Storia argomenti per discussioni

 

 

 

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Storia argomenti per discussioni

 

VOCABOLARIO DEL 1900     PRIMA PARTE

 

UNA PICCOLA GUIDA PER ORIENTARSI NELLA COMPLESSITA’ DEL SECOLO;
SENZA LA PREOCCUPAZIONE DI CREARE UN DISEGNO ORGANICO,
ATTRAVERSO LE PAROLE E’ POSSIBILE METTERE A FUOCO GLI ELEMENTI CULTURALI, POLITICI ECONOMICI PIU’ RILEVANTI DEL 9OO.

 

  • Colonialismo

  • Nazionalismo  Razzismo

  • Totalitarismo

  • Guerra Totale

  • Società di massa

  •  Partito di massa

  •  Rivoluzione

  • Crollo della borsa 1929

  •  La scoperta dell’inconscio

 

      10) Il nichilismo

 

BIBLIOGRAFIA

E .Lederer Lo stato delle masse….a cura di M. Salvati  B.Mondatori Milano 2004
B Geremek Masse  Enciclopedia Einaudi Vol 8° Einaudi Torino
F.Neuman Nascita e sviluppo dei partiti politici in Sociologia dei partiti politici Mulino Bologna 2004
E.J.Leed Terra di nessuno ……nella prima guerra mondiale   Mulino Bologna 2004
Fussel La grande guerra e la memoria moderna Mulino Bologna 2000
Gribaudi   Guerra totale…1940-44     Bollati Boringhieri  Torino 2005
B.Liddell Hart Storia militare della Seconda Guerra Mondiale Mondatori Milano 1979
D.J Goldangen I volonterosi carnefici di Hitler…Mondatori Milano 1997
C.R.Browing Il genocidio      Saggiatore Milano 1998
G.Rochat Le guerre italiane1935-43   Einaudi Torino
E.Galli Della Loggia La morte della patria    Laterza 1996
P.Kennedy Ascesa e declino delle grandi potenze  Garzanti Milano1989

R.F.betts Le premesse della decolonizzazione Mulino Bologna 2003
G.Calchi Novati   La storia ritrovata Dalle prime forme politiche alle indipendenze nazionali        Carocci Roma 2006

S.P. Huntington Lo scontro delle civiltà     Garzanti Milano1997
A.Sen Identità e violenza Laterza 2006
R,Dahrendorf Perché l’Europa. Riflessioni di un Europeo scettico Laterza 1997


Corso N. 36   Vocabolario del Novecento

 

Bergamo        10 Dicembre- 25 febbraio 2010


Prima Conversazione : Colonialismo

 

Considerazioni sul termine

Il fenomeno delle colonizzazione  è una costante della storia, anche se con caratteristiche diverse,al punto che  se si parla di “ Prima- Seconda colonizzazione” ci si riferisce al mondo greco… “Colonialismo” al 1500, “Imperialismo” al fenomeno di fine 800.
Il termine “Imperialismo”nasce in riferimento alla politica estera inglese, che durante il lungo regno della regina Vittoria , allargò il suo territorio.
In seguito lo storico Arrighi individuò due accezioni : la tendenza a costruire Imperi da parte di stati-nazione resuscitando l’antica idea di impero in cui c’era uno stato gerarchicamente al di sopra degli altri , garante della pace universale (Impero francese,Impero tedesco).
La seconda accezione, la più diffusa :la tendenza di espansione degli stati verso aree extracontinentali.Con questa accezione facciamo riferimento alla politica estera di fine 800 che porta gli stati europei a controllare buona parte di Asia e Africa.

Perché questo termine in un “vocabolario del novecento”?

  • Perché è un fenomeno di ampia portata anche se di breve durata.
  • Perché è una espressione evidente del nuovo clima internazionale:la fine della politica dell’equilibrio e l’avvio di una Real Politik che secondo alcuni storici prepara alla Prima guerra Mondiale.
  • Perché ebbe un significativo risvolto sull’opinione pubblica in quanto la stampa e la cultura in generale furono coinvolte in campagne molto intense contro e a favore del fenomeno.

 

Cosa comporta?

