Lutero riforma

 


 

Lutero riforma

 

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Lutero riforma

 

La fine dell’unità religiosa

  • Lutero e La Riforma protestante
  • La Riforma cattolica e la Controriforma

 

CULTURA, RELIGIONE, MENTALITA’  - Le grandi svolte nell’evoluzione della cultura e delle visioni del mondo in epoca moderna e contemporanea

Il tema di questo capitolo è di carattere prevalentemente culturale  e illustra uno dei momenti fondamentali nella trasformazione della visione del mondo in età medievale e moderna (elencati di seguito).

  • Le scoperte geografiche e la fine dell’”eurocentrismo
  • La fine dell’unità religiosa dell’Europa: la Riforma protestante e le guerre di religione
  • Il pensiero politico (il giusnaturalismo, Machiavelli, Hobbes, Locke)
  • La rivoluzione scientifica e l’illuminismo

 

Lutero e la riforma protestante

 

Le aspirazioni a una profonda riforma della Chiesa, già presenti nel mondo cristiano a partire dall’XI secolo, vennero riprese con nuovo vigore all’inizio del 1500 dal monaco agostiniano tedesco Martin Lutero. La critica di Lutero ad alcuni princìpi teologici del cattolicesimo, la diffusione delle sue idee mediante la stampa ed il loro collegamento alla situazione politica tedesca determinarono la cosiddetta Riforma protestante, che ben presto si diffuse in tutta Europa, causando la fine dell’unità religiosa medievale.

 

 

Agli inizi del 1500, il monaco agostiniano tedesco Martin Lutero entra in polemica con la Chiesa cattolica a proposito della vendita delle indulgenze. E’ l’inizio di un periodo di lotte che coinvolgono la società tedesca e che si intrecciano a molti altri fattori d’ordine politico ed economico e che approdano ad una divisione religiosa che mette fine all’unità del mondo cristiano occidentale.
La Riforma si diffonde poi in altri paesi (Svizzera, Francia, ecc.) apportando significative trasformazioni nella vita di questi Stati.
Nel suo complesso la Riforma protestante è uno dei fattori chiave per intendere l’epoca moderna.

 

Il significato e l’importanza storica della Riforma protestante

  • La Riforma protestante, insieme all’invenzione della stampa, alle scoperte geografiche, ed alla nascita dell’economia capitalistica (alcuni storici mettono in relazione lo sviluppo di quest’ultima con la riforma protestante, nella sua versione calvinista, vd. più avanti), è uno degli elementi chiave che spiegano la fisionomia del mondo moderno rispetto a quello precedente. La Riforma segna infatti il distacco di molti popoli dalla Chiesa di Roma e la conseguente rottura dell’unità religiosa che aveva dominato il Medioevo. Gli elementi di rottura con il Medioevo si possono sintetizzare nella negazione da parte dei protestanti delle tre istituzioni seguenti:
  • Rifiuto del papato (rifiuto di una chiesa gerarchica)
  • Rifiuto del clero secolare (sostiene l’idea del sacerdozio universale)
  • Rifiuto del monachesimo (le opere dei preti e dei frati, il loro stile di vita eccezionale, offerto come sacrificio alla divinità, rientra in ciò che Lutero chiama opere, piuttosto che nella fede).
  • La Riforma ha delle importanti ripercussioni economiche. Se il segno che Dio ci ha destinati alla salvezza è il successo nella propria professione (come sosteneva Calvino), allora i fedeli del protestantesimo sono inconsciamente portati a fare di tutto per ottenere questo successo. Di qui – secondo alcuni storici – la  genesi del capitalismo, uno dei fattori chiave per capire il mondo moderno  (cfr. la celebre opera del filosofo e sociologo tedesco M. Weber, L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, 1904-5).
  • L’enfasi posta da Lutero sulla fede contribuisce a dare importanza alla dimensione dell’interiorità, della coscienza, della responsabilità del credente, che non deve più semplicemente obbedire a dei precetti che gli impongono certe condotte, ma decidere in prima persona, individualmente. Interiorità, coscienza, responsabilità, individualità sono parole chiave per comprendere il mondo moderno. Si pensi alla definizione kantiana dell’Illuminismo come uscita dell’uomo dallo stato di minorità e conseguente capacità di decidere autonomamente.
  • La Riforma ha delle ripercussioni culturali, in particolare sull’alfabetizzazione: contribuisce a diffondere la pratica costante della lettura (il fedele deve leggere e commentare direttamente la Scrittura).
  • Traducendo le Scritture in tedesco, Lutero innalza a dignità culturale la lingua volgare (e la piega anche ad esprimere concetti prima riservati solo al latino) della Germania, tanto che qualche storico lo definisce il “Dante tedesco”.
  • La Riforma è anche importante perché evidenzia il ruolo della stampa nel mondo moderno: alcuni storici sostengono che il successo di Lutero, che in fondo agitava idee già diffuse precedentemente circa la necessità di una riforma della Chiesa, ebbero particolare successo perché vennero diffuse ampiamente attraverso il mezzo della stampa

 

 

