Storia della Germania il muro di Berlino

 


 

Storia della Germania il muro di Berlino

 

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Storia della Germania il muro di Berlino

 

Glossario del Muro e dintorni

Bernauer Straße: strada di Berlino lungo la quale venne eretto il Muro separando  edifici di Berlino est dal marciapiede, a Berlino Ovest, su cui si affacciavano direttamente.  Divenne famosa per le fughe dalle finestre non ancora murate, alcune concluse tragicamente. Ora è sede di un memoriale del Muro.

Begrüßungsgeld (“denaro di benvenuto”): 100 marchi che la Repubblica Federale Tedesca (Germania Ovest) offrì dal 1970 al 1989 ai cittadini provenienti dalla Repubblica Democratica Tedesca (Germania Est).
Checkpoint Charlie: in funzione dal 1945 al 1990, collegava il settore di occupazione sovietico (quartiere di Mitte) con quello americano (quartiere di Kreuzberg). Era situato sulla Friedrichstraße, all'altezza dell'incrocio con la Zimmerstraße. Vi era ammesso il passaggio solo di militari delle forze alleate, di diplomatici e di cittadini stranieri. Dopo la riunificazione il punto di controllo venne abbattuto. La baracca di guardia originale oggi si trova nell' Allierten-Museum. Il 13 agosto 2000 ne venne inaugurata una ricostruzione fedele, divenuta in breve tempo di grande richiamo turistico.
DDR:  Repubblica Democratica Tedesca, nota anche come Germania Est. Dal 1949 al 1990 fu uno Stato socialista creato sul territorio  corrispondente alla zona di occupazione sovietica della Germania dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Peter Fechter: muratore diciottenne di Berlino Est. Tentò di scappare dalla DDR insieme ad un amico, quattro giorni dopo il primo anniversario della costruzione del Muro (17 agosto 1972). Quando le guardie iniziarono a sparare, l’amico riuscì a scavalcare la  seconda barriera, ma Fechter fu colpito al bacino mentre si arrampicava. Morì dissanguato davanti a molti testimoni occidentali impotenti, dopo un’ora di agonia, senza alcun soccorso da parte delle guardie orientali. Divenne simbolo dei martiri del Muro.
Winfried Freudenberg: ultima vittima nel tentativo di scavalcare il Muro. Perse la vita l’ 8 marzo 1989 dopo il tentativo di passare da est a ovest con una mongolfiera che si è schiantata a terra.

Geruchsproben: barattoli che contenevano un panno impregnato del sudore di persone sottoposte a interrogatorio dalla polizia politica “Stasi”. Queste venivano fatte sedere sulle proprie mani impregnando un panno, sigillato poi in recipienti di vetro, per conservare l’odore di persone politicamente sospette. In tal modo cani addestrati potevano facilmente individuarle. Migliaia di questi barattoli sono conservati nel Museo della Stasi.

Gethsemani Kirche: è la più conosciuta chiesa nella località di Prenzlauer Berg a Berlino, nel quartiere di Pankow. Dall’autunno del 1989 fu sede di molteplici riunioni di cittadini e associazioni per la pace. Alcune di queste manifestazioni furono sedate dal regime e dalla Stasi con violente repressioni. Dopo la riunificazione, nel decennio successivo, divenne centro di movimenti civili.

Gorbaciov (Gorbi): è stato l’ultimo segretario generale del PCUS dal 1985 al 1991. La sua politica del dialogo ha avuto un ruolo importante per la caduta del Muro. Durante la visita a Berlino Ovest dell’ottobre del 1989 aveva ammonito Honecker con le parole “Chi arriva in ritardo viene punito dalla vita”. Con il nomignolo Gorbi veniva acclamato dal popolo.
Chris Gueffroy: indicato spesso come ultima vittima del Muro, fu in realtà l’ultima persona a cadere sotto il fuoco delle guardie di confine della DDR (Repubblica democratica tedesca), il 6 febbraio 1989, nel tentativo di fuggire da Berlino est.
Erick Honecker: (1912 - 1994). E’ stato il politico comunista, segretario della SED, che ha guidato la Repubblica Democratica Tedesca (Germania Est) dal 1971 al 1989. Dopo la riunificazione tedesca fuggì in Unione Sovietica ma fu estradato in Germania dove venne imprigionato e processato per crimini commessi durante la guerra fredda. Ammalatosi di cancro fu graziato e morì in esilio in Cile circa un anno e mezzo dopo.
Helmut Kohl: Cancelliere della Germania Federale dal 1982 al 1998. Ha guidato con decisione il processo di riunificazione delle due Germanie dopo la caduta del Muro.

Erich Mielke: Nel 1945, nella Germania occupata dai sovietici lavorò alla creazione del "Commissariato 5" (Kommissariat 5 o K5) , istituzione di polizia dalla quale prenderà vita poi la Stasi. Fu a capo della Stasi dal 1957 al 1989. Morì in una casa di cura a Berlino nel 2000 e fu seppellito segretamente nel cimitero d'onore dei funzionari della DDR.