  • La conquista politica di territori che in Africa non avevano tradizioni istituzionali , la nascita “a tavolino” di nuovi stati che dovevano essere civilizzati, anche se il personale europeo che si trasferiva era un’elitè che non aveva neppure le condizioni o la volontà di qualche trasformazione.
  • L’organizzazione che viene data:

      territorio proprietà privata della corona,
territorio annesso per cui il paese perde la sovranità nazionale e internazionale
protettorato:si riconosce alla colonia la sovranità internazionale, ma si pone sotto tutela il        
governo locale.

 

Come viene sfruttato?

  • Economia di tratta (termine che si riserva per il commercio di schiavi, merce di scarso valore) lascia invariata la struttura socioeconomica , ma si richiede una produzione supplementare per nulla/poco retribuita.(Africa occ. Congo Belga Uganda)
  • Economia capitalistica : dove la comunità europea è più grossa, espropria i terreni, riduce in riserve i locali, che spesso lavoravo per le fattorie  dei coloni (Africa del Nord).

 

Quali motivazioni?

  • Interessi economici a causa delle difficoltà del capitalismo industriale attorno al1870
  • Interessi strategici e politica di potenza
  • Difficoltà di gestire questioni sociali e costruire una coesione contro un nemico esterno

 

Quali gli esiti?

 

  • La conquista fu rapida, in parte indolore per gli europei.
  • La durata di questi Imperi fu breve rispetto ai tempi della storia
  • Fu profondamente distruttiva per le civiltà locali.
  • Fu causa di profonde tensioni e di gravi instabilità

Seconda Conversazione : Nazionalismo Razzismo

Considerazioni sui termini
Sono due termini derivati da nazione e razza, con questa sostanziale differenza:i termini in sé hanno nel senso comune una accezione positiva, mentre i loro derivati un’accezione negativa.
Di fatto nel momento in cui si costituisce la nazione , nasce il nazionalismo, così per la razza.
Genericamente atteggiamenti che possiamo definire nazionalistici e razzisti si potrebbero individuare anche prima del 1900 anche se tutti i caratteri dei fenomeni sono tipici del 1900.
La politica aggressiva degli stati:le città greche, l’impero romano,l’espansionismo del Re Sole possono essere citati come esempi  di nazionalismo,con però una grande differenza:in questi casi non c’è mobilitazione popolare,non c’è promozione comunicativa, non c’è sforzo di giustificazione.
Così pure l’atteggiamento antisemita presente costantemente nella storia è una forma di razzismo anche se dietro ad esso non c’è il concetto di razza.

 

La nascita di nazionalismo e razzismo

 Entrambe queste categorie sono legate  al concetto di nazione.
La parola nazione fa riferimento alla nascita , ad un ambito territoriale carico di significati culturali:lingua,tradizioni ,costumi, religione, ma anche sangue,specie,fisicità.
La letteratura e la filosofia elaborano il concetto, la politica lo utilizza accentuando elementi popolari con i quali spesso demagogicamente strumentalizzare le masse. Dall’800 si rivendica la Nazione che sancisce diritti, ma nel momento in cui questo fenomeno si realizza su vasta scala,si teorizza la necessità di difendere la nazione dai nemici interni ed esterni.
I nemici interni sono i partiti che mettono in primo piano la dimensione internazionale, il valore dell’individuo contro la collettività, i nemici esterni sono le altre nazioni che vengono viste come minaccie potenziali alla propria identità.
Nazione diventa così sinonimo di guerra , antidemocrazia, antiparlamentarismo, antipartitismo.

Il razzismo è legato al momento della definizione di razza ,tipica della seconda metà dell’800 in piena epoca scientista,quando l’ampliamento delle relazioni mondiali e i vari   successi scientifici portarono alla definizione di razza:  un gruppo distinguibile in base a certe caratteristiche morfologiche( biologiche o culturali a seconda del contesto).
Il numero delle razze varia a seconda dei fattori . Si aprì un dibattito .
Chi sosteneva la creazione di razze separate o di un solo gruppo con piccole differenze, chi invece sosteneva l’evoluzione dell’uomo da altre specie viventi.
Il sottolineare le differenze in un determinato periodo storico portò ad affermare la superiorità di un razza sopra l’altra, elemento di carattere pseudo-scientifico e a giustificare in nome questa superiorità, il diritto di costruire uno stato nazione fondato su elementi biologici.
Il termine razzismo è dunque legato alla definizione di razza,e giustifica la politica di aggressione e sterminio.