Le cause della Riforma

  • Causa religiosa: decadenza morale della Chiesa (concubinato o nicolaismo e malcostume dei sacerdoti, simonia o vendita delle cariche ecclesiastiche, non residenza dei vescovi nel luogo dell’ufficio, vendita delle indulgenze). Molti ecclesiastici vedono in Lutero l’ultima occasione per riformare la Chiesa (dopo i movimenti pauperistici e gli eretici del ‘300 Wycliffe e Hus.
  • Causa etnica: risveglio del sentimento di nazionalità presso molti popoli, specialmente in Germania, dove non si voleva sottostare alle tassazioni di Roma; rompere con Roma significava affermare la propria identità nazionale
  • Causa economica: grande ricchezza della chiesa di Roma; volontà della piccola nobiltà tedesca, cioè i cavalieri di appropriarsi dei possedimenti ecclesiastici (nei cavalieri qualcuno vedeva la nuova classe dirigente dello Stato tedesco unificato e non più sotto il controllo dei feudatari laici ed ecclesiastici) à rivolta dei cavalieri, repressa da una lega di feudatari
  • Cause politiche: Lutero riscuote il consenso di vari strati della società tedesca:
  • lo appoggiano i principi elettori tedeschi che sono nemici sia del papato che dell’impero cattolico guidato da Carlo V
  • lo appoggiano le frange più povere del proletariato urbano e i contadini che vedevano nella sua esaltazione della libertà interiore una forma di condanna dell’oppressione à rivolta dei contadini (la rivoluzione di Müntzer e la dura repressione a Frankenhausen) lo appoggiavano, per ragioni opposte i borghesi che invece avevano colto nelle sue idee,  più giustamente dei propietari e dei contadini, un invito all’ordine e all’obbedienza, dovuto alla radicale malvagità dell’uomo

 

Gli eventi principali che segnano la vicenda di Lutero e il suo progetto di riforma della Chiesa

  • Il conflitto tra Lutero e la Chiesa esplode in occasione di un bando di indulgenza emanato nel 1517  nell’impero tedesco per la  durata di due anni da papa Leone X. Gli introiti serviranno al pontefice  per la costruzione della nuova basilica di San Pietro a Roma.
  • Il 31 ottobre del 1917 Lutero affigge le 95 tesi sulla porta della cattedrale di Wittemberg contro la vendita delle indulgenze, sollevando un vasto dibattito.
  • Che cosa sosteneva di così innovativo Lutero? Si veda l’esposizione della sua teologia che consiste in un ritorno alla fonti del cristianesimo, ovvero alle Scritture stesse, e ad un rifiuto di tutto l’aspetto rituale ed esteriore della fede. à vd. Teologia di Lutero.
  • Nel giugno del 1920 il papa condanna le dottrine luterane con la bolla Exurge domine, invitando il monaco ad abiurare le sue idee. Ma Lutero brucia la bolla papale e il pontefice lo scomunica (1521).
  • Il principe elettore di Sassonia  Federico il Savio appoggia Lutero e gli consiglia di appellarsi all’imperatore Carlo V, cui spetta di rendere esecutiva la condanna. Lutero accetta il suo consiglio e si reca alla Dieta di Worms, dove viene ascoltato dal sovrano. Qui però rifiuta di ritrattare le sue idee e allora anche l’imperatore lo pone al bando dall’impero.
  • Per sottrarlo alla condanna, Lutero viene fatto rapire da Federico il Savio che lo tiene nascosto per dieci mesi in un suo castello. Qui Lutero trascorre il tempo nello studio e traduce le Scritture in tedesco affinché tutti possano leggerle e commentarle.
  • Nel frattempo le idee di Lutero si diffondono, anche grazie alla stampa, e ne nascono due rivolte:
  • quella della piccola nobiltà tedesca (i cavalieri) che volevano impossessarsi della grande proprietà ecclesiastica;
  • quella dei contadini che coglievano nelle idee di Lutero soprattutto l’aspetto di rivolta verso le autorità e volevano approfittarne per riscattarsi da una situazione di secolare oppressione (Müntzer).

Entrambe le rivolte falliscono: la prima viene repressa dalla grande nobiltà tedesca, la seconda fallisce per incitamento dello stesso Lutero.

  • I gravi disordini provocati dalle rivolte determinano uno scontro tra i sostenitori di Lutero e quelli della Chiesa cattolica in Germania. I principi seguaci di Lutero protestano (da qui il nome di “protestanti”) alla Dieta di Spira (1529) contro il tentativo di vietare il luteranesimo in Germania.  Essi definiscono le proprie posizioni nella Confessione augustana e stringono anche un’alleanza militare, la Lega di Smalcalda (1531). Intanto la Riforma si diffonde in Europa.
  • La Germania è ora dunque divisa tra cattolici e protestanti e il conflitto si trascina per anni, fino a che l’imperatore Carlo V, che pure era riuscito a sconfiggere i principi protestanti nella battaglia di Mulberg (1547), non decide di porre fine alle ostilità con la pace di Augusta (1555), con cui accordava la  libertà di scelta della confessione protestante ai principi tedeschi, mediante il principio del “cuius regio eius religio”.

Questo però non bastava, perché lasciava irrisolto il problema della libertà religiosa dei sudditi. I conflitti religiosi restarono perciò aperti non solo in Germania ma anche negli altri paesi europei in cui si era diffusa la Riforma. Essi si concluderanno solo nel 1648, con la fine della Guerra dei Trent’anni, che metterà fine al periodo delle guerre di religione apertosi con la riforma protestante e durato per circa centotrent’anni (1517-1648; il 1648 è la fine della Guerra dei Trent’anni, ultimo conflitto di religione in Europa).

 

I princìpi fondamentali della teologia luterana

In rapida sintesi, i principi fondamentali della teologia di Lutero sono i seguenti. Poiché si tratta di tematiche rilevanti, che a giusto titolo costituiscono un capitolo importante della storia del pensiero, esse vengono trattate con maggiore attenzione nella sezione finale di approfondimento.

