Seconda guerra mondiale Italia sintesi e riassunto

 


 

Seconda guerra mondiale Italia sintesi e riassunto

 

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Seconda guerra mondiale Italia sintesi e riassunto

 

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Il 3 settembre 1939 Francia e Inghilterra dichiarano guerra alla Germania dopo che i tedeschi hanno invaso la Polonia.
I tedeschi sono avanzati dal punto di vista militare: combinano un attacco al suolo con i bombardamenti. I polacchi rispondono con la cavalleria.
La Polonia viene invasa per metà, l’altra parte spetta ai russi.
Intanto l’URSS muove guerra alla Finlandia perché ha bisogno di avamposti per difendere Leningrado.
Sul fronte occidentale non succede nulla fino al 10 maggio del 1940 quando truppe tedesche attraverso il Belgio invadono la Francia. Le armate inglesi e francesi si imbarcano per l’Inghilterra anche con mezzi di fortuna salvando le truppe.
I tedeschi arrivano a Parigi; il crollo di Parigi determina la formazione del governo di Vichy con a capo Petain e come primo ministro Lavalle.
Tutto il territorio francese viene occupato dai tedeschi. La parte meridionale e le colonie sono comprese nel governo di Vichy, la parte settentrionale è amministrata alla parte militare tedesca.
Il 10 maggio viene sostituito il capo del governo inglese Chamberlain con Churchill, un anti comunista oppositore di Hitler.
Il 18 giugno ci fu un appello del sottosegretario della difesa francese a resistere agli oppressori.
All’interno della Francia ci sono quindi tre stati: il regime di Vichy, il territorio occupato dai tedeschi e una congregazione di partigiani francesi, senza territorio.
Il territorio occupato dai tedeschi assunse una particolare autonomia grazie alla presenza di collaborazionisti francesi, che rendono più facili i rapporti con la popolazione occupata.
I governi di collaborazionisti si erano sperimentati anche in Danimarca e Norvegia. 
Prima che la Francia sia completamente sconfitta Mussolini, il 10 giugno 1940 dichiara guerra alla Francia con una mossa che risulta essere sbagliata sia eticamente che militarmente.
In primo luogo la Francia era una nazione sorella per l’Italia e in secondo luogo la guerra sulle montagne era svantaggiosa per chi attaccava, tanto che l’Italia rimane sconfitta. Questo doveva far capire che l’esercito italiano non era pronto per una guerra.
Mussolini chiedeva Nizza e la Savoia ma non le ottiene.
A questo punto la Germania credeva di avere il predominio sull’Europa ma l’Inghilterra non era ancora sconfitta.
A Hitler bastava arrivare a una trattativa, ma l’Inghilterra non accetta. Spostare l’esercito tedesco oltre la Manica voleva dire garantire la copertura aerea.
Nell’estate del 1940 inizia una guerra aerea tra Germania e Inghilterra che durerà fino al settembre.
Gli inglesi resistono perché possiedono in radar che individuano gli aerei tedeschi e i tedeschi sbagliano armamento perché sono abituati a combattimenti per terra con coperture aeree.
Questa era una tattica strategica ma non efficace per combattere la contro offensiva.
I tedeschi abbattono per sbaglio un obiettivo civile per sbaglio a Londra e gli inglesi rispondono bombardando Berlino. I tedeschi bombardano allora obiettivi civili a Londra, obiettivi voluti, invece che attaccare gli aeroporti, dando agio agli inglesi.
La Germania si accorge di non avere al superiorità aerea e lascia perdere l’assalto agli inglesi.
Questa mossa è sbagliata, l’Inghilterra consentirà l’afflusso di rifornimenti dei soldati americani.
Il 28 ottobre 1940 inizia anche la guerra parallela italiana. Hitler e Mussolini combattevano dalla stessa parte ma con scopi diversi.
Hitler aveva dato il via alla guerra senza informare Mussolini  e aveva invaso la Romania che era una zona strategica. Mussolini in occasione dell’anniversario della marcia su Roma, invade la Grecia rischiando di perdere anche l’Albania. Questo provoca il 6 aprile 1941 l’attacco di Hitler alla Jugoslavia e il bombardamento di Belgrado.
Anche sul fronte africano le cose non vanno bene per l’Italia sia nella cirenaica che nell’Africa orientale.
Le truppe italiane non reggono l’attacco inglese che proviene dall’Egitto. Il modello di guerra prevede l’avanzata del vincitore e l’immediata ritirata per lontananza dai rifornimenti.
Nel maggio del 1940 Addis Abeba viene conquistata dagli inglesi.
Fino al 1941 la guerra fu prevalentemente europea.
Con il 1941 avvengono due fatti: l’operazione barbarossa del 22 giugno 1941 che porta l’attacco tedesco in Russia sfruttando tre direzioni: verso Mosca, verso Leningrado e verso l’Ucraina.
L’avanzata tedesca fu facile e devastante ma si arresta di fronte a Mosca e a Leningrado. Ancora una volta c’è un successo tattico ma non la sconfitta dell’avversario.
Stalin aveva purgato i quadri superiori dell’Armata rossa, che quindi non può resistere all’offensiva. Inoltre non aveva creduto ad una spia tedesca che aveva avvertito dell’attacco tedesco.
La linea russa viene stroncata in poche ore.
