: la multietnicità. L'epoca della tratta effettivamente ebbe inizio con la colonizzazione delle Americhe e fu un elemento fondamentale per lo sviluppo delle colonie europee prima del sud e centro America e poi anche nel Nord America.

Inizialmente gli europei tentarono di far lavorare come schiavi gli indigeni americani,ma questa soluzione non risultò sufficiente,soprattutto a causa della decimazione delle popolazioni native dovuta a malattie importate dai conquistatori europei(es. vaiolo). Così,nello stesso periodo,gli europei entrarono in contatto con la pratica nordafricana di far schiavi i prigionieri di guerra.

 

Politica Generale (1776-1890)

 

La Costituzione. Tra il maggio e l’agosto 1787, a Philadelphia, 55 rappresentanti delle 13 ex colonie dell’impero britannico sul continente americano si inventarono uno stato. Tale “invenzione” fu sancita dalla scrittura di una Costituzione, la legge suprema dello stato, che enunciava regole e principi della convivenza civile. Questa costituzione fu la prima della storia, essa non ha precedenti nell’epoca moderna; nessuna nazione infatti aveva mai adottato un unico documento come costituzione.

La costituzione americana è una costituzione breve e rigida, ossia, è finalizzata a stabilire un preciso quadro di princìpi all’interno dei quali si svolge la vita collettiva, ed è modificabile solo in seguito a lunghi e complessi procedimenti.

La costituzione americana delinea uno stato federale; essa conferisce a degli organi centrali poteri in materia di difesa nazionale, commercio estero, politica economica ed alcune principali legislazioni (come l’odierna legislazione sull’immigrazione), mentre conferisce ai singoli stati (guidati dai rispettivi governatori) tutte le altre competenze non esplicitamente attribuite agli organi centrali.

La costituzione è fortemente legata alla dichiarazione d’indipendenza (stesa da Thomas Jefferson insieme con altri supervisori il 4 Luglio 1776), ed anche altrettanto saldamente è legata alla divisione dei poteri, considerata un vero e proprio strumento di garanzia contro eventuali rischi di dispotismo.

La divisone dei poteri. Il potere legislativo era affidato ad un parlamento bicamerale composto da camera e senato, che formano il congresso. Nel congresso ogni stato aveva (ed ha tutt’ora) due rappresentanti al senato, ed un numero di rappresentanti alla camera proporzionale al numero di cittadini votanti nello stato (erano esclusi dal voto le donne, che tutta via “facevano media”, e gli schiavi di colore, ogni cinque dei quali contavano come tre cittadini bianchi.).

Il potere esecutivo era affidato al presidente, con anche il diritto di veto sul congresso; il presidente non poteva però interferire con la legislatura del congresso (non può sciogliere anticipatamente le camere) come il congresso non poteva destituire il presidente, (salvo eccezionali casi di particolare gravità). Il presidente era eletto ogni quattro anni da un collegio di elettori votati dal polo.

Il potere giudiziario era invece indipendente da ogni istituzione governativa, ed apparteneva alla magistratura, i cui membri sono eletti dal presidente.

La linea confederale. Sporse spontaneo il dubbio su chi dovesse esercitare il potere supremo; nacquero due correnti, una delle quali era la linea confederale (tra i quali militava Thomas Jefferson) la quale sosteneva che il potere dovesse essere affidato ai singoli stati per diminuire il rischio di possibili conseguenze autoritarie derivanti da uno stato centralizzato; i confederali auspicavano quindi alla limitazione dei poteri dell’autorità centrale, al contrario erano da proclamarsi sovrane, libere e indipendenti le singole colonie.

La linea federalista. La linea opposta, quella federalista, propendeva invece per uno stato federale, al cui organo centrale spettavano le decisioni in materia di interessi comuni (unità monetaria, trattati commerciali, politica estera ecc.), lasciando comunque ampie autonomie ai singoli stati.

Divario fra le correnti e vittoria federalista. La linea confederale prevalse principalmente al sud, viceversa gli stati settentrionali preferivano il federalismo, anche entrambi facevano riferimento ad un unico principio istituzionale, il sistema repubblicano. Nel corso degli anni le tensioni tra le colonie del nord, sud e centro aumentarono, anche a causa della crisi economica che seguì la guerra contro l’Inghilterra negli anni immediatamente seguenti l’indipendenza; A causa del rafforzarsi delle tensioni interne e alla crescente necessità di trovare un organo col compito di esercitare la l’autorità politica e giurisdizionale, anche nel sud si delineò la convinzione che ciò che servisse fosse un governo centrale, il quale avrebbe potuto affrontare i problemi della nazione: saldare il debito pubblico, garantire la difesa e gestire i conflitti con i nativi e la ripartizione dei territori a loro conquistati.