Montagsdemonstrationen (dimostrazioni del lunedì): proteste di massa contro il sistema politico nella Repubblica Democratica Tedesca. Particolarmente importanti furono quelle di Lipsia, iniziate a partire dal  Settembre del 1989. Nell'autunno del 1989, anche in altre città della Germania dell'Est, a Dresda, Halle, Karl-Marx-Stadt (Chemnitz), ci furono manifestazioni periodiche. L'obiettivo era la fine del regime attraverso una rivoluzione pacifica

Nikolaikirche: (Chiesa di S. Nicola) è diventato uno dei luoghi più famosi di Lipsia in seguito alle “Dimostrazioni del lunedì”, riunioni dei cittadini che nel 1989 esprimevano pubblicamente e pacificamente il loro dissenso.

Ostalgie (da “Ost”, est, e “Nostalgie”, nostalgia): neologismo che indica il senso di nostalgia per la vita quotidiana nella DDR da  parte di abitanti dell’ est.

Picchi del Muro (Mauerspechte): cacciatori di souvenirs da tutto il mondo che, dopo il 9 novembre, con martelli o picconi, demolivano parti di Muro per conservarne dei pezzi.

Plattenbauten: edifici prodotti in serie, costruiti con lastre prefabbricate montate sul posto. Il 60% degli edifici costruiti a Berlino Est dopo la guerra sono Plattenbauen o “Platten”, come vengono popolarmente chiamati.

Giuseppe Savoca: bambino italiano di 6 anni, figlio di emigrati a Kreuzberg (Berlino ovest), caduto  accidentalmente nella Sprea, nella zona di Berlino est, mentre  cercava di recuperare un giocattolo, gli fu rifiutato il soccorso da parte di una imbarcazione delle guardie di confine della DDR, richiamate anche da grida di aiuto dalla sponda occidentale e annegò.

Günter Schabowski: funzionario del Partito di Unità Socialista di Germania (SED) nella Repubblica Democratica Tedesca che, il 9 novembre 1989, forse in seguito ad un malinteso, annunciò in una trasmissione televisiva in diretta, nel corso di una conferenza stampa, che i divieti per i viaggi all'estero erano stati revocati con effetto immediato. Subito dopo l'annuncio decine di migliaia di persone si riversarono nei pressi del Muro e le guardie di frontiera furono costrette ad aprire i punti di accesso.

SEDSozialistische Einheitspartei Deutschlands  Partito Socialista Unificato di Germania. Partito politico formato nel 1946 nel settore di occupazione sovietico, dalla fusione obbligata del Partito Socialista di Germania (SPD) e del Partito Comunista di Germania (KPD). Si sviluppò sotto l'influenza dell'Unione Sovietica, potenza occupante, come "partito di Stato". Il ruolo della SED era stabilito dalla Costituzione. Il sistema politico della DDR era conosciuto anche come "Dittatura di partito". La SED vinceva automaticamente le elezioni “democratiche“, con affluenze alle urne del 99,9%. Chi durante le elezioni non votava pubblicamente ma utilizzava la cabina elettorale, oppure non andava a votare veniva registrato tra i sospetti. L’unica votazione democratica nella storia della DDR si ebbe dopo la caduta del Muro, il 18 marzo 1990. A questa seguì la riunificazione della Germania.
Stasi:servizio di sicurezza nazionale, denominazione breve del "Ministero per la sicurezza dello Stato", chiamato Stasi nella lingua corrente. E’ stato fondato nel 1950 per assicurare il potere della SED come “Scudo e spada del partito” ed è stato sciolto ufficialmente nel 1990. La Stasi controllava tutti i cittadini della Germania Est spiandoli con diverse modalità. Tra dipendenti e informatori, lavoravano per la Stasi circa 200 mila persone, il 2 % della popolazione. Dopo la caduta del Muro gli uffici della Stasi vennero invasi da molti cittadini infuriati, non prima che un grande quantitativo di materiale compromettente venisse distrutti dai funzionari del servizio segreto. I documenti rimasti sono oggi disponibili per tutte le persone che erano spiate.
Stasi Gefängnis: (Prigione della Stasi).  Nel 1951 il Ministero per la sicurezza dello Stato (Stasi) prese in consegna la prigione centrale dei sovietici per la Germania orientale e la utilizzò fino al 1989 come carcere centrale per la custodia cautelare. Nel 1961, con l'aiuto dei detenuti del campo di lavoro confinante, la fece ingrandire (Neubau) con oltre 200 celle e stanze per gli interrogatori. Le vecchie celle sovietiche che si trovavano al di sotto del livello del suolo, denominate U-Boot (sottomarino), rimanevano in usoOggi puó essere visitata dal pubblico.
Stasi Museum (Museo della Stasi): situato nell’ex edificio del Ministero degli Interni, è articolato in tre sezioni: sorveglianza, repressione e spionaggio in cui si può vedere l’attrezzatura che veniva usata per spiare e intercettare i cittadini sospettati.
Trabant: fu una famosa automobile progettata e prodotta a partire dagli anni '50 nella Repubblica Democratica Tedesca e per un solo anno ancora nella Germania unificata. La Trabant fu di fatto l'unica scelta possibile per il trasporto privato.
Tränenpalast (Palazzo delle lacrime): era la grande sala d'attesa della stazione ferroviaria della Friedrichstraße. Poiché i berlinesi dell’est non potevano più andare all'ovest né per lavorare, né per vedere i propri familiari, gli incontri con amici o parenti occidentali si ebbero solo quando i berlinesi dell’ovest poterono ottenere brevi permessi giornalieri dietro il pagamento di una somma di denaro e con un cambio forzato sfavorevole per venire ad est. Nella sala di controllo, prima del ritorno ad ovest, erano frequenti commoventi addii tra le lacrime.
U-BOOT: prigioni  situate nel seminterrato dell’edificio delle carceri della Stasi. Le camere fredde e umide del "sottomarino" erano dotate solo di una panca di legno (senza materasso e senza coperta) e di un secchio. Le finestre erano murate. Di giorno e di notte era accesa una lampadina affinché i prigionieri perdessero la cognizione del tempo. Tra queste c’erano le “celle di gomma” con le pareti rivestite di gomma nera, senza uno spiraglio di luce. Il prigioniero si ritrovava chiuso al buio per giorni senza sentire rumori, neppure la propria voce. Perdeva così la cognizione del tempo ed era presto assalito da una insostenibile angoscia.
Vopos: Abbreviazione per agenti della “Volkspolizei”(Polizia Popolare), che sorvegliavano anche il Muro. Forza di polizia nazionale della Repubblica Democratica Tedesca, sciolta a seguito della riunificazione. Era una sorta di secondo esercito, ma svolgeva fondamentalmente compiti di polizia civile
Wende (letteralmente: “Svolta”): nome attribuito in Germania al cambiamento politico dal settembre al novembre1989.