I russi lasciano le truppe partigiane nel vasto territorio che i tedeschi avevano devastato, ma non invaso, facendo in modo che sabotassero le retrovie tedesche.
Stalin proclama la resistenza non come guerra comunista, ma come guerra patriottica, riferendosi alla grande madre russa. In questo modo unisce il popolo russo.
L’operazione barbarossa era stata ritardata perché la Germania era intervenuta in Jugoslavia per aiutare l’Italia in Grecia. Il ritardo ha degli effetti devastanti dal punto di vista militare perché prevede l’arrivo delle truppe tedesche in Russia nella stagione delle piogge e del gelo.
I tedeschi creano in Croazia uno stato filo fascista.
Oltre a Creta un altro posto strategico del Mediterraneo era Malta.
Malta era in possesso degli inglesi che impediscono i rifornimenti tra Libia e Italia.
L’attacco alla Russia significa l’apertura di un nuovo fronte di guerra. La Germania pensava di attuare una guerra lampo, ma non riesce a evitare la sconfitta.
La guerra qui non è più di espansione, ma è una guerra contro i comunisti e contro gli slavi, ritenuti sotto uomini e importanti solo come forza lavoro.
Questa è quindi una guerra contro i civili. L’attacco alla Russia fa pensare anche all’eliminazione degli ebrei: i reparti speciali atti all’eliminazione degli ebrei e dei comunisti entrano in Russia e applicano lo sterminio con mezzi primitivi, con la fucilazione.
Le tecniche tedesche di sterminio diventano tecnologiche: vengono utilizzate camere a gas e forni crematori.
Hitler non riesce a prendere Stalingrado. Stalin porta le fabbriche sugli Urali così da avere comunque materiale bellico.
Tra il 1942 e il 1943 le truppe tedesche circondano la città e le forze russe attaccano i tedeschi che non si ritirano. La sesta armata viene distrutta dall’inverno e dai russi.
L’impeto nazista viene fermato e cambia le sorti delle popolazioni alleate contro i nazisti.
Il 7 dicembre 1941 avviene l’attacco di Pearl Harbour da parte dei giapponesi.
Il Giappone vuole estendere il suo territorio in Cina e nel Sud-est asiatico, disturbando gli interesse francesi e olandesi.
Gli USA garantivano la stabilità del Pacifico: i giapponesi vogliono evitare un intervento americano e vogliono un accordo che garantisse al Giappone i due territori. Decidono di rendere inoffensiva la flotta, ma non riescono perché le portaeree americane non vengono distrutte e queste iniziano la contro offensiva.
Nel giugno del 1942 gli USA bombardano le portaeree americane a Midway.
Alla fine di ottobre 1942 sul fronte africano avviene la battaglia di El Alamein durante la quale le truppe italiane vengono sconfitte da quelle inglesi che così possono avanzare.
Dall’autunno del 1942 avviene un momento di svolta per le forze dell’asse fino all’inverno del 1943; è un momento sfavorevole per Italia e Germania.
Nel maggio 1943 l’Italia e la Germania perdono la Libia e la Tunisia. La via per l’invasione della Sicilia è aperta. Il 10 luglio la Sicilia è invasa: le truppe alleate toccano per la prima volta il suolo di una delle due potenze nemiche. Cade il regime fascista.
Attaccare l’Italia aveva un valore politico perché si liberava l’area del Mediterraneo e si poteva puntare sui Balcani, che secondo gli inglesi erano importanti per impedire un’espansione russa.
Questo progetto politico militare non vede d’accordo Stalin che vuole l’apertura di un nuovo fronte che impegnasse la Germania in Europa centrale,  per far finire l’attacco in Russia.
Questo fronte viene aperto in Francia, in Normandia anche se il posto migliore sarebbe stato Calais.
Le truppe anglo - americane arrivano fino a Parigi in agosto e proseguono verso la Germania.
In inverno la contro offensiva tedesca viene fermata, nel marzo le truppe alleate entrano in Germania e arrivano fino all’Elba, perché dall’altra parte arrivano i russi.
I russi erano scesi verso i Balcani, l’8 ottobre 1944 avevano preso Belgrado, erano arrivati a Vienna e poi a Berlino dove le truppe tedesche resistono fino alla distruzione sotto ordine di Hitler.
Hitler si suicida il 28 aprile 1944 nel suo bunker e l’8 maggio 1944 finisce la guerra.
Dopo qualche mese avviene il processo di Norimberga.
Sul fronte del Pacifico dopo la battaglia alle Midway, la lotta si fa lunga a sanguinosa. Vengono colpiti gruppi di isole, distrutte e ridotte le difese delle isole vicine così da poter saltare a altri gruppi avvicinandosi verso il Giappone.
La resistenza giapponese si fa fanatica soprattutto per la presenza dei Kamikaze.
Il 6 e il 9 agosto 1944 vengono sganciate le due bombe atomiche  su Hiroshima e Nagasaki che provoca morti e malattie anche a lunghi periodi di distanza.
Ci sono due motivi per cui gli americani scelsero l’arma atomica. Il primo è di carattere militare, cioè per risparmiare vite americane che si sarebbero perse con uno scontro frontale.
Il secondo motivo è per spaventare Stalin anche nell’ambito dell’alleanza. Gli americani vogliono far capire ai russi che hanno l’arma segreta.
Si crea un disequilibrio che viene sanato solo negli anni ’50 quando anche i russi si muniscono di bomba atomica.