Fu così che venne approvata, nel 1787, la costituzione federale, e l’anno seguente fu eletto il primo presidente degli Stati Uniti d’America, George Washington.

 

Gli emendamenti. Tuttavia la costituzione doveva essere ratificata dai singoli stati, tale passaggio fu molto difficoltoso, poiché la costituzione era accusata di non garantire libertà e diritti personali sufficienti. A seguito delle discussioni si giunse, nel 1791, all’approvazione del Bill of Rights, ossia l’approvazione dei primi dieci emendamenti (riguardanti libertà e garanzie dei cittadini), i quali rappresentano le radici delle libertà civili dei cittadini, libertà che nemmeno il governo federale poteva violare.

 

Schiavitù, cittadini e “altre persone”. I primi dieci emendamenti tutelavano pienamente i cittadini, ma la costituzione non faceva alcun riferimento alla schiavitù, essa infatti ne la proibiva ne la ammetteva, ciò allo scopo di non creare altre spaccature all’interno della società; Fu raggiunto poco più tardi un compromesso, con la quale si delegava ad ogni stato la possibilità di regolarsi autonomamente in merito alla questione, l’unico provvedimento “universale” fu quello di fissare al 1808 il limite ultimo per l’importazione di schiavi, ciò era, come riportato in precedenza, un compromesso per non perdere l’appoggio degli assai influenti piantatori del sud, ma nemmeno per scontentare i cittadini (prevalentemente del nord) che volevano l’abolizione o che comunque erano contrari alla schiavitù. Tuttavia non fu conferito agli schiavi neri il titolo di cittadini, che era un’esclusiva della popolazione bianca, persino i nativi americani erano considerati stranieri e privi del diritto di cittadinanza. Schiavi e nativi era infatti definiti (come riporta la costituzione stessa) “altre persone”. Per molti anni schiavitù e  segregazione dei nativi resteranno come una sorta di paradosso nella politica interna di un paese proclamatore di libertà come valore supremo; per l’abolizione della schiavitù si dovrà attendere fino al 1865 con la politica interna di Abraham Lincoln, mentre il problema dei nativi nemmeno nel presente ha trovato una vera e propria soluzione.

 

 

Politica estera. Grandi provvedimenti in questo ambito non furono mai presi, ad eccezione del tentativo (reciproco) di mantenere i contatti commerciali con l’Inghilterra.

Il principale interesse della politica estera fu quello di sviluppare l’espansione degli Stati Uniti, intorno all’ ‘800, e soprattutto nella seconda metà del secolo, si verifica un vero e proprio processo di espansione selvaggia (assai poco “politicizzata”) verso Ovest (il Far West). L’espansione fu ad opera dei “pionieri” che crearono insediamenti indipendentemente. I grossi interventi di politica estera furono gli interventi con i quali gli USA acquistarono o si fecero cedere terreni e possedimenti di altre potenze coloniali: Col trattato di Versailles (1783) acquisirono le regioni comprese tra le 13 colonie e la sponda orientale del Missisippi; dalla Francia ricevettero o acquistarono la Louisiana e diversi stati centrali, dalla Spagna ricevettero la Florida,  e dal Messico ricevettero la California e il sud dell’Arizona; con quest’ultima nazione, gli Stati Uniti affrontarono diversi conflitti, che terminarono con la vittoria USA ad Alamo; infine fu acquistata l’Alaska dalla Russi (1867).