 

Il presente

Con la caduta delle ideologie, dei partiti tradizionali,in molti paesi si sta mettendo in discussione il concetto di nazione,però la tendenza comune spesso anche politica non si propone una riflessione sul ruolo della nazione in un contesto globale,ma coltiva sogni localistici, che non hanno né storia né possibilità di crescita nei contesti economici e culturali odierni.

 

Corso N.36    La storia attraverso le parole
Bergamo        10 Dicembre- 25 febbraio 2010

Terza Conversazione : Totalitarismo

 

Origine del termine

Il termine circola in Italia negli anni ’20: nel ‘23 lo usa De Bono e lo riprende Mussolini in un discorso del 1925; lo troviamo nella lingua tedesca ad opera del  giurista ufficiale Schimt in entrambe le situazioni il termine faceva riferimento ad un nuovo tipo di stato  con una omogenea identità,con una mobilitazione generale.
Il termine poi è passato alla storiografia, con molti dibattiti, per indicare i modelli di stato del primo Novecento:fascismo,nazismo, stalinismo.
Dal punto di vista giuridico totalitarismo definisce quel regime politico che si propone di occupare  in maniera stabile le istituzioni non solo attraverso la repressione, ma anche attraverso la mobilitazione, imponendo una ideologia grazie al monopolio dei mezzi di comunicazione e del sistema formativo.

 

Come nasce uno stato totalitario?

La storia ci mostra momenti diversi:in Italia il biennio rosso-nero; in Germania:la crisi del 1929; in Russia la guerra. Sono situazioni apparentemente incomparabili, dietro alle quali però si trova una condizione comune :la costituzione dello stato- nazione con grosse fratture fra governanti e governati che nessun partito è riuscito a colmare. Una classe dirigente che ha avuto paura della democrazia per cui non è riuscita a costruirla o difenderla.

 

Quali le differenze fra nazismo ,fascismo, stalinismo?

Si possono prendere in considerazione elementi chiave:
a)i tempi di attuazione b)la capacità di controllo delle istituzioni c)il rapporto stato partito
d)le ideologie. A proposito delle ideologie si deve sottolineare che tutte sottendono.
a)l’idea di una società nuova b)il terrore come ragion di stato c)la guerra e la mobilitazione della società.

 

Quali differenze fra totalitarismo e regimi autoritari?

I regimi autoritari non hanno una componente ideologica forte, guardano al passato,rimangono più neutrali di fronte ai conflitti.

 

Quale aspetto dei totalitarismi ha maggiormente fatto discutere?

Il dibattito è stato durissimo relativamente al “consenso” di cui questi regimi si sono particolarmente preoccupati e per il quale hanno mostrato un’attenzione che gli stati democratici  non hanno avuto.La questione è stata al centro anche di riflessioni filosofiche e sociologiche perché i totalitarismi non sono caduti per volontà popolare,ma per situazioni internazionali o per loro interno irrigidimento.

 

I totalitarismi hanno bloccato lo sviluppo economico?

 

Fondamentalmente hanno rafforzato il modello capitalistico e favorito il capitalismo meno innovativo. Particolare la situazione della URSS che ha creato il modello comunista (abolizione della proprietà privata e del mercato) con una organizzazione del lavoro simile al capitalismo,ma improduttiva.

 

C’è ancora pericolo oggi per una svolta totalitaria?

Lascio la riflessione a voi  sulla base delle considerazioni fatte in precedenza.