Fonte: http://www.itcboselli.it/Muro%20glossario.doc

 

Autori del testo: ( a cura della classe IV E dell’ Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Paolo Boselli” di Savona)

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IL MURO IN CIFRE

Costruzione del Muro di Berlino: 13 AGOSTO 1961
Caduta del Muro di Berlino:  9 NOVEMBRE 1989
Luogo: oltre al territorio cittadino di Berlino, il Muro lambiva il territorio di 14 comuni del Brandeburgo che confinavano con Berlino ovest, compresa Postdam
Lunghezza totale: OLTRE 155 Km
Lunghezza del Muro tra Berlino e Germania est: 112 Km
Altezza: 3,60 m
Lunghezza dei recinti fortificati: 127,5 Km
Altezza dei recinti fortificati: 2,90 m
Lunghezza del fossato anticarro: 105,5 Km
Torri di osservazione: 302
Strada per i pattugliamenti: 127,5 Km
Corridoi sorvegliati da cani: 259
Passaggi tra Berlino est e Berlino ovest (strade e binari): 8
Passaggi tra DDR e Berlino ovest (strade e binari): 6
Costo: circa 16.155.000  Marchi della Germania est (un panino costava all’epoca 1,04 Marchi)

Abitanti di Berlino Ovest che, fino al 1961, lavoravano ogni giorno all’est: 12.000
Abitanti di Berlino est che fino al 1961 lavoravano ogni giorno all’ovest: 53.000

Persone fuggite dall’est all’ovest dal 1945 al 1961:

  • totale: 3,6 milioni;
  • media annuale: 225.000

Persone fuggite dall’est all’ovest dopo la costruzione del Muro: 616.751
Persone fuggite da Berlino est a Berlino ovest:

  • a piedi, nei primi due mesi, nei punti non ancora completamente fortificati: 600
  • Attraverso tunnel scavati sotto il muro (1962 – 1963): 137
  • Con automobili preparate per nascondere delle persone: 2.000

 

Altri metodi di fuga usati:

  • Passaporti diplomatici falsi;
  • Mezzi militari pesanti, camion rinforzati, locomotive per sfondare i punti di passaggio, auto sportive molto basse per passare sotto le barricate
  • In molti altri modi, i più fantasiosi ( utilizzando aerei ultraleggeri, scivolando lungo i cavi elettrici, utilizzando una mongolfiera ecc.)

Persone uccise mentre cercavano di attraversare il Muro di Berlino: 136
(8 sotto i 16 anni, 38 fra i 16 e i 20 anni, 66 fra i 21 e i 30, 10 fra i 31 e i 40, 13 fra i 41 e gli 80, 1 giovane di cui non si conosce l’identità)
Persone uccise durante e dopo i controlli effettuati alla frontiera: 48
Persone arrestate nel tentativo di attraversare il confine: numero imprecisabile, sicuramente molte migliaia.