Lo sterminio degli Indiani d’America.  La storia degli indiani d'America, di fatto, è la storia della progressiva distruzione culturale e fisica. La violenza delle armi, la devastazione del sistema produttivo, l'introduzione della servitù e della schiavitù e la diffusione di nuove malattie furono la causa della quasi totale scomparsa dei nativi americani dagli Stati Uniti. Il dominio britannico durante il suo governo, si impegnò attivamente a tutelare i nativi e i loro terreni, e continuarono a farlo a nord, nell’ odierno Canada, dopo la perdita delle colonie a sud, quelle che diventarono gli Stati Uniti. Pochi furono i tentativi statunitensi di tutelare i nativi, praticamente tutti risultarono fallimentari o quanto meno contraddittori, come il Bureau of Indian Affair che voleva essere un organo di tutela, anche quando a partire dal 1830 iniziò la campagna di sistematica riduzione di spazio destinato alle culture native(cioè le riserve, una sorta di ghetto),che fu poi accelerata dalla scoperta dell'oro nel West. Le conseguenze di questi provvedimenti sfociarono poi tra il 1850 e il 1880, in diverse sanguinosissime  guerre tra gli Indiani e l’esercito, che si conclusero nel 1890 con il massacro di Wounded Knee, che segnò la capitolazione definitiva degli indiani. L'atteggiamento governativo nei confronti degli indigeni, cambiò più volte nel corso della storia statunitense, dalla politica di garantismo, mai concretamente realizzatasi, all’intervento pesante. Nel 1871 venne privatizzato lo spazio riservato alle tribù, che creò un forte sradicamento culturale e di sottrazione territoriale (il 62% delle terre native). Dalla Nascita degli Stati Uniti fino alla fine dell’ ‘800, a conti fatti, la politica USA nei confronti dei Pellerossa fu sostanzialmente distruttiva, anche quando si riproponeva di fare opere di tutela. La popolazione indigena (negli USA come in sud America) dalle prime conquiste, XVI secolo, alla fine del XIX secolo, sono diminuite di quasi il 90%; Si può dire che quello dei nativi americani fu il primo vero e proprio genocidio della storia.

I PRESIDENTI  (lettura facoltativa)

George Washington

George Washington (Bridges Creek, 22 febbraio 1732 – Mount Vernon, 14 dicembre 1799) è stato un politico e militare statunitense. Fu comandante dell'esercito statunitense nella guerra di indipendenza americana (1775–1783) ed è divenuto in seguito il primo Presidente degli Stati Uniti d'America (1789 - 1797). È considerato uno dei grandi padri fondatori della nazione. Ha anche ricoperto la carica di presidente nel 1787 della Convenzione per la Costituzione.

Presidenza

Dopo la ratifica della costituzione americana da parte di tutti i tredici stati federali, il collegio Elettorale degli Stati Uniti avviò la procedura per la prima elezione del presidente. Il 4 febbraio 1789 George Washington divenne così il primo presidente degli Stati Uniti d'America e fu l'unico nella storia degli Stati Uniti ad essere eletto senza un unico voto contrario. Dopo essere stato confermato dal senato come nuovo presidente, Washington si recò a New York, presso la Federal Hall, dove gli vennero conferiti ufficialmente i poteri di presidente degli Stati Uniti ed il 30 aprile 1789, otto giorni dopo la conferma del senato, prestò il giuramento sul balcone della Federal Hall. In seguito il 1º Congresso degli Stati Uniti d'America stabilì per il presidente uno stipendio annuo di 25.000 dollari (una somma ingente per l'epoca). Washington, già benestante, rinunciò al compenso. Tuttavia, dopo insistenze del Congresso, alla fine lo accettò in quanto non si voleva dare l'impressione che solo persone di censo elevato potessero accedere alla presidenza.Fu da subito chiaro sia a Washington che al suo staff che il suo mandato sarebbe stato con tutta probabilità uno dei mandati più importanti se non il più importante nella storia degli Stati Uniti. Le decisioni prese da Washington furono quindi prese in modo particolarmente prudente ed oculato, sapendo che il suo operato sarebbe servito da esempio ai futuri presidenti.

Per quanto invece riguarda la sua famiglia, la nomina a presidente fu una delusione soprattutto per sua moglie Martha che era convinta di tornare a fare la vita che faceva prima della guerra di indipendenza. Ciò nonostante, ella svolse in modo più che egregio il suo compito di First Lady, intrattenendo gli ospiti e organizzando le formalità nei ricevimenti, quando suo marito era troppo preso dalle faccende politiche.

Il 25 febbraio 1789 si riunì per la prima volta il neoletto gabinetto per discutere le politiche da mettere in atto per quanto riguarda la politica interna e la politica degli esteri.