 

Corso N.36    La storia attraverso le parole
Bergamo        10 Dicembre- 25 febbraio 2010
Quarta Conversazione : Le guerre totali

Il termine
L’espressione guerra mondiale è stata ultimamente sostituita da quella di guerra totale in quanto quest’ultima distoglie l’attenzione dal carattere prettamente geografico delle estensioni del conflitto, per sottolineare aspetti più complessi.
Certamente i conflitti 1914-18 e 1939-45 hanno caratteristiche che per la prima volta incontriamo nella storia.
Perchè totale?
a) si agisce per annientare totalmente il nemico sia in senso fisico che psicologico

 

b) mobilitazione di uomini tecnologie

c)mobilitazione della società civile

 

Quali differenze?

  durata 1°    4 anni         2°   6 anni

  paesi   1°    15               2°   60

  caduti  1°    8/10 mil.     2°   50 mil.

 

Nella 2° la popolazione civile è stata massicciamente coinvolta, spostamenti forti della popolazione in relazione al fronte, trasferimenti per motivi politici ideologici.

Nella 2° la componente ideologica è forte;si parla di Nuovo Ordine Mondiale.

Nella 2° c’è il fenomeno della guerra partigiana.

Alla fine della 2° esistono solo due grandi potenze, inoltre solo gli USA hanno una potenza in grado di finanziare la ripresa.

 

Osservazioni

 

Prima Guerra : dietro allo scoppio del conflitto c’è la volontà di tutti gli stati di trovare una nuova distribuzione di terre e potere in base a particolari posizioni economiche raggiunte.
Durante la guerra crollano 4 Imperi; nel processo di pacificazione e ricostruzione si nota scarso impegno e collaborazione internazionale:la costituzione della SDN non è in grado di contenere e mediare i conflitti.

Seconda Guerra : dietro allo scoppio del conflitto ci sono questioni complesse.ed intrecciate a) questioni territoriali aperte dal primo conflitto b) scontro fra democrazia e nazismo 3) guerra di decolonizzazione

Questioni economiche:
Le guerre stimolano la ricerca scientifica, rafforzano la industrializzazione dei paesi, gettano le basi per trasformazioni sociali.
Dall’altra parte sono momenti di distruzione di uomini , ricchezze, valori.

 

 

 

Corso N.36    La storia attraverso le parole
Bergamo        10 Dicembre- 25 febbraio 2010
Quinta conversazione : La società di massa

 

La definizione

Il termine elaborato dalla sociologia(che adotta termini quali società di ordini,di classe, di massa ) per indicare una società che coinvolge le grandi masse nella produzione e nel consumo,nella politica.E’ una società urbana ed industriale in cui gli individui si identificano in consumatori di prodotti materiali,culturali dello stesso tipo,sollecitati dalla moda e dalla pubblicità e tendono ad assumere modelli di comportamento e valori omologati.
Le condizioni che stanno dietro a questo modello sono:

  • La seconda rivoluzione industriale
  • Lo stato burocratico
  • L’avanzare del processo di urbanizzazione e di laicizzazione della società.

 

Le caratteristiche

  • E’ una società più consapevole che integra le masse anche le masse contadine fino ad allora estranee alla vita politica.
  • E’ una società più produttiva, in cui però ci sono quote di popolazione non attiva in aumento
  • E’una società orientata verso il terziario
  • E’una società costruita da una maggioranza dei ceti medi, che si sono allargati in seguito all’espandersi dei servizi pubblici e alla diffusione delle imprese.
  • E’una società di diritti,i cui membri hanno ottenuto diritti sindacali e politici e lottano per ulteriori allargamenti
  • E’una società in cui emergono nuovi soggetti:donne
  • E’una società con nuove forme di associazionismo: il partito di massa.

 

Osservazioni sulla famiglia

 

Le trasformazioni del mondo femminile hanno una precisa incidenza sui modelli familiari,anche se queste tematiche avranno un palcoscenico più ampio nella seconda metà del secolo.

Per l’Italia
Si può far notare che dal gennaio 1948 ( entrata in vigore della Costituzione) al settembre 1975(entrata in vigore del nuovo diritto di famiglia) la famiglia italiana ha vissuto una certa discrepanza fra il dettato costituzionale e il codice Civile.
Ad esempio la Costituzione sottolineava l’eguaglianza morale  e giuridica fra i coniugi mentre il C.C. la disparità

 Per meglio evidenziare le novità della società di massa ricordo le caratteristiche della società di classe:
Sfondo:     L’avvio del processo di industrializzazione e dello stato nazione
Caratteri: gerarchica,mobile; che escludeva fasce di popolazione (contadine);molto conflittuale in termini di conflitto fra gruppi sociali; con pochi diritti e molte forme di indigenza.