  • Visione pessimistica dell’uomo, schiacciato dal peso della colpa e del peccato originale: i comandamenti servono appunto a capire la propria incapacità di fare il bene.
  • Come l’albero cattivo non può che dare frutti cattivi, l’uomo segnato dal peccato non può che fare il male e dunque non può compiere opere buone per salvarsi.  Ci si può salvare solo credendo in Cristo (sola fide), che porterà salvezza, grazia, pace, giustizia (“e se credi le otterrai e se non credi non le otterrai”).
  • La fede è solo un dono di Dio (si ottiene per Grazia di Dio), il fedele non può fare nulla per ottenerla. Lutero sostiene la teoria del servo arbitrio (contro il libero arbitrio): nessuno è libero di scegliere di fare il bene o il male, è Dio che ha predestinato tutto. à polemica con Melantòne: Dio salva chi vuole / Dio salva chi lo vuole.
  • I sacramenti – che sono il segno della possibilità che ha l’uomo di salvarsi grazie all’aiuto divino – vengono ridotti solo a due (battesimo ed eucarestia), perché sono i soli che testimoniano della nostra fede in Dio; gli altri sono in realtà espressione di un ritualismo esteriore (es. celibato) volto a ottenere mediante un’opera (es. un modo di vita eccezionale, come il celibato) ciò che invece si può ottenere solo mediante la fede.
  • I sacramenti inoltre sono efficaci se chi il amministra ha la fede (in latino si dice che essi agiscono ex opere operantis “in virtù di chi opera” ovvero di chi li amministra) e non come dei riti magici automatici (cosa che in latino si esprime con la formula ex opere operato, “in virtù di ciò che è stato operato”, ovvero per il solo fatto di averli pronunciati come delle formule magiche)
  • La fede è qualcosa che riguarda l’interiorità dell’individuo e la sua coscienza, perciò non vi può essere nessuno che si intrometta tra la coscienza e Dio. Lutero svaluta perciò tutto ciò che si intromette in questo rapporto:
  • non deve esserci intrusione tra dio e il credente da parte della chiesa: fonte delle verità cristiane sono le Scritture (libero esame), non la Chiesa
  • tutti devono leggere e commentare direttamente, senza bisogno di mediatori la parola divina: Sacerdozio universale cadono le gerarchie ecclesiastiche

 

La diffusione della riforma fuori dalla Germania

  • La riforma si diffonde rapidamente in Europa. I suoi maggiori centri sono i seguenti
  • Svizzera: la riforma si diffonde inizialmente a Zurigo, con Zwingli, che sostiene tesi simili a quelle di Lutero; le idee di Zwingli vengono poi riprese da Calvino, un protestante che dalla Francia si era trasferito in Svizzera, a Ginevra, per sfuggire alle persecuzioni religiose. A Calvino si deve una rielaborazione delle idee di Lutero incentrata sul concetto di predestinazione. Questo determina che il fedele  si senta scelto (eletto) da Dio come strumento per realizzare la sua volontà e perciò lo porta ad impegnarsi fortemente per riuscire nella propria vita religiosa e morale e nella propria professione, per glorificare Dio.  Rispetto al luteranesimo, che è una religione dell’interiorità, Calvino sottolinea perciò l’importanza che le idee religiose hanno nell’improntare di sé la vita esteriore, sociale del fedele. Egli accetta così l’idea che si formi una chiesa e le sue idee influiscono sulla creazione di comunità politiche fortemente improntate a questi valori (rigore morale, attivismo, ecc.). Questo accade ad esempio a Ginevra, dove è presente un organismo religioso, il concistoro, composto dai deputati delle singole chiese locali, che si affianca agli altri organismi politici nell’opera di governo. Il modello organizzativo della chiesa calvinista rispetto a quello cattolico è più democratico.  Durante le lotte religiose in Inghilterra, i calvinisti scozzesi (i presbiteriani) opporranno il modello di organizzazione della loro chiesa, democratico, al rigido accentramento della chiesa anglicana (episcopalista, basata cioè sull’autorità dei vescovi e rigidamente gerarchica).
  • In Francia, Inghilterra e Scozia, si diffondo delle confessioni calviniste: Francia (Ugonotti); Inghilterra (puritani); Scozia (presbiteriani). L’emigrazione di alcune di queste sette in America (es. i Puritani), determinerà la diffusione della riforma anche nel nuovo mondo.
  • In Inghilterra si diffonderà anche l’anglicanesimo, una delle forme del protestantesimo più vicine, dal punto di vista teologico, alla religione cattolica. Il dissidio sarà di carattere soprattutto politico: il re Enrico VIII diventerà capo della chiesa inglese, staccandosi da Roma, per una questione di divorzio.
  • Il protestantesimo si diffonde anche nei paesi nordici: Danimarca, Svezia, Norvegia, Scandinavia, Estonia, Lettonia, Finlandia.
  • I protestanti nel mondo sono oggi circa 300 milioni (i cattolici invece sono circa un miliardo) e in Italia vive quella che può essere considerata la Chiesa protestante (ante litteram, essendo nata nel XII sec.) più antica del mondo: la Chiesa valdese.

 

  • Le differenze tra Lutero e Calvino

 

Lutero

Calvino

E’ meno pessimista.
All’inizio, siamo tutti segnati dal peccato, ma la fede in un atto di grazia di Dio può condurci alla salvezza.

E’ più pessimista.
Rispetto a Lutero, Calvino sottolinea maggiormente la tematica della predestinazione: si è già salvi o dannati ab aeterno.  Dio infatti non crea tutti gli uomini nella “medesima condizione, ma ordina gli uni alla vita eterna, gli altri all’eterna condanna”.
Se è più forte la sottolineatura della tematica della predestinazione rispetto a Lutero (fin dall’inizio Dio stabilisce chi è dannato o eletto), è vero anche però che Calvino apre all’uomo una possibilità di conoscere in anticipo la propria sorte: egli infatti può sapere in anticipo se è stato scelto tra gli eletti attraverso la sua riuscita nella professione, nella vita civile, ecc. Per Lutero invece, bisogna solo ardentemente sperare nella grazia, senza possibilità di conoscere il giudizio di Dio verso di noi.
Dal calvinismo nasce perciò una morale attivistica: il calvinista è portato infatti dal suo credo religioso a cogliere - nella vita civile, politica e lavorativa – i segni che esprimono la sua appartenenza alla schiera degli eletti, ad es. il successo nel lavoro.
Tale morale attivistica si esplicita in due direzioni in particolare:

Disprezza le opere

  • Calvino apprezza le opere perché sono sempre compiute da Dio usando l’uomo come suo strumento.