 

Thomas Jefferson

Thomas Jefferson (Shadwell, 13 aprile 1743 – Charlottesville, 4 luglio 1826) è stato un politico, scienziato e architetto statunitense. È stato il terzo presidente degli Stati Uniti d'America ed è inoltre considerato uno dei padri fondatori della nazione. Fu il principale autore della dichiarazione d'indipendenza del 4 luglio 1776 ed uno dei fondatori del Partito Democratico-Repubblicano degli Stati Uniti.

Fortemente segnato dal pensiero illuminista fu un fautore di uno Stato laico e liberale. Fu inoltre anche un intellettuale di grande spessore. Fondatore della Università della Virginia, ebbe un ruolo centrale nello sviluppo e nella costruzione di questa istituzione. Fu infine anche un architetto. Suoi sono ad esempio i progetti per il Campidoglio di Richmond, il campus dell'Università della Virginia e la sua casa di Monticello, i quali fanno parte del patrimonio dell'UNESCO dal 1987.

Politica

Le elezioni presidenziali dell'anno 1800 furono certamente fra le più turbolente mai viste nella storia degli Stati Uniti. I democratici repubblicani, delusi dalla politica di Adams, ma in particolar modo dagli Alien and Sedition Acts, accusarono il partito federalista di tendenze monarchiche, mentre secondo i federalisti le posizioni del partito democratico repubblicano erano decisamente troppo estreme. Anche tra gli alleati di Adams si levarono pesanti critiche nei suoi confronti. Il presidente, che era stato sempre ritenuto un moderato, si era invece rivelato capace di sostenere posizioni molto estreme deludendo di conseguenza una parte del suo elettorato, e ciò spinse lo steso Hamilton ad impegnarsi affinché Adams venisse sostituito da Pinckney nella corsa alla presidenza, pubblicando una lettera nella quale lo criticava aspramente.

A causa delle continue controversie all'interno del partito federalista, le elezioni del 1800 furono infine vinte dai repubblicani, ma per via dell'allora vigente sistema elettorale, entrambi i candidati democratici repubblicani - Jefferson e Burr - si aggiudicarono ciascuno le cariche di presidente e vicepresidente con 73 voti. Secondo l'allora vigente costituzione, spettava allora alla House of Representatives decidere chi dei due candidati dovesse ricevere il mandato presidenziale e chi quello di vicepresidente. Tuttavia a quell'epoca la maggiore parte dei seggi nella House of Rapresentatives era occupata da membri del Partito Federalista, che non vedevano in Jefferson e tanto meno in Burr dei degni successori di Adams. Questa situazione apparentemente paradossale si cristallizzò in una situazione di stallo, nella quale entrambi i contendenti non riuscivano a ricevere una maggioranza sufficiente per la proclamazione a presidente. A questa situazione provvide a mettere fine un gruppo di deputati federalisti, che trovò una via per fare eleggere Jefferson e allo stesso tempo salvare la faccia. Al termine della trentaseiesima votazione, quando si era giunti nuovamente a una situazione di parità, essi decisero di astenersi dalla votazione seguente, permettendo a Jefferson di ricevere la maggioranza necessaria per essere eletto.

In seguito a tale evento, che aveva delineato una situazione di stallo quasi irrisolvibile, si decise di modificare l'iter delle elezioni presidenziali tramite il dodicesimo articolo della Costituzione statunitense.

 

Con l'elezione di Jefferson a presidente, il partito democratico repubblicano interruppe l'egemonia del partito federalista, ponendo nel giro di pochi anni fine alla maggioranza parlamentare federalista. Per il successivo quarto di secolo sarebbe quindi rimasto in carica sempre un presidente democratico repubblicano, fino a quando nel 1825 non venne eletto presidente degli Stati Uniti il federalista John Quincy Adams.

 

Abraham Lincoln

Abraham Lincoln (Hogdenville 12 febbraio 1809 - Washington 15 aprile 1865) è stato un politico statunitense. È stato il 16º presidente degli Stati Unti d’America, e il primo ad appartenere al partito repubblicano. È considerato sia dalla storiografia sia dall'opinione pubblica uno dei più importanti e popolari presidenti degli Stati Uniti.

Fu il presidente che pose fine alla schiavitù, prima con la Proclamazione dell'Emancipazione (1863), che liberò gli schiavi negli Stati dell'Unione, e poi con la ratifica del Tredicesimo Emendamento della Costituzione Americana, con il quale nel 1865 la schiavitù venne abolita in tutti gli Stati Uniti. A Lincoln è riconosciuto il merito di aver allo stesso tempo preservato l'unità federale della nazione, sconfiggendo gli Stati Confederati d'America (favorevoli al mantenimento della schiavitù) nella Guerra di secessione americana.