 

Sesta conversazione:La nascita dei partiti di massa

 

Perché l’importanza di questo fenomeno?

 

 Fino ad oltre la metà dell’800 l’esercizio della vita politica in Europa era appannaggio di elites.
In quei paesi, pochi, dove si prevedeva l’elezione dei rappresentanti dei cittadini nel Parlamento
gli eletti erano rappresentanze di fasce ristrette della popolazione,molto affini per esigenze ,cultura, sensibilità .
Il momento delle elezioni si riduceva  ad un appuntamento quasi familiare in cui candidati visitavano il loro collegio e ristabilivano vecchi contatti per ottenere deleghe.
Il partito non aveva un programma elaborato ,filtrato, gli interessi erano piuttosto omogenei e le masse ancora poco organizzate.
La situazione muta con l’estendersi della industrializzazione,fenomeno irreversibile che cambiava profondamente le persone,evidenziava nuovi e contrastanti interessi con cui si doveva fare i conti per potere garantire la produttività  ed il profitto.
L’elites più mature presero in considerazione la necessità di integrare nel sistema le forze lavoratrici
in quanto garanzia di maggiore stabilità del sistema stesso,gli organizzatori delle masse si resero conto dell’importanza di operare all’interno per ottenere diritti fondamentali.

 

La nascita del partito di massa

L’idea di un partito che raccogliesse le esigenze delle masse lavoratrici fu teorizzata da Marx ,in antitesi con le forme poco o per niente organizzate fino ad allora esistenti. Marx maturò la convinzione della necessità di una forza politica , ritenendo quella sindacale un passaggio ed un organismo fondamentale, che però doveva essere accompagnato da una forza politica autonoma dai partiti esistenti.
Dietro al partito doveva esserci una consapevole classe operaia che presa coscienza dei propri diritti delegava un elite che operava nell’interesse della classe stessa.
Il modello del partito di massa prevedeva

  • una forte connotazione ideologica
  • una tendenza alla mobilitazione
  • forte coinvolgimento della società civile.

La costituzione dei vari partiti socialisti portò la nascita di altri partiti di massa :i Cattolicie/o la trasformazione dei partiti tradizionali, in partiti di massa.

 

Rapporto Partito di massa-democrazia

Se l’intenzione di tutti i partiti di massa era l’integrazione nella vita politica e istituzionale  per consolidare la democrazia , quanto successe nella prima metà del 900 ci mostra un fallimento di questo programma .infatti la prima metà del secolo è caratterizzata dall’affermarsi dei totalitarismi,della messa in discussione del dibattito fra i partiti ,sostituiti dal partito unico.
Il fallimento è da legarsi alla compresenza di una duplice situazione: da una parte i partiti tradizionali non riuscirono a trovare un rapporto di fiducia con le masse,i loro esponenti erano uomini formatisi in tempi diversi e in fondo temevano le masse, nei nuovi partiti socialisti c’era comunque una parte totalmente antitetica allo stato borghese ,che voleva lo scontro.
Il partito di massa costituiva una organizzazione che filtrava, decantava, ma anche corrompeva,manipolava le esigenze della base,ma che comunque permetteva la circolazione e lo scambio fra la base e la sua rappresentanza.
Il partito unico si presentava come partito di massa ,ma di fatto era una struttura  di facciata,o solamente organizzativa che metteva a contatto il leader con la massa stessa.

 

Conversazione N.9  La scoperta dell’inconscio

IL termine
Nell’accezione generale indica la vita psichica dell’individuo, di cui  egli stesso non ha coscienza attuale.Nella filosofia una prima trattazione sull’inconscio è quella che lo configura come altro dalla coscienza, intesa come qualcosa di limitato e circoscritto.Questa idea dell’inconscio come “doppio” ambiguo della coscienza è tipico della filosofia razionalista che irrazionalista sia con accezione positiva che negativa.
Un’altra concezione dell’inconscio è quella di “luogo” non antagonista della coscienza, una specie di coscienza virtuale:Leibniz  parla delle rappresentazioni inconsce come piccole,oscure.
Con Freud l’inconscio diviene una costruzione teorica rigorosa e comprensiva degli aspetti motivazionali della personalità sia sana che malata.