 

 Fonte: http://www.itcboselli.it/Muro%20in%20cifre.doc

Autori: ( ricerca della IV E dell’ISS “Paolo Boselli” di Savona )

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IL MURO DI BERLINO


CRONISTORIA MINIMA

Per comprendere l’incredibile storia del Muro di Berlino (e di quanti significati si sia caricato nel corso degli anni) è necessario prendere le mosse dagli ultimi sviluppi della seconda guerra mondiale in Germania.
Nella primavera del 1945 il Terzo Reich, stritolato nella morsa  stretta dagli Alleati (U.S.A. e Gran Bretagna) a ovest e dall’ U.R.S.S. a est, venne interamente occupato e spartito secondo piani e accordi stipulati in precedenza, così che – mentre i territori a est dei fiumi Oder e Neisse venivano furiosamente sgombrati dai loro abitanti  e divenivano Polonia – il fiume Elba separò invece la zona di occupazione alleata da quella di occupazione sovietica.  
In questo modo, però, Berlino, la capitale, venne a trovarsi in mezzo alla zona sovietica e – data la sua importanza, anche simbolica - fu allora divisa in quattro  (la Francia intanto era stata aggregata alle potenze vincitrici) settori di occupazione: secondo gli Accordi di Potsdam poi tutte le truppe occupanti ebbero diritto di libera circolazione per tutta la città e le forze armate occidentali potevano raggiungere per terra e per aria la capitale dalla zona occidentale del Paese sotto il loro controllo.
Si trattava ovviamente di una situazione temporanea e transitoria che sarebbe dovuta durare finchè trattati di pace non avessero concluso finalmente la guerra, tuttavia l’intesa fra i vincitori non era destinata a durare e, una volta schiacciato il nazifascismo, le Potenze Occidentali e l’U.R.S.S. cominciarono a non intendersi più e ad entrare in urto crescente fra di loro fino alla guerra che fu “fredda” solo per il deterrente esercitato dalle armi nucleari: grazie a questo “equilibrio del terrore” non si combattè una terza guerra mondiale, ma l’intera Europa – così come la Germania - venne attraversata da una “cortina di ferro” che la segava in due lungo la linea di demarcazione fra le due precedenti zone di occupazione.

Questi eventi, notissimi e qui solo accennati di sfuggita, ebbero particolare significato proprio a Berlino, dove i militari dei due schieramenti vivevano gomito a gomito e potevano entrare liberamente l’uno nel settore dell’altro.
Soprattutto poi era a Berlino che i tedeschi potevano vedere coi loro occhi e toccare direttamente con mano la diversità dei due sistemi, comunista da una parte e democratico-capitalistico dall’altra.
A parte la politica degli stupri e le spoliazioni effettuate dall’Armata Rossa e nonostante la situazione della città nell’immediato dopoguerra fosse dovunque terribile, era comunque evidente che l’imposizione del modello comunista, così oppressivo e aggressivo, non poteva  convincere che una minoranza fortemente ideologizzata della popolazione mentre la maggioranza era invece sempre più attratta dal modello occidentale.
E a Berlino per passare da un settore all’altro a volte bastava attraversare semplicemente la strada.

Mentre la tensione fra i due schieramenti internazionali non faceva che crescere, quell’ènclave democratico-capitalistica nel sistema comunista rappresentata da  Berlino ovest (quella dei tre settori gestiti dalle Potenze Occidentali) risultava insopportabile e Stalin usò la forza nel tentativo di soffocarla e neutralizzarla.
Dopo aver reso sempre più complicato e difficile il trasferimento dal settore orientale (quello sovietico) della ex-capitale  a quello occidentale, il 24 giugno 1948 procedette al blocco del settore occidentale della città, impedendo ai cittadini del settore di competenza sovietica di trasferirsi all’altro ed isolando completamente Berlino ovest dal resto della Germania.
La risposta degli Alleati (soprattutto americani) fu però straordinaria e coronata dal successo: lungo le rotte a loro assegnate essi infatti organizzarono un imponente ponte aereo che riuscì a rifornire di tutto i circa due milioni e mezzo di abitanti di Berlino ovest riuscendo ben presto a far atterrare un aereo ogni 62 secondi (!).
Il piano sovietico di asfissiare questa scomoda ènclave falliva miseramente e il 15 maggio 1949 il blocco doveva essere tolto ma ormai era chiaro che la rottura fra i due settori della città, le due Germanie, le due Europe e i due sistemi, era irrimediabile  (il mese precedente la nascita della N.A.T.O. aveva reso ancora più evidente questa realtà).
Tuttavia anche se ormai esistevano due Germanie - la Repubblica Federale Tedesca (R.F.T.), o Germania ovest, con 50 milioni di abitanti e la Repubblica Democratica Tedesca (R.D.T.) o Germania est, con 18,5 milioni di abitanti - Berlino, seppure anch’essa divisa, rimaneva purtuttavia una città con linee telefoniche, sistema di trasporti, fognature, centrali elettriche e quant’altro in comune: i confini fra i settori erano sì segnalati e controlli più o meno occasionali venivano sì effettuati per coloro che passavano da una parte all’ altra, ma i berlinesi potevano muoversi ancora per tutta la città in modo relativamente libero..
La situazione era insomma paradossale: mentre i 1.381 km. di confine (con una ‘no man land’ di 5 km. di profondità) fra le due Germanie erano sigillati ed efficacemente controllati, se un tedesco-orientale voleva  passare nella Germania ovest gli bastava però venire a Berlino est e da qui entrare in modo tutto sommato semplice e con poco rischio in Berlino ovest, dove sarebbe stato accolto nell’apposito campo per rifugiati di Marienfelde e poi trasferito dove voleva.
Per quanto bizzarra era questa la situazione e il flusso di fuggitivi fu imponente: solo nei dodici anni che vanno dalla fondazione della R.D.T. (1949) all’erezione del Muro (1961) 2,1 milioni di tedeschi dell’est passarono a ovest con una accelerazione dopo la sanguinosa repressione sovietica della sollevazione del giugno 1953.
I tedeschi orientali erano molto più tentati di abbandonare il luogo dove abitavano perché  – a differenza di tutti gli altri popoli soggetti al dominio sovietico – avevano nella R.F.T. un Paese nel quale potevano sentirsi a casa loro e quindi un rifugio molto più sicuro e accogliente.