L'autorevolezza di Lincoln è stata rafforzata dalla sua abilità di oratore, e il Discorso di Gettysburg, il più significativo e famoso da lui pronunciato, è considerato una delle pietre miliari dell'unità e dei valori della nazione americana.

Alcuni sostenitori dei "diritti degli Stati" hanno considerato Lincoln un autoritario, che sospese le libertà civili e la segretezza della votazione, fece giustiziare i dimostranti contrari alla guerra, e soppresse il legittimo diritto di secessione, per il quale lo stesso Lincoln aveva discusso nel 1848. Altri critici enfatizzano il credo di Lincoln nella supremazia bianca e l'iniziale appoggio alla schiavitù.

Lincoln passò la maggior parte del suo tempo da solo e non fece una grande impressione presso i suoi colleghi politici. Usò la propria posizione per poter parlare contro la guerra con il Messico, che attribuì al desiderio di "gloria militare". Quando il suo mandato finì, si dedicò principalmente a guadagnarsi da vivere come avvocato.

Corsa alla presidenza

Con il Kansas- Nebraska Act del 1854, annullò i limiti alla diffusione della schiavitù che erano parte del Compromesso del Missouri del 1820 e aiutò Lincoln a tornare nella politica. A farlo risaltare rispetto agli altri fu un discorso contro il Kansas - Nebraska, il 16 ottobre 1854 a Peoria.

Durante la sua campagna (perdente) per essere eletto senatore nel 1858 contro Stephen A. Douglas, Lincoln condusse molti dibattiti contro quest’ultimo in una serie di eventi che rappresentarono una discussione a livello nazionale su problemi che avrebbero presto spaccato la nazione in due. Tali dibattiti furono l'anticipazione delle elezioni presidenziali del 1860, in cui Douglas e Lincoln erano nuovamente pretendenti. Il 6 novembre 1860 Lincoln venne eletto sedicesimo Presidente degli Stati Uniti d'America, il primo repubblicano a raggiungere tale carica.

Poco dopo la sua elezione, la parte Sud degli Stati Uniti fece vedere inequivocabilmente che la secessione era inevitabile, il che aumentò notevolmente la tensione che attraversava la nazione. Lincoln sopravvisse a un tentativo di assassinio a Baltimora, e il 23 febbraio 1861 arrivò a Washington in segreto e sotto mentite spoglie poiché l'impegno nella sicurezza non era da sottovalutare.

Lincoln diventa presidente

All'insediamento di Lincoln il 4 marzo 1861, i Turner formarono la sua guardia del corpo; era inoltre presente una considerevole guarnigione di truppe federali, pronta a proteggere il presidente e la capitale dall'invasione dei ribelli.

 

 

 

 

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Sito web da visitare: http://www.pascal.re.it/

Autrice del testo: Castiglioni Barbara

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Storia Stati Uniti d’America

 

APPUNTI DI STORIA DEGLI STATI UNITI

 

I primi decenni

 

1.

Fra il 1775 e il 1783 le tredici colonie americane della Gran Bretagna intraprendono la guerra per l’indipendenza contro la madrepatria.

2.

I tredici Stati Uniti d’America, situati sulla costa Atlantica dell’America del Nord, sono il Massachusets (Boston), il New Hampshire, il Connecticut, il Rhode Island, il New Jersey (New York), il New York, la Pennsylvania (Filadelfia), il Delaware, il Maryland, la Virginia, il Nord e il Sud Carolina (Charleston), la Georgia.

3.

A ovest dei tredici Stati Uniti si stendeva a nord il territorio del Nord-ovest, a sud il territorio del Mississipi, popolati dalle tribù indiane: Huroni, Irochesi e Cherokee.

Più a ovest ancora, lungo il Mississipi c’era la colonia francese della Louisiana (Nuova Orléans), venduta da Napoleone agli USA nel 1803 per 15 milioni di dollari. Essa era abitata dai Comanchi e dai Sioux.

A ovest della Louisiana si stendevano i vastissimi territori del Vicereame della Nuova Spagna.

4.

La linea del Proclama Reale, tracciata dalla Gran Bretagna nel 1763, correva parallela alla costa Atlantica al di qua dei Monti Alleghani, della Florida e del Mississipi fino a Québec (Canada) per segnare il limite imposto alla colonizzazione bianca. 