 

Freud dalla medicina alla psicanalisi

 

La formazione di Freud è medica, anche se vive in un ambiente colto e stimolante quale è la Vienna di fine 800; si occupa di malattie mentali , le isterie, che colpivano soprattutto le donne;la convinzione originaria è che all’origine ci siano lesioni cerebrali invisibili a causa della scarsa concezione dell’inconscio è quellaconoscenza del cervello . L’incontro in Francia con Charcot  e con l’ipnosi lo orienta verso altre ipotesi ,sulle quali lavora tornato a Vienna.
In questa prima fase Freud comincia a pensare alla mente come un cumulo di energia stabile che a volte è messa in agitazione da tensioni dovute a traumi, rimossi ma in qualche modo tendenti ad affiorare. Freud pensa ancora che la isteria sia “una malattia” che possa essere guarita con la collaborazione del paziente portando alla luce della coscienza,ciò che il paziente ha rimosso.
L’idea di una dimensione del profondo esistente nella mente è già chiaro.
La svolta avviene in seguito ad una crisi personale che lo porta ad autoanalizzarsi soprattutto lavorando sui sogni e ricostruendo una serie di meccanismi mentali.
Ipotizza una struttura della mente nuova in cui esistono continuamente scambi dinamici di energia ed in cui la distinzione fra “sanità” e “malattia” non è così netta, abbozza una struttura della mente che rivedrà più volte e chiama Psicanalisi questa disciplina.

 

La Psicanalisi

E’ una interpretazione della mente, un metodo per studiarla, un indagine terapeutica che non usa farmaci. Freud ritiene che pur avendo lo stesso oggetto della filosofia ,non sia filosofia in quanto quest’ultima si occupa di questioni astratte e fumose e privilegia la razionalità.
L’immagine rivoluzionaria che Freud ci propone è una tripartizione della mente :Io Es Super-Io ,in cui l’Io ha un ruolo molto limitato ,compresso fra l’inconscio(Es) ed il Super-Io, di cui deve gestire le istanze e nello stesso tempo deve rispondere al mondo esterno che gli chiede sempre nuove prestazioni.
La Coscienza che per secoli è stata identificata con la razionalità, la libertà,viene collocata in secondo piano e l’uomo si presenta piuttosto come un essere frustrato nelle sue istanze di piacere,quindi in sostanza malato, infelice che solo in parte può liberarsi di questa infelicità intrinseca.
Il mito dell’uomo come essere razionale al centro del mondo è spezzato.

 

Decima conversazione   Il Nichilismo

Il termine

Deriva dal latino (nihil) usato a partire dal sec.XVIII° per designare atteggiamenti o dottrine di cui si vuole sottolineare il carattere di negazione radicale di determinati sistemi di valori.Dal punto di vista della Chiesa Cattolica è interpretato in chiave assolutamente negativa e considerato come un’espressione della modernità da condannare assieme al relativismo,all’indifferentismo..
tuttavia il significato del termine nella tradizione filosofica  e letteraria è  diversificato, per cui parlarne generalmente non ha alcun senso.

 

Le diverse accezioni

Nietzsche è certamente il filosofo di fine ‘800 che maggiormente insiste su questo tema e che è stato  per molti il simbolo del Nichilismo.
In realtà  con questa espressione  intende prima di tutto  fare un bilancio della civiltà occidentale dalle origini greche, per mettere in evidenza il tipo di educazione che l’uomo occidentale greco-cristiano ha sempre avuto:un’educazione intellettualistica, ascetica,portata alla rinuncia della fisicità come un peccato.Questa civiltà è nichilistica  ; Nietzsche nega il progresso, anzi sottolinea che lo scetticismo diffuso, lo spirito decadente che aleggia nella cultura di fine secolo ha annichilito l’uomo , le sue radici e lo ha allontanato dalla vita reale.
Tuttavia ritiene anche che sia possibile una via d’uscita,di cui la sua riflessione è testimonianza:
criticare questa forma di educazione,liberare l’uomo da questo peso comprendendo l’origine dei valori che hanno ispirato quel tipo di processo educativo.In questo modo “l’uomo cammello” si libera , diventa “leone”,ritrova la gioia di vivere e soprattutto la “volontà di potenza” cioè la capacità di porsi valori, di accettare e rapportarsi alla vita in tutte le sue forme.