Agli occhi del mondo Berlino era insomma la lampante dimostrazione del fallimento del sistema comunista  posto a confronto con quello democratico-capitalistico.
Ma era anche un punto nevralgico e sensibile nei rapporti fra est e ovest, come riconobbe a modo suo Krushev  quando (nel 1956) disse che Berlino era “i testicoli dell’Occidente. Ogni volta che voglio farlo urlare premo su Berlino”.
Comunque, per la dirigenza tedesco-orientale capeggiata da Walter Ulbricht era sempre più evidente che la R.D.T. andava dissanguandosi in modo intollerabile e che se la si voleva salvare si doveva intervenire con la massima decisione - e  ciò poteva solo significare che bisognava sigillare ermeticamente anche Berlino est.
La decisione – o la necessità - di costruire il Muro nacque così.
Per realizzarlo il Progetto ‘Rosa’ venne affidato al capace e fidatissimo Erich Honecker, il determinato ed efficiente Segretario per la Sicurezza.

Per la riuscita del piano bisognava che il mondo venisse messo di fronte al fatto compiuto senza che avesse modo di reagire e per questo la segretezza doveva essere assoluta; innumerevoli erano poi  i problemi pratici da risolvere che riguardavano il modo di dividere in due senza bloccarli i trasporti pubblici, il sistema fognario (!), l’erogazione di energia elettrica, ecc.; il perimetro da chiudere ermeticamente era di 164 km. e bisognava che ogni metro di questo fosse controllato e monitorato.
Delle tantissime persone che furono coinvolte nella gigantesca operazione nessuna doveva sapere più dello stretto necessario in modo che non potesse nemmeno immaginare la reale portata dell’intero progetto.
E si dovette faticare non poco per convincere i sovietici della necessità di una misura così radicale (!).
Intanto nell’estate del 1961 il flusso dei fuggitivi cresceva senza posa fino a superare il migliaio al giorno: Berlino per la Germania est era davvero “un buco” come ebbe a riconoscere lo stesso Ulbricht.
Solo il 7 agosto 1961 il Politburo tedesco-orientale fu informato della vastità del progetto; e il 13, all’una di notte, le buste con le istruzioni vennero aperte da una miriade di persone ignare fino a quel momento di quel che avrebbero dovuto fare come dell’intera operazione ( per fare un esempio: le truppe e i poliziotti mobilitati e i 400 camion che portavano il materiale necessario vennero fatti affluire per strade diverse in tempi diversi).
E tutto si mise in moto e procedette con un’efficienza, un coordinamento e un sincronismo che testimoniano una capacità organizzativa e direzionale semplicemente eccezionali.
La sorpresa fu totale: quando albeggiò e Berlino si svegliò al nuovo giorno, si trovò segata in due con comunicazioni e passaggi interrotti da filo spinato, barriere, polizia ed esercito schierato in perfetto ordine. Nella concitazione del primo momento si assistette a scene incredibili e dettate dall’improvvisazione e dall’improvvisa disperazione, come quelle delle persone che immediatamente decidevano di saltare da una finestra che dava sul settore occidentale mentre il resto del loro appartamento rimaneva nel settore orientale della città (!). 
Senza nessun preavviso, in un attimo, le vite di tante persone erano sconvolte: per es. un certo numero di abitanti nel settore orientale lavorava però in quello occidentale ed ora rimaneva senza lavoro; oppure i suoi figli avevano frequentato fino al giorno prima scuole nel settore occidentale e ora – a meno che non fossero piccoli – non poterono più continuare i loro studi (in quanto troppo pericolosamente contaminati dalla cultura ‘borghese’) e vennero avviati al lavoro.
Ulbricht ed Honecker avevano pensato a tutto, anche al fatto che i diritti degli occidentali (berlinesi e Alleati) non andavano toccati né tantomeno lesi:  così  Berlino rimaneva ancora sotto il controllo delle quattro potenze vincitrici e gli abitanti del settore occidentale potevano ancora recarsi in quello orientale - anche se con più controlli e solo attraverso ben precisi passaggi: due per i tedeschi occidentali, quattro per i berlinesi occidentali, il celeberrimo ‘checkpoint Charlie’ per gli stranieri e tre per le forze armate occidentali: tutte le altre strade e vie di accesso erano interdette.   
Il mondo era stato colto completamente alla sprovvista: né i militari alleati che vivevano a Berlino e i loro uffici informazioni, né i Governi e i Ministeri degli Esteri, né i  vari Servizi Segreti, nè la stampa e il mondo dell’informazione,  avevano avuto alcun sentore di quel che realmente stava accadendo ed era accaduto: nei Paesi occidentali i massimi responsabili politici e di governo vennero buttati giù dal letto (per es. a dodici ore dalla scoperta del blocco della città il presidente degli U.S.A. Kennedy non sapeva ancora nulla!) e non seppero nè che dire né che fare.
Il fatto era che – come i comunisti avevano previsto – non potevano fare assolutamente nulla se non scatenare una terza guerra mondiale, cosa che, ovviamente, nessuno voleva.
E non solo: pur nella sua follia e crudeltà, il Muro (o, al momento, la chiusura ermetica di Berlino est) in fondo non faceva altro che ribadire ancora una volta la divisione dell’Europa in due sfere cui l’Occidente si era da tempo assuefatto; rendeva ancor più manifesta la divisione della Germania che molti (soprattutto la Francia) voleva; e fugava infine il timore di un colpo di mano sovietico sull’intera città (con tutto quel che ne sarebbe potuto conseguire). Kennedy la capì subito e lo espresse con chiarezza fin dal giorno seguente, il 14 agosto, quando dichiarò:
“Perché Krushev avrebbe tirato su un muro se avesse voluto davvero prendere Berlino? …  Questa è la fine della crisi di Berlino. L’altra parte è stata presa dal panico – non noi. Non faremo nulla perché non c’è alternativa tranne la guerra. E’ finita, non occuperanno Berlino.”
E fu così che, mentre i presidi militari occidentali della città venivano comunque rafforzati, la costruzione del Muro andò avanti indisturbata rendendo sempre più difficili le fughe (col loro carico di morti e di imprigionati quando fallivano)  che continuarono con diverse modalità: spesso erano gestite da vere e proprie organizzazioni ad hoc che ben presto cominciarono a chiedere di essere pagate e, addirittura, stipularono contratti sia con la N.B.C. statunitense che con organi di stampa che, dietro pagamento, poterono seguire, filmare e documentare tutti i preparativi e le fughe stesse (!).
In tutta la vicenda della chiusura della Germania est e dell’edificazione del Muro erano stati e furono sempre i comunisti tedeschi i più decisi e determinati (cioè fanatici) ed era la presenza dei sovietici a fungere semmai da freno al loro estremismo (!).