Le tredici colonie americane. La linea del Proclama Reale è il limite della striscia rossa, al di là (in rosa) la Riserva Indiana.

5.

Primi Presidenti degli USA furono G. Washington (“Keep out of Europe”), A. Hamilton, che gettò le basi del capitalismo americano, J.Adams, Th. Jefferson, tutti originari della Virginia. Il principale dibattito resta quello della scelta tra “Repubblica federale” o “Confederazione di Stati sovrani”.

6.

La capitale, Washington, venne fondata nel 1793. Essi a questa data comprendono complessivamente 4 milioni di abitanti di origine europea. Nel 1810 sono già più di 7 milioni. Fin dal 1787 la popolazione si espande oltre gli Appalachi verso ovest dando vita alla cosiddetta “conquista del West”.

7.

La “conquista del West” s’inizia nel 1787 quando sia i coloni che le società ottengono dal governo centrale il diritto di occupazione della terra pagando un minimo canone legale, consistente in 2 dollari per acro. Le tribù indiane vengono costrette ad abbandonare le loro terre attraverso una sanguinosa guerriglia.

8.

In seguito al diritto di occupazione delle terre, scacciati gli Indiani, sorgono i nuovi Stati del Kentucky (1792), Ohio (1803), Louisiana (1812), Indiana (1816), Mississipi (1817), Illinois (1818) e Alabama (1819).

9.

Fra il 1808 e il 1812 scoppia un nuovo conflitto tra USA e Gran Bretagna, che culmina nel 1812 quando il presidente USA J.Madison tenta la conquista del Canada britannico. Le navi inglesi attaccano la costa e distruggono la città di Washington. Nel 1814 USA e Gran Bretagna stipulano una “pace perpetua” con la neutralizzazione dei “Grandi Laghi”.

 

          B. La conquista del West

 

10.

Come accennato, nel suo testamento (Farewell Address, 1796) il primo Presidente americano, G.Washington proibisce di fare alleanze di portata durevole con l’Europa. E’ l’inizio dell’isolazionismo, cioè della politica limitata al continente americano. Questa politica verrà meno a partire dal 1898, e soprattutto dal 1917.

11.

Nel 1823 il presidente USA J. Monroe stabilisce una dottrina politica gravida di conseguenze, negando agli Stati europei il diritto di intromettersi nelle vicende politiche dell’intero continente americano (“L’America agli Americani”).

12.

In questi anni la Spagna perde il suo secolare Impero coloniale in America latina. Lo Stato del Messico diventa indipendente nel 1821. A sud, dal disfacimento dell’Impero spagnolo nascono la Grande Colombia (poi Venezuela, Ecuador, Colombia), il Paraguay, l’Argentina, il Cile, il Peru, la Bolivia, l’Uruguay. Il Brasile si stacca dal Portogallo.

13.

Nel 1836 il territorio del Texas si separa dallo Stato del Messico. Il suo territorio, scarsamente abitato, era stato occupato da un numero ingente di coloni inglesi, proprietari di schiavi, che non vogliono sottostare alle leggi antischiaviste messicane. Inoltre la terra del Texas è ambita dal governo USA. Sotto la pressione dei coloni schiavisti il Texas si separa dalla Spagna e diventa una Repubblica indipendente.

14.

Attaccato da forze messicane, il Texas chiede l’annessione agli Stati Uniti (1845). Il governo USA lo annette e si propone di spingere il proprio confine fino al Rio Grande, nonché di annettere anche la California. Scoppia pertanto una guerra aperta con il Messico. L’esercito USA arriva all’occupazione dell’intero territorio messicano e della sua capitale, nel 1847. 15.

Il Trattato di Guadalupe Hidalgo, sottoscritto il 2 febbraio 1848 concluse la guerra e dette agli U.S.A. il controllo assoluto del Texas come pure della California, del Nevada, dello Utah, e di parti del Colorado, Arizona, New Mexico e Wyoming.

 


La cartina di destra mostra l’espansione USA fino al Rio Grande. Quella a sinistra evidenzia gli USA dopo l’annessione della California e degli altri territori messicani.  Va agli ingrandimenti a pag. 7.

 

16.