 

Heidegger come molti filosofi tra gli anni trenta quaranta di fronte alle situazioni politiche dell’epoca, si interroga sul destino della cultura occidentale  e sull’esito delle ricerche scientifiche  che causano morte e distruzione.
Il nichilismo viene ancora una volta attribuito all’uomo che si è dimenticato dei veri problemi e si è perso nella “cura “ e nella “chiacchera” ha ricercato solo l’utile e non la verità.
Il Nichilismo diventa una prospettiva, che non da all’uomo alcuna possibilità.
In queste analisi la dimensione antropocentrica  che aveva caratterizzato per secoli la filosofia e la letteratura viene meno;la libertà di solito vista come una peculiarità positiva diventa un rischio di sconfitta,una mancanza di punti di riferimento che porta solo angoscia.La socialità  viene ripensata come un impossibile incontro con l’altro:solitudine,noia, angoscia ,alienazione diventano le categorie più diffuse della prima metà del Novecento.

 

Nota : Il caso Nieztsche

 

La  particolarità del “personaggio(le sue esperienze di vita) , ma soprattutto la scelta dei linguaggi che usa nel corso delle opere e la varietà delle interpretazioni spiegano l’ampio dibattito e le varie polemiche attorno al suo nichilismo.
Bisogna sgombrare il campo dagli equivoci creati dalla sorella Elisabeth , che utilizzando impropriamente frammenti degli scritti del fratello,  pubblicò un’opera “Volontà di potenza” che Nietzsche aveva rinunciato di scrivere e che divenne per il nazismo un forte riferimento.

 

 

Ottava Conversazione :  La crisi del 1929

 

Il Termine

Crisi è un termine che nasce in campo giuridico e medico nella Grecia antica e sta ad indicare il momento cruciale di una situazione: il verdetto, acme della malattia.Il mento in sé non ha accezioni è cio che segue  che definisce la situazione:innocenza/colpevolezza-salute/morte.
L’uso in seguito è poco frequente e torna di attualità nel 1800 ad opera di Marx che lo introduce un campo economico per indicare le difficoltà di un sistema a dare profitti e produttività.
Su questa base il termine è diventato di uso diffuso in economia.Oggi si tende a sottolineare il momento di crisi non solo come un momento di caduta di produttività, ma anche di una possibile ristrutturazione.Si parla così di crisi implosiva, congiunturale , strutturale per delineare i diversi fenomeni che si sono presentati nella storia dell’economia.
Un altro aspetto da tenere presente nel leggere il fenomeno crisi è il modello economico nel quale la crisi si delinea:feudale,capitalista,comunista ecc., inoltre va considerata la variabile prezzi  che assume significato diverso a seconda del contesto in cui è inserita.

 

La crisi del 1929

E’ quella  a cui si è più fatto riferimento per comprendere la crisi attuale, anche se la lettura del fenomeno non è sempre concorde.
Il riferimento al ‘29 è legato al crollo della Borsa di New York, ma in realtà questa è una crisi mondiale che colpisce tutto il mondo capitalistico,escludendo quindi la URSS; non è la prima crisi del capitalismo e potremmo definirla una crisi per alcuni aspetti congiunturale, in quanto l’organizzazione del modello produttivo industriale non cambia, ciò che muta è la politica economica degli stati,avviando quello che per molti storici è un capitalismo più maturo.

 

Come si manifesta?

  • Crollo dei valori borsistici
  • Carenza di liquidità  soprattutto delle banche
  • Difficoltà del sistema produttivo
  • Riduzione degli investimenti- disoccupazione
  • Crollo dei prezzi

 

Le cause?