L’uomo si sente infatti predestinato a compiere le opere che glorificano il divino creatore e fa perciò del lavoro un modo per glorificare Dio e la riuscita nel lavoro come un segno della sua benevolenza à etica protestante ed intraprendenza economica.

Il Luterano è un uomo dell’interiorità, che lascia il mondo terreno al governo dell’autorità civile.
Lutero legittimava la totale delega del potere ai prìncipi e alla loro funzione repressiva.

  • l'alta coscienza e responsabilità dell'uomo che si sente eletto, cioè scelto da Dio, deve condurlo a impegnare ogni sua forza nella vita civile e nell'organizzazione religiosa.

Il calvinista desidera perciò cambiare radicalmente il comportamento proprio e degli altri individui:

  • Il calvinismo, a differenza del luteranesimo, si organizzò in Chiesa creando, nella città-stato di Ginevra dove agì Calvino (rifugiatovisi dalla Francia in seguito alla persecuzione delle sue idee religiose), il Concistoro composto dai deputati (gli Anziani) delle singole Chiese locali.

Lo Stato non deve dettare le regole alla Chiesa, ma deve piuttosto riceverle da essa. Il modello della comunità calvinista è perciò tendenzialmente repubblicano e in essa le autorità cittadine collaborano con il concistoro – composto da pastori evangelici e rappresentanti laici della città – nell’opera di controllo della purezza della fede, dei costumi e nella repressione dell’eresia.

  • Calvino ammette il diritto di ribellione contro l’autorità che si allontana dalla legge di Dio.
  • La vita religiosa deve improntare la stessa comunità civile e non restare chiusa nella sfera della coscienza. Per conseguenza, le istituzioni civili devono esser al servizio di una società rigidamente morale e religiosa.

Queste caratteristiche del calvinismo ne faranno una religione molto rigida e adatta a sostenere ribellioni di carattere politico (si pensi ai puritani in Inghilterra).

Rifiuta la Chiesa

Si organizza in una Chiesa: il Concistoro.

 

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La specificità del calvinismo rispetto al luteranesimo

 

                                                                               rivalutazione delle opere
l’eletto è lo strumento di cui Dio si serve per 
Calvino                                                                                    compiere delle buone opere  à impegno del calvinista nel lavoro à successo nella professione = segno di elezione
sottolinea il concetto luterano                                                                                                                                                                                                         
di servo arbitrio, accentuando
l’idea della predestinazione

Questa idea implica un maggior
impegno del fedele (nella
professione, nella morale, nella
vita civile) perché si ritiene eletto da Dio                     rivalutazione dell’impegno civile  e morale                                        creazione di una Chiesa che detti delle regole allo Stato
dper fare il bene e la sua volontà                                       l’eletto deve impegnarsi in ogni modo                                                  (è lecito ribellarsi allo Stato se contraddice ai princìpi religiosi)
nella vita civile e religiosa                                                   

controllo della purezza dei costumi della comunità
(moralismo calvinista) e repressione dell’eresia

I vari rami del protestantesimo

                                                                                                                        protestantesimo

 

Lutero, Germania

                                                                 Zwingli, Svizzera (Zurigo)                                                             Anglicanesimo, in Inghilterra (la più vicina, tra le confessioni
protestanti, a quella cattolica)

 

 

 Calvino, perseguitato in Francia, emigra in Svizzera,
(Ginevra), dove riprende le idee di Zwingli                                                   

 

                                                              
                                                                                                                     Ugonotti, in Francia (si organizzarono in un forte apparato amministrativo e militare che li rese un corpo
autonomo nello Stato francese, col quale entrarono in guerra)
in Europa esistono
numerose varianti                                                                                  Presbiteriani, in Scozia (importanza data ai  “presbiteri”, gli anziani)
del calvinismo                                               
                                                  
                                                                                                                    Puritani (= calvinisti puri), in Inghilterra; sorti all’interno dell’anglicanesimo,
con lo scopo di inserirvi  tematiche del calvinismo. Emigrati in America, vi diffusero il loro credo.

                                                                                                                    Pietisti, sorti in Germani nel ‘600, sotto l’influenza dei Puritani; sottolineano il rigore morale
e l’importanza del fervore religioso (il filosofo Kant ebbe un’educazione religiosa pietistica che influì sul suo 
pensiero)


Approfondimento. La teologia di Lutero

 

a. L’interpretazione cattolica della tematica cristiana della salvezza dal peccato

Prima di esporre la dottrina teologica di Lutero occorre presentare quella cattolica, alla quale il monaco tedesco muove delle accuse.

Sintesi

  • Il peccato originale segna la condizione umana (non siamo cattivi perché facciamo il male, ma facciamo il male perché siamo cattivi)
  • Il sacrificio di Cristo serve a purificare tale peccato: risorto dopo la morte e tornato nel regno dei cieli, Cristo lascia sulla terra un’istituzione, che servirà a riscattare gli uomini che ne faranno parte: la Chiesa
  • I sacramenti sono il patto con cui gli uomini entrano a far parte della Chiesa. Vivendo o no secondo i sacramenti, ci si prepara a entrare nell’esistenza definitiva nell’aldilà: nel paradiso o nell’inferno. Vi sono due giudizi che aspettano il cristiano: uno subito dopo la morte e uno nel momento del Giudizio universale, da parte di Dio stesso.
  • I peccati commessi dal cristiano possono essere assolti mediante la confessione e la penitenza. Quest’ultima comporta le indulgenze, che saranno il tema su cui Lutero entrerà in conflitto con la Chiesa cattolica.