Come aveva lucidamente capito fin da subito Kennedy, il Muro cancellava ogni possibilità che gli Accordi di Potsdam sulla spartizione di Berlino venissero annullati, la città fosse riunificata e le truppe alleate venissero ritirate: Krushev ne prese atto al XXII Congresso del P.C.U.S. (aperto il 17 ottobre 1961) e fu dopo la sua conclusione che iniziò l’opera di vera e propria fortificazione con mura, fari, sistemi di allarme, strade ad hoc che costituirono il vero e proprio Muro: solo campi minati e congegni per l’apertura automatica del fuoco vennero risparmiati alla città rispetto a quanto era stato da tempo installato sul confine fra la due Germanie.
I confini fra le due Germanie e le due Berlino erano enormemente più controllati ed impenetrabili di quelli fra gli altri Paesi comunisti e i Paesi dell’Europa occidentale dato che la spinta ad attraversarli era ovviamente più forte fra gli appartenenti allo stesso popolo.

Non è scopo di queste pagine affrontare la storia della Germania est o quella dell’Europa al tempo della guerra fredda, così a questo proposito basterà segnalare qualche dato:
i pensionati (un peso più che una risorsa) dell’est potevano viaggiare liberamente a ovest;    
per dare un’idea dell’oppressione politica nella R.D.T. basterà ricordare che, rispetto alla popolazione, gli agenti della Stasi (la polizia politica tedesca comunista) erano 11 volte più numerosi della Gestapo nazista;
date le persistenti carenze dell’economia comunista, i prigionieri del G.U.Lag. tedesco-orientale per decenni vennero letteralmente venduti all’Occidente: negli anni Sessanta uno di essi costava circa 40mila marchi (20mila euro di allora) e negli anni Ottanta si era arrivati a 100mila. Circa 4mila dei circa 200mila incarcerati ottennero così la libertà e, analogamente, furono concessi permessi di emigrazione in cambio di prestiti;
le spese per la Stasi e per l’esercito (proporzionalmente molto numeroso) erano enormi e venne così istituita una economia segreta, parallela ed illegale, chiamata KoKo, per finanziarle;
il sistema concentrazionario non cambiò se non marginalmente né dopo l’avvio della Ostpolitik (‘politica orientale’) inaugurata dal 1969 dal cancelliere Brandt con le sue aperture a est; né con il conseguente riconoscimento reciproco delle due Germanie il 24 dicembre 1972; né con l’adesione formale anche della Germania est al Trattato di Helsinki del 1975 che prevedeva il rispetto da parte di tutti i firmatari di tutte le libertà e di tutti i diritti fondamentali;
solo un dato sembra in controtendenza, quello circa il numero delle persone  morte a causa del Muro (cioè del tentativo di oltrepassarlo): ci sono varie stime, dato che non tutti concordano che alcuni decessi siano stati dovuti ad esso, mentre per altri lo sono stati, seppur indirettamente: ebbene, la cifra più alta parla di 227 morti nei 28 anni di esistenza del Muro stesso! Davvero pochi – ammesso che si possano fare bilanci del genere – e questo non può che far concludere che esso davvero rappresentò un mezzo particolarmente efficace di dissuasione, capace di spegnere lo spirito delle persone, la loro possibilità di sperare: a est (ed a ovest!) ci si assuefece ad uno strumento del genere che entrò a far parte del panorama generale e della situazione che piano piano sembrò ‘normale’.