  • Sopravvalutazione del sistema produttivo americano e speculazioni finanziare
  • Cattivo funzionamento del sistema bancario
  • Salari troppo bassi che riducono la domanda
  • Politica economica caratterizzata o da tassazione eccessiva in Europa o da un liberismo senza regole negli USA.

Come si risolse?

  • Fondamentale fu l’intervento degli stati con nuove regole per il sistema bancario
  • Con l’intervento diretto sull’economia per stimolare la ripresa degli investimenti.per risanare le imprese o gestirle direttamente senza una particolare ristrutturazione.
  • Il problema della disoccupazione rimase nonostante la ripresa degli investimenti ed il rialzo dei prezzi, solo la guerra lo risolse.

 

Settima  Conversazione :  Rivoluzione

Il termine

Vi sono più immagini di rivoluzione che hanno una loro grammatica e soprattutto un modo di  pensare al tempo.
Ad esempio le rivoluzioni tradizionaliste si legittimano nella riattivazione e nella riconquista di un tempo senza storia,sancendo il privilegio del passato,il tempo della natura;l’origine costituisce l’ordine,che bisogna ripristinare,la nuova nascita è garantita da ciò che è stato una volta.Questo tema è presente nella rivoluzione inglese del 1648.
Le rivoluzioni della “ ratio”, in esse si profila l’immagine artificiale della rivoluzione come programma;la legittimazione è fondata dal consenso razionale;il mutamento ed il nuovo possono costituire un valore in quanto esiti e costruzioni di un programma.Possiamo parlare in questo senso della rivoluzione scientifica,delle rivoluzioni per la formazione dello stato-nazione-costituzione.
Focalizzando su queste ultime: la loro scena è urbana (dal centro alle periferie) nel mondo occidentale,dalle campagne alle città nel mondo orientale;la politica è il loro linguaggio,gli attori uomini virtuosi,razionali a cui si contrappongono volontà nemiche, traditori.
La rivoluzione russa si può da una parte leggere come rivoluzione –costituzione-nazione

 

La Rivoluzione Russa Bolscevica

Per alcuni storici è il fenomeno da cui inizia il Novecento,certamente ha ripercussioni più profonde della Rivoluzione francese infatti se le idee francesi hanno sopravanzato il bolscevismo,le conseguenze pratiche furono più grandi e durature di quelle dell’89.
La rivoluzione bolscevica doveva essere l’avvio della rivoluzione mondiale, che però non si è realizzata in quanto l’URSS pensava ad una rivoluzione plasmata dalla URSS stessa che il movimento internazionale rivoluzionario non condivideva.
La guerra fu la condizione per l’avvio della rivoluzione, anche se fu l’uscita dalla guerra uno degli strumenti vincenti del boscevismo.
La forza e la legittimazione della rivoluzione sta nel monopolio della forza dell’organizzazione, nella sua dittatura sovrana (Lenin, Schmitt).La sovranità tocca al Partito che coniuga la forza con la detenzione della parola e della verità.
Il modello leninista diventa simbolo di programma e organizzazione ma anche di nuova istituzione-costituzione.
Inoltre la rivoluzione gioca la carta dello sviluppo politico attraverso il partito per innescare  la uscita dal sottosviluppo…la teoria della supremazia del partito è la controparte del ventesimo secolo della teoria della monarchia assoluta.

 

La situazione della Russia prima della Guerra

Uno dei pochi stati europei ancora autocratico;dal punto di vista economico rivoluzione industriale avviata all’inizio del 900 con capitali stranieri ed intervento dello stato.
La guerra rompe i deboli equilibri soprattutto a causa delle sconfitte militari eall’incapacità delle istituzioni di affondare i problemi della popolazione civile.
La rivoluzione di febbraio: nasce dal mondo urbano senza ruolo dei partiti ,con al centro i soviet.
L’esperienza democratica regge da febbraio ad ottobre ed è travolta dalle sconfitte militari
La rivoluzione di ottobre avviene dall’alto,frutto della organizzazione del partito, nel giro di pochi mesi pone fine ad ogni esperienza democratica.
La nascita dell’URSS avviene con una Costituzione prodotta dal partito bolscevico ed imposta senza dibattito politico aprendo la strada alla guerra civile e alla vittoria dei bolscevichi.   

 

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