La dottrina della salvezza nella teologia cattolica

 Peccato originale                            ci si salva                                                      i sacramenti sono
grazie al  sacrificio di Cristo e                  gli strumenti mediante i quali l’uomo
all’istituzione della Chiesa                        si allea con Dio ed entra a far parte della
che assicura salvezza a                             Chiesa per ricevere la salvezza, vivendo da
chi ne farà parte                                        buon cristiano

 

La dottrina della salvezza nella teologia luterana

Peccato originale                              ci si salva per un atto di                           all’uomo non resta che sperare ardentemente
grazia divino                                               di essere salvato, cioè avere fede nella grazia divina.
L’uomo non può fare nulla per ottenere questo atto di grazia.
La fede ardente è più importante delle opere (pecca fortiter sed crede fortius).                                                            

  • Il peccato originale. Il punto di partenza della dottrina della salvezza è la constatazione che vi è una colpa connaturata all’essere umano che trova la sua espressione nella dottrina del peccato originale, dove originale sta appunto per “connaturato”, ovvero non si può essere immuni da tale colpa, che è strutturale alla condizione dell’uomo.

La colpa è infatti dovuta ad un peccato di disobbedienza commesso dai progenitori dell’uomo, che l’hanno trasmessa ai propri discendenti. Nel Paradiso terrestre (Giardino dell’Eden) Adamo ed Eva disobbedirono al loro creatore mangiando il frutto dell’albero del bene e del male. Essi vennero perciò cacciati dall’Eden e la loro progenie venne segnata dal peccato commesso, fino a quando Dio, che è un Dio d’amore (Carità), non decise di offrire agli uomini un aiuto o dono gratuito (la Grazia) per salvarli dal peccato originale. Egli inviò perciò sulla terra il suo stesso figlio (Gesù Cristo), partorito da una donna nata priva del peccato originale (secondo il dogma dell’Immacolata Concezione, che venne proclamato nel 1854 dopo un millenario processo di maturazione in seno alla Chiesa cattolica), ovvero la Madonna, per purificare con il suo sacrificio l'umanità.

  • Il sacrificio di Cristo per purificare tale peccato. La domenica di Pasqua è il momento in cui tale sacrificio si compì. I cattolici ripercorrono i sette giorni che precedono tale domenica (la Settimana santa) nelle loro celebrazioni liturgiche, rievocando la passione di Cristo.

Cristo ha ormai raggiunto i 33 anni e sta percorrendo la Palestina, per predicare il proprio messaggio, ormai da tre anni. La domenica arriva a Gerusalemme, capitale della provincia romana, accolto dal popolo in festa (Domenica delle Palme). Ma sa già che è alla fine: il giovedì celebra l’ultima cena (Messa) con i 12 apostoli, e mentre dà loro da mangiare il suo corpo e da bere il suo sangue (Transustanziazione e Comunione), annuncia il tradimento da parte dell’apostolo Giuda, che si compie quella stessa notte nel giardino del Getsemani, dove Cristo viene arrestato dai soldati romani. Si arriva così al venerdì (Venerdì Santo) durante il quale Cristo viene torturato, processato,  sottoposto al giudizio del popolo e condannato ad essere crocifisso sul colle del Golgota. Alle 15 (Ora nona) morirà, tutta la terra tremerà dall’orrore per l’uccisione del figlio di Dio, che però la domenica risorgerà (Pasqua di resurrezione).

  • Gli uomini possono salvarsi dal peccato vivendo secondo i dettami di Cristo e della Chiesa:  i sacramenti. Una volta risorto, il figlio di Dio ritornerà là da dove era venuto lasciando sulla terra non solo il suo lieto messaggio di salvezza (Vangelo, dal greco: “la buona novella”), ma anche un’istituzione, la Chiesa, al cui comando pone il primo degli apostoli, Pietro.In questo quadro assumono grande importanza i sacramenti istituiti da Cristo, che sono gli strumenti mediante i quali l’uomo si allea con Dio per riceverne il perdono.

Tutti gli uomini venuti prima di Cristo o che non abbiano potuto beneficiare dei sacramenti non possono invece accedere alla salvezza (Dante li colloca nel limbo, che recentemente è stato abolito dalla Chiesa cattolica). 

  • Ma cosa sono esattamente i sacramenti? Il termine sacramento (che deriva dal latino sacramentum e proviene dal linguaggio militare,  significando letteralmente “il giuramento di servizio e di fedeltà del soldato”) indica ciò che suggella l’alleanza fra Dio e l’uomo, alleanza mediante la quale l’uomo può ottenere la salvezza. I sacramenti vengono detti anche “canali della Grazia” perché sono gli strumenti attraverso i quali Dio offre all’uomo la possibilità di salvarsi dal peccato originale e di diventare partecipe del suo Regno. I sacramenti predispongono a ricevere il perdono di Dio e aiutano ad affrontare tutte le situazioni che nella vita ci portano a peccare.

Per lungo tempo il numero dei sacramenti restò incerto finché la Chiesa cattolica non lo fissò in sette:

  • Battesimo
  • Comunione o Eucarestia
  • Cresima (o Confermazione )
  • Sacerdozio
  • Matrimonio
  • Penitenza (o Riconciliazione , dopo il pentimento e la confessione)
  • Estrema unzione
  • L’ingresso nella vita eterna.Se dunque l’uomo si è alleato con Dio mediante i sacramenti per sconfiggere il peccato, egli può sperare nella salvezza, che  trova realizzazione in una buona morte, momento d’ingresso dell’uomo nella sua forma definitiva di esistenza (l’aldilà). La morte può essere infatti di due tipi: l'una, benedetta, che porta alla vita eterna, e l'altra, maledetta, che sbocca nell'inferno . Nel primo caso, si rinasce a nuova vita, allo stesso modo in cui Cristo è risuscitato (da qui l’usanza di chiamare il giorno della morte dies natalis, giorno della nascita). Nel momento della morte il cristiano subisce dunque un primo grado di giudizio  (giudizio particolare) in base al modo in cui è vissuto ed ha posto rimedio ai peccati commessi. Tale giudizio tuttavia non è definitivo perché ve ne sarà uno ulteriore alla fine del mondo (giudizio universale), quando cioè la storia e il mondo terreno avranno fine e Dio farà piena giustizia su tutto e tutti.