 

L’ITALIA IN GUERRA

Quando l’Italia entra in guerra nel giugno del 1940 contro la Francia e nell’ottobre contro la Grecia, le sorti sfavorevoli sono già evidenti non solo per la superiorità del nemico, ma per l’impreparazione dell’esercito italiano nonostante la retorica fascista.
L’impreparazione non è dovuta al valore dei reparti, ma all’equipaggiamento e all’impreparazione tecnica degli armamenti.
Questo non spiega solo la situazione militare ma anche lo spirito pubblico che non vuole la guerra.
La sconfitta militare agisce sullo spirito guerriero italiano che non fu mai troppo elevato e si trasforma in risentimento verso il fascismo. C’è infatti un0’atmosfera disfattista di preoccupazione verso il regime. Le ristrettezze della guerra opprimono soprattutto i civili. Inoltre fin dai primi giorni cominciano a pervenire notizie dei morti, inizia poi il tesseramento che dimezza le risorse e infine i bombardamenti su alcune città italiane.
La critica verso il fascismo è sollevata dai vecchi anti fascisti, ma molte perplessità si rilevano anche tra i giovani che non avevano conosciuto l’epoca prefascista ma si ritrovavano in età per combattere.
Tra la fine del 1942 e l’inizio del 1943 iniziano alcune agitazioni sociali, come lo sciopero del maggio 1943 a Torino.
La  monarchia e gli industriali cominciano a pensare ad un modo per uscire dalla guerra.
Un momento drammatico fu la sconfitta definitiva in Africa nel maggio 1943. Questo permette agli alleati di giungere in Italia: il 10 luglio viene invasa la Sicilia. Questa manovra dà un colpo al regime.
Il 25 luglio si riunisce il Gran consiglio del fascismo, che non si riuniva dal 1939, e si ha un ordine del giorno che richiede il ripristino di una situazione di dittatura non personale e quindi di ridare importanza agli organi statali.
Si trattava di un documento di sfiducia a Mussolini che viene votato e ottiene la maggioranza. Farinacci aveva proposto un ordine del giorno a favore della continuazione della guerra a fianco della Germania, ma non viene accettato.
Il 26 luglio Mussolini si presenta al re che lo destituisce. Il re cerca di evitare reazioni fasciste mobilitando parte delle forze dell’ordine, ma non c’è nessuna reazione.
Il fascismo si era squagliato allontanando anche il timore di una guerra civile.
Mussolini compie alcune mosse sbagliate come porsi a capo della Repubblica sociale: embrione di stato che permetteva ai tedeschi di invadere l’Italia legittimamente.
Mussolini viene catturato dai carabinieri e portato sul Gran Sasso dove il 12 settembre verrà liberato dai servizi segreti tedeschi.
Dal 25 luglio iniziano i 45 giorni fino all’8 settembre.
Il 25 luglio cade il fascismo e se la guerra era una guerra fascista allora doveva finire come il regime. In realtà non era possibile concludere la guerra con un alleato come la Germania, non ci sarebbe stata la possibilità che i tedeschi fossero consenzienti all’armistizio.
Con il 25 luglio sale al governo Badoglio, esponente della casta militare, che instaura un regime che non è fascista, ma neanche anti fascista. È un regime conservatore e militare che per i primi giorni lascia la possibilità di manifestazioni antifasciste e concede libertà ad alcuni prigionieri politici.
Il 26 un proclama del re ribadisce che l’Italia rimane in guerra. E’ una mossa logica e questo i tedeschi lo capiscono tanto che fanno entrare dal Brennero alcune truppe con la scusa di dover rinforzare il fronte meridionale, ma le disloca per intervenire nel momento in cui l’Italia proclamerà l’armistizio.