Non è scopo di queste pagine nemmeno analizzare e trattare del crollo del comunismo che implose miseramente nel 1989, fortunatamente sotto la saggia e pacifica regia Michail Gorbacev, l’ultimo segretario del P.C.U.S., e basti allora ricordare che - nello sfascio del sistema comunista e dell’Impero sovietico - a partire dal 2 maggio, quando l’Ungheria aprì il suo confine con l’Austria, presto seguita su questa strada dalla Cecoslovacchia, un fiume crescente e ben presto inarrestabile di tedeschi orientali si mise in marcia per entrare in Austria da questi Paesi mentre nelle maggiori città tedesco-orientali le manifestazioni di protesta crescevano di intensità e in partecipazione.
Travolto da una crisi economica terribile ed insolubile, lo screditato ed inumano regime comunista non faceva più paura!
Honecker, successore di Ulbricht alla guida del Paese dal 1971, fu dimesso il 17 ottobre ed il successore Krenz, dopo aver tergiversato e tentato qualche impossibile riforma, il 9 novembre annunciò che i tedeschi orientali potevano attraversare anche loro i confini con l’ovest.
La gioia e l’entusiasmo spinsero i berlinesi verso il Muro che non li imprigionava più; una fiumana festante l’attraversò di slancio mentre le guardie – i famigerati Vopos – che il giorno prima avrebbero sparato per uccidere, stettero a guardare.

La riunificazione della Germania (coi tanti problemi che comportò) seguì di lì a poco, ma, nonostante tutta la propaganda portata avanti per decenni, i Paesi europei la temettero e si guardarono bene dal sostenerla: questa potè avvenire grazie all’approvazione statunitense e di Gorbacev oltre che alla determinazione e capacità del cancelliere Kohl ed alle garanzie offerte … ma questa – come si dice – è  (finalmente!)  un’altra storia.

Il Muro venne assalito, picconato e distrutto da una folla festante, ma non finì nelle discariche: vedendo che c’era chi ne strappava un pezzo per ricordo e per cimelio, il governo dimissionario pensò bene di ricavarne ancora qualcosa: così venne trasportato nel Principato di Monaco e messo all’asta in un suo grande albergo il 23 giugno 1990.
Le 81 parti in cui era stato diviso  (con tanto  certificato di garanzia!) vennero vendute tutte ad un prezzo di 20mila marchi (10mila euro dell’epoca) l’una.
Chissà, forse piacquero i disegni e i graffiti che per tanti anni mani ignote avevano tracciato sulla sua parete  occidentale, grottesco tentativo di rendere almeno meno tetro il simbolo più noto della miserabile follia del comunismo di importazione.   

 

Fonte: http://luciogentilini.xoom.it/virgiliowizard/sites/default/files/sp_wizard/docs/S%20-%20IL%20MURO%20DI%20BERLINO%202.doc

Sito web da visitare : http://luciogentilini.xoom.it/

Autore del testo: Lucio Gentilini

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La storia del Muro di Berlino

 

La costruzione del muro di Berlino


1945: la Germania è divisa in 4 parti controllate da Gran Bretagna, Francia, Unione Sovietica e Stati Uniti

 


Agosto 1961: alla Porta di Brandeburgo ci sono il filo spinato ed un’auto blindata