 

  • La dottrina delle indulgenze. Nel XIV secolo venne formulata dalla Chiesa cattolica la dottrina delle indulgenze, che altro non sono che il condono delle pene temporali (digiuni, penitenze, ecc.)  inflitte dalla Chiesa per il perdono dei peccati confessati.

Per comprendere perché vengono inflitte tali penitenze, bisogna sapere che esistono due conseguenze al peccato, la prima consiste nel distacco da Dio ed è la pena eterna (vale a dire l’inferno). Questa è cancellata durante la confessione, quando il peccatore è rimesso allo stato di grazia e alla comunione con Dio. Tuttavia ogni peccato necessita una purificazione che si ottiene con una pena temporale, alla quale il peccatore può essere obbligato nonostante il perdono successivo alla confessione.  Ciò va fatto per lo stesso motivo per cui se si offende qualcuno e ci si vuole riconciliare con lui occorre non solo pentirsi, ma anche dargli una qualche soddisfazione, bisogna cioè umiliarsi e sottoporsi a qualche pena.
Va precisato, inoltre, che l’essere riammesso alla comunione con Dio mediante la confessione non garantisce al peccatore il perdono divino perché il pentimento può essere stato imperfetto e solo Dio può giudicarlo .

 

 

                                                          pena eterna (= inferno), che si cancella con il pentimento e la confessione.
Il pentimento però può essere imperfetto perciò la cancellazione definitiva del peccato spetta solo a Dio
Peccato                ha 
o                           due conseguenze
colpa                                                                                                                                                                            

pena temporale , una sorta di soddisfazione data a chi è stato                     parziale
                                                                      offeso. La pena temporale consiste in una penitenza                    
                                                                      (sulla terra o nel Purgatorio) e si può estinguere con l’indulgenza

plenaria (anno giubilare)

La dottrina delle indulgenze si fonda sulla convinzione che i Santi – con la loro vita eccezionale in quanto ad azioni esemplari, fede e carità cristiana – abbiano accumulato “un tesoro di meriti” in eccedenza, ovvero abbiano fatto opere di bene in una quantità superiore al dovuto. La Chiesa perciò può utilizzare i meriti che derivano da questa sovrabbondanza di azioni lodevoli per condonare le pene che restano da scontare a tutti gli altri fedeli i quali ne abbiano bisogno per farsi perdonare i peccati confessati.
Tale dottrina aveva finito per produrre credenze abusive che però erano tollerate dalla Chiesa:

  • l’indulgenza cancellava non solo la penitenza assegnata dalla Chiesa (pena temporale), ma anche la colpa, ovvero il peccato, di cui doveva essere giudice solo Dio (in altri termini, secondo l’interpretazione corretta, quando ci si confessa, l’assoluzione ottenuta dal sacerdote non è definitiva perché il giudizio definitivo spetta comunque solo a Dio, perché il pentimento può essere stato imperfetto);
  • l’indulgenza si estendeva non solo alle pene comminate dalla Chiesa ma anche a quelle del Purgatorio (che potevano essere inflitte sia dalla Chiesa che da Dio).
  • l’indulgenza non riguardava solo le colpe proprie, ma anche quelle dei parenti defunti.
  • ma l’aspetto più discutibile delle indulgenze stava nel fatto che esse diventarono un vero e proprio oggetto di commercio. Con del denaro si poteva infatti comprare una “lettera di indulgenza” mediante la quale si poteva ottenere il perdono dai peccati.

Ciò non mancò di suscitare aspre critiche, come emerge da una delle 95 tesi (la n. 27) che vennero affisse il 31 ottobre del 1917 sulla porta della cattedrale di Wittenberg da Martin Lutero, dando avvio alla Riforma protestante.  La tesi, un enunciato che secondo l’uso del tempo doveva servire da spunto per una discussione teologica (in questo caso volta a chiarire l’efficacia delle indulgenze), suonava così: “Predicano l'uomo quei che dicono che "appena il soldino della cassetta risuona, un'anima se ne vola via" (dal Purgatorio). Il riferimento pare sia al predicatore Tetzel che, per conto di un signore tedesco, vendeva indulgenze usando questa frase nei suoi sermoni.

 

b. Le critiche di Lutero all’interpretazione cattolica della vicenda della salvezza

Sintesi

  • Il peccato originale segna irrimediabilmente la condizione umana (non siamo cattivi perché facciamo il male, ma facciamo il male perché siamo cattivi)
  • L’uomo perciò non può fare opere buone che lo riscattino: l’albero corrotto produce frutti conformi alla propria natura.
  • Ci si riscatta dal peccato solo con un intervento gratuito di Dio, che ci dà la salvezza
  • Non possiamo fare nulla per incidere sulla volontà divina di salvarci, sono infatti misteriose le ragioni per cui Dio sceglie di farlo: non ci resta che aver fede ardentemente nella sua benevolenza (ci si salva sola fide)
  • Da queste idee Lutero ricava una revisione della teologia cattolica:
  • Le opere sono il frutto, non la causa della salvezza, che si ottiene sola fide
  • Se ci si salva sola fide, null’altro (riti, penitenze, santi, intermediari, ecc.) può servire a salvarci.
  • La salvezza dipende dalla fede, cioè dal rapporto diretto che il fedele ha con Dio: ciascuno è sacerdote (sacerdozio universale); ciascuno, toccato dalla grazia, deve leggere autonomamente le Scritture, ascoltando direttamente la voce di Dio.