Nell’agosto iniziano le trattative per l’armistizio. Il generale Castellano viene mandato a Lisbona per trattare alcune condizioni con gli anglo americani, ma questi in base al trattato di Casablanca della fine del 1942 chiedono la resa incondizionata.
Castellano firma l’armistizio il 3 settembre vicino a Ragusa e l’unica clausola è quella che l’Italia uscisse dalla guerra entro il 10 settembre.
I dirigenti italiani non si preparano al momento della proclamazione alla reazione tedesca, perché si pensa che la proclamazione non avverrà prima del 12.
Infatti l’8 settembre avviene la proclamazione e la circolare che doveva avvisare le truppe arriva in ritardo e per di più è ambigua: si dice di cessare gli attacchi ma di difendersi da chiunque.
L’8 settembre l’esercito italiano si sfascia completamente.: non esiste più l’esercito italiano e quindi neanche lo stato. Alcuni soldati tentano di tornare a casa ma vengono catturati dai tedeschi e internati.
Gli IMI, internati militari italiani, sono considerati traditori e vengono trattati con misure durissime nei campi di lavoro. L’unica possibilità di salvezza è aderire alla Repubblica sociale ma pochi lo fanno.
Gli internati invece dagli alleati godono di un trattamento diverso, anche se la prigionia può durare parecchi anni.
L’unico reparto ancora integro è la marina, che avvertita in tempo si congiunge agli alleati.
Avvengono anche casi di resistenza militare: a porta San Paolo il generale Carbone distribuisce armi ai popolani e a Cefalonia la divisione Aqui resiste fino alla distruzione.
Sono resistenze eroiche importanti perché si contrappongono allo sfascio morale e organizzativo dello stato italiano.
Ci sono due interpretazioni dell’8 settembre: per la storiografia resistenziale è la data che segna la fine del regime fascista e l’inizio di uno stato democratico; per altri fu invece un dramma perché non è visto solo come lo sfascio del regime ma anche dello stato italiano e degli italiani. Gli italiani sarebbero quindi incapaci di essere società. Si parla di morte della patria. La conseguenza è quella di vedere i limiti della resistenza, vista come minoritaria. Inoltre se è un fenomeno che riguarda gli italiani il nuovo stato non poteva essere nient’altro se non un proseguimento di qualcosa che attraversava tutta la storia d’Italia. Questo da adito a una revisione politica.
Il 9 settembre la famiglia reale fugge da Roma, arriva a Pescara e da qui a Brindisi dove insieme a Badoglio costituisce il Regno del sud, un’entità statale con a capo la monarchia e al governo lo stesso Badoglio. Questo stato aveva un ambito territoriale limitato.
L’altra parte liberata veniva sottoposta a un controllo alleato soprattutto economico, tanto che viene introdotta un moneta alleata che coniata in grandi quantità porta l’inflazione.
Intanto il 12 settembre i tedeschi liberano Mussolini che viene portato a Monaco dove si erano già rifugiati Farinacci e il figlio del Duce.
Mussolini dà vita alla Repubblica sociale italiana che ha sede a Salò.
In pochi giorni in Italia sono presenti due stati: per la popolazione questo significa scegliere da che parte stare perché entrambe le parti richiedono obbedienza e legittimità.

 

Fonte: http://www.webalice.it/forluca/materials/appunti/STORIA.DOC

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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