Tra il 1830 e il 1860 la popolazione USA si arricchì di quasi 5 milioni di nuovi immigrati, per lo più irlandesi, tedeschi e scandinavi. Ma gli anglo-americani, benché ridotti a un 16% della popolazione, avevano in mano il Paese. I confini delle terre colonizzate si spostano sempre più a ovest, scacciando gli Indiani, Comancho, Cherokee e Seminale, dalla “pista dell’Oregon”.

17.

Regolata dalla Homestead Act (1862), la libera occupazione di territori abitati dagli Indiani si svolge in tre ondate: i coloni (squatters), i pionieri e i cacciatori e allevatori (trappers), gli agricoltori (farmers) e poi i commercianti, gli artigiani, gli speculatori. Gli Indiani sono in gran parte sterminati e i pochi sopravvissuti chiusi nelle “riserve”.

 

                                             
Le guerre di sterminio degli Indiani. Va agli ingrandimenti a pag. 8.

 

La guerra civile americana

 

18.

L’antagonismo tra Stati industriali del Nord e Stati cotonieri del Sud è all’origine della Guerra di Secessione (1861-1865), considerata come la prima guerra moderna di annientamento.

19.

Il progresso e la ricchezza che gli Stati Uniti raggiunsero in breve tempo dopo la colonizzazione furono dovuti in buona parte al lavoro degli schiavi neri deportati dall’Africa nel corso del 1700, quando la Gran Bretagna aveva il monopolio dell’asiento. La peculiarità della schiavitù negli Stati del sud degli USA: la creazione di un sistema schiavista basato strettamente su di una razza.

21.

Gli yankees democratici del nord sono per il protezionismo, destinato a sostenere gli interessi industriali, mentre i piantatori aristocratici del sud sono liberisti perché hanno bisogno di esportare il cotone delle piantagioni. Oltre al cotone, il Sud coltiva ed esporta canna da zucchero e caffè. Due modelli di sviluppo economico sono in conflitto irriducibile. Il Sud è liberale e conservatore, il Nord protezionista e imperialista. La guerra scoppia quando gli Stati del Sud proclamano la separazione (secessione) dall’Unione.

22.

L’abolizione della schiavitù, che non fu la causa della guerra ma solo un elemento di sostegno per il Nord, aveva dunque come effetto quello di colpire l’economia del Sud degli USA basata sulla coltivazione del cotone, liberando così le possibilità di sviluppo della potenza industriale. Gli abolizionisti cercavano di ostacolare lo schiavismo nei nuovi Stati sorti nell’ovest, per portarli su posizioni favorevoli al protezionismo industriale.

23.

Nel novembre 1860 il candidato repubblicano Abraham Lincoln fu eletto con solo il 39,8% dei voti. Gli Stati del Sud, che avevano annunciato la loro secessione se A. Lincoln, che aveva abbracciato una posizione protezionista col Partito repubblicano, fosse stato eletto, vissero il fatto come una vera e propria dichiarazione di guerra e iniziarono subito un processo di secessione dall'Unione per formare gli Stati Confederati d'America, con capitale Richmond, eleggendo un proprio presidente, Jefferson Davis.

24.

Gli Stati Confederati d'America raggruppano la Carolina del Sud, il Mississippi, la Florida, l'Alabama, la Georgia, la Louisiana, il Texas, la Virginia, l'Arkansas, il Tennessee e la Carolina del Nord.

25.

Il Nord raduna 22 milioni di abitanti contro 9 milioni del Sud (di cui 3,5 schiavi). Inoltre la produzione bellica è a favore del Nord, che attua nei confronti dei Sudisti una guerra di devastazione territoriale e i primi veri campi di concentramento. Lo scontro decisivo avvenne a Gettysburgh nel luglio del 1863.

26.

Inizialmente non è messa in discussione l'istituzione della schiavitù dei neri negli Stati del sud, anche perché alcuni Stati schiavisti sono rimasti nell’Unione. Solo nel 1863 il presidente dell’Unione Lincoln proclama l’abolizione della schiavitù. Gli schiavi appartenenti a proprietari “secessionisti” che al 1° gennaio 1863 si fossero trovati in stato di rivolta contro l'Unione, sarebbero stati dichiarati liberi senza indennità.

26.

Miseria, anarchia e stermini si abbattono sugli Stati della Georgia e della Carolina. Nell’aprile 1865 i Nordisti costringono i Sudisti alla resa senza condizioni. I morti sono 600.000. La guerra civile termina con l’assassinio del presidente Lincoln. Mentre gli Stati del Sud crollano, nel nord degli Usa trionfa il capitalismo industriale, che avvia una politica imperialista.