Agosto 1961: questi uomini mettono i primi blocchi del muro

Nel Febbraio del 1945, poco prima della fine della seconda guerra mondiale, i rappresentanti dei tre Paesi che stavano vincendo la guerra si sono incontrati in Crimea (nel Nord del Mar Nero). Questa è stata la conferenza di Yalta. Hanno partecipato alla conferenza di Yalta W. Churchill (Gran Bretagna), F. D. Roosevelt (Stati Uniti d’America) e Stalin (Unione Sovietica). Questi uomini hanno deciso di dividere la Germania in quattro settori (= parti) controllati da Gran Bretagna, Stati Uniti d'America, Unione Sovietica e Francia. Inoltre hanno deciso di dividere in quattro settori anche la città di Berlino, che si trovava nella Germania dell’Est. La parte sovietica della città di Berlino era la parte più grande e si trovava a Est di Berlino.
All’inizio i cittadini di Berlino potevano andare liberamente in tutti i settori, ma con la  guerra fredda le cose sono cambiate e i cittadini di Berlino non sono stati più liberi di andare dove volevano.
→ Ricorda: la guerra fredda è una contrapposizione iniziata alla fine della seconda guerra mondiale tra due blocchi internazionali. Questi due blocchi sono l’Occidente (cioè i Paesi che avevano come modello gli Stati Uniti d'America) e l’Oriente, o blocco socialista (cioè i Paesi che avevano come modello l'Unione Sovietica). Questa contrapposizione è durata circa 50 anni, ma non ha mai portato a una vera guerra.

Il confine (= la linea che divide due Paesi) tra Germania Est e Germania Ovest è stato chiuso nel 1952. Da quel momento molti cittadini tedeschi dell'Est sono passati a Ovest. Per fermare le persone che scappavano dalla Germania Est, nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 è iniziata la costruzione di un muro intorno ai tre settori occidentali (= dell’Ovest) della città di Berlino. All’inizio non c’era un muro vero, ma solo un filo spinato. Però il 15 agosto sono iniziati i lavori per costruire un muro vero, fatto di pezzi di cemento e pietra. Il muro divideva in due parti la città, così i settori occidentali di Berlino erano un'isola rinchiusa dentro i territori orientali della Germania.
I politici della Germania Est dicevano che il muro era un "muro di protezione antifascista" per evitare un'aggressione dall'Ovest. In realtà il muro doveva rendere impossibile ai cittadini della Germania Est  entrare a Berlino Ovest e quindi nella Germania Ovest.  
La costruzione del muro è stata un disastro per il blocco comunista, perché è stata il simbolo della tirannia comunista.
→ Ricorda: c’è una tirannia quando un uomo solo ha tutto il potere. Questo uomo è un tiranno o un dittatore. Il tiranno esercita il potere in modo violento e non lascia liberi i suoi sudditi.
Il lento declino della potenza sovietica
Durante gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta il modello economico del blocco sovietico ha fatto vedere molti punti deboli. L’Unione Sovietica cercava di dimostrare al Mondo di essere più forte degli Stati Uniti, ma la popolazione russa era molto povera e gli Stati Uniti erano più forti in quasi tutti i settori (dall’industria militare alle scoperte scientifiche, alle esplorazioni spaziali – infatti nel 1969 il primo uomo che ha camminato sulla Luna è stato un americano).
Anche negli altri Paesi vicini all’Unione Sovietica (per esempio in Polonia) i cittadini erano stanchi delle loro condizioni di vita.
Nel 1985 è diventato segretario del Partito Comunista in Unione Sovietica Michail Gorbacev. Gorbacev ha iniziato un grande programma per cambiare il sistema politico ed economico dell’URSS. Questo programma si chiama Perestrojka. Per fare funzionare questo programma secondo Gorbacev era necessaria la libertà di critica e di discussione, cioè la trasparenza (che in russo si chiama Glasnost). Il regime sovietico aveva sempre negato la trasparenza: per questo motivo le cose in Unione Sovietica sono cambiate molto grazie a Gorbacev. In questo clima c’è stato un grave incidente in Unione Sovietica: nel 1986 è esploso un reattore della centrale nucleare di Cernobyl, in Ucraina. La nube radioattiva che è uscita dalla centrale nucleare ha invaso le regioni intorno alla centrale e poi molti paesi europei. L’Unione Sovietica non ha detto subito che c’era stato questo incidente, perché non voleva dire a tutto il Mondo che anche nel campo dell’industria atomica l’Unione Sovietica era rimasta indietro.


La caduta del muro di Berlino

Uno slogan popolare sul Muro di Berlino: “Niente più guerre. Niente più muri. Un mondo unito”

 


Muro di Berlino (16 novembre 1989)

 

Durante il 1989, il socialismo è entrato in una crisi definitiva in tutti i Paesi socialisti. Il 9 novembre 1989, la televisione tedesca ha detto che tutti i berlinesi (= cittadini di Berlino) dell’Est potevano chiedere un permesso per attraversare il confine e andare nella parte Ovest della città.
Moltissimi berlinesi dell’Est sono andati verso il muro e hanno chiesto di entrare a Berlino Ovest. Le guardie di confine non sapevano che cosa fare e hanno capito subito che non era più possibile rimandare indietro tutte quelle persone. Così hanno aperto i checkpoint (= punti di controllo) e hanno fatto passare tutti, senza chiedere i documenti. I berlinesi dell’Est sono stati accolti dai cittadini dell’Ovest ed è iniziata una grande festa: i bar vicini al muro hanno offerto birra gratis per tutti. Per questo il 9 novembre è considerata la data della caduta del Muro.
Il 3 ottobre 1990 la Germania è ritornata uno Stato solo.

 

Fonte: http://inretelab.altervista.org/storia/contenuti/novecento/muro_Berlino.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine del testo

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