Romanticismo italiano

 

 

 

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Romanticismo italiano

 

IL ROMANTICISMO
Il Romanticismo è un movimento culturale che si sviluppa tra la fine del 700 e il 1860.
Assume caratteri diversi a seconda dei luoghi in cui si manifesta e a seconda dei periodi.
Dal punto di vista storico questo periodo è caratterizzato dal Congresso di Vienna del 1815 durante il quale viene restaurata la fisionomia politica dell’Europa. Inoltre in alcune zone cominciano i fermenti che porteranno alle unificazioni nazionali.
Il Romanticismo può essere definito STORICO se si ritiene che sia localizzato nel tempo o PERENNE se si pesa che si ritrovi nelle mentalità culturali anche precedenti, come caratteristica eterna dell’animo umano. In questo caso certe caratteristiche tipiche del Romanticismo come la prevalenza del sentimento sulla ragione si può ritrovare anche in autori di altri momenti.
Il termine Romanticismo nasce alla fine del 600 per definire i poemi cavallereschi con una trama particolarmente intrigata, per spiegare in senso negativo qualcosa che andava contro i temi classici, per sottolineare un andamento non lineare.
Poi invece assume un significato che vuole delineare un paesaggio che rifletta un particolare stato d’animo. Come nella Nouvelle Heloise di Rousseau dove nelle descrizioni dei paesaggi si sentono concetti di natura romantica: il paesaggio tende ad interiorizzarsi, a riflettere lo stato d’animo del personaggio.
Il Romanticismo nasce in Germania nel 1798 con il movimento dello STURM UND DRANG, tragedia di Kliger e con un manifesto pubblicato dai fratelli Schlegel sulla rivista Atheneum.
In Inghilterra si sviluppa invece dal 1797 con una prefazione alle Ballate liriche di Coleridge e con la diffusione del romanzo gotico e della poesia sepolcrale.
In Italia il Romanticismo assume caratteristiche completamente diverse e si incarnerà nella figura di Manzoni.
Con Foscolo si può parlare di Neoclassicismo romantico perché si ritrovano concetti sul passare del tempo, sul fatto che il passato avesse caratteristiche migliori rispetto al presente e quindi la consapevolezza della fine di un mondo che non tornerà. Questa malinconia è tipicamente romantica. Il sentimento romantico è alla ricerca di qualcosa che non si può raggiungere.
Il movimento in Italia nasce tardi, nel 1816, con la pubblicazione di un articolo di Madame de Stael sulla “Biblioteca italiana” nel quale si esprime la necessità si svecchiare la letteratura italiana introducendo le traduzioni delle opere straniere. Questo articolò ha suscitato una forte polemica e si è aperto un dialogo tra chi come Berchet e Di Breme  erano a favore o chi come Giordani e Leopardi che erano contrari. In realtà Leopardi scrive una lettera che però non sarà mai inviata.
In Italia il Romanticismo porta più una concezione liberale e democratica che si riflette come libertà dallo straniero e per questo si lega ai moti per l’unificazione nazionale.
In  Germania lo spirito romantico fa tornare ai tempi passati, si ricercano le radici, i vecchi miti che danno origine a un forte senso della nazione. Si rivalutano le origini scavando soprattutto nel Medio Evo visto come periodo in cui regnavano la spontaneità e l’ingenuità.
Il progresso scientifico e la rivoluzione industriale avevano permesso una maggiore vivibilità e una migliore condizione di vita, ma nasce la volontà di cercare qualcosa di inesplorato. Ci si rivolge quindi all’interno alla ricerca dell’io e della metafisica.
Si crea dunque il contrasto tra l’io e il  mondo: l’artista si sente un isolato, un incompreso e si chiude in un individualismo legato alle esperienze del soggetto.
Si perde quindi il senso di universalità e si passa da un’ottica oggettiva a un’ottica soggettiva che si libera dagli schemi in nome della libertà, dando sfogo alla creatività individuale.
Si privilegia quindi lo scrittore spinto dall’ispirazione diretta, impegnato socialmente, che vive in prima persona quello di cui parla.
In campo artistico può assumere due caratteri:
una ribellione di carattere eroico, una sorta di titanismo in cui l’artista è incapace di vivere in una società e cerca di comunicare con il mondo esterno ma non riesce;
un carattere sociale in cui l’arte assume un significato pedagogico e di esaltazione del popolo.
In questo caso l’adesione al Romanticismo inserisce anche elementi politici.
C’è una forte contrapposizione tra la natura e la società che genera un gusto per il primitivo e uno sguardo attento al popolo e alle origini nazionali.
L’amore romantico conduce all’idealizzazione della donna vista in modo positivo che può condurre ad unì conflitto con la realtà sociale. Le convenzioni sociali impedivano i matrimoni tra persone di diversa levatura sociale, per cui si mette in scena un amore drammatico che lotta contro la società.
Schlegel ribadisce il concetto di poesia filosofica, come poesia dei moderni, del desiderio non appagato e poesia di immaginazione che è tipica degli antichi e che esalta la felicità raggiunta.
La poesia romantica è una poesia di introspezione, di tensione verso l’infinito che si può trovare solo in un’altra vita. E’ la poesia del desiderio.
Si fa poi un’altra distinzione tra poesia degli antichi che contempla il presente e quella dei moderni che è rivolta al passato, tende a ricordare anche cose spiacevoli, perché si pensa che un ricordo amaro sia più dolce di un dolore presente.
Secondo Schiller la poesia degli antichi era fortemente legata alla natura che era percepita come qualcosa al di fuori di sé, che non era conosciuta e quindi temuta. I moderni invece la conoscono e se ne staccano; la natura è utilizzata come descrizione del proprio stato d’animo, l’arte romantica è lontana dall’ordine classico in quanto sente la volontà di esprimere sentimenti contrastanti
In Italia prevale la poetica del vero e del realismo: l’oggetto della poesia è il vero (Manzoni).
Il Romanticismo è legato alle idee risorgimentali in quanto tende a liberarsi dagli schemi stilistici e metrici, ma allo stesso tempo mantiene alcuni caratteri dell’Illuminismo come l’idea di uguaglianza intesa qui in senso religioso.
Manzoni nella “lettera sul romanticismo” parla di un valore educativo delle opere e per esempio dell’esclusione della mitologia perché fuori dai valori cristiani.
Un caso a parte è rappresentato da Leopardi che opera una distinzione tra poesia ingenua e sentimentale, la prima legata alla natura e la seconda invece slegata dalla stessa.
Contesta lo spiritualismo religioso e l’idea di umanità che tende al progresso; è contrario all’idea di un Dio che provvede all’uomo, anzi crede che l’uomo sia in balia delle forze della natura.
Saggio è colui che conosce la condizione fragile dell’uomo e divulga l’arido vero. (Operette morali: discorso di Tristano e un amico).
Un problema di divisione tra classici e romantici è il tema della bellezza:
per i classici la bellezza ha determinati caratteri ed è eterna; mentre per i romantici ha un valore storico e soggettivo.
I romantici prediligono la creatività e l’originalità e quindi rifiutano le regole classiche; i classici invece propongono un ricorso alla mitologia e a canoni già codificati.
Anche il pubblico è diverso: i classici si riferiscono agli studiosi e agli eruditi, mentre i romantici al popolo inteso come borghesia.
Per quanto riguarda il linguaggio i classici prediligono la lingua colta, mentre i romantici quelle parlate, anche dialettali per dare dignità alle radici e alle tradizioni locali.

Berchet nella lettera semiseria utilizza un criterio ironico per mettere in evidenza le idee romantiche seguendo l’esempio di un pedagogo che parla delle idee romantiche per screditarle ottenendo l’effetto contrario. La lettera semiseria accompagna la traduzione di due ballate dello scrittore Burger.
Secondo Berchet tutti gli uomini hanno una tendenza alla poesia : il poeta in senso attivo, mentre gli altri in senso passivo.
La popolazione viene divisa in tre categorie:
OTTENTOTTI che non hanno neanche la tendenza passiva;
PARIGINI che non si lasciano commuovere perché troppo sofisticati;
BORGHESI (popolo) che sono coloro che possiedono questa disposizione all’arte.
I poeti costituiscono una categoria a parte; proprio in questo periodo nasce l’idea del genio come colui che ha un conflitto con la società e non è compreso. (Tasso).
I romantici per Berchet imitano direttamente la natura, mentre i classici imitano i poeti dell’antichità che a loro volta imitarono la natura e per questo è un’imitazione sterile.
I romantici prediligono il Medioevo perché è visto come periodo primitivo, spontaneo, creativo, ma è una visione antistorica.
Si prendono ad esempio i poeti cortesi come esempio di poesia semplice e spontanea, ma in realtà la poesia trobadorica è estremamente elaborata e segue canoni precisi.
La letteratura deve essere spontanea e in attinenza con i tempi, mentre la poesia dei classici e “poesia dei morti” perché recupera qualcosa che ormai è morto.
Berchet affronta anche il problema della storicità dell’arte, cioè gli autori antichi furono romantici nella loro epoca, come chi contò l’epopea di alcuni popoli.
Inoltre i romantici scrivono sotto l’impulso di un’ispirazione diretta.

 

Fonte:

http://www.webalice.it/forluca/materials/appunti/ITALIANO.DOC

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