 

  • Anzitutto, vi è in Lutero una forte sottolineatura del senso del peccato che contraddistingue la natura dell’uomo. Anche a livello biografico, abbiamo testimonianze che egli era ossessionato dal senso del peccato.
  • La natura umana è dunque segnata irrimediabilmente dal peccato; l’uomo non può non peccare, pecca necessariamente.
  • Proprio perché tale, la natura umana non è in grado da sola di risollevarsi da questa situazione. Irrimediabilmente corrotto dal peccato originale (così come sostenevano S. Paolo e S. Agostino), l’uomo è diventato infatti incapace di fare il bene: l’albero corrotto produce frutti conformi alla propria natura.
  • E’ perciò falso – secondo Lutero – sostenere che le opere buone possano riscattare l’uomo: il peccatore non è in grado di compierle e perciò egli può solo affidarsi a Dio ed alla sua misericordia. All’uomo non resta che avere fede ardentemente in Dio e sperare nel suo aiuto. La fede per Lutero è tutto, per questo egli dice che vale di più un peccatore che non compie buone opere, ma che è acceso da un grande fervore religioso, rispetto ad una persona che si comporta rettamente ma che ha una fede tiepida: pecca fortiter, sed crede fortius, “pecca fortemente, ma credi ancor di più”.
  • L’aiuto divino, essendo l’uomo peccatore e immeritevole, viene elargito con un atto gratuito da Dio (Grazia). L’uomo non può fare nulla per meritare tale aiuto perché è costitutivamente cattivo. L’unica cosa che può fare è sperare ardentemente e avere fede in Dio e nel suo intervento salvifico. E’ solo la fede nell’intervento divino (sola fide) che salva l’uomo, non le opere.
  • Lutero sostiene infatti che solo dopo aver ricevuto la Grazia, l’uomo può compiere le opere buone. Queste dunque non sono causa ma effetto della Grazia.
  • Se l’uomo non può fare nulla per meritare l’intervento divino, occorre ammettere che tale intervento è completamente affidato alla decisione di Dio: Lutero perciò esclude un ruolo attivo dell’uomo nella salvezza e sostiene che “Dio salva CHI VUOLE”. Melantone, altro padre della Riforma, in opposizione a Lutero sosterrà però che sta comunque all’uomo l’accettare l’intervento di Dio (rispondere alla sua chiamata) e perciò dirà: “Dio salva CHI LO VUOLE”.
  • Se l’uomo non può che fare il male, a che servono allora i comandamenti, visto che essi prescrivono dei comportamenti atti a produrre il bene? Essi non servono a far diventare l’uomo più buono perché l’uomo non può diventarlo con le sue sole forze. Servono solo a ricordargli che è un peccatore.
  • Nel quadro delle sue nuove concezioni, Lutero rivede anche la dottrina dei sacramenti.
  • Egli sostiene anzitutto che i sacramenti non sono efficaci di per sé e ritualisticamente, ma sono efficaci solo se chi li amministra e chi li riceve ha la fede (ex opere operantis); da qui il rigetto del battesimo ai neonati (che a causa della loro incoscienza non possono avere la fede) da parte di alcuni esponenti delle Chiese protestanti, anche se Lutero continuava a ritenerlo valido (probabilmente a causa del suo esclusivo carattere simbolico, vd. sotto).
  • Tutto ciò comporta che vanno accolti solo quei sacramenti che testimoniano della nostra fede in Dio e vanno rigettati come superstizione quelli che invece ci fanno credere di compiere un’opera buona. Questi ultimi non sono presenti nelle Scritture e sono frutto delle distorsioni introdotte dall’autorità ecclesiastica. I sacramenti vengono così ridotti a due: il battesimo e l’eucarestia. E vanno intesi in maniera differente rispetto alla dottrina cattolica: il battesimo non ha la funzione di lavare il peccato ma è il rito che simbolicamente allude alla morte ed alla resurrezione spirituale del fedele; l’eucarestia e la messa non sono un sacrificio, un’offerta a Dio che mira a ottenere qualcosa, ma sono semplicemente l’espressione della fede nella promessa di salvezza offerta da Dio.
  • Ritualistici e insignificanti sono l’estrema unzione e la cresima, mentre il matrimonio è una cerimonia che riguarda più la vita civile che la fede. La fede è qualcosa di interiore e di individuale. Per questo Lutero respinge anche ogni forma di vita eccezionale (la santità, il celibato, la vita monastica) perché vi vede un mezzo esteriore per estorcere la grazia divina. Le opere dei frati e dei preti non differiscono in niente “dalle fatiche del contadino o della donna che attende alle faccende di casa”. Il celibato va abolito, l’uomo deve sposarsi secondo la propria natura. Il vero compito dell’individuo non è quello di vivere in maniera eccezionale per accattivarsi la grazia divina, ma quello di adempiere onestamente e laboriosamente il proprio ufficio, restare al meglio nel posto che Dio gli ha assegnato.
  • Il sacerdozio va abolito perché il rapporto con Dio è diretto e non ha bisogno di mediatori. Lutero distingue tra STATUS e FUNZIONE SACERDOTALE. Nelle comunità protestanti tutti possiedono lo status sacerdotale, perchè sacerdoti sono tutti coloro cui Dio ha dato la fede con la grazia, ovvero gli eletti. Non vi è perciò una chiesa che comprenda solo alcuni, ma tutti sono sacerdoti (sacerdozio universale). E coloro che nelle comunità protestanti assumono la funzione sacerdotale, i pastori, sono semplicemente delle guide elette (?) dalla comunità per organizzare l’attività religiosa. La Chiesa protestante non è rigidamente gerarchica come quella cattolica, ma più democratica.
  • Da queste posizioni, consegue inoltre che tutti i fedeli, in quanto toccati dalla grazia, sono in grado di leggere autonomamente le Scritture, senza bisogno di mediatori come sacerdoti, padri della Chiesa, papa, ecc. (in base alle riflessioni dei quali si era definita l’interpretazione corretta delle Scritture, attraverso la proclamazione di dogmi, ecc.): è il concetto di LIBERO ESAME delle Scritture introdotto dal protestantesimo.
  • Ne deriva inoltre che tutti i fedeli possono diventare santi – Lutero ne ripudia il culto – perché ciascuno può santificarsi nella propria vita e nella propria professione.
  • Ripudio culto dei Santi (rifiuto di mediatori) e del Purgatorio (in quanto non ve ne è traccia nelle Scritture).
  • Esaltazione della vita attiva.