 

             D. Gli anni dell’Imperialismo

 

27.

Nel 1845 John O'Sullivan, in un editoriale comparso su Democratic Review, coniò la celebre formula del “Destino Manifesto” per indicare l'inevitabile processo di espansione degli Stati Uniti nei territori occidentali ancora non civilizzati. Secondo O'Sullivan, Dio stesso avrebbe assegnato l'America settentrionale al popolo statunitense per abitarlo e redimerlo, per espandere le virtù repubblicane di democrazia e libertà. Rispetto all'antica concezione puritana di missione salvifica e provvidenziale, tesa all'evangelizzazione e alla conversione dei popoli, O' Sullivan auspicava un allargamento della sfera politica ed istituzionale degli Stati Uniti.

28.

Nel 1895 John Fiske scrisse su Harper's Magazine un editoriale intitolato "Manifest Destiny", nel quale affermava che gli anglosassoni avevano il diritto di esercitare la loro supremazia nell'emisfero occidentale e in Estremo Oriente, in quanto superiori dal punto di vista dell'organizzazione economica e sociale, nonché per la loro indiscussa capacità di promuovere una civilizzazione pacifica ed ordinatrice. Solo gli Stati Uniti potevano pacificare e stabilizzare le relazioni internazionali, portando beneficio al mondo e all'umanità tutta. Gli americani erano predestinati a compiere questa missione, e il primato statunitense disegnava una gerarchia fra popoli civilizzati e non: solo i popoli più forti potevano sopravvivere. Con il Darwinismo sociale la tesi del Destino Manifesto poteva ormai sovrapporre alle motivazioni prettamente religiose la scienza razzista del XIX secolo.

29.

Gli Usa intervengono manu militari nel 1824 a Porto Rico, nel 1831 in Argentina, nel 1845 e poi nel 1847 in Messico, nel 1857 in Nicaragua, nel 1860 nella provincia di Panama e di nuovo in Nicaragua. A partire dal 1880, dopo aver completato anche la conquista dei territori dell'Ovest, si volge decisamente verso Sud. Sotto la presidenza del generale Grant (1869-1877), la teoria del «Destino manifesto» espone il progetto degli Stati Uniti: controllare il continente da una costa all'altra.

30.

Rimasta sotto dominio spagnolo, mentre le altre colonie d'America ottenevano l'indipendenza, Cuba si ribella. Dal 1895, José Marti vi conduce una seconda guerra d'indipendenza. Il 15 febbraio 1898, in condizioni misteriose, la corazzata americana US Maine esplode nel porto dell'Avana (la capitale cubana). Prendendo a pretesto tale incidente (che in realtà era stato provocato artificialmente), il presidente McKinley scatena il conflitto contro la Spagna. Riportata una facile vittoria sulle truppe iberiche, le forze armate americane prendono possesso di Porto Rico. Col Trattato di Parigi del 10 dicembre 1898, la Spagna rinunzia anche a Cuba e alle Filippine. Cuba è ora un protettorato statunitense.

31.

Nel Sud-est asiatico l’arcipelago delle Filippine (vedi mappa), colonizzato e cristianizzato da tre secoli dalla Spagna, si era reso indipendente nel 1896. Con il Trattato di Parigi del 1898 che pose fine alla Guerra ispano-americana il controllo delle Filippine venne trasferito agli Stati Uniti. L’accordo non venne riconosciuto dal governo filippino che il 2 giugno 1899 dichiarò guerra contro gli Stati Uniti.

32.

La Guerra filippino-americana causò ingenti perdite umane ai filippini. Il leader filippino Emilio Aguinaldo fu catturato nel 1901 e il governo degli Stati Uniti dichiarò il conflitto ufficialmente concluso nel 1902. I leader filippini, per la maggior parte, ammisero la vittoria degli americani, ma le ostilità continuarono fino al 1913. La dominazione coloniale americana delle Filippine iniziò nel 1905 ponendo forti limiti al governo locale. Gli USA attraverso il Pacifico erano ormai arrivati nel continente asiatico.

 

 

Fonte: http://www.istituto-santanna.it/Pages/LiceoScientifico/APPUNTI%20DI%20STORIA%20DEGLI%20STATI%20UNITI.doc

 

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