 

 

 

 


La teologia di Lutero e le sue innovazioni

 

«Il giusto vivrà per la fede »
(S. Paolo, Epistola ai Galati, 3:11)
Ci si salva solo con la fede, a nulla servono le opere,
che sono piuttosto una conseguenza che una causa della salvezza.
La fede si ottiene solo per grazia divina, con un dono gratuito di Dio;
non dipende dalla volontà del fedele avere o no la fede: è la dottrina del servo arbitrio, “Dio salva chi vuole".

 

Per Lutero, la religione consiste in
un rapporto diretto tra il fedele e dio che avviene nell'interiorità della propria anima o coscienza
e non può essere mediato da istituzioni esterne come la chiesa

 

 

Rifiuto della Chiesa, delle sue gerarchie                                                 rifiuto di ogni rituale che abbia                                       carattere rigoroso della
e della sua opera di mediazione col divino                                            efficacia automatica, senza relazione                             religione protestante: si
con un convincimento interiore,                                    insiste sulla responsabilità
con la coscienza                                                                del fedele

 

sacerdozio universale           libero esame (lettura diretta)
delle Scritture

                                                                          riduzione dei sacramenti                                 rifiuto delle indulgenze                   rifiuto dell’efficacia                    modernità di Lutero: l’accento
ai soli che compaiono nelle Scritture                                                                                    automatica dei sacramenti       posto sull’interiorità e la coscienza
(ex opere operato)                     individuale, sulla soggettività

 


 

 

 

 

 

E’ il rito che rievoca la cena in cui Gesù dà da mangiare il proprio corpo e da bere il proprio sangue. Il significato di questo atto è di creare una comunità di fedeli che si identificano con il Cristo. Gesù infatti durante la cena ricorda ai fedeli che “chi si ciba della mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”. Nel rito della Messa, che rievoca questo episodio, i cattolici credono che l’ostia e il vino diventino realmente il corpo e il sangue di Cristo (dottrina della transustanziazione), cambiando la loro sostanza (intesa in senso aristotelico, cioè come la loro essenza più profonda), anche se esteriormente, ovvero negli accidenti (sempre in senso aristotelico), rimangono uguali. E’ questa una dottrina messa a punto dal Concilio di Trento facendo riferimento alle teorie aristoteliche.

Nel senso che “conferma” la grazia del battesimo.

E’ il servizio di mediazione tra Dio e gli uomini, sul modello di Cristo, il cui “sacerdozio perenne” è stato consacrato dal suo sacrificio sulla croce.

Mediante questo sacramento i peccati vengono perdonati, se il peccatore si pente e li confessa. La riconciliazione avviene mediante la somministrazione di pene (digiuni, preghiere) o l’effettuazione di opere benefiche (la pratica della carità, ecc.).

Come è stato ormai assodato dagli studi storici, la credenza nell’esistenza di un regno intermedio, il Purgatorio, di cui non si ha una chiara presenza nelle Scritture, è stata introdotta nel basso medioevo, nel 1100 circa. Si veda lo studio di Le Goff, La nascita del Purgatorio (Torino, Einaudi, 1982), che ricollega la nascita di questo regno intermedio alle nuove strutture sociali e politiche del feudalesimo, e alle conquiste economiche, agricole e mercantili del secolo. Una nuova visione del mondo – in cui hanno spazio i commerci, gli affari, il prestito a usura (che la Chiesa vietava) –,  richiede che il peccato non decida drasticamente il destino dell'anima umana e che possa darsi una possibilità di redenzione, offerta appunto dal Purgatorio.

Tutto ciò è molto ben sintetizzato nelle seguenti parole di Albino Luciani, poi Giovanni Paolo I: "Se io offendo uno e poi voglio riconciliarmi con lui, gli devo dare una soddisfazione. Ciò comporta un mio abbassamento e una qualche mia pena. Succede così tra noi uomini, succede così anche con Dio e noi cattolici temiamo che, rimesso il peccato, Dio non rimetta tutta la pena dovuta, nel caso il pentimento del peccatore sia stato imperfetto." (Albino Luciani, Ritiro predicato alle Superiore religiose del Patriarcato di Venezia, maggio 1973).

La confessione non basta però a cancellare del tutto la pena eterna, perché il pentimento può essere imperfetto. Ecco perché il giudizio definitivo sul peccato commesso e sul pentimento spetta a Dio.

Una sorta di abbassamento o umiliazione che si deve a chi è stato offeso per riconciliarsi con lui.

L’indulgenza può essere parziale (se cancella parte della penitenza) o plenaria (se la cancella tutta). L’indulgenza plenaria viene concessa nell’anno giubilare o anche in altre poche occasioni.

 

Fonte: http://digidownload.libero.it/davide.cantoni/Filosofia%20e%20storia/Storia%20ANTICA%20E%20MEDIEVALE%20(2).